Margot aveva deciso di non illudersi, di non lasciarsi trasportare da questa “speranza” di avere un rapporto con sua madre. “Vado in camera, buonanotte.” Margot diede la buonanotte ad Ann e Bob. “Buonanotte!” Risposero entrambi. Margot finalmente poteva dedicarsi a ciò che più le piaceva fare: letto, musica, scrivere. Prese il pc e lo poggiò sul letto per poi stendersi anche lei. Passò del tempo davanti a questo schermo che le illuminava il viso e digitava sulla tastiera, quando le arrivò una chiamata. “Numero privato.” “Pronto?” “Margot?” “Sì .. Chi sei?” “Come chi sono? Non riconosci neanche più la mia voce.” Margot entrò un attimo nel panico, quella voce le sembrava assolutamente estranea. “No, non so chi tu sia.” “Sono Diamond ..” Margot spalancò gli occhi e rimase in silenzio, fissò il soffitto cercando qualcosa da dirle, ma non trovo niente, in quel momento tutto ciò che aveva da dirle, era svanito. “Ti rivoglio con me.” Margot rimase di nuovo in silenzio. “Non hai proprio niente da dirmi?” “Perché mi hai chiamato con il numero privato?” Margot diede un pugno sul letto e pensò quanto fosse stata idiota a farle quella domanda, avrebbe potuto chiederle come stava o almeno spiegarle questo abbandono da parte sua, ma niente. “Sapevo che non mi avresti risposto, non ti connetti più sul tuo “fake”, non rispondi su Whatsapp, perché?” “Ho avuto la connessione ad internet del telefono tutto il giorno spenta, stavo giusto per accenderla.” “Ti ho scritto tanto e ti ho pensata molto, non voglio finisca così, ho bisogno di te con me.” “Diamond, non poteva andare avanti per molto ancora, sono stata bene con te questi anni, ma basta, ne ho avuto abbastanza.” “La distanza, mi avevi detto, non era un problema per te, mi avresti amata incondizionatamente.” “Le cose cambiano Diamond, anch’io sono cambiata, la mia vita sta cambiando.” “La mia no, anzi .. Tu l’avevi cambiata e mi avevi reso una persona migliore, adesso sono sola senza te.” “Non sei mai stata sola, hai tutte le tue amiche che ti stanno accanto.” “Ma loro non sono te. Sai, ho pianto tanto da quando sei sparita e pensavo fosse solo uno dei tuoi momenti “no”, in cui vuoi stare sola.” “Diamond, basta! Mi spiace, ma ..” “Ma cosa?” “Allora Margot?” Margot si trovo in difficoltà e si ammutolì davanti a tutto questo. “Mi ami ancora?” “No.” Rispose Margot immediatamente. “Ah. Tolgo il disturbo in tutti i sensi, addio.” “Cosa intendi?” “Voglio morire.” “Non dire stronzate! Possiamo parlare come amiche, mi farò sentire anch’io ovviamente.” “Non basta, voglio te, voglio noi.” “Non puoi avermi.” “Ma perché? Ti sei innamorata di qualcun altro?” “No, ho bisogno di me stessa.” “Cazzata! Non ti bastavo più, non ero abbastanza per te.” “Non è così.” “Lo è. Allora spiegati meglio, dimmi perché sei sparita.” “Volevo una persona in carne e ossa davanti a me, non uno schermo, una videocamera, due, tre messaggi e qualche telefonata, pensavo di amarti perché ero sola.” “Quindi mi hai usata. Davvero, mi fai schifo.” Diamond scoppiò a piangere singhiozzando. “Non piangere.” Diamond chiuse il telefono e lasciò Margot senza una risposta. Davvero si sarebbe uccisa o era solo un modo per far tornare Margot? Appena Margot accese la connessione ad Internet, vide tutti i messaggi di Diamond su Whatsapp, erano almeno cinquanta. Margot l’aveva sempre ritenuta una persona superficiale, stupida, ma comunque aveva un legame con lei che abbatteva ogni cosa. “Dove ho sbagliato?” Si chiese sprofondando la testa nel cuscino. Per Margot i problemi non erano finiti, ma appena incominciati.