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Autore: L_Fy    26/05/2008    23 recensioni
Quando si nasce con il gene della sfiga potenziato come il mio si possono raggiungere vette di iattura che voi umani non potreste immaginarvi: cosa che è successa oggi, fatidico venerdì 17, anno domini 2008 che, fra l’altro, è un anno bisesto e quindi funesto…
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Recensione di Arista, fatta il 18/05/2008 - 10:34PM sul capitolo 2: Capitolo 1 - Firmata

Credo in quel momento di aver avuto un aneurisma: cioè, con una parte remota del cervello mi ero già baloccata con l’idea di baciare Li. Quando ti compare davanti uno così figo, non si può fare a meno di farci sopra un pensierino, no? A meno che non si stia subendo un’operazione senza anestesia. Anche io l’avevo fatto, tra una ceretta di Doralis e l’altra: era stato un pensiero pigro e assurdo, tipo “Non sarebbe buffo incontrare un alieno…?” o “ Come sarebbe vivere su una navicella spaziale…?”

Sinceramente, mai avrei pensato possibile che un gran tronco di pino giapponese come Li finisse per baciare PER DAVVERO una come me. Eppure, mi stava decisamente baciando.

In taxi, stordendomi con quel suo profumo delizioso di lavanda e tabacco, senza preavviso, senza parole. Un signor bacio indolente, profondo, divinamente perverso. Ero letteralmente fulminata dalla sorpresa. Sorprendentemente, lo shock ha funto da catalizzatore per una strana reazione chimica che ha scollegato completamente il mio corpo dal cervello. Infatti, mi sono trovata a rispondere al bacio con deciso entusiasmo, aggrappandomi alle spalle di Li e inarcandomi tutta contro di lui. Quel maledetto nipponico baciava come guardava, e cioè in maniera semplicemente divina. La sua bocca voluttuosa, la sua mano che scivolava piano sulla schiena, leggera, erotica… in un attimo il cuore, il cervello e tutti i sensi si sono persi in uno spettacolo pirotecnico, sospesi in religiosa contemplazione.

Quando Li si è staccato da me, mi è sembrato di tornare indietro dal Limbo; avevo ancora gli occhi aperti e la bocca socchiusa e Li mi ha guardata in maniera strana, un po’ triste e un po’ arrabbiato.

“Scusa.” ha detto serio.

“Si figuri.” ho risposto io con la bocca secca come il deserto di Gobi.

Perché si era scusato? E perché sembrava così arrabbiato?

“Non avrei dovuto.” ha aggiunto poi, tutto contrito, mettendosi di profilo col naso per aria.

Che stronzo. Prima mi dava il bacio più erotico di tutta la mia dannata vita e poi mi chiedeva scusa con quella faccia schifata? Ma chi si credeva di essere?!?

“Non fa niente… ehm…”

Ero mortificata e non sapevo assolutamente cosa dire: d’altronde, tacere non era contemplato nel mio DNA. Li comunque è sembrato ancora più arrabbiato.

“Sei stata brava.” mi ha detto aggiustandosi la giacca.

“Grazie.” ho risposto, presa in contropiede: se ero stata brava perché diavolo si doveva scusare?!?

“Prego.”

“Si figuri.”

Di nuovo: a forza di dirglielo se lo sarebbe figurato davvero. Mi sembrava di essere in una puntata dei telefilm “Hai confini della realtà”… Non mi era mai capitato di ricevere complimenti per come baciavo: d’altra parte, non mi era mai nemmeno capitato di essere baciata così, sotto gli occhi curiosi del taxista. L’unica domanda cosmica che mi veniva in mente era se dovevo continuare a dargli del lei o se un bacio mi autorizzava a passare a un tu confidenziale. In quel momento però la faccia di Li era così scura da non ispirare affatto confidenza.

“C’è, ehm… dove… ehm… dove stiamo andando?” ho tentato di cambiare argomento, balbettando penosamente.

“Al Corda Tesa.” ha risposto Li senza schiodare gli occhi dal finestrino.

Non conoscevo quel posto: sembrava un nome da giardino d’infanzia… magari era un circolo nautico.

“Bene. E la delegazione?”

“Chi?”

“La delegazione nipponica. Saranno già là?”

Li si è girato a guardarmi con quel suo altezzoso sopracciglio alzato e ci ho messo un po’ a capire che stava sogghignando.

“Chi?” mi ha chiesto di nuovo educatamente.

Oddio, non andava bene? E come dovevo chiamarli? Sue altezze reali gli asiatici? Gioielli del sol levante? Stramaledetti musi gialli?

“La delegazione nipponica.” ho risposto aggressiva.

La faccia di Li era tutta illuminata da un sorriso represso: sembrava ancora più irresistibile del solito, maledetto lui.

“La delegazione. Mi piace! Molto chic. Brava Luana!”

“Grazie.” ho risposto di riflesso.

E dalli: passavo la metà del mio tempo con Li a ringraziarlo per cose assurde. Mi sentivo un’idiota patentata e sono diventata rossa come a pommarola’n coppa.

“Saranno, ehm… ci aspettano là?”

“Arriveranno” ha risposto Li smettendo di sorridere “Dovremo intrattenerli durante il pranzo.”

Pranzo, ho meditato spaesata; ma non dovevamo andare in agenzia da Sandro…?

“Mi scusi, ma quando pensa che ci sarà l’incontro? Bisogna concludere l’affare al più presto…”

Li ma ha lanciato uno sguardo torvo, ostile.

“Non è meglio che tu te ne stia fuori dagli affari?”

Fuori dagli affari?” ho pensato a quel punto, vagamente furiosa “Ho stilato personalmente tutti i maledetti rapporti e le scartoffie necessari a questa cazzo di fusione! Ne so più io di Sandro e Nakamura messi insieme, compreso te, bel cocchino dagli occhi sexy e la puzza sotto il naso!

“No, non credo” ho risposto con voce ferma “Mi sono fatta un… cioè, ho lavorato troppo sodo per finire esclusa dall’incontro! Sono io che so esattamente cosa vuole il presidente: sono io che devo lavorarmelo per bene!”

Li è diventato se possibile ancora più scuro: sembrava davvero furioso e io non capivo assolutamente perché.

“Sembra proprio che non vedi l’ora di fare il lavoro sporco.” ha commentato iroso.

“Beh… sì.” ho risposto sulla difensiva: non che pensassi davvero che compilare scartoffie fosse un mestiere particolarmente sporco, ma mi era sembrato più opportuno non contrariare Li. Ormai chi lo capiva più questo bel giovanotto che un attimo prima mi baciava e l’attimo dopo mi guardava schifato manco fossi una sputacchiera?

“Ora capisco.” ha mormorato Li guardandomi con freddezza.

Beato lui: io invece non ci stavo capendo una beneamata fava di quella pseudo conversazione.

“Quindi?” ho tentato un nuovo diversivo.

Li non mi ha guardata in faccia: si è limitato a fare un cenno con la testa e il taxi si è fermato morbidamente sotto il mantello scrosciante di pioggia.

“Quindi siamo arrivati e finiamo il discorso dentro.” ha risposto telegrafico prima di aprire la portiera verso il giorno più orribile della mia vita.

*          *          *

Causa la pioggia o la distrazione o (senza sbagliare di molto) prendendo in causa la solita sfiga ancestrale, non ho visto l’insegna del Corda Tesa ma sono entrata di corsa dalla porta centrandola quasi per sbaglio. Se avessi azzardato un’occhiata all’insegna, avrei capito subito… o se avessi valutato correttamente l’espressione facciale del taxista non come semplicemente cerebrolesa… ma non ho fatto né l’una né l’altra cosa: anzi, sono entrata al Corda Tesa di corsa, nella bocca del leone, ancheggiando sui miei tacchi a spillo. Ormai ero troppo maledettamente immersa nel guano per tornare indietro.

*          *          *

Al Corda Tesa c’era buio. E nell’aria c’era un odore strano, un misto tra quello asettico e pesante della moquette e quello di un costoso profumatore per ambienti. Era evidentemente un posto di lusso, pulito e ben curato, ma quello che era in realtà risultava lampante dal primo passo dentro l’oscura sala d’entrata: il Corda Tesa era un night club.

Gli elementi per capirlo erano pochi ma essenziali: le poppe della receptionist alla cassa, per esempio. Enormi, cellophanate, esposte come il banco della verdura fresca al mercato… poppe così erano un marchio di fabbrica, il sogno erotico dell’italiano medio: le famose e intramontabili poppe da nightclub.

Il resto della proprietaria di suddette poppe era un gradevole e poco appariscente mix nordico; una ragazza sulla ventina, slava o scandinava, ovviamente bionda e con l’occhio ceruleo, bocca gonfia come un materassino da spiaggia e unghie laccate di rosso lunghe come zanne di licaone.

Questa tizia stava ignorando me come se fossi un puro ectoplasma e guardava Li come se avesse potuto leccarlo con gli occhi.

Zoccola ossigenata, ho pensato con livore trattenendo a stento l’impulso di levarmi un sandalo e cavarle un ceruleo bulbo oculare col tacco. Anche perché l’elemento da night numero due, un buttafuori in frac dagli occhi porcini grande come gli Urali e espressivo come un televisore spento, non avrebbe di sicuro apprezzato la mia performance. Così, mi sono girata verso Li con un indice accusatore puntato sull’elemento da night numero tre, un cartellone tre metri per quattro dove veniva pubblicizzata l’esibizione serale di “Godiva e il suo Pitone” con tanto di documentazione fotografica (del pitone).

“Mi scusi” ho dichiarato con una convincente voce da zitella oltraggiata “Lei è proprio sicuro che dobbiamo incontrare qui la delegazione nipponica?”

Li ha esibito di nuovo quel suo sguardo da milord inglese che stavo cominciando seriamente a odiare.

“Ma certo che sono sicuro” ha risposto scandendo bene le parole “Il presidente Ekekazo e la sua delegazione, come tu l’hai gentilmente definita, saranno qui a minuti. Seguimi.”

L’ho seguito; o meglio, le mie gambe hanno camminato in linea retta (o quasi) sulla scia di Li mentre il mio cervello grippava e sputacchiava come una marmitta difettosa.

Mi sentivo confusa, persa, per non dire completamente alla deriva; insomma, in parole povere non ci stavo capendo dentro un cazzo!

Primo (e già una parte di me ghignava per l’ovvia ridondanza): chi cazzo era Ekekazo? Il presidente con cui ho questionato mesi e mesi sui dettagli del contratto che doveva firmare era Nakamura! Un nano pelato dalla voce miagolante, sessista e misogino (almeno a giudicare dalla sue telegrafiche mail). Per quanto potessi essere sciroccata intuivo bene la profonda differenza tra Ekekazo e Nakamura. A meno che Ekekazo (no, cioè, Ekekazo!! Se era un nome vero, non sarei mai riuscita a pronunciarlo senza uno scoppio di risa convulse!) fosse il nome proprio di Nakamura. O il suo soprannome. Certo che poteva trovarne uno migliore, sapendo di avere a che fare con gli italiani… E che cazzo, Ekekazo, mi caschi proprio sul soprannome?

Secondo, cosa ci faceva Nakamura aka Ekekazo in un night club? Cioè, va beh che i giapponesi hanno inventato le geishe, ma non li facevo tanto ingorilliti di natura da dover parlare d’affari al night club. Cioè, con tutto quel riso in corpo… mica è afrodisiaco il riso, no? 

Mentre io cogitavo espressiva come una zuppiera di vetro, Li si era andato a sedere con disinvoltura dietro un separé: dopo averlo raggiunto mi sono schiantata sul divanetto e ho cercato di fare mente locale.

“Ehm” ho esordito con somma intelligenza “Mi scusi, ma posso farle qualche domanda?”

“Naturalmente.” ha risposto Li educatamente, ma sembrava lo stesso cento volte più freddo e ostile che al Semiramide.

Stavo per chiedergli finalmente chi cazzo era Ekekazo quando lui, quasi fischiettando tanto era tranquillo, ha tirato fuori una pistola da sotto l’ascella, ha controllato il caricatore con la stessa distratta perizia di una modella che controlla il livello di cipria sul naso e ha rimesso l’arma sotto l’ascella, subito mimetizzata dalla sobria giacca di Armani.

Per un attimo ho avuto una specie di deja-vu, un effetto Doppler strano, come se fossi lì e contemporaneamente da un’altra parte: la mia bocca è rimasta semiaperta mentre con la faccia praticamente anestetizzata mimavo con convinzione l’espressione perspicace e acuta di una carpa presa all’amo.

“Ehm.” ho detto, perché nemmeno nei momento più topici della mia vita riesco a tenere il becco chiuso.

“Mi sembrava” ha sorriso Li quasi controvoglia “Era un po’ che non lo dicevi. Allora, queste domande?”

Domande? Certo, domande. Di colpo volevo fargli un mare di domande, tutte molto serie e ponderate, tipo: sono per caso in coma? Sono caduta e ho battuto la testa e questa è tutta un’allucinazione? Sono schizofrenica e non so di esserlo così mi state imbottendo di torazina e lei è solo una proiezione del mio subconscio? Qualcuno mi ha messo dell’LSD nel caffé e mi sto facendo un viaggio chimico? O peggio, sono su Candid Camera….?

Li, in attesa, ha inarcato il suo solito sopracciglio e io mi sono decisa a fargli la mia domanda cosmica.

“Posso andare in bagno?”

*          *          *

Mi sono fiondata in bagno quasi di corsa perchè avevo davvero bisogno di un water: mai sentito parlare di eroine romantiche con attacchi di colite nei momenti cruciali? No? Nemmeno io, a riprova che nella vita potevo essere di tutto fuorché un’eroina romantica. Sono uscita dal bagno immersa in uno stato confuso di irrealtà: avevo bisogno di parlare con qualcuno per accertarmi di essere viva e concreta. In quel momento mi sentivo così confusa che avrei creduto anche alla fola di essere stata rapita dagli alieni, purché me lo dicesse qualcuno che ritenevo attendibile.

Qualcuno ovviamente che non fosse Li il pistolero dagli occhi da letto. Avrei dovuto capirlo subito che quel bastardo nipponico era frutto della mia fantasia!

Prima di tutto perché era troppo bello; secondo perché mi aveva baciata, cosa che non succedeva dall’ultimo anno bisesto e quindi funesto; terzo perché possedeva una pistola… no, dico, una pistola!! Non ne avevo mai vista una prima che Li mi presentasse la sua con così tanta scioltezza.

Arrancando sui tacchi dei miei sandaletti nuovi di zecca, mi sono diretta verso l’uscita: la popputa labbrona bionda che stava alla reception poteva risultare utile, alla fin fine… Quando le sono arrivata davanti, mi sono aggrappata al banco come se fossi nel bel mezzo di un uragano. Labbrona mi ha guardata con blando interesse, abbozzando un sorriso.

“Sono viva?” le ho chiesto io a bruciapelo con estrema serietà e il suo sorriso ha vacillato appena appena.

“Kome skusi?”

Ti pareva. Mica potevo pretendere che con quelle labbrone sapesse anche parlare, no?

“Devi dirmi se sono viva e reale” le ho risposto impaziente “Ti prego, dimmi che ho avuto un ictus e che sono sotto sedativi sdraiata in un letto di ospedale.”

Labbrona ha sbattuto le ciglia e ha fatto una faccia vagamente perplessa.

“Skusi? Io polakka, no kapire bene…”

Ci avrei scommesso che era straniera. O quello o sordomuta.

“Senti, sei sicura di avermi visto entrare? Sei sicura che il mio corpo sia qui in questo momento a parlare con te?”

Labbrona mi sembrava sempre più confusa e allarmata.

“Io… vedo te?”

“Allora sono qui?”

“Io kreda ke tu kui…”

“E hai visto anche Li? Il mio accompagnatore?”

“Li?” La sua faccia ha avuto un debole guizzo di intelligenza bovina “Li! Bello rakazzo nero kon kravatta!”

Quindi anche Labbrona aveva notato quanto era fico Li, anche se solo una cerebrolesa come lei poteva ricordarsi solo della cravatta. E se Li era nero lei portava una prima! Forse voleva dire moro…?

“Avevi già visto Li?” ho chiesto dopo una imprevista illuminazione.

“Tak!” mi ha risposto Labbrona tutta felice.

Io l’ho guardata impaziente: non mi sembrava il momento migliore per giocare a fare l’orologio a cucù. Tak glielo avrei dato in testa se non si fosse sbrigata a rispondere!

“L’hai già visto Li sì o no?”

“Tak! E’ dire… sì in polakko!”

Sì in polacco si dice Tak? Ma che cazzo di lingua è!?!

“Quindi, Li è venuto altre volte?”

“Tak!”

E dalli. Chissà come si dice no: tok? Ma no, dai, dopotutto anche i polacchi sono esseri umani…

“Viene spesso?”

“Tak! Kon donne… belle!”

Mi ha guardato un po’ scettica, come dire: “insomma, belle, meglio di te di sicuro…”

“E queste donne… cosa fanno?”

Labbrona mi ha sorriso, contenta di sapere la risposta.

“Puttane!” ha cinguettato tutta felice.

Però: non sapeva dire sì ma le parole essenziali di italiano le aveva imparate bene… La dizione di Labbrona però era l’ultimo dei miei problemi. Insomma, a quel punto era chiaro che c’era stato un piccolo qui pro quo in quel del Semiramide. Di colpo mi era tutto talmente chiaro che pareva quasi cristallino: il sollievo di Li nel sentire il mio nome da pornostar; il palo di Doralis; lo sguardo saputo del taxista; le tette di Labbrona. Anzi, la verità era così palese che solo una psicolabile come me poteva non averla vista prima!  

Li non era il PR di Nakamura. Molto probabilmente Li non aveva nemmeno una partita IVA e uno studio pubblicitario, come invece doveva avere il vero PR di Nakamura. Più precisamente, Li era un pappone. Un gran bel pappone, fine, elegante… ma pur sempre un pappone dotato di pistola ascellare. Così esperto che, nonostante il mio nome indubbiamente da pornostar, aveva intuito che non sembravo proprio il meglio sulla piazza delle prostitute d’alto bordo. E pensare che aveva anche cercato di convincermi a lasciar perdere, ho ricordato folgorata… e io a insistere, no, sono brava nel mio mestiere! Pezzo di deficiente patentata.

Ora cosa dovevo fare? L’unica cosa che sapevo in quel momento era di trovarmi sempre più intensamente immersa in una montagna di cacca.

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

 

Niente da segnalare, se non che sono consapevole che è un assurdo usare un night club (che in genere non apre fino alle 10 di sera) per un pranzo di lavoro. Quindi, non infierite, ok?

RINNOVO INOLTRE L’INVITO A PARTECIPARE A QUESTO FORUM!!

http://elfiefanclub.freeforumzone.leonardo.it/

ci si sente, jente!!!

 

 

 

 

   

Fante: Roby caro!! Mi chiedevo giustappunto dove fossi finito… forse a piangere per le tristi sorti del Milan… come ti capisco. Io mi sfogo facendone passare di cotte e di crude a Luana, e tu?

Chocolate fairy girl: Tessoro!! Che bello risentirti su queste reti! E che bello sapere di portarti ancora buonumore… speriamo di continuare così, eh!

__Bellablack__: Oh, troooppo buooona… non sono maga (magari!!) ma sono felice che qualcuno butti lì l’idea comes e potesse essere vera. Prima o poi. Qui o in un universo parallelo. La bombola ad ossigeno non serve a Luana ma  serve a me, tra un po’… baci dovunque e grazie!!

Moonwhisper: Sono ancora in estasi mistica dopo aver letto il tuo nuovo capitolo… sii buona e continua presto, per favore!!! E soprattutto, se davvero mi ami, non far succedere niente di brutto in quella storia! Ho il cuore così cagionevole… comunque, grazie infinite per passare di qua e lasciare due parole alla tua devota ammiratrice. Baci adoranti (anche alla mia fidanzata…)!!

Piccola dea: Amorenji!! La tua idea di dove andavano a parare Lu e Li era anche la tua?Beh, era abbastanza lojico… Il ninja mafioso (bella questa J) ringrazie per i complimenti e anche io per le traduzioni: sono un mostro di ignoranza, in giapponese!!! Baci baci, alla prossima!!

Vulcania: Dolcezza, ti darei volentieri il nome della mia psichiatra, ma da quando segue me non riceve più nuovi clienti… chissà perché?!? Li, essendo un sogno erotico della sottoscritta, si comporta esattamente da… sogno erotico. Insomma, il tempismo del bacio è una cosa che non entra proprio nel DNA dei maschi… che peccato!! Un bacione, e  grazie come sempre!!

Nisi:  Quale gioia (anzi, joia) quale gaudio leggere il tuo nome proprio sulla recensione 50!! Ti amo e ti adoro, mia sensei (qualsiasi cosa voglia dire… traducimi, prego, non vorrei darti senza volere della vecchia babbiona). Coem hai fatto a capire che Doralis nasconde qualcosa…? Sei unica!!! Baci al miele

Zerby: Mia piccola, grazie per i complimenti!! Immagino che ormai sarà chiaro il casino in cui si è ficcata la povera Lu… ma vedrai che le cose (ehm) miglioreranno (ehm ehm)…. Ok, non le so dire le bugie… A bientot!!

Lely1441: Oh, finalmente qualcuna che condivide con me un po’ di sano, atavico sadismo!! Eddai, tanto lo sapete che in fondo sono buona e che ho in progetto un lieto fine… quindi non vi arrabbiate se me la prendo un po’ con Lu, adesso. Anche io ho sempre nel cuore il mio Teoh.. ah, il mio biondino rotoloso, mi manca taaaanto!

Tartis: Amore mia piccolo e immenso, anche io adoro voi! Le vostre recensioni sono speciali, balsamiche, inebrianti!! Quindi non smettete,grazie… Spero di rallegrarti di nuovo, joia, almeno come tu fai con me!!

MarzyPappy: Mia piccola protettrice di bonsabufali! Sai bene che la mia indomita vena romantica avrà la meglio sulla sfiga… quindi leggi pure tranquilla le vicissitudini di Lu, sicuramente le cose sono destinate ad andare meglio (ma più avanti, moooolto più avanti…). Raccontami la storia del ragazzino trascinato per l’orecchio, che non l’ho capita bene….

Eilinn: Ola, joia!! Aspettati di tutto per la povera Lu… il mio sadismo ha trovato la sua vittima perfetta!! A presto, tessora!

Urdi: Mia cara!! Eh, un po’ mi dispiace per la recensione 30 (mannaggia, avrei potuto fare il record!!!!) Ti perdonerò se arriveremo alla recensione 800. Nel frattempo, grazie infinite per i complimenti… che bella sensazione di calore che danno! Però, questo pessimismo diffuso… questa cattiva opinione degli uomini (che tra l’altro condivido appieno)… non si fa, dai. Dovremmo dare loro una chance, dicono. Ehm. Alla prossima!!

Londonlilyt: Lo sapevo che c’era un motivo per il tuo silenzio stampa!! O eri in viaggio in qualche recondita arte dell’universo, o eri in contemplazione di qualche angelo in perizoma… Ho un dubbio: che l’idea di Li mi sia venuta vedendo il tizio che ti attaccava la pezza a Camden Town? Non era cino-giapponico anche lui? Chissà… gli abissi della psiche umana…

Lauraroberta87: Sono così felice che anche la tua anaconda si attorcigli come il mio Pitone… perché sì, la mia parte in questa storia è proprio quella: io sono Godiva. Scommetto che lo sapevi già (quando il tuo amico pakistano ti concede un po’ di tregua, sei terribilmente intuitiva). Sperando davvero che Lu smetta di sbavare dietro a Li, ti mando una carriola di cotillons, tra cui baci, abbracci, strizzate di amichevole natura e roba varia.

Unintended: Devo ammetterlo, sono sempre colpita dall’agilità mentale di voi divini recensori… certo, c’è qualche bradipo anche tra le vostre fila, ma pochi, in realtà! Cioè, considerando il livello intellettuale delle mie scritture, è già tanto che non siate tutti criceti… Eh, la risposta alla tua domanda è no: non esistono uomini come Li. E nemmeno come Teo. Meno che meno come Garrie. Però esistono a frotte uomini come Scaturro, se la cosa ti consola…

Krisma: Mia cara! Sei stata l’unica a raccogliere il mio invito, che brava!! Un orsacchiotto in regalo. O una giornata a scelta con un personaggio delle mia ff. Coraggio, il periodo di stress estremo passerà… o quello o schiatti. In ogni caso, non durerà in eterno, fatti forza. ;-)

Aki_penn: Oh, bene!! Quindi, di nuovo grazie per Geometrie e speriamo che anche questa storia ti possa divertire e “dilettare”! Baci baci!

__Miriel__: Cos’è questya insana passione che avete tutte per i giapponesi?!? Secondo  me siete state voi a mandarmi Li in testa come un messaggio subliminale… a me, ribadisco, piacciono i biondi!! No no, sapevo già da tempo che Li è un nome cinese (la mia vaaaasta cultura… dei cinesi so quello e che la capitale è Pechino).

Kyaelys: Bene bene!! Dobbiamo trovare una a cui piacciono i rossi e a una a cui piacciono i castani e dopo possiamo metterci in cerca dei nostri uomini ideali. Io del mio ho già fatto un identikit piuttosto dettagliato (vedi: Garrie, Teo, Camillo…). Il tuo…? Sempre grazie, tesora, baciuzz!!

Stella76: Ovviamente nelle pause del lavoro d’ufficio, ti rispondo ;-)… è più bello ancora leggere le vostre recensioni. Un vero balsamo all’assenzio, una droga!! Comunque, niente waffeggiatori in questa storia; dopo Otello, il nulla. Hasta luego!

Suni: Doralis ringrazia per l’appellativo “colorito” ma senz’altro calzante!! Non me ne vogliano le sudamericane, eh, ma un po’ così, “easy” lo sono davvero. In generale. Solo quelle col culo antigravitazionale. Amica cazzeggiatrice, è bello sapere che sai di non sapere… cioè, è bello che qualcuno ammetta di pazzeggiare. Mi unisco a te e ti riempio di baci, joia: adoro il tuo umorismo adoro!!

Thia: Oh, grazie dei complimenti, mi apiccola Lu putativa… com’è che tutte rispondete dicendo “capisco Lu perché anche io sono sfigata”? E quelle fortunate, dove vivono?!?!

Maharet: La trasformazione bruco/farfalla la vorrei anche io, una volt anella vita… e invece sempre bacarozzo rimango!! Che injustizia. Piaciuto il capitolonji? Adesso aspetta che arrivino i giappi… mi sto divertendo come una pazza!!!!

Rik Bisini: Innanzi tutto, rinnovo in codesta sede i sentiti ringraziamenti per il lavoro di creazione del Forum… non ho parole, grazie. Qualcosa di Pretty Woman ce lo abbiamo, ma niente di paragonabile a quel Capolavoro d’Arte Contemporanea… scusa, eh, ma se trovano favoloso Andy Whorol, allora io mi sento autorizzata a trovare favolosa Julia Roberts!! Ho adorato i suoi stivali fetish… Ancora grazie, a presto!!!!

Natalie_S: Siccome la storia è breve, devo bruciare i tempi… prossimo capitolo si passa direttamente all’imbrandata! He he he, scherzo!! Ho preso nota dell’Omo (praticamente un incrocio tra Scaturro e un francese del sud!! Che skifo!!!). Ci proverò, ma libido zero (tutto quel pelo!! Brrrr….)

Evan88: Amore!! Sapessi che joia e che belessa sapere di essere apprezzata da menti di cotanto spessore emotivo! Ok, ho detto la cassata giornaliera. La poveVa caVa apprezza la solidarietà, ma non basta… ci si sente sul forum (I hope!)

 

  
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