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Autore: Aven90    07/01/2014    1 recensioni
A come Aven, naturalmente! Questo conclude la super long che avevo in cantiere, ma niente sarà più imprevedibile di così: tutta da leggere e da commentare, conclude in bellezza questo viaggi che mi ha colpito molto anche come autore!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball A'
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Sapevano che non era morto perché la Fusion non era tornata normale né si era sciolta, ma avevano subito comunque enormi danni.

Alla fine, dopo lunghi istanti, si rialzò, con la testa sanguinante.

“Maledetto… non mi aspettavo proprio questo colpo” commentò a voce rotta.

Majin Freecell era sicuro di averlo ucciso, e invece era ancora in piedi e forse anche con l’aura invariata dopo l’urto subito coi suoi stessi fantasmini.

“Mi fa piacere vedere che hai la scorza dura” volle complimentarsi ”ma vedrai, sarò io a vincere! E la prossima volta sta’ pur sicuro che ti ucciderò in quattro secondi!”

“Sono già passati” rispose di rimando Gotenks. Sentiva il sangue colare sulle guance, ma al momento non poteva farci niente. “ E sono ancora qua… quindi vedi di darti una calmata, perché sarai tu fra poco a sanguinare”

Goku, nel frattempo, sospirò. Non vedeva in Gotenks una completa affidabilità, pertanto si disse che forse era meglio creare la sfera Genkidama, sperando che stavolta non si dovesse avere bisogno delle Sfere del Drago per donargli abbastanza energia da lanciarla.

La speranza risiedeva in ciò che avrebbe potuto fare nei successivi minuti. Purtroppo, creare la sfera assoluta, il miglior colpo del re Kaioh, richiedeva un lasso di tempo utopistico e assurdo, tuttavia era il prezzo da pagare per la vittoria.

Che nemmeno era sicura.

In ogni caso, alzò le mani al cielo e , facendo bene attenzione a non farsi notare dal terribile mostro impegnato contro Gotenks e contro Vegeta, che nel frattempo si era rialzato, chiamò a sé innanzitutto le residue forze e quelle che aveva ricevuto in dono dai suoi figli, che sicuramente erano le più idonee a farlo rinsavire, poiché erano carne della propria carne.

Il flusso dell’aura era pronto. Quanta energia avrebbe dovuto consegnare alla Genkidama? Certamente, il mittente avrebbe dovuto pagare un po’ più degli altri, ma forse non sarebbe rimasta energia per dopo.

In fin dei conti, non avrebbe avuto importanza: una volta lanciata, la Genkidama sarebbe stata in grado di distruggere l’intero pianeta e con un po’ di fortuna anche i residui di Majin Freecell, il quale non sarebbe morto se prima non si sarebbe disintegrato anche l’ultimo atomo, e anzi si sarebbe rafforzato per via dello Zenkai Power contenuto nel corpo di Cell.

Un immenso calore penetrò dentro le sue braccia, diretto ai palmi delle mani, e due sfere presero forma su quelle.

Le due sfere si incontrarono subito e si unirono, per creare una Genkidama individuale: la fase Uno era stata completata. Al che gli ritornavano in mente le parole del re Kaioh: “Ricorda, Goku: dopo la Fase Uno, la parte più difficile è ottenere la fiducia degli esseri viventi attorno a te: sulla Terra non dovrebbero esserci problemi, ma mettiamo che ti ritroverai un giorno fuori dal tuo pianeta… in tal caso, dovrai stabilire un contatto con le altre specie e guadagnare anche la loro fiducia”

Goku in quel frangente non capì: a quell’età gli sembrava tutto molto facile, e in ogni caso era contentissimo per aver imparato il Kaiohken.

“E come dovrei fare?” chiese innocentemente, tirando distrattamente la coda a Bubbles, che cercava di scappare.

“Beh, ecco… una volta creata la sfera Genkidama, fungerà anche da altoparlante per le tue onde cerebrali, e a partire da questo sarà un giochetto conversare con qualsivoglia specie che possa dare energia” rispose il dio.

“E quindi parleranno anche le pietre?” chiese Goku.

“NON DIRE SCHIOCCHEZZE! LE PIETRE NON PARLANO!” urlò re Kaioh, che chissà perché, si era alterato. “Voglio dire, sarai tu a parlare con loro, poi starà a loro darti o no la loro energia, a seconda dell’umore in cui si ritrovano quel giorno e al tuo grado di simpatia. A questo proposito, voglio raccontarti una barzelletta: sai perché un ginnasta saluta tutti? Perché lo sport è… SALUTARE! Ahahaha! Ti assicuro che con questa battuta mondiale convincerai anche il più riottoso a donarti la tua energia!”

Goku rimase di sasso, ma si costrinse a ridere.

Fu con molta nostalgia che ripensava a quei tempi, e anche se comunque l’addestramento su quel pianetino non corrispondeva esattamente a quello che Goku aveva in mente per “vacanza”, si era comunque molto divertito nell’osservare i comportamenti molto strani del suo maestro di allora.

Era dunque giunto il momento di conversare con gli esseri viventi di quel pianeta.

“Erba… aria… acqua… animali… riuscite a sentirmi? Il mio nome è Son Goku, un uomo della Terra…”

Ti sbagli, tu ti chiami Kakaroth, figlio di Bardack, e vieni dal pianeta Vegeta, lo corresse la solita vocina, che non perdeva occasione di metterlo in difficoltà.

Ma Goku lo ignorò semplicemente e proseguì nel suo appello “Son Goku, proveniente dal pianeta Terra. So bene che quella che sto per fare è una richiesta che non vi capita spesso, ma se per favore potreste offrirmi la vostra energia per distruggere il nemico comune che ha già distrutto diversi ettari vostri fratelli, mi fareste un grande favore. Sconfiggiamo dunque questo mostro, prima che uccida i miei figli!”

Quell’ultima frase avrebbe potuto evitarla, ragionandoci a posteriori, ma gli era uscita quasi involontariamente, poiché aveva visto anche Gohan unirsi allo scontro contro Majin Freecell, senza peraltro concludere niente.

Non aveva ancora ricevuto una risposta. Non che se l’aspettasse, ma gli riusciva difficile, in un momento del genere, con i suoi figli che stavano rischiando la vita e una serie di morti sulla coscienza a raccontare quella barzelletta o qualsivoglia.

Tuttavia, si rese ben presto conto che si sbagliava: sferette di energia purissima blu si incrociavano con la sua contribuendo ad ingigantire la Genkidama.

Una, dieci, cento: la Sfera era pronta, ma non abbastanza per un nemico del calibro di Majin Freecell, in quel momento impegnato a distruggere le articolazioni dei suoi nemici, che invano tentavano di opporgli resistenza.

Lui si sentiva privilegiato, ma in ogni caso non poteva fare nulla, poiché aveva le energie sufficienti a tenere alte le mani, senza che l’acido lattico intervenisse e lo facesse soffrire.

Nel frattempo, la Genkidama continuava a caricarsi, e dentro di sé Goku sentì diverse voci, così diverse da quella che lo aveva minacciato contro Broly:

“Grazie, Goku”

“Siamo con te, ragazzo!”

“Goku, sconfiggi quel mostro!”

“Stiamo dandoti la nostra energia perché sappiamo che hai il cuore puro come quello di un bambino!”

E altre frasi, circolavano nei suoi pensieri, anche se non gli appartenevano.

Era bello, per una volta, non incontrare nessuna remora, significava che la sua fama era giunta anche oltre la Terra. l’aver sconfitto Freezer una volta per tutte lo aveva reso una vera celebrità nella Galassia del Nord, anche fra gli esseri viventi non dotati di intelletto.

“Ottimo! Grazie a tutti! Grazie del vostro aiuto! Vi prometto che il vostro contributo non andrà sprecato!” urlò ad alta voce Goku, fortunatamente da solo in quanto lo scontro si era spostato.

Piccolo, l’unico a parte lui che non stava combattendo, chiese “È tutto pronto?”

Goku arricciò le labbra “Non basta… non basta, maledizione! Non posso presentarmi contro Majin Freecell con questa ridicola Genkidama!”, essendo alta come un palazzo a tre piani, non era poi tanto ridicola.

Piccolo mise una mano sulla spalla destra del Saiyan, premette forte e urlò con tutta la forza, per poi far passare la sua energia residua dentro la Genkidama, che si ingrandì solo di poco.

“Beh, meglio di niente… sembra che non voglia saperne di crescere! Eppure non so più a chi rivolgermi!” disse Goku.

Piccolo, col fiatone, rispose: “Prova a contattare quelli della Terra e vedi che ti rispondono ora!”

“Lo sai che loro ascoltano solo mister Satan… io non sono nulla ai loro occhi, ormai è finita la generazione che temeva il grande mago Piccolo, ormai i terrestri sono tutti presi dalle loro occupazioni e hanno smesso di credere alle favole!”

“Un vero peccato, mentre qui rischiamo la vita per loro. Buffo, no? Che due extraterrestri si assumono la responsabilità di difesa della Terra mentre gli indigeni se ne trascurano”

Goku ridacchiò. “Siamo più terrestri noi che i sei miliardi ivi contenuti”

“Ivi contenuti? Goku, dove stai studiando?” . Piccolo era sorpreso dal registro alto dell’amico ignorante.

“Piccolo, ho un figlio scienziato. Piuttosto, quand’è che ti trovi una bella Namecciana e la pianti di fare il solitario?”

Piccolo scosse la testa. Non esisteva l’altra metà del cielo, per i musi verdi. Ma non era il caso di rivelarlo a Goku, che sognatore doveva rimanerlo per sempre.

Nel frattempo, Gohan, ridotto ad uno straccio, cadde ai loro piedi.

“D-devi sbrigarti, papà… Majin Freecell ci sta facendo a pezzi” lo supplicò con voce roca.

“Ma almeno riesci ad alzarti?” Goku era latteo, ma non poteva fare altrimenti, la Genkidama era troppo piccola.

Gohan scosse la testa , e cadde svenuto.

Goku non poteva sopportare di perdere il proprio figlio. Non poteva sopportare di perdere nessuno, e oltre ad avere sulla coscienza l’infarto di Ub, che non sarebbe potuto tornare in vita in quanto non essendo stato eliminato da mano altrui ma per un incidente fisico, non poteva sopportare di perdere anche il proprio primogenito, il figlio preferito.

“Re Kaioh!” si ritrovò a pensare. “Ci aiuti lei, per favore!” .

   
 
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