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Autore: asyouwishmilady    07/01/2014    1 recensioni
Dopo il sortilegio di Peter Pan (3x11), gli abitanti di Storybrooke perdono la memoria per la seconda volta. Emma, l'unica ad essere riuscita ad andarsene dalla città in tempo, torna alla sua vecchia vita a Boston, nuovamente ignara di essere la Salvatrice, la figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro e la madre di Henry. Dopo un sogno particolarmente realistico, però, le torna in mente tutto. Dove saranno Henry e gli altri? Saranno ancora in questo mondo? E come sarebbe riuscita a salvarli?
Scrivere questa fanfiction è l'unico modo che ho per sopravvivere fino a Marzo. Spero che aiuti anche voi ad uccidere l'attesa!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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«Emma? Ti senti bene?» mi domandò Mary Margaret, preoccupata. Mi rimisi in piedi, cercando di evitare gli sguardi degli altri, soprattutto quello di Henry.

«No!» sbottai, trascinando mia madre in un angolo «Non posso farlo, lo capisci?»

Mi sorrise, e notai che aveva gli occhi lucidi «Fidati di me, Emma. Non c’è nessuno al mondo che ti capisca meglio di me. Quando… Quando ti ho messa nella teca, credevo che sarei morta senza di te. Ma ora tu sei qui, e siamo una famiglia»

Strinsi i pugni. Non avevo mai accettato completamente che mi avessero abbandonata. D’accordo, ora avevo una famiglia, ma durante i precedenti 28 anni, ero stata sola e disperata. Un’orfana. Ma non volevo litigare con lei, non in quel momento, così tacqui.

«Tu non capisci, Mary Margaret. Riesco a malapena ad occuparmi di un figlio, come pensi che farò con due?» biasciai, con le lacrime che mi offuscavano la vista.

«Lo so che sei spaventata ora, ma non sei sola» mi prese dolcemente le mani.

«Di chi stai parlando? Di Uncino?» domandai, fredda.

«Anche. Tutti noi saremo disposti ad aiutarti» mi sorrise, rassicurante.

Abbassai lo sguardo. Forse aveva ragione. Non potevo essere così egoista da negare la libertà al regno. Solo che era tutto così diverso da come me l’ero immaginato. Una battaglia a sangue freddo sarebbe stata sicuramente più semplice. Ma un altro figlio…

«Lo apprezzo. Ma mi sento comunque presa in giro» biasciai, lasciando le mani di mia madre.

«Perché?» chiese, preoccupata, sistemandomi una ciocca di capelli dietro all’orecchio.

«Perché?» serrai la mascella, e mi guardai attorno «Perché tutti voi sapevate che il mio vero amore è lui, che lo avrei rincontrato e che avremmo avuto un figlio. Mi sento… Derubata della mia vita»

«Emma, tesoro, il fatto che Tremotino lo avesse previsto, non significa che sia stato lui a farlo accadere. Era destino. Riconosco lo sguardo di chi ha trovato il vero amore» disse, in tono divertito, facendomi l’occhiolino.

«Sono stupidamente innamorata, ma non pensavo che la cosa avrebbe compreso una neonata-salvatrice» mi coprii il volto con le mani. Ammettere di amare Uncino era stato già abbastanza difficile: l’idea di avere un figlio con lui mi spaventava troppo.

«Dovresti essere contenta. Hai finalmente demolito il muro creato dal tuo dolore! Ora sei libera di essere felice per sempre, con le persone che ami» mi accarezzò la guancia bagnata dalle lacrime, che non mi ero nemmeno accorta di aver versato.

«Scusatemi» udii la familiare voce roca di Uncino, alle mie spalle. Non volevo affrontarlo.

Mi aggrappai al braccio di mia madre che, però, non sembrava intenzionata a salvarmi. «E’ tutta tua. Aveva solo bisogno di una parola di conforto» sorrise, prima di staccarsi da me, lasciandomi sola con lui.

«Emma…» esordì, fissandomi con i suoi occhi azzurri preoccupati «Volevo solamente farti sapere che, non importa cosa accadrà, io non vi lascerò mai sole. Non permetterò mai nostra figlia si senta sola, come mi sono sentito io»

Sorrisi debolmente e mi avvicinai per stringerlo. Non mi aveva mai parlato del suo passato e della sua infanzia, ma sembrava avessimo molto in comune. Vero amore.

«Grazie» mormorai sulla sua spalla «Immagino che per un pirata non sia facile»

Lo sentii ridacchiare «In realtà, l’idea di avere un bambino con te non mi sembra tanto brutta. E poi, significa che ti potrò avere ogni volta che vorrò. Potremmo insegnare ad Henry e alla piccola a navigare e…»

«Henry» ripetei. Forse avrei dovuto parlargliene. Non doveva essere facile accettare l’idea che tua madre stesse per avere un figlio con Capitan Uncino «Dici che lui lo sa?»

Sorrise, sornione, e sciolse l’abbraccio «Da quanto ho capito. Tutto il regno ne è al corrente, Pan compreso. Ma… Chissà che ne è stato di quella sirenetta»

Corrugai la fronte «Ariel? Possiamo andare a cercarla immediatamente. Non escludo che Pan l’abbia intrappolata da qualche parte»

Feci per dirigermi verso l’uscita, ma Regina mi bloccò per un braccio «Sei impazzita?»

«Sto andando a cercare Ariel» protestai, liberandomi dalla sua presa.

«Emma» intervenne mio padre «Porti in grembo colei che spezzerà il sortilegio di Pan. Non pensi sia un po’ azzardato…?»

«Aspettate… Quindi io dovrei stare qui dentro finché non sarà nata la bambina?»

Non se ne parlava: dovevo trovare Ariel, Ruby e tutti gli altri. A malapena riuscivo ad accettare che avrei avuto un altro figlio, figuriamoci se avrei acconsentito a trascorrere i prossimi nove mesi rinchiusa in quel castello.
Gli altri continuavano ad osservarmi, preoccupati. Capivo il loro punto di vista, ma non avevo nessuna intenzione di ascoltarli.

Mi voltai di scatto, e mi avvicinai ad Uncino «Mi aiuterai, vero? Killian?» mormorai, poi, assicurandomi che gli altri non ci sentissero.

Uncino sollevò le sopracciglia e si strinse nelle spalle «Oh, Swan. Tirare fuori il trucchetto del nome proprio adesso».

Avvicinò lentamente il suo viso al mio, mentre mi fissava, beffardo «Non sono nato ieri. E sappiamo entrambi che hanno ragione. Poi… Pan, farebbe di tutto per liberarsi di te. E, conoscendolo, non fallirebbe, quindi…»

Prima che potesse terminare la frase, lo afferrai bruscamente per il colletto della giacca «Che ti piaccia o no, io uscirò da questo maledetto castello, ed andrò a cercare i miei amici. Se vuoi seguirmi, sei libero di farlo, se non vuoi…» mollai il suo colletto, lasciando la frase in sospeso.

Sospirò e si sistemò la giacca, scoraggiato «D’accordo. Ma gli altri non lo devono sapere. Non sono esattamente il benvenuto in famiglia, se poi dovessero scoprire che ti ho coperta, tuo padre mi prenderebbe a calci in faccia»

«Affare fatto» sussurrai, con espressione neutra in volto, mentre controllavo il comportamento degli altri.

«Mamma» un istante dopo, mi resi conto che Henry mi aveva raggiunto, e mi fissava con un’espressione indecifrabile. E se mi sarebbe davvero accaduto qualcosa? Lo avrei lasciato solo, di nuovo.

«Hey» gli sorrisi, rassicurante «Tutto ok?»

Scosse la testa ed incrociò le braccia, in segno di rimprovero «Non puoi rischiare che lui ti prenda, o la Foresta Incantata vivrà per sempre nella paura»

«Henry, io…» non volevo mentirgli ancora.

«Per favore. Devi ascoltarmi» mi pregò «L’ultima volta che non l’hai fatto, è successo un disastro»

Trattenni il respiro per qualche istante. Quante delusioni gli avevo dato? L’abbandono, il fatto che lo avessi partorito in prigione, la bugia su suo padre.

«Mi hai convinta» gli accarezzai i capelli castani.

«Fantastico» sorrise, entusiasta e, improvvisamente, l’idea di avere quella bambina, non mi sembrava più tanto tragica.

Mi schiarii la voce ed alzai il tono, in modo che tutti potessero sentirmi «Non andrò da nessuna parte, ma voglio che qualcuno vada a cercare Ariel. Lei ha rischiato la vita per noi»

«Vado io» propose Uncino, allegro «Tanto il mio lavoro l’ho già fatto»

Mi fece l’occhiolino, ma io restai immobile a fissare il vuoto. Non volevo che andasse da solo. Se gli fosse successo qualcosa…

«Posso andare io» fece Neal, lasciando tutti a bocca aperta «Così non starai in pensiero per il tuo ragazzo»

Strinsi i pugni e lo fulminai con lo sguardo. Era giunto il momento di affrontarlo.

Mi diressi a grandi passi verso di lui, finché non fui così vicina da sentire il suo respiro «Smettila di fare la vittima, Neal. Ti ricordo che sei tu quello che mi ha abbandonata per primo. Hai tradito la mia fiducia, e… Non mi interessa se l’hai fatto per il mio bene, o scemenze simili. Adesso ho la possibilità di essere felice con la famiglia e, sì, anche con Uncino. Capisco che tu sia risentito, ma non lasciare che sia nostro figlio a pagarne le conseguenze»

Rimase a bocca aperta, ad osservarmi. Mi voltai e mi avviai velocemente verso Uncino.

«Il piano vale ancora».

Saremmo tornati sani e salvi o, almeno, era quello che speravo.



Ciao! Scusate il ritardo nel postare, ma è ricominciata la scuola e io sono in quinta (çç). Comunque, non preoccupatevi: continuerò ad aggiornare il più spesso possibile. Allora... Cosa ne pensate? So che è un capitolo un po' noioso, di praticamente soli dialoghi, ma era importante chiarire i vari punti di vista dei personaggi. Neal mollerà prima o poi? E Tremotino non cadrà alla tentazione di usare i suoi poteri per aiutare il figlio? E Belle, dov'è?
Emma e Uncino si sono accordati per fuggire insieme, alla ricerca di Ariel e gli altri. Ma ce la faranno? Sappiamo che Pan ha occhi ovunque, quindi non escluderei nulla... ;) non vi dico altro. Spero di non avervi annoiati. Grazie di aver letto!
Claudia
   
 
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