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Autore: Archaix_Lemixia    08/01/2014    1 recensioni
Uno squarcio temporale. Il destino dei mondi viene diviso in due realtà distanti ma unite. La prima è la storia di Roxas. La seconda inizia da un piccolo incidente... Che rischierà di cambiare le sorti dell'intero universo. Una porta. Tre chiavi. Tre cuori. Un unico destino.
" “Queste vengono dette Keyblade e sono in grado di raccogliere i cuori che gli Heartless possiedono. Il luogo in cui tutti i cuori raccolti si riuniscono si chiama Kingdom Hearts. Quando sarà completo noi tutti potremo ricevere quello che desideriamo di più: un cuore.”
Le due Nobody guardarono con stupore i due oggetti nelle loro mani: forse la cosa più preziosa che esistesse al mondo, ed era lì davanti ai loro occhi.
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“Game over. Credevo che avresti resistito di più davvero mi hai deluso, ma ve bene così. Ora che sono libero la mia vendetta sarà ancora più dolce”
Poi due fari gialli si accesero in mezzo al nulla, minacciosi, piantati su di lei
“Ascolta, quando troverai i cuori del Caos, distruggili. Non lasciare traccia o il nostro mondo scomparirà per sempre…”
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ATTENZIONE: DAL CAPITOLO 12 DIVENTERA' CROSSOVER. elenco dei mondi GIA' visitati:
- CALL OF DUTY
- SUPER PAPER MARIO
- HUNGER GAMES
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: KH 358/2 Days
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Cap. 12

28 Dicembre anno XXXX
Guerra. Una continua guerra fatta di odio e di sangue la circondava, e sembrava non finire più. Era da ormai più di un mese che era entrata a far parte dell’esercito americano, che l’aveva ritrovata distesa a terra priva di sensi in mezzo al campo abbandonato. Risvegliatasi, aveva quasi trattenuto un grido nel vedere quei volti pieni di cicatrici e di dolore attorniarsi alla branda su cui era stata pesantemente buttata. Si era subito allontanata spaventata spiaccicandosi al muro, ansimando pesantemente e cercando di mettere a fuoco i suoi occhi che sicuramente non potevano vederci bene. Ma dove diavolo era finita!? Non poteva essere, non poteva essere lì! Era sicuramente un’allucinazione, si portò subito le mani sulla faccia strofinandosele ma quando riaprì gli occhi era sempre lì. Si guardò le mani. Avevano uno strano tratto che le faceva sembrare innaturali, quasi come in un gioco in 3D.
“Ti senti bene?” chiese un tizio sbucato fuori dalla porta che si trovava poco distante da lei: aveva una divisa da militare, una corta barba e un paio di occhiali neri, ed era quasi completamente pelato. Si voltò verso di lui impaurita e annuì.
“D-dove sono?” chiese debolmente, prima di accorgersi che c’era un punto interrogativo più importante e preoccupante: “CHI sono??”
“Sei in un campo militare americano. Ti ho trovata svenuta qui vicino. Ora potresti dirci chi sei tu?”
Magari lo sapesse. Cercò disperatamente qualche traccia dei suoi ricordi ma non trovò nulla, come se le avessero resettato la memoria. Guardò i visi delle persone nelle loro divise sporche e sciupate, vide nei loro occhi gli anni della guerra e della morte che avevano dovuto affrontare, e all’improvviso ricordò una cosa.
Call of Duty.
Si, questo posto era identico a quello strano videogioco di guerra. Ma allora perché era qui?
Come se non avesse atteso altro, la risposta le balenò davanti agli occhi sottoforma di flashback: era nella sua stanza e stava giocando a quel videogioco alla playstation. Ma il gioco si era interrotto e lei si era avvicinata allo schermo della televisione con rabbia per cercare di capire cosa non andasse, smanettando con i cavi blu e rossi. Ancora niente da fare, si sedette davanti alla TV frustrata. Poi il gioco sembrò sbloccarsi perché sullo schermo era apparsa una scritta: -il terzo cuore, l’ultima porta. Round finale-
Che figata, aveva sbloccato un livello Bonus!! Prese il joystick in mano e premette invio eccitata, ma non successe nulla. Che si era bloccato di nuovo? Si avvicinò ancora all’apparecchio leggermente incavolata, quando sentì come un’onda d’urto: un rumore di macchine che si scontravano, un grido, la sensazione inquietante che qualcuno avesse appena perso la vita, e tutto attorno a lei divenne nero tranne lo schermo della TV che lentamente l’attirò a sé...

Era svenuta ovviamente.

I militari non avevano altra scelta se non tenerla con loro: fu così che il suo animo venne piegato dall’odio verso il nemico e il dolore della perdita dei suoi compagni in battaglia, e il suo cuore si fece duro come il ghiaccio. Umpf, ripensando a quello che le era successo un mese fa, Keby si diede una leggera pacca sulla testa pensando a quante ne aveva passate, tutte quelle dure giornate aggrappata al suo nome, l’unica cosa che ricordava di sé. Ma ora non c’era tempo per rimembrare, doveva agire. Questa era una missione di incursione e la prontezza di riflessi era necessaria in ogni momento. Vide il segnale. E scattò fuori dal rifugio verso il prossimo punto di raccolta. Questa zona del campo nemico era sorvegliata maledettamente bene ragazzi, ma non poteva essere altrimenti dato che era la tana stessa del nemico. Sembrava andare tutto a meraviglia quando voltandosi Keby non vide più il suo compagno dietro di sé e si fermò. Ma dove diavolo era finito?? La missione però doveva continuare, non potevano fallire, non era ammissibile. Così si voltò in avanti per continuare giusto in tempo per vedere una mano gigantesca fatta d’ombra che piombava su di lei.

Buio.
Vuoto.
Non sentiva niente.
No, non è vero, sentiva una voce. Una voce parecchio sgradevole e quasi familiare.
“Come previsto, hai imparato in fretta a destreggiarti in questo mondo. Ma non ti è servito a molto.” Una luce si accese di scatto accecandola e facendole chiudere immediatamente gli occhi dal dolore.
Legata, era legata ad una sedia come nei film di spionaggio, e intrappolata in una stanza buia con una luce sparata in faccia. Che scena comica, pensò.
“Bene bene, vedo che ti sei svegliata. Ti starai chiedendo come mai sei qui, ma credo che potrai intuirlo. Vogliamo qualcosa da te.”
Non c’era niente come un ricatto per accendere lo spirito combattivo della ragazza, le cui paure svanirono all’istante lasciando spazio solo alla sfacciataggine di rispondergli per le rime: “Questo lo avevo capito, non sono una bambina di tre anni. Ma qualunque cosa volgliate non mi farete mai parlare viva! Non riuscirete a strappare le informazioni neanche dal mio corpo esanime!!” le gridò in faccia, con quella testardaggine che era solita di ogni soldato e il sorriso raggiante di chi sa che sta facendo la cosa giusta.
“Capo procediamo con le torture?” chiese un altro tizio nascosto nell’ombra, ma Keby riuscì a sentire un sottile suono di catene che strisciavano a terra e rabbrividì.
“No non ce n’è bisogno, so io cosa ci vuole per una testa calda come questa…” rispose pacata la voce, avvicinandosi sotto il fascio della luce e scoprendosi il volto solcato da un terribile ghigno. Keby sgranò gli occhi alla vista di quel ragazzo che riconosceva fin troppo bene: “Ommioddio ma tu sei un personaggio di KH! Tu sei..” non poté finire la frase a causa del dolore immenso che la trapassò da parte a parte. Una gigantesca chiave nera  le era stata conficcata nel petto all’altezza del cuore. Si aspettò di vedere rivoli di sangue colare sulla sua divisa da guerra ormai sporca della polvere e del sangue dei suoi compagni ma non fu così, anzi quello che vide forse era molto peggio: dalla ferita stavano sgorgando tentacoli color delle tenebre che si avvinghiarono al resto del suo corpo cominciando a seppellirla nelle tenebre. Ad ogni secondo che passava sentiva di indebolirsi sempre di più, come se quello strano arnese le stesse prosciugando ogni goccia delle sue forze e del suo tanto sudato talento…
“C-che stai facendo!?” gridarono sia lei sia i compagni rimasti nell’ombra.
“Zitti! So cosa faccio, la missione è terminata, tornate dai vostri compagni!” rispose il ragazzo vestito con una tunica aderentissima con disegnato sopra il simbolo degli Heartless e un casco nero sulla testa. Gli altri se ne andarono borbottando mentre la povera recluta veniva sommersa in un mare di fiotti oscuri.
“Nng, non mi fai paura! Cos’è  ‘sta roba!?”
“Quelle sono le tenebre. Il mio compito è fartici sprofondare dentro.”
“No! Io non mi arrenderò mai!!!”
“Ragazzina, cosa credi di fare, pensi di poter resistere al potere dell’oscurità? Se il mio signore vuole qualcosa…”
L’ultima cosa che vide fu la scintilla di follia riflessa in quegli occhi azzurri.
“…la avrà.”

Nella cittadina di Crepuscopoli i nostri tre compari si stavano allenando per migliorare le tecniche di combattimento. In realtà solo due dei tre Nessuno erano all’opera, poiché Axel se ne stava buono buono seduto in un angolo mentre le Energie Gemelle si battevano contro quello che sembrava un esercito di Heartless sbucato dal nulla.
“uff… Questa è la tua punizione vero Axel? Non ci hai ancora perdonato per lo scherzetto di due giorni fa??” chiese ad un certo punto Lemixia fermandosi un attimo a riprendere fiato. Il Soffio di Fiamme Danzanti alzò lo sguardo divertito verso di lei e rispose con nonchalance: “Esatto. E-s-a-t-t-o got it memorized?” disse picchiettandosi la tempia con un dito. La ragazza fece un lungo sospiro e si ributtò nel combattimento. Una ventina di Disertori erano sparpagliati per tutta la piazza e correvano come dei pazzi indemoniati, ridendo di gusto ogni volta che cercavamo di raggiungerli e loro schizzavano via a velocità supersonica. Archaix ne sconfisse due in un colpo e osservò i loro cuori scintillanti salire verso l’alto, per poi gridare: “Lemixia ne ho presi due!!” avevano imparato che se uno veniva sconfitto, tutti gli altri si ammassavano in quel punto e così fu: una schiera di Heartless si gettò su di lei ma fu presto sterminata dalla furia delle due Keyblade. Quando tutti i Disertori furono sconfitti e i loro cuori furono liberati nel cielo dal perpetuo color arancio finalmente Axel scese dal muretto su cui era appoggiato e parlò: “Perfetto ragazze, perfetto! Sapete, ormai sono passati una decina di giorni e siete diventate autonome e quindi la mia presenza non avrebbe senso, ma oggi dovevo osservare le vostre capacità di combattimento e sono fiero di annunciarvi che avete superato il test a pieni voti”
“oooh e chi di noi è più forte?” chiese incuriosita Lemixia avvicinandosi al muretto e appoggiandosi per riprendere il fiato.
Axel aspettò qualche secondo per rispondere, come se stesse meditando: “uhm.. Siete in parità”
A+L: “parità!?!?!?”
Ax: “Già, in parità, ed è esattamente così che dovrete essere d’ora in poi capito?” disse puntando entrambi gli indici contro le loro fronti.
“E perché dovremmo? C’è una qualche spiegazione logica?”
“Beh vedete… *pensa velocemente Axel pensa velocemente!* … Voi possedete entrambe due Keyblade ragazze. Ma per ora ne potete maneggiare solo una. La seconda Keyblade però non è materiale, ma siete voi due”
Le ragazze lo guardarono con la faccia a forma di punto interrogativo, e ciò era comprensibile, così il Nobody fece qualche passo indietro, evocò uno dei suoi chakram infuocati e lo tenne con la mano sinistra: “Bene, fate finta che questa sia la vostra Keyblade. Ora...” disse schioccando le dita e facendo divampare vicino a lui un improvviso getto di fuoco che si modellò a forma di una persona “…fate finta che questo sia uno di voi due. Ora l’altro non dovrà far altro che trasformarsi nella propria Keyblade” e detto questo il fuoco si radunò nella sua mano destra prendendo la forma del suo secondo chakram “e far si che l’altro lo impugni. Entrambe potete farlo ma costa un grande dispendio di energie”
I due chakram scomparvero in una scia di fiamme che volteggiarono nel cielo e si dissolsero, mentre nelle menti delle Energie Gemelle cominciarono a formarsi mille punti interrogativi, a cominciare dal primo quesito che aveva portato alla spiegazione.
“Quindi… Dobbiamo avere la stessa potenza per sopportare l’aura della compagna che ci tiene in pugno?” chiese fievolmente Archaix.
“Esatto! E questo dovrà essere così anche per la terza arrivata, che verrà presentata probabilmente domani” concluse cominciando ad avviarsi verso la torre dell’orologio. Cosa? Una terza arrivata? Con le loro stesse limitazioni forse? Chissà se anche lei maneggia una Keyblade.. Mille domande e pensieri affollarono le teste delle giovani Nobody, mentre anche loro si avvicinavano alla stazione, dove ogni sera erano solite prendere un gelato salmastro: la prima volta che Axel le aveva accompagnate lì si erano innamorate di quel posto e così ogni volta che completavano una missione si recavano in cima.

Flashback, flashback, flashbaaaack…
Stavano per rientrare dalla missione: che giornata, finalmente avevano scoperto di saper maneggiare delle Keyblade, armi della luce (anche se il loro potere era l’energia e questo non se lo spiegavano) , erano state catapultate in una dimensione alternativa e avevano rischiato di morire ben due volte… Le strade della cittadina si stavano riempiendo di gente che ritornava a casa dopo una giornata di duro lavoro, così i tre dovettero percorrere una strada più lunga. Ma a metà del cammino Archaix si girò per rivedere la strada percorsa e chiese alla compagna: “Lemixia… Ma dove cacchio stiamo andando?”
L’altra si girò anch’essa constatando che stavano andando da tutt’altra parte invece che al punto prestabilito, e chiese ovviamente spiegazioni al numero VIII.
“Oh per quello c’è tempo, adesso visto che avete corso un pericolo così grande vi voglio ricompensare con un regalo” rispose lui senza aggiungere altro. Camminarono attraverso gli stretti passaggi che collegavano le case, bui e nascosti, salendo fino alla parte più alta della città. Quando si ritrovarono davanti alla grande torre dell’orologio della stazione dei treni Axel constatò che non ci fosse nessuno e si avvicinò alle grandi porte di vetro che fungevano da entrata.
“Non vorrai forzarla vero??” chiese subito Lemixia vedendo uno dei suoi chakram apparirgli in mano. L’altro fece un piccolo sorriso e toccò semplicemente con una delle punte dell’arma la porta, e questa si aprì di scatto senza fare rumore. “Noi Nessuno abbiamo molte risorse” disse ed entrò nella stazione, dirigendosi verso le scale. Arrivati in cima, si sedette sul muretto delimitativo e invitò le due a fare lo stesso. Lemixia tentennò un attimo ma si decidette e corse a sedersi alla sua destra, mentre Archaix si avvicinò al parapetto e guardò giù.
“No, non è lì che devi guardare, alza un po’ di più gli occhi” disse Axel prendendole in mano il viso e alzandolo in posizione dell’orizzonte. Fu come se avesse aperto gli occhi per la prima volta.
Centinaia di case e strade e piazze dal color arancio si stagliavano fino ai confini della visuale, avvolti nella dolce quiete dei caldi raggi del sole al tramonto. Il tramonto, non ne aveva mai visto uno così bello. O forse si, ma in quel momento non le importava. Distogliendosi da quella visione si accorse di essersi seduta anche lei sul parapetto e Lemixia la stava guardando con un’espressione del tipo: visto? Non c’è nulla di cui preoccuparsi, se Axel dice che è a posto è a posto.
“Uhm, ditemi. Chi di vi due sa perché il tramonto è rosso?”
Quella domanda rimase sospesa nel vento senza una risposta.
“Capisco… Vedete, la luce è composta da molti colori, e il rosso è quello in grado di arrivare più lontano”
Quasi all’unisono, le due ragazze risposero: “e chi te l’ha chiesto sapientone!!!” scherzando, ridendo, come tre veri amici.
D’un tratto Axel ebbe un capogiro.
Nella sua testa apparve un’immagine fulminea di una scena quasi identica, ed il volto di un ragazzo. Un ragazzo dai capelli dorati e gli occhi azzurri, vestito con una tunica dell’ Organizzazione. Una sensazione di nostalgia lo prese all’improvviso come se fosse un ricordo molto lontano, sepolto sotto la nube dell’incoscienza..
“Axel? Axeel? Che succede!?” Lemixia lo stava strattonando per risvegliarlo da quella paralisi: si riprese leggermente scosso e ritornò in sé.
“Oh scusatemi, ho avuto come una specie di flashback… Quasi un Dejavù” cercò di spiegare più a se stesso che alle altre. Che gli era successo? Sentiva come una sorta di calore nel punto in cui un tempo c’era stato il suo cuore, una sensazione che non provava più da quando era un Somebody e che condivideva con i suoi amici. Quindi il sentimento che aveva ricordato poco fa era… L’amicizia?
“Axel, ti sei incantato di nuovo” lo rimproverò nuovamente Lemixia. Si diede uno scossone e si mise una mano sulla fronte: “hai ragione, oggi sono un po’ distratto..”
E si misero a parlare del più e del meno.
Fine flashback, flashback, flashbaaaack…

“Axel, com’è questa nuova arrivata?” chiese Lemixia “incuriosita”. Il Nessuno la guardò sorridendo e rispose: “non ne ho idea. Mi hanno solo detto che è una persona importante per la riuscita del nostro scopo, e che possiede un potere singolare quanto il vostro. Più di questo non so altro”.
La curiosità che non dovrebbe esistere si accese ancora di più nelle due ragazzine.
“Ma scusa se presto diventeremo in 15, come mai ci chiamiamo ancora Organizzazione XIII?”
La risata spontanea e sincera di tre amici si levò leggera nell’aria, confondendosi con i caldi raggi del tramonto, silenziosi spettatori.

Il giorno dopo, puntuale come l’orologio svizzero da taschino di Luxord, le Energie Gemelle si alzarono e scesero a fare colazione eccitate come non mai. Non appena entrarono nella cucina evitarono il solito paio di pentole che volavano da una parte all’altra della stanza (a volte Xigbar si svegliava presto solo per fargli degli scherzi e in quei giorni la cucina diventava un campo di battaglia) e apparvero davanti al Feroce Lanciere: “Ciaaao Xaldin, oggi è un giorno speciale non è vero?” canticchiò Lemixia mettendo le mani sulla padella che stava per lanciare al Tiratore Libero e gliela staccò dalle mani. “Umpf, se lo dici tu, a me non sembra poi così speciale l’arrivo di un nuovo membro, per me significa solo più cibo da preparare. Ma voi due mi sembrate al settimo cielo, come mai fingete tanto interesse?”
Lemixia smise di cantare e guardò Archaix: fingere? Non avevano mai finto di essere felici o tristi, per loro era una reazione naturale anche se non provavano appieno quei sentimenti. Era una cosa tanto strana? 
“Comunque, ho sentito da Xemnas che l’arrivato è una lei (un’altra…) e che dovrà fare trio fisso con voi due” continuò lui con noncuranza pulendosi i guanti sporchi di farina nel grembiule nero. Il superiore macchinava sempre qualcosa alle spalle di tutti, era un vizio che  Archaix e Lemixia proprio non sopportavano. Così venne il momento di riunirsi nella sala circolare, dove undici figure erano già appollaiate sui loro troni chilometrici ad attendere la notizia già nota. Entrando nella sala Archaix notò quasi subito una disposizione diversa delle sedie: tre nuove colonne bianche si ergevano insieme alle altre a formare il maestoso circolo a forma di cuore. Che strano, prima d’ora non avevano mai permesso a lei e a Lemixia di partecipare alle riunioni. Aperti due varchi oscuri le Energie Gemelle si sedettero sui loro rispettivi troni e si voltarono subito l’una in direzione dell’altra preoccupate di essere troppo distanti, ma per fortuna non successe nulla.
“Oggi è un giorno speciale, perché fra di noi si aggiungerà un altro Nessuno desideroso di riavere un cuore.” Disse solennemente il Superiore, alzando il braccio destro e facendo un leggero movimento con la mano per attirare l’attenzione di tutti sul centro della sala, nel fondo, in cui da un varco oscuro era uscito il numero VII. Spingeva una ragazza per le spalle, esitante. Tutti la guardarono: era una ragazza magra e alta, con i capelli corti ma non troppo di un biondo castano, e due occhi color nocciola. Portava un vestiario abbastanza insolito, una divisa da soldato, ma non c’era da stupirsi data l’ultima volta. La ragazza alzò gli occhi verso di loro, due occhi vuoti e privi di vita ma al tempo stesso penetranti e decisi.
“Lei” continuò Xemnas “si chiama Bexyk, e il suo potere è la Gravità. Da questo momento, inoltre, dovrà seguire le Energie Gemelle in ogni luogo e insieme formeranno la “Triade Nelle Tenebre” “ e il suo discorso finì.
Lemixia cercò di mettere a fuoco chi fosse veramente quella creatura, perché era certa di averla vista da qualche parte. Nella sua mente l’immagine confusa di una ragazza dall’aspetto simile volteggiava nel nulla coperta da un alone di oblio.

“Ragazze questa è Bexyk. Fate amicizia, come dite voi, e mostratele la sua stanza” disse meccanicamente il Mago che danza sulla Luna spingendo la ragazza ancora in tuta da soldato verso di loro, che indietreggiarono leggermente intimorite.
“E quale sarebbe?” chiese Lemixia guardandolo con aria di sfida.
“La vostra” rispose lui, mettendo su un leggero sorrisetto e allontanandosi lungo il corridoio. Lemixia lo fulminò con lo sguardo e si chiese come mai quella ragazza dovesse restare loro incollata senza un motivo. Perfino nella loro stanza! Ma pazienza. Si voltò verso Bexyk, cercando di incrociare i suoi occhi ma trovando il vuoto assoluto, una sensazione che probabilmente veniva agli altri quando loro due erano arrivate più di una settimana fa. Eravamo davvero così inquietanti, si chiese lei.
“Bum bum baby, come va ragazze? Avete fatto già conoscenza con la nuova arrivata? Piacere io sono Axel A-X-E-L got it memorized?” Axel era sbucato da dietro di loro seguito da Demyx, per salutare la nuova arrivata. Non appena Bexyk lo vide i suoi occhi da vuoti divennero di una forma strana simile a Kingdom Hearts e spalancò la bocca: “c-c-ciao…” cercò di rispondere, bloccata da non so cosa.
Axel. Axel. Io ti ho già visto ragazzo mio, ne sono sicura, come è vero che non mi chiamo Chiquita, stava pensando lei in quel momento. Anche se ricordare era un po’ faticoso, perché si sentiva come se le fossero stati strappati tutti i collegamenti con la realtà e con i suoi vecchi ricordi… Ma di una cosa era certa.
“Io ti ho già visto” riuscì a dire alla fine. “E ho già visto anche voi due” continuò puntando l’indice contro Archaix e Lemixia, che si accigliarono: e così anche tu ti ricordi di noi, pensò Lemixia.
“Su su ora è il momento del tour in giro per il castello, e dato che voi lo avete fatto da poco che ne dite di mostrarle voi ogni ambiente di questo posto?” chiese Axel sorridendo e spingendole verso la ragazza.
“Ok Axel, ma come mai dobbiamo rimanere sempre insieme noi tre?” chiese Archaix.
“…Non ne ho la più pallida idea XD” rispose lui alzando le spalle in segno di ignoranza. Così venne mostrato a Bexyk ogni angolo più recondito del castello (anche quelli in cui non si deve andare tanto non ci sorveglia nessuno ^^) e alla fine le tre ragazze finirono nella camera da letto. Appena entrate notarono subito il terzo letto mosto al centro della stanza, e i cartellini su ognuno di essi: Archaix a destra, Lemixia al centro, Bexyk a sinistra.
“Beh allora, come ti è sembrato il tour di questo posto? È di tuo gradimento?” chiese gentilmente Archaix andando a sedersi sul suo letto. Bexyk rimase sulla soglia un po’ titubante, ma si convinse e andò a sedersi sul suo: “..S-si mi piace. Ma non so… Non sento niente.”
“oh quello è normale, noi siamo Nessuno cioè creature che non hanno un cuore e non possono provare sentimenti e che neanche dovrebbero esistere” precisò Lemixia emettendo una leggera risata come se la cosa fosse irrilevante.
“N-nessuno!?” Bexyk si accigliò terribilmente e scattò in piedi facendo spaventare le altre due: Nessuno! Ma io mi ricordo di questo posto! Si certo era una specie di videogioco… Era…  Era… Tentava di ricordare ma era già più che sufficiente. Che cos’ era un altro mondo virtuale e finto? Eppure sembrava tutto così reale…
“Ti senti bene?” chiese Archaix con un’espressione preoccupata.
“N-no non è niente. Ma mi sembra di conoscere già questo posto…”

“Tsk, ma non ti vergogni a mentire a due povere ragazzine che non sanno neanche cosa sia l’inganno?” lo canzonava Larxene.
“Io non sono un bugiardo! Sono.. un diversamente veritiero. E comunque non è vero ho detto loro solo la verità”
“Si ma non tutta, e ciò la declassa a bugia” ribatté lei. E probabilmente era vero. Ma non poteva dire loro che la Triade Nelle Tenebre era il trio di cuori che avrebbe aperto l’ultima porta, che la chiave di tutto erano loro… Gli era stato severamente proibito.
“Axel! Larxene! Ci sono problemi!!” Demyx entrò nella sala urlando con alle calcagna Zexion.
“Che succede?”
“L’Heartless di Bexyk non è morto come gli altri due e sta devastando il suo mondo!!”
“CHE COSA!?!?”
Si precipitarono tutti fuori dalla sala, scomparendo in un corridoio delle tenebre.
Nessuno si accorse del piccolo corvo nero che, appollaiato in un angolo della finestra, spiccò il volo e scomparve nel buio.



Angolino delle autrici:

Tan tan TAAAAAAN!!!
Ed ecco finalmente l'ultimo membro della TNT!! (Triade Nelle Tenebre) Salutate tutti Bexyk!!!
Bexyk: ehm non vorrei sembrarvi guastafeste ma c'è un Heartless gigante da qualche parte...
Lemixia: ooh giusto, ragazzi la prossima volta avremo a che fare con un vero mastodonte e rischieremo grosso, mi raccomando non mancate!!
Xehanorth: PINGUINI!!!
Bexyk: e tu che ci fai qui!?
Archaix: lascialo perdere... Appuntamento fra 3 giorni!! YEEEEEEHH!!!

  
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