Cari genitori, vi mando questa missiva nella speranza che i vostri occhi la leggeranno molto presto. Dopo la caccia ai vampiri sono fuggito senza neppure recarvi un ultimo saluto, un ultima giornata insieme, come un figlio degno doveva essere in grado di fare. Non sono mai stato bravo nel scrivere missive, ma la situazione nella quale mi trovo, ha spinto il mio animo inquieto e tormentato a farlo. E' stato un gesto molto doloroso potervi scrivere, e so ben chiaro che nel momento in cui leggerete queste parole i vostri occhi si riempieranno di dolore, magari vi scappaerra' anche una lacrima ma so anche che non sara' per la sofferenza provata nel aver perso il proprio caro figlio, ma per la vergogna che adesso riversa sul nome di famiglia. La brutta nomina e' sempre stata odiata nella nostra casata. Dopo la caccia ai vampiri e aver lasciato Dublino, sono partito per l'Italia con alcuni amici che ho ritrovato durante il viaggio. Mi dispiace, mi dispiace dal profondo del cuore esser diventato ciò che era sempre stato ignaro alla luce degli occhi umani. Sono diventato di una natura che l'uomo conosceva solo nelle leggende. Un vampiro! Il corpo inizia a tremare, e' pervaso da spasimi di inquietudine e paura nel sentir questa parola cosi apparentemente assurda e alquanto ridicola. Ma purtroppo esistono, e io sono stato trasformato proprio da colei che amavo con tutta l'anima oramai strappata dal mio destino riversatomi contro. Lei e' morta, e forse da buon eroe sarei dovuto morire anche io per raggiungere la sua anima, ma avevo capito che il suo era stato solo un inganno, un gioco seduttivo solo per avermi nelle sue mani da manipolarmi a suo giovamento. Non ha mai provato nulla per me , e sebbene la sua natura e' stata per 2 anni ignara nella sua corte, alla sua famiglia, io ne ero stato a conoscenza solo uccidendomi col morso del peccato. Adesso sono ancora in viaggio, su una carrozza dirigendomi verso il nord Italia. Ho con me molto denaro che ho preso dalle casse della nostra casata. Vi prego non infuriatevi per questo, non pensate male di me, se sono scappato madre, padre, l'ho fatto per il vostro bene. So che non mi avreste più guardato come avete sempre fatto, riponendo le fiducie nel vostro figlio maggiore, fiducie e speranze verso un orizzonte di alto livello e auspichevole. Vi ho sempre amati, dal profondo dell'anima. Ho sempre provato per voi affetto e amore, da sempre. Vi chiedo scusa per non poter vivere con voi, mi scuso con voi, padre, per non poter portare a compimento il progetto politico che avevate tanto realizzato per il mio futuro. Vi chiedo venia madre, spogliandomi dei miei pregi e dei miei valori riconoscendo la mia colpa se non potrò più prendermi cura di Arthur, spero con molto vigore che sara' lui a realizzarsi come dottore in legge e placare l'animo infelice e deluso di nostro padre. Sono dovuto fuggire e non vi prometto che non staro' bene. Staro' benissimo, sarò in viaggio continuamente e cercate di capire voi il motivo, ho già scritto e arrecatovi troppo dolore in questa lettera peccatrice. Mi mancherete un giorno, perche' quel giorno, quel maledetto giorno arriva per tutti nella vita, e io con questa natura percepisco tutto qualunque cosa, sopratutto le sensazioni e gli accadimenti nelle persone che amo molto. Quando la carrozza sarà ubicata a Venezia pernottero' lì per un lungo soggiorno. Non scritevemi alcuna missiva... Sono solo un traditore-ignaro. Vostro figlio Ian Luis Joseph Wender.