Ti devo chiedere una cosa
Non poteva
crederci. Era semplicemente qualcosa di impossibile, pensava. Eppure era vero.
Era vero ed era soprattutto qualcosa con cui avrebbe dovuto fare i conti.
Finalmente
molti tasselli di un puzzle a lungo lasciato incompleto trovavano il loro
posto.
La gelosia
che aveva nutrito nei confronti di Krum durante il
quarto anno, quando l’aveva accompagnata al Ballo del Ceppo, la strana
sensazione che avvertiva quando lei gli sorrideva, la speranza di essere lui il
primo, non Harry, a sapere ciò che lei aveva da dire…. Tutto era chiaro.
L’amava.
Ronald Bilius Weasley amava Hermione Jane
Granger.
La prima
volta che Ron se ne rese conto fu a metà del sesto anno, ma fu una
considerazione fugace, la sua. Non gli diede troppo peso e passò oltre.
Quando
però, l’anno scolastico stava svolgendo al termine, il ragazzo non potè fare più nulla per ignorare i propri sentimenti. Molte
volte negli ultimi tempi si era scoperto ad osservarla quasi inconsapevolmente,
mentre studiava e credeva di essere sola, oppure mentre parlava e gli occhi di
lui si soffermavano troppo spesso sulle sue labbra, piuttosto che sulla
completezza del suo volto.
L’amava.
Amava tutto
di lei: il suo coraggio, il suo talento, il suo essere capace di dare il
consiglio giusto al momento giusto. Amava persino il suo modo di sapere sempre
tutto e il suo vago cipiglio quando sospettava che lui e Harry stavano tramando
qualcosa a sua insaputa.
Amava lei e
tutto ciò che la riguardava.
Non se ne
era accorto perché pensava che si trattasse solo di un forte attaccamento
d’amicizia e che la gelosia che provava derivava solo dal fatto che era
abituato ad essere al centro delle sue attenzioni.
Ma non era
così. No. Da quasi un anno cominciava a fare i conti con l’attrazione fisica.
Sentiva piacevoli fitte quando le stava vicino, avvertiva un tuffo al cuore se
lei lo sfiorava inavvertitamente. E questo non gli era mai accaduto con
nessuna. Neppure con Lavanda, con la quale aveva una storia ancora. In verità,
lo capiva solo ora, lui non era mai stato interessato a lei. Si trattava solo
di una ripicca per essere stato l’unico a non avere ancora fatto esperienza e,
perché no, un modo per far ingelosire Hermione.
Forse, se
lei fosse stata gelosa, avrebbe capito cosa aveva provato lui ogni volta che
lei minacciava di andare verso qualcun altro, di innamorarsi. Magari avrebbe
anche capito che essendo gelosa a sua volta lei ricambiava il sentimento di
lui.
Valeva la
pena di tentare.
Invece Hermione si era allontanata ancora di più, si era fatta distante,
flirtava con quel buono a nulla del giocatore di quidditch,
McLaggen, che non sapeva neppure il tesoro su cui
posava gli occhi.
Ma ora
l’anno stava per finire e Ron non ne poteva davvero più di soffrire
inutilmente. Doveva tentare. Doveva tentare, anche se lei avesse rifiutato il
suo amore e gli avesse fatto capire di aver commesso una sciocchezza
esponendosi. Almeno poteva stare in pace con se stesso, dicendosi che aveva
fatto tutto il possibile per farle capire cosa provava.
Quella
mattina fece milioni di prove allo specchio, prima di seguire lei e Harry a
lezione. Sarebbe riuscito a vincere la sua timidezza? Allo specchio era un discorso, ma davanti a lei?
Si. Si disse che ci sarebbe riuscito a tutti i costi. In fondo, si
era fatto un ragazzo piuttosto attraente, abbastanza simpatico ed interessante,
quindi tutto sommato, poteva anche avere delle chance con la ragazza di cui era
follemente innamorato da sempre.
Doveva
provare.
Durante le
lezioni, quella mattina, non le staccò quasi mai gli occhi di dosso. Spesso i
professori dovettero rimproverarlo per distrazione, facendolo avvampare fino
alla punta delle orecchie. Ma ecco! Hermione ha riso
dolcemente, vedendolo arrossire, pur non conoscendone la ragione. Forse….
Bè, lo avrebbe scoperto presto.
Dopo il
pranzo nella sala grande, aspettò un’ora, in modo di poterla trovare da sola.
Harry, infatti, sarebbe stato agli allenamenti.
Era lì, in
sala comune, da sola a studiare, come al solito. Era concentrata su un testo
che doveva aver preso dalla biblioteca. Era bellissima. I
capelli castano chiaro illuminati dalla luce che proveniva dalla
finestra avevano riflessi dorati. La pelle color miele riluceva chiara e
perfetta.
Deglutì e
si avvicinò a grandi passi, anche se molto lenti. Lei non notò la sua presenza
se non quando lui le fu proprio davanti.
« Ciao, Ron! » lo salutò allegra alzando lo
sguardo dal tomo che stava leggendo. Era così bella che gli
si seccò la gola.
Avevano da
poco fatto pace, dopo che lei lo aveva sorpreso a
baciare pubblicamente Lavanda, ma lei sembrava stranamente di buonumore, quasi
avesse dimenticato tutto.
« Ciao Herm! »
rispose lui, un po’ titubante. Restò senza dire una parola e così lei riprese a
studiare.
Dopo un po’
si schiarì la voce, prendendo anche un bel respiro « Hermione! Ti devo chiedere una cosa »
Era fatta:
lei aveva alzato di nuovo la testa e aveva il suo dorabile cipiglio mentre lo
squadrava interrogativamente.
« Dimmi Ronald. »
« Ecco…io…
» s’interruppe, la voce che gli tremava
Vuoi essere la mia ragazza? Dillo, dillo,
dillo, dillo,che aspetti? Pensò Hermione vuoi essere la mia ragazza?
« Io…. » lei lo fissava sempre più
sbalordita dalla sua esitazione apparentemente immotivata. « Io… » continuò a
balbettare lui.
Alla fine
si arrese e prese un respiro profondo « Hermione, potrei vedere il tuo tema di trasfigurazione? »