E’ notte fonda – i lampioni singhiozzano intermittenti;
socchiudi le labbra in un gemito mozzato
di pura meraviglia e curiosità ingenua:
il piccolo naso freme, i polpastrelli spenti
tremano e sussultano in spasmi impercettibili;
respiri veloce, apnea, respiri di nuovo, inconsciamente.
Voci cavernose; ringhi disumani; lacrime che trasudano, colano
e corrodono il prato; fuggi dalle creature deformi
generate dal tuo stesso pensiero; urli senza gridare e
ansimi senza impazzire; le gambe languono e la mascella si serra;
sapore metallico e dolciastro che invade le mucose.
E’ un brusco sobbalzo del cuore dolorante
a farti precipitare di nuovo nella realtà.
Annaspi e sciogli
la fronte corrugata; e tocchi e sfiori con i palmi aperti
il tuo corpo:
sei vivo.
sei reale.
sei ancora tu.
“Chi sono?”
“Ma che- sono le tre di notte. Sei impazzita?”
“Posso venire da te?”
“Abitiamo a cinque isolati di distanza; torna a dormire”
“Mi ero trasformata di nuovo. Ero deformata in pura e maledetta Paura”
“Sono solo incubi”
“Aspettami, va bene?”
*