CAPITOLO 5
Il giorno dopo, Ilda era davanti a scuola
mezz'ora prima dell'apertura dei cancelli, ovviamente era deserto: era
felicissima perché, per due ore, sarebbe stata in compagnia del più bello,
gentile, affascinante ragazzo che avesse mai visto.
Era seduta su una panchina a pensare alle due
ore che avrebbe passato in paradiso, quando sentì Corrado arrivare dietro di
lei.
-
come
mai sei già qui?-
-
e
tu?-
-
ho
chiamato a casa tua per sapere se avremmo potuto fare la strada insieme, ma tua
madre mi ha detto che eri già uscita e così sono venuto nell'unico posto dove
saresti potuta venire il giorno in cui ci sono 2 ore consecutive di disegno.-
-
sei più perspicace di quanto credessi…-
-
rispondi alla mia domanda ora.-
-
beh… oggi è il mio primo giorno di
laboratorio di storia e…
-
FERMAFERMAFERMA!!! Tu fai parte di un
laboratorio di storia? E da quando?-
-
Da ieri.-
-
Ah… comunque, anche quando alla prima
ora c'è disegno, tu sei sempre l'ultima ad arrivare. Non credo che per un
semplice lavoro di ricerca di storia cambieresti le tue abitudini,
indipendentemente dai fatti che stanno accadendo. Sputa il rospo! -
-
E va bene! Vedi, l'unico componente del
laboratorio è un ragazzo intelligente, capace e…-
-
No… non dirmi che…-
-
Credo di si… MI SONO PRESA UNA BELLA
COTTA!-
-
NON CI CREDO! Ilda, la ragazza tosta
che ha sempre rinnegato l'infatuazione perché pensava che fosse una debolezza,
si è presa un cotta! Che scoop!!!!!-
-
Ma si… FALLO SAPERE A TUTTA ROMA!-
Urlò con falsa rabbia la ragazza, alzando gli
occhi al cielo.
-
scusa, è che non riesco a crederci…-
-
ti ci abituerai… PERCHE' CI VEDREMO
SEMPRE!!!-
-
come sempre…?-
da felice e sorpreso, il tono di voce di
Corrado si fece più flebile e insicuro
-
vedi, la prof Sordini vuole che noi
facciamo delle ricerche per conto suo e dovremo vederci molto spesso.-
-
ma… ma…-
Corrado non fece in tempo a finire la frase,
che Callisto si avvicinò a Ilda
-
ciao Ilda-
la ragazza si voltò di scatto e si rallegrò
moltissimo quando lo vide
-
ciao Callisto…-
Corrado alzò gli occhi al cielo e incrociò le
braccia
-
allora, sei pronta per le ricerche di
oggi?-
-
certamente! -
-
io entro ora perché devo modificare
alcune cose e devo mettere in ordine degli appunti. Vuoi venire?-
-
ehm…non so…-
lei guardò Corrado, che le fece un cenno con
la testa per dirle che , se avesse voluto, sarebbe potuta andare con lui.
-
d'accordo.-
rispose all'invito la ragazza, tornando a
guardare gli occhi azzurri del suo interlocutore. Poi diede una leggera
gomitata al braccio del suo migliore amico e gli sussurrò senza guardarlo: -
grazie Corri…-
poi si allontanò con Callisto.
-
è il tuo fidanzato?-
-
chi? Corri?!? Nononono!!! È solo il mio
migliore amico…-
-
non mi pare cosa da poco…-
sorrise dolcemente Callisto
-
ha-hai ragione, ma ormai tutti me lo
chiedono e non peso più le mie parole quando rispondo…eheheh…-
cercò di giustificarsi la ragazza, con dei
sorriseti stupidi. Poi, un pensiero le balenò in testa e chiese cautamente:
-
e…e tu? Ce l’hai la ragazza?-
-
io? Oh…no no… non ho tempo per pensare
a possibili fidanzamenti: sono troppo
occupato.-
Dopo aver fatto vedere ai commessi il
tesserino del laboratorio, Callisto si avvicinò alla porta della stanza, la
aprì con le sue chiavi e fece cenno a
Ilda di entrare.
-
prego, dolce donzella.-
scherzò, facendo una riverenza.
-
grazie…-
arrossì Ilda, entrando nel laboratorio
-
scusa il disordine: non sono abituato
ad avere ospiti…-
si scusò il ragazzo
-
oh… non importa: io non riesco a tenere
in ordine una camera per più delle otto ore di sonno…-
-
mh…sei simpatica…-
ridacchiò il ragazzo, portandosi la mano
destra davanti alla bocca, mentre con la sinistra afferrò il pomello di una
porta dietro di lui e lo girò il senso orario.
-
io vado nell'altra stanza a prendere i
fogli per stampare. Tu, intanto, accendi i computer.-
-
va bene.-
Callisto si richiuse la porta alle spalle e
Ilda si sedette alla scrivania dove era poggiato il primo computer. Osservò con
attenzione la sala: ogni parete era coperta da uno o due scaffali pieni di
libri e al centro c'erano due grandi scrivanie in disordine, con sopra un
computer per una. C'erano, poi, molte sedie su cui erano poggiati degli
scatoloni aperti e chiusi. Le finestre erano posizionate molto in alto e la
luce filtrava molto bene, nonostante le piccole misure delle aperture.
" ha detto che sono simpatica…E NON HA
pensò, estasiata.
Mentre accendeva il primo computer, notò che,
sotto dei fogli, c'era il rapporto sul Duca di Venezia.
" mmmh… fa vedere…"
prese in mano i fogli e lesse:
…il
Duca Ernesto, non nacque a Venezia, come molti deducono dal suo titolo. Egli
nacque a Genova e, dato che Venezia era la più grande repubblica marittima di
allora, decise di rinunciare al suo titolo, affidandolo a suo fratello minore,
e di sposare
-
sei già immersa nelle ricerche?-
Ilda si voltò, appoggiando il braccio sinistro
sullo schienale della sedia e tenendo sempre i fogli con la destra. Vide
Callisto appoggiato su un fianco contro il muro, con le braccia incrociate sul
petto che la guardava con un sorrisetto educato.
-
veramente, stavo leggendo le prime
pagine del tuo rapporto sul Duca Ernesto.-
rispose, riportando lo sguardo e la mano
sinistra sui fogli che aveva in mano.
-
I fogli non ci sono di là… puoi guardare nel
primo cassetto della scrivania? Io intanto accendo l'altro computer.-
-
ok.-
Ilda si chinò e aprì il cassetto: rimase
sorpresa nel vedere che, sopra ai fogli per stampare, c'era una collana con un
ciondolo fatto dello stesso metallo con cui era stato fabbricato il suo, sempre
ammesso che fosse stato fatto insieme a tante altre copie. Il ciondolo, però,
era diverso: rappresentava due grifoni in piedi sulle zampe posteriori che
appoggiavano quelle anteriori su uno stemma con all'interno una croce rossa con
sfondo grigio e con una corona sovrastante.
Lo prese in mano e disse con voce abbastanza
incomprensibile:
-
è molto simile al mio…-
-
cosa?-
chiese Callisto, voltandosi verso al ragazza.
Lei ripetè
-
dicevo che io ho un ciondolo fatto di
un metallo molto simile a questo. Dove lo hai preso?-
-
beh… l'ho trovato vicino ad una
finestra, nell'aula di scienze. Tu?-
-
io nello sgabuzzino della palestra.-
Callisto le si avvicinò e si mise a covaccioni
davanti a lei, guardandola dritta negli occhi.
-
mi fai vedere il tuo ciondolo, per
favore?-
-
certo!.-
la ragazza si tolse la collana dal collo e la
porse a lui.
Dopo averla osservata bene, il ragazzo rialzò
lo sguardo verso Ilda
-
lo sai che è il simbolo della
repubblica di Venezia?-
-
si. E il tuo, se non sbaglio, è quello
della repubblica di Genova. Giusto?-
-
esatto. Dimmi, ti sono successe cose
strane da quando ne sei entrata in possesso?-
le chiese ancora, ridandole il ciondolo.
-
beh… molte… forse troppe.-
-
che cosa?-
-
lo so che può far ridere, ma mi sono
ritrovata 2 volte in un castello a Venezia e mi hanno chiamata Duchessa Clara…-
-
perché dovrebbe far ridere? Anche a me
sono successe cose strane. -
-
cioè?-
-
mi sono ritrovato in un castello a
Genova e mi hanno chiamato Duca Ernesto.-
Ilda si meravigliò. Poi chiese:
-
perché succede?-
Callisto si alzò in piedi, si mise le mani
dietro alla schiena e cominciò a camminare, fino ad arrivare al centro della
sala. A quel punto si girò e fece segno di alzarsi alla ragazza.
-
scopriamolo.-
Ilda, allora, si alzò e lo raggiunse. Gli
diede il suo ciondolo e prese in mano il suo. Chiusero gli occhi,
concentrandosi sulle loro collane, e sparirono, dissolvendosi piano, piano.