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Autore: ErZa_chan    12/01/2014    3 recensioni
[dal testo]
Erin avrebbe tanto voluto essere come loro: avrebbe voluto poter cambiare, continuando però a emanare luce e a essere felice. Da quando aveva scoperto di essere stata adottata, aveva sempre cercato le attenzioni altrui e, non essendoci riuscita in maniera normale, era ricorsa a metodi drastici. Tuttavia, ogni tanto, si sentiva molto combattuta, come se una parte di lei non desiderasse tutta quella violenza e quell'odio. La verità e che avrebbe semplicemente voluto essere normale. [...]
Erin ha 19 anni e, dopo aver scoperto di essere stata adottata, reagisce diventando turbolenta e prepotente. Fin da piccola presenta delle diversità fisiche, come la piccola pietra azzurra, che porta incastonata sul polso destro. Una sera, durante un litigio coi suoi genitori, la ragazza perde il controllo e si trasforma. Inizierà così il viaggio che la porterà a scoprire la sua vera identità grazie all'aiuto di uno strano dio dell'inganno e una squadra di supereroi..
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Forza,sgancia i soldi!" esclamò la prepotente. Teneva ferma, contro il muro, una ragazza di qualche anno più piccola, assai gracile.
"Non intendo ripetermi!" -sbottò la bulla-" dammi tutto quello che hai!"
La poverina indicò la tasca davanti del suo ricolmo zaino. "Lì"- sussurrò- "li tengo lì..."
"Bene. "-disse la prima- " ora ti mollo.. Prova a gridare oppure a scappare e te la vedrai molto brutta!" Poi la lasciò andare si avvicinò allo zaino. Estrasse, senza alcuna delicatezza, un orribile portafoglio rosso e ne prese il contenuto. "20 euro-pensò- non c'è male..." Poi si girò di scatto verso la ragazza che aveva derubato, ancora tremante e le disse "Vattene! Porta via la tua orrenda sacca e prova solo a fare parola di tutto ciò con qualcuno e vedrai che ti ritroverai messa parecchio male!" La ragazza non se lo fece ripetere due volte e uscì correndo dal retro del cortile scolastico. Mentre le lacrime le offuscavano la vista, la poverina pensava a quanto la sua vita fosse diventata un inferno dopo che Erin aveva iniziato a tormentarla. La temeva enormemente. Ma tra poco sarebbero iniziate le vacanze invernali e per un po' non l'avrebbe più vista..
Intanto, Erin, che si era già allontanata da un bel po', stava sogghignando compiaciuta. Un bel gruzzoletto anche quel giorno! Forse andare a scuola non era così male... Aprì la porta di casa, richiudendola in malo modo e urlò: "Io ci sono! Vado in camera e vedete di non rompermi le scatole! Non ho fame!" Poi, strascicando i piedi, salì le scale e si buttò sul suo letto. Intanto Byron , il suo cane, le si avvicinò, scodinzolando felice. Era un labrador, che aveva trovato qualche tempo prima, abbandonato. L'avrebbe totalmente ignorato, se non fosse stato per quel pelo nero: Byron infatti aveva il manto scurissimo, proprio come i capelli di Erin. Forse, in un certo senso, si era identificata in quel cucciolo smarrito e, così, lo aveva portato a casa sua. Lo accarezzò sulla testa e chiuse gli occhi. Il cane saltò sul letto e le si accoccolò vicino. Stettero un po' così, tagliati fuori dal mondo, in un momento di pace. Byron, riflettè Erin, era l'unico che le volesse davvero bene, che l'accettava per quello che era. Poco dopo la ragazza decise di alzarsi. Aveva voglia di andare a fare una passeggiata. Infilò gli stivali, agganciò Byron al guinzaglio e uscì, non curandosi di sua madre che le domandava, urlando, dove avesse intenzione di andare. Fuori faceva un freddo pungente. Il suo respiro creava tante piccole nuvolette di vapore. Erin adorava quella sensazione: per questo non si era minimamente curata di indossare un cappotto o una sciarpa. Si era limitata a indossare la sua felpa preferita e a tirarsi su il capuccio. Si avviò verso la 5 strada, che brulicava sempre di gente. Nonostante la battaglia fosse finita da poco, molti degli edifici danneggiati erano già stati ricostruiti o restaurati. Anche la Stark Tower, pacchiana in maniera improbabile e purtroppo visibile da quasi tutto il centro della città, era stata rimessa in sesto, come se non fosse successo nulla. Erano stati momenti di grande paura e Erin se li ricordava molto bene: aveva visto personalmente quel grande uomo biondo combattere a fianco di quel gigante verde e anche Iron man, alias Tony Stark, rischiare la propria vita per salvare tutti. La ragazza non aveva mai amato i supereroi o cose simili ma aveva dovuto ammettere che erano stati davvero coraggiosi quel giorno. Certo, avevano fatto più danni loro a New York che non gli alieni tuttavia...

Il suo stomaco gorgogliò: in effetti non aveva pranzato, ma l'idea di sedersi a tavola con i suoi genitori la urtava. Erin aveva 19 anni, i capelli neri scarruffati e gli occhi verdi, freddi come il ghiaccio, che tanto adorava. L'anno precedente aveva finalmente avuto la conferma di tutti i suoi dubbi e di tutte le sue paure: aveva scoperto di essere stata adottata. Quelli che definiva come un padre e una madre, con un tatto davvero minimo, le avevano rivelato, visto che aveva raggiunto la maggior età, di non essere loro figlia naturale. In realtà Erin lo aveva già capito da un pezzo. Non era mai assomigliata fisicamente a nessuno dei suoi genitori e, sin da quando era bambina, era stata diversa. Crescendo aveva mostrato anche delle particolarità fisiche: ogni tanto, quando era particolarmente arrabbiata, delle piccole venature blu le guizzavano su per il collo e le braccia, per poi scomparire totalmente. Quando ne aveva domandato la causa le era semplicemente stato detto che era un'allergia. Certo. Come no... E si aspettavano che ci avrebbe creduto? Erin aveva molti difetti ma, di certo, non era stupida. Poi, come scordarsela, c'era la pietra ( o come avevano preferito definirla i suoi: "un normale neo"). Erin alzò lievemente la manica del braccio destro: eccola lì, incastonata sul polso. La pietra in questione era di forma ovale, grande quanto un'unghia e di un colore azzurro intenso. Delle piccole diramazioni si snodavano tutto intorno al suo contorno e andavano insinuandosi sottopelle, all'interno delle vene. Ogni tanto la pietra pulsava, come un piccolo cuore e dentro compariva uno strano turbinio blu scuro, come se qualcuno avesse agitato l'acqua in uno stagno, alzando il fondo fangoso. Aveva provato a cercare su internet cosa potesse essere ma non aveva mai trovato nulla di interessante. Il brontolio del suo stomaco la riportò alla realtà. Si avvicinò a un baracchino che vendeva hot dog e ne comprò uno: decise di predere anche un brezel e una lattina di coca cola. Si sedette su una panchina e sbocconcellò il suo misero pranzo. Bayron cominciò a guaire, quando sentì quel delizioso profumino.

“Tieni, ingordo!” esclamò Erin, lanciandogli un pezzo di wurstel. Finito il pranzo i due si diressero verso Time Square. La ragazza adorava quel posto: le scritte colorate, il continuo movimento, la luce e i colori la affascinavano davvero tanto. Quella piazza era sempre diversa, a causa dei cartelloni, che variavano in continuazione, trasmettendo ora una pubblicità, ora il trailer di un film. Erin avrebbe tanto voluto essere come loro: avrebbe voluto poter cambiare, continuando però a emanare luce e a essere felice. Da quando aveva scoperto di essere stata adottata, aveva sempre cercato le attenzioni altrui e, non essendoci riuscita in maniera normale, era ricorsa a metodi drastici. Tuttavia, ogni tanto, si sentiva molto combattuta, come se una parte di lei non desiderasse tutta quella violenza e quell'odio. La verità e che avrebbe semplicemente voluto essere normale.

All'improvviso dal cielo cominciarono a cadere dei fiocchi di neve. Erin alzò gli occhi al cielo e il primo, vero, sorriso di quella giornata le si stampò sul viso. Era arrivata l'ora di rientrare: era fin troppo tardi e si sarebbe sicuramente beccata un'enorme sgridata.

"Andiamo Byron!" disse poi. Continuando a sorridere come una sciocca. Il cane, per tutta risposta, scodinzolò e seguì fedelmente la sua padroncina.

 


salve a tutti sono! Grazie mille per aver letto questo primo capitolo, spero vi sia piaciuto!
Purtroppo dovremo aspettare ancora un po' prima che arrivino i nostri amati avengers! Non so quando uscirà il 2 capitolo, visto che lo sto ancora scrivendo, comunque spero abbastanza presto!
Grazie mille, aspetto i vostri pareri!
Erza_chan

( il titolo si riferisce alla canzone dei coldplay <3 )
  
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