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Autore: asyouwishmilady    12/01/2014    1 recensioni
Dopo il sortilegio di Peter Pan (3x11), gli abitanti di Storybrooke perdono la memoria per la seconda volta. Emma, l'unica ad essere riuscita ad andarsene dalla città in tempo, torna alla sua vecchia vita a Boston, nuovamente ignara di essere la Salvatrice, la figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro e la madre di Henry. Dopo un sogno particolarmente realistico, però, le torna in mente tutto. Dove saranno Henry e gli altri? Saranno ancora in questo mondo? E come sarebbe riuscita a salvarli?
Scrivere questa fanfiction è l'unico modo che ho per sopravvivere fino a Marzo. Spero che aiuti anche voi ad uccidere l'attesa!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Image and video hosting by TinyPic Serrai la mascella, esausta della mia interminabile prigionia. Dopo la comparsa di Pan nella mia stanza, i miei genitori e gli altri avevano insistito perché Tremotino e Regina creassero un incantesimo di protezione appositamente per me.

Non vedevo la luce del giorno da mesi, confinata com’ero nelle segrete del palazzo reale.
L’unico modo che avevo per controllare il passare del tempo, era osservare il mio ventre crescere sempre più.

Quel nano, Dotto, mi aveva assicurato che la piccola stava bene, e mi aveva informato che non mancava poi molto al parto.

A quel punto, non ero più tanto spaventata. Non dopo le interminabili giornate passate a parlare con Mary Margaret e David di quanto fossero stati terrorizzati, quando avevano scoperto che mi avrebbero dovuta lasciare andare.

Non dopo tutte le chiacchierate buffe con Henry, sul fatto che avrebbe voluto che la sorellina somigliasse a lui.

Non dopo tutti baci e le promesse che mi ero scambiata con Killian: avremmo cresciuto la bambina con tutto l’amore che potevamo dare, e non avremmo mai, mai permesso che lei si sentisse come ci eravamo sentiti noi due. Abbandonati. Soli. Distrutti dal dolore.

Ogni sera, prima che mi addormentassi, lui si sedeva ai piedi del letto, ed accarezzava e parlava al pancione.
Raccontava le sue avventure e disavventure in mare, divertenti aneddoti della sua vita da pirata, storie che sfioravano l’incredibile.

Qualche volta, aveva anche accennato a qualche episodio più triste, come l’abbandono del padre, la morte del fratello Liam, e di quella del suo primo amore, Milah.

Io ascoltavo, fingendo di dormire e fingendo di non sapere che stesse parlando proprio con me.

La notte in cui raccontò la storia dell’abbandono da parte del padre, non chiusi occhio. Era un orfano, proprio come lo ero io.
Ogni volta che provavo ad addormentarmi, un bambino dagli occhi azzurri e dai capelli scuri, mi si materializzava davanti, terrorizzato.

Da quella notte, cessai di vedere il pirata, e cominciai a vedere l’uomo distrutto e sofferente che ci stava dietro.
Killian Jones. Un uomo d’onore. Il mio vero amore. Il padre di mia figlia.

«Emma» la dolce voce di mia madre mi risvegliò, entusiasta, dai miei pensieri «Lui è tornato»
Sobbalzai e tentai, intralciata dal pancione, di mettermi in piedi.

Non avevo trascorso un giorno senza pensare a dove si fosse cacciato, se stesse bene.

Neal era scomparso la stessa notte della visita di Pan.

Inizialmente, credevo che lo avesse preso proprio lui, poi compresi che se n’era andato volontariamente. Forse per il dolore che gli causava il mio amore per Killian, forse per le mie dure parole.

L’unica certezza era la sua scomparsa, tra la preoccupazione dei miei genitori – e, sorprendentemente di Killian -, e la disperazione di Tremotino.

Ma ora Neal era tornato, sano e salvo. E ne ebbi la certezza, non appena varcò la soglia della mia fredda stanza.

«Dove sei stato?» gli domandai, senza troppi fronzoli, avvicinandomi.

«A cercare Ariel e gli altri. Stanno bene, per tua informazione» si grattò il capo, evitando di abbassare lo sguardo sul mio ventre «Pan aveva trascinato Ariel sulla terraferma, quando aveva saputo del vostro accordo, e lei era rimasta bloccata. Ruby e Granny proteggono il villaggio, sai, grazie alla storia del lupo. Geppetto, Pinocchio e Archi sono nella loro casa nel bosco. Tink e le altre fate sorvegliano la zona. Belle… E’ nel vecchio castello: mio padre l’ha allontanata per proteggerla. Quando il sortilegio verrà spezzato, Belle spezzerà anche quello che rende mio padre il Signore Oscuro. Con il bacio del vero amore»

Si appoggiò pigramente alla parete, e tirò su con il naso «Se ho dimenticato qualcuno, tornerò indietro»

Incrociai le braccia al petto, in qualche modo sollevata che tutti stessero bene, ma comunque confusa del gesto di Neal «Perché l’hai fatto?»

Si strinse nelle spalle, abbassando il capo «Volevo farmi perdonare per, sai, quello che è successo tra noi. Volevo rimediare»

«Neal… Il passato non si può cambiare, ma si può accettare. E’ andata come è andata, la priorità è Henry, adesso» sorrisi debolmente, incrociando i suoi occhi «Ad ogni modo, grazie»

«Poi» proseguì lui, con espressione grave in volto «Non volevo che la tua famiglia andasse distrutta. Come la mia»
Annuii, iniziando a capire. Forse ero stata un tantino insensibile con lui.

«Capisco. E mi dispiace. Non dev’essere facile vedermi con l’uomo che ha praticamente distrutto la tua famiglia» mormorai, con lo stomaco che si contorceva al solo pensiero di Killian che scappava con la madre di Neal.

«Non è stata colpa sua» fece, sbrigativo, prima di voltarsi verso l’uscita «E’ stata colpa dei miei genitori».

Mentre se ne andava, mi soffermai ad immaginare cosa sarebbe accaduto se Neal non mi avesse incastrata, quella volta.


***

«Pan sta tornando» fece Killian, serio e preoccupato, mentre mi porgeva un altro cuscino a cui appoggiarmi: ero diventata davvero enorme, riuscivo a malapena a camminare.

«Tornando?» domandai, allarmata.

Era venuto a prendere la bambina, mi aveva avvertita.

Posai delicatamente una mano sul pancione, avvertendo la creaturina muoversi. Non era possibile esprimere a parole quello che provavo per lei.

Killian si strinse nelle spalle e mi scostò una ciocca di capelli dal viso «Non si dà tregua: è la terza volta in una settimana»

Cosa? Credevo che, quello della visita di Pan, fosse un caso isolato. Nessuno me ne aveva parlato. Perché nessuno me ne aveva parlato? Ci risiamo.

«Stai scherzando? Perché io non ne sapevo niente?» sbottai, cercando, senza successo di mettermi dritta.

«Volevano proteggerti. I tuoi genitori. Pensavano che, in questo modo, avresti avuto una preoccupazione in meno» mi afferrò dalle braccia per aiutarmi.

«E tu hai permesso che mi mentissero?» domandai, nervosa. Come al solito, venivo trattata come un giocattolino. Strinsi i pugni così forte da farmi male ai palmi.

«Te lo sto dicendo ora, Emma, e non mi sembra che tu stia reagendo bene» disse d’un fiato, preoccupato dal mio atteggiamento.

«Come pensavi avrei reagito?!» strillai, liberandomi d’impeto dalla sua presa «Pan è là fuori che vuole portarmi via mia figlia, e io sono chiusa in una schifosa cella, all’oscuro di tutto!»

Gli altri mi avrebbero sentita. La prossima volta, ci avrebbero pensato bene prima di prendermi in giro. Come se la storia della teca non fosse bastata. Io gli avrei…

Un suono sordo, proveniente dal mio ventre, seguito da un intenso dolore, mi riportò alla realtà. Il letto era completamente bagnato. No.

«Killian» cercai la sua mano, in preda al panico. Non poteva nascere ora, proprio mentre Pan stava cercando di entrare «La bambina»


Ci siamo. Forse Emma avrebbe dovuto evitare di agitarsi così... ahah. Lo so, vi ho lasciato in un momento leggermente critico. Non mi odiate, l'ho fatto perché altrimenti il capitolo sarebbe stato troppo troppo lungo. Comunque, spero vi sia piaciuto. Fatemi sapere che ne pensate! Certo che Pan ha sempre un tempismo ottimo. Regina e Tremotino riusciranno a tenerlo fuori dal castello? Prenderà la bambina? Il parto andrà come sperato? Aggiornerò il più presto possibile! Bacio!
Claudia
   
 
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