Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: _Trixie_    14/01/2014    8 recensioni
Quando un cuore si spezza, il mondo crolla lentamente in mille, piccoli pezzi, che non sei più in grado di mettere insieme.
Quando un cuore si spezza, non c’è nulla, che possa aiutarti a sopravvivere.
Quando un cuore si spezza, ogni speranza scivola via, lasciandoti impotente e sconfitta.
Ma, forse, quando un cuore si spezza, hai solo bisogno di ritrovarne l’altra metà, anche se questo dovesse significare attraversare quella sottile linea che divide la vita dalla morte.
[SwanQueen, lievi lievi spoiler terza stagione, seguito di “Quattro volte in cui Emma e Regina furono felici e la quinta in cui non lo furono”].
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Daniel, Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'This is your heart, can you feel it?'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
VII. Scegliersi
 
 
«Venire qui è stata l’idiozia più grande che potesse venirti in mente, Emma. Maledizione» sbottò Regina, con le braccia incrociate sopra il petto.
«Ah, davvero? Vogliamo parlare di idiozie? Perché tu ne hai compiute da vendere» rispose Emma, assumendo la stessa posizione dell’altra donna.
«Cosa hai tu, che non va? Sei testarda, accidenti. Avresti dovuto… non lo so, accettare quello che ho fatto e basta, andare avanti con la tua vita, stare con Henry» disse Regina.
Emma era costernata.
Lei e Regina non avevano la minima idea sul come lasciare quell’isola e raggiungere Henry e questo le stava uccidendo. La tensione che si era venuta a creare era elettrica e quel litigio appena scoppiato non era che il risultato.
«No, Regina, non avrei potuto accettarlo».
Emma si alzò in piedi, di scatto, con le mani sui fianchi e si mise di fronte a Regina, fissandola incredula.
«Credi davvero che avrei semplicemente pianto la tua… Dio, non riesco nemmeno a dirlo!» urlò Emma, iniziando a camminare avanti e indietro, gesticolando animatamente.
Si fermò dopo pochi secondi, tornando con lo sguardo su Regina e abbassando il tono di voce.
«Credi davvero che ti avrei semplicemente pianta e poi avrei cresciuto Henry, da sola? Io ti amo, maledizione, ti amo. E tu sei stata egoista, come sempre, perché non hai minimamente pensato a me. O a Henry. Non hai pensato alle ripercussioni che la tua dannata follia avrebbe avuto su di noi. Avevi bisogno di sentirti a posto con la coscienza, Regina, e non hai pensato alla tua famiglia» l’accusò Emma, puntando il dito al petto della donna.
Regina rimase in silenzio, deglutendo a vuoto un paio di volte, cercando di tenere a bada il tumulto di emozioni che si era scatenato nel suo petto e che minacciava di soffocarla. Voleva solo piangere, piangere di frustrazione, perché Emma non aveva capito che lei lo aveva fatto proprio per la sua famiglia. Voleva essere migliore, voleva essere all’altezza.
Regina respirava profondamente, ricacciando indietro le lacrime che le inumidirono gli occhi.
«Sei ingiusta, Emma» disse solo, abbassando gli occhi e voltando le spalle alla ragazza.
Emma spostò nervosamente il peso da un piede all’altro, poi rilassò i muscoli delle spalle e si avvicinò a Regina, sedendosi accanto a lei. Le mise un braccio attorno alle spalle, percependo immediatamente come questo fece irrigidire l’altra.
«Scusa» sussurrò Emma. «Sono solo spaventata per Henry. Qualsiasi cosa facciamo, tu ed io, sembra che…»
«Che gli facciamo del male» concluse Regina, avvicinandosi ad Emma.
La ragazza sospirò e annuì, notando solo in quel momento l’assenza improvvisa di Daniel. Strinse Regina più vicino a sé.
Non le piaceva che quell’uomo fosse tanto vicino a Regina, affatto.
Emma ascoltò il respiro del sindaco per qualche minuto, in silenzio, semplicemente stringendo a lei quel corpo familiare. Attese fino a quando fu sicura che l’altra si fosse calmata, riconoscendo il ritmo naturale del suo respirare, e cambiò bruscamente argomento. Pensare a Henry faceva male. 
«Dove è il tuo ex-marito?» chiese la ragazza fingendo un tono di casualità e cercando di nascondere la propria gelosia.
«Ti ho già detto che non ci siamo mai sposati» sospirò Regina, roteando gli occhi.
«Ci siete andati vicino, però» sottolineò Emma, con una smorfia.
«Molto tempo fa. È gelosa, signorina Swan?» indagò la mora, fissando attentamente l’altra per studiarne le reazioni.
«Oh, ma smettila» tagliò corto la Salvatrice, con un gesto stizzito della mano. Regina notò che cercava di evitare il suo sguardo in tutti i modi. «E non chiamarmi in quel modo».
«Sei una pessima bugiarda» sorrise infine, provocando un grugnito sdegnato in Emma.
«Allora, sai dove è?» chiese poi, nuovamente.
Regina decise di non stuzzicarla ulteriormente e sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio di Emma, mentre rispondeva.
«No, non lo so».
Daniel comparve in quel momento, all’improvviso così come era sparito e Emma lo trovò molto strano, ma decise di non indagare. Forse, il suo giudizio non era esattamente oggettivo.
«Daniel».
Regina sorrise, rivolgendosi al ragazzo e lui fece altrettanto, occupando il posto accanto a lei.
«Ho parlato con un paio di persone» disse Daniel, prendendo le mani di Regina tra le sue. Innervosita, Emma si alzò in piedi e si mise davanti ai due, con le braccia conserte.
«Riguardo la nostra situazione?» domandò la bionda.
«Sì» annuì lui, ma senza staccare lo sguardo da Regina, «e sono tutti d’accordo con me. Non so come dirtelo, tesoro, ma Emma non può essere il tuo Vero Amore».
Emma scattò, spinse a terra il ragazzo facendogli perdere l’equilibrio e si mise a cavalcioni su di lui, premendo sulla sua gola con il braccio e tenendolo fermo.
«Cosa diavolo hai detto, vecchio?» urlò Emma con rabbia, rafforzando la presa nonostante le insistenze di Regina perché lo lasciasse andare.
«Emma. Emma, calmati, per favore, basta».
Regina afferrò il braccio di Emma e finalmente la ragazza liberò Daniel, che tossì un paio di volte.
«Spiegati» ordinò la bionda, con sguardo duro. Regina la prese per mano.
«Se voi foste il Vero Amore dell’altra, avreste già lasciato l’isola. Così come siete arrivate, vi sareste semplicemente svegliate dovunque siate quasi morte. E ogni anima ancora imprigionata qui vi avrebbe semplicemente dimenticato» spiegò Daniel, senza mai distogliere i proprio occhi da Regina.
«Come fai a saperlo?» la voce di Regina tremava. C’era qualcosa di strano, nelle parole dell’uomo.
«Me l’hanno riferito, ve l’ho detto, ho fatto qualche domanda in giro» spiegò Daniel, stringendosi nelle spalle con noncuranza.
«Stai mentendo».
Emma si voltò stupita verso Regina. Era ovvio che non ci fosse una goccia di verità in quelle parole, ma la stupì la freddezza con cui la mora aveva parlato. Evidentemente i bugiardi non rientravano esattamente nelle sua grazie.
«No, io non-»
«Oh, andiamo, te lo leggiamo in faccia. D’accordo, se non ci vuoi aiutare non importa» tagliò corto Emma. «Lasciaci stare e noi lasceremo stare te».
Regina annuì. Non voleva lasciare Daniel, voleva parlare con lui e la sua compagnia gli piaceva. Era stato quanto di più vicino a una casa e a una famiglia avesse avuto negli anni della sua giovinezza. E lo aveva amato molto, molto profondamente. Ma ora c’era Emma e, si rese conto, ci sarebbe sempre stata Emma. Lei era l’altra madre di Henry.
«Lascia che ti aiuti, fuggi con me, come quel giorno» disse Daniel, in tono rassicurante, stringendo la mano di Regina. «Scegli me, lo sai che posso renderti felice, Regina».
Emma rimase in silenzio, in attesa. Non voleva spingere Regina a fare una scelta. Se la mora avesse accettato di seguire Daniel, allora per lei non ci sarebbe stata altra via che seguire Regina, dirle che non l’avrebbe lasciata sola, che avrebbe combattuto per lei, che l’avrebbe aspettata.
«Non posso scegliere, Daniel, io ho Emma» rispose Regina, in un sussurro, strappando la propria mano da quella di Daniel.
Il cuore di Emma sussultò.
«A dire il vero, Regina Mills, hai una scelta. Come tutti quanti».
A parlare era stato un uomo sulla ventina, con i capelli corti e i ricci spettinati. Indossava una semplice veste verde scuro, appuntata su una spalla, ed era scalzo. Appesa a un fianco penzolava una cetra d’oro. Accanto a lui si fermò una donna dal sorriso mite e i capelli più lunghi che Emma avesse mai visto, acconciati in parte in complicate trecce e in parte lasciati liberi.
Istintivamente, Regina e Emma tentarono di mettersi l’una di fronte all’altra e questo suscitò nei due uno sguardo d’intesa.
«Chi siete?» domandò minacciosa la bionda. Daniel aveva uno sguardo torvo. 
«Che sbadato, non mi sono nemmeno presentato. Io sono Orfeo e questa dolce fanciulla al mio fianco è Euridice» rispose il ragazzo, porgendo la mano e facendo girare su se stessa la ragazza accanto a lui.
Emma strabuzzò gli occhi.
«Sul serio?!» esclamò, cogliendo sia Daniel che di Regina di sorpresa.
«Tu li conosci?» domandò poi la mora, guardando la fidanzata sospettosa.
«Sì» rispose Emma, scuotendo poi la testa. «Cioè, no! Insomma, ho letto il mito che li riguarda!»
Orfeo e Euridice si scambiarono un’occhiata di intesa e sorrisero.
«A dire il vero, siamo abbastanza reali, non siamo un mito» la corresse Orfeo.
La risata cristallina di Euridice si spanse nell’aria e, per quanto bella e piacevole fosse, Regina colse una nota che la mise in allerta. Irrigidì nervi e muscoli, si avvicinò ancora di più a Emma, ma non fece altro.
«Perché hai detto che ho una scelta?» domandò Regina a bruciapelo.
«Perché è così. Vedi, Regina, questo posto è costruito sulla possibilità di scelta e sul Vero Amore» iniziò a spiegare Orfeo, facendo un gesto vago con la mano e indicando attorno a sé.
«Mi sbaglio o c’è una lieve contraddizione in quello che sta dicendo?» domandò Emma confusa rivolta a Regina e indicando il ragazzo dalla veste verde con un dito. Guardando quell’espressione, la mora accennò un sorriso: era identica a quella del principe Azzurro, David. Sul fatto che fosse sua figlia non potevano esserci dubbi.
«Che contraddizione vedi, Emma?» domandò con voce leggera Euridice, rivolgendosi direttamente alla ragazza e avvicinandosi di un passo. Regina fremette, percependo un pericolo senza però riuscire a identificarlo chiaramente.
Emma balbettò, prima di riuscire a trovare le parole adatte per spiegarsi.
«Il Vero Amore e la libera scelta. Come possono convivere? Io non scelgo il mio Vero Amore e il mio Vero Amore non sceglie me. Siamo destinate l’una all’altra o qualcosa del genere, insomma. Non c’è scelta» concluse la ragazza e Regina non poteva dichiararsi più d’accordo.
Quando aveva capito cosa provava per Emma, aveva anche capito che non poteva fare nulla per contrastare le emozioni che le invadevano il cuore, o quello che allora era, se non soccombere e lasciare che la guidassero.
Euridice sorrise comprensiva, ma scosse la testa.
«In realtà, ognuno sceglie il proprio Vero Amore» disse la ragazza dalla veste verde, sorridendo. « Emma, ogni scelta che hai compiuto, anche la più insignificante, ti ha portata ad essere quella che sei e a scegliere chi amare. Hai deciso di bere la Maledizione del Sonno per Regina, hai deciso di combattere per arrivare fino a qua e, anche quando non vedevi via d’uscita, anche quando hai perso la speranza, Emma, non hai mai perso l’amore che porti a Regina. Tu hai scelto lei, tu ti sei legata a lei e hai deciso che fosse il tuo Vero Amore».
Emma aveva lo sguardo fisso su Euridice. Qualcosa, dentro di lei, avrebbe voluto urlare e dire che no, non poteva essere vero. Perché se lei avesse avuto possibilità di scelta, non avrebbe mai scelto di amare Regina Mills. Avrebbe scelto Neal, perché sarebbe stato meglio per Henry avere una famiglia quanto più normale possibile. E non una madre innamorata dell’altra madre che, allo stesso tempo, è anche la nonna di sua madre, la matrigna di sua nonna e quindi la suocera di suo nonno.
D’altro canto, il cuore di Emma l’aveva sempre saputo. Lei aveva scelto Regina. Forse, inconsciamente, era accaduto la prima volta che ne aveva incrociato lo sguardo, in quella fredda sera davanti al portico della casa del sindaco. Emma aveva letto, in quegli occhi, un abisso così nero e profondo da potersi perdere. Ma aveva visto anche una muta richiesta di soccorso e una capacità di amare che, se portata allo scoperto, non conosceva limiti.
Regina era quello di cui aveva sempre avuto bisogno: una persona che potesse amarla senza se e senza ma. Perché Emma, a Regina, aveva mostrato prima di tutto la sua parte peggiore, non la migliore. Avevano intrapreso la conoscenza reciproca attraverso il sentiero più impervio ed erano riuscite a scorgere comunque il meglio l’una dell’altra, senza mai arrendersi. Emma aveva creduto ciecamente in Regina e Regina aveva sostenuto Emma, l’aveva aiutata ad accettare sé stessa.
Emma sapeva, in fin dei conti, che si erano scelte.
«Tutto questo è assurdo!» esclamò Regina, scuotendo la testa. L’idea che lei potesse aver scelto la figlia di Biancaneve di proposito aveva un che di perfido.
«No, non lo è. Emma ti ha scelto» intervenne Euridice, sorridendole.
Regina deglutì, accarezzando l’idea che Emma potesse davvero averla scelta, che potesse aver deciso di stare con una come lei, conoscendo quanto di più orribile ci fosse nel suo cuore e, nonostante tutto, aver scelto lei.
Era una possibilità che a Regina piaceva, era un possibilità che le stringeva il cuore in una morsa di calore che si spendeva in tutto il petto. Possibile che Emma avesse davvero deciso di amarla?
«E io ho scelto Emma» sussurrò infine Regina.
«No, non esattamente» la corresse Orfeo, scuotendo la testa.
«Cosa?» intervenne Emma. «Non a tutti è data possibilità di scelta?»
«No, al contrario. Proprio perché a tutti è data possibilità di scelta, Regina non ha scelto te» disse il ragazzo dalla veste verde, lanciando un eloquente sguardo a Daniel.
La gola di Emma di seccò all’istante e la ragazza spostò lentamente gli occhi in quelli di Regina.
«Hai scelto lui?» bisbigliò.
«No» negò Regina, scuotendo la testa. «No, io non ho scelto lui, Emma».
Le due donne rimasero in silenzio, fissando l’una il volto dell’altra, scrutandone l’animo, il cuore.
«Scusa, io… lo so, scusa» disse infine Emma, con un sorriso appena accennato, accarezzando la pelle morbida delle guancie di Regina. Aveva una paura di perderla tanto grande da annebbiarle la mente.
«Non importa» rispose Regina, prendendo la mano di Emma tra le proprie e baciandone il dorso.
«Tu non hai mai scelto, Regina, perché non hai mai avuto possibilità di scelta. Emma ha dovuto scegliere tra Uncino e Neal e, senza nemmeno sapere di averti tra le opzioni, ha scelto te. Lei ha avuto la sua possibilità di scelta e ora sei il suo Vero Amore» disse Orfeo, baldanzoso, come se la questione lo divertisse.
«Mentre tu, Daniel» iniziò Euridice, con un sorriso gentile, «hai scelto Regina, nonostante condividesi un legame molto stretto con Gilly, la figlia del fornaio. Sono sicura che te la ricordi, tutti si aspettavano l’annuncio del vostro fidanzamento».
Daniel arrossì violentemente e annuì, evitando lo sguardo indagatore di Regina. Non le aveva mai parlato di Gilly, non pensava ce ne fosse bisogno. In fondo, l’aveva detto anche Euridice, lui aveva scelto Regina.
«Regina, tu non hai mai avuto bisogno di scegliere, perché non ne hai mai avuto la possibilità. Ora puoi scegliere, tra Emma e Daniel. Una volta che avrai fatto la tua scelta, tu e il tuo Vero Amore vi risveglierete a Storybrooke, perché è lì che ti sei sacrificata, non è vero?» concluse Euridice e Regina annuì debolmente con il capo.
«Ma io ho già scelto» aggiunse poi, afferrando la mano di Emma e stringendola con forza. «Ho scelto Emma».
Il volto di Daniel si rabbuiò nell’udire quelle parole, ma il cuore di Emma rispondeva con forza a quello di Regina.
Euridice rise di nuovo, di quella risata cristallina, cui si unì anche Orfeo.
«No, Regina, non l’hai scelta davvero. Dimmi, non c’è forse una parte del tuo cuore che vuole Daniel? Lui è l’uomo che hai sempre amato, il tuo primo amore, per lui ha sconvolto il mondo intero, tutto ciò che conoscevi, e ti sei gettata nel vuoto, sacrificando non solo la tua innocenza, ma anche la vita di tuo padre. E c’è una parte del tuo cuore, Regina, che non vuole amare una ragazza come Emma, che non vuole amare la figlia di chi ti ha distrutto la vita» disse Euridice con tono piatto e calmo, una brezza primaverile, così fuori luogo in quell’isola di tempesta. «Finché non sceglierai, Regina, rimarrete bloccati qui. Mi dispiace, ma queste sono le regole».
«Chi dannazione le ha stabilite?» sbottò Emma, esasperata. Aveva sentito le parole di Regina.
Io ho già scelto Emma.
Chi diavolo credeva di essere quella Euridice per arrogarsi il diritto di non credere a Regina?
«Noi» intervenne Orfeo, lo sguardo lievemente velato di minaccia. «Regina può anche non compiere mai una scelta. In fondo, qui la vita non è niente male».
Orfeo si strinse nelle spalle, passando una mano intorno al fianco di Euridice e voltandosi.
«Ehi!» li chiamò Emma, superando Regina e cercando di raggiungerli. «Ehi! Non potete andarvene così! Dannazione!»
Euridice si volse appena per riuscire a guardarla.
«Spero tu possa trovare il tuo lieto fine, Emma. Ma per ora non possiamo fare altro».
Dopo pochi passi, i due giovani dalle vesti verdi scomparvero nella foresta. 



NdA 
E così siamo ritornate alle nostre due belle donne! :D 
Allora, Orfeo e Euridice erano già saltati fuori nelle recensioni, a dire il vero, in quella di Steph86. Non appartengono esattamente al mondo delle favole, ma come ha detto una volta Henry riferendosi a Whale "altri mondi sono stati toccati dalla Maledizione", e non ho saputo resistere! 
Poi ci sono persone (Cla, sì, è sempre colpa sua XD ) che sottraggono spoiler succolenti con l'inganno ed è un comportamento deplorevole, non trovate? 
Perciò, a parte lei, tutti gli altri si meritano un grazie per aver letto anche questo capitolo! 
Alla prossima settimana, 
Trixie :D 

 
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: _Trixie_