Una
fluff per il fluffoso gruppo “Cercando chi dà la roba
alla Rowling [Team Harry/Hermione]”
I need you
Quando
Hermione arrivò, la camera era al buio e gli unici suoni erano i lamenti
sofferenti di Harry.
L’aveva
chiamata pochi minuti fa, sostenendo di avere la febbre, il raffreddore, il mal
di testa, il mal di stomaco…insomma, l’influenza.
E dalla sua
voce gracchiante Hermione aveva capito che le cose non andavano bene e come al
solito, quando le cose non andavano bene per Harry, lei doveva fare qualcosa. Non importava dove si trovasse, a lavoro, a
fare shopping, a casa a rilassarsi con un libro, una tazza di tè e Grattastinchi felicemente accoccolato sulle sue gambe.
Era solo che,
con quel tarlo in testa, Harry che stava male, Harry che aveva bisogno di lei, non
avrebbe più potuto concentrarsi su altro. Piuttosto, meglio prendersi un giorno
libero da qualunque suo impegno e dedicarsi anima e corpo a rimettere in sesto
Harry, cucinargli qualcosa da mangiare, bagnargli la fronte che scottava per la
febbre con acqua fredda, sistemare il perenne disordine che regnava in casa
sua…
Così si era
precipitata subito a casa sua dal suo ufficio e l’aveva trovato sul letto,
sotto le coperte stropicciate, la sua figura incorniciata da mille fazzoletti
usati, una mano abbandonata sulla fronte, la testa reclinata all’indietro e
continui suoni gutturali che echeggiavano nella stanza. Cielo, sembrava che stesse
morendo.
“Hermione…”
mormorò con voce flebile, “Hermione…sei tu?”
“Sì, Harry,
sono qui.” affermò lei, avvicinandosi silenziosamente, “Come ti senti?”
“Oh…” si
lamentò lui, aprendo lentamente gli occhi per guardarla, “Domanda di riserva,
per favore? Mi sta scoppiando la testa.”
Hermione
storse le labbra e poi appoggiò una mano sulla sua fronte, “Hai la febbre?”
“37,1°.”
biascicò lui.
“Ah, ma quella
non è febbre, Harry.” commentò lei, alzando gli occhi al cielo.
“Per me sì.”
protestò vivacemente Harry, “Sto malissimo.”
Hermione
sospirò, ascoltando quella piccola vocina che le diceva che forse, forse, la febbre era calata prima che
lei arrivasse. Forse…
“Mmm… hai mangiato?” gli domandò preoccupata, “Vuoi che ti
prepari qualcosa?”
“No, sono
pieno, mi sono fatto portare del fish & chips a
casa.”
“Che cosa?”
sbottò lei, sorpresa, “Fish & chips?! E il mal di
stomaco?”
“Beh, avevo
fame.” fu la sua semplice e ovvia risposta, come se non capisse cosa ci fosse
di così sbagliato.
“Ma?! Harry!”
esclamò Hermione, portandosi le mani sui fianchi nella sua tipica posa
stizzita.
Harry sbatté
le palpebre, perplesso, “Cosa?”
“Ti rendi
conto che mi hai fatto correre qui dal lavoro per uno stupidissimo e
semplicissimo raffreddore?”
“Ma io-”
iniziò lui, sollevandosi a sedere e non potendo proseguire dal momento che
Hermione lo interruppe subito.
“Ma niente,
Harry! Avevo un sacco di cose da fare a lavoro, e tu mi hai fatto preoccupare e
prendere un giorno di ferie per occuparmi di te, perché pensavo non fossi
neanche in grado di alzarti dal letto e badare a te stesso, troppo debilitato
dalla febbre e non potendo mangiare… Invece vedo che te la cavi benissimo anche
da solo. Quindi, perché hai dovuto chiamarmi quando quello di cui hai bisogno è
una semplice aspirina?”
Un minuto di
silenzio e poi la dolce voce di Harry che le disse, “Perché ho bisogno di te.”
Poi le prese
con delicatezza una mano e presa in contropiede, Hermione arrossì lievemente.
Dannato Harry!
Dannato lui e
la sua capacità di trovare le parole giuste al momento giusto col tono giusto e
i gesti giusti…
Così Hermione
sospirò rassegnata e si sedette accanto a lui.
“Questo
significa che resti?” le domandò Harry, con un piccolo sorriso sfacciato sulle
labbra.
“Beh, se
proprio hai bisogno di me…” rispose lei con un vago gesto della mano.
“Moltissimo.
Più di quanto immagini.” esclamò lui, con tono fin troppo lusinghiero, “E ora
che ci penso, ho anche un gran bisogno di baciarti.”
Tuttavia Hermione
gli coprì subito la bocca con una mano, allontanando il più possibile da lei
lui e i suoi germi: “Scordatelo. Non ci tengo ad ammalarmi.”
Harry mise il
broncio e incrociò le braccia sul petto, “Allora, visto che sei qui, posso
avere un tè, per favore?”
Hermione
sorrise, alzandosi in piedi, mentre lui si coricava nuovamente a letto.
“Un tè per il
moribondo in arrivo.”
“Con una
zolletta di zucchero e una fetta di limone, grazie.” le urlò dietro, mentre lei
usciva dalla stanza.
Tsk, stava già meglio, quel mascalzone.
“Oh, Harry.”
Note dell’autrice: mah, io ce lo vedo Harry adulto che
si lamenta esageratamente come tutti gli uomini per un banale raffreddore. xD
Grazie a kiki per la correzione e alla famiglia virtuale di facebook per i momenti spensierati che ci regalano sempre.
A presto
Kia85