Sedici gennaio: quando il respiro muore.
“Non respiro”
“Cosa?”
“Non respiro.”
“Cosa?”
“Non respiro.”
Le nostre bocche sono in affanno,
alla disperata ricerca
- insaziabile ingordigia –
delle parole giuste, appropriate, carezzevoli;
fiammelle tremolanti,
ignare della notte che
inesorabilmente
gocciola sulle palpebre e sugli umani cuori
- lussureggianti palpiti confusi, inebrianti –
Devastati ansimi
fatti a pezzi dal canto solitario
delle stelle,
echeggiano tra i corpi nudi e pallidi
- glabri come innocenti bambini –
senza fine, senza inizio.
Boccheggiamo avari, illusi,
ma il respiro precipita, muore.
*