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Autore: Aven90    19/01/2014    1 recensioni
A come Aven, naturalmente! Questo conclude la super long che avevo in cantiere, ma niente sarà più imprevedibile di così: tutta da leggere e da commentare, conclude in bellezza questo viaggi che mi ha colpito molto anche come autore!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball A'
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Sono consapevole dei rischi che corro” rispose Kaiohbith all’acqua. “Ritengo che questo momento è il più idoneo per usare l’Acqua”

“Bene, a tuo rischio e pericolo allora, e buon pro vi faccia!” rispose secca l’acqua, così Kaiohbith estrasse la Fiala.

Era una boccetta  ingrassata verso il basso, dal colorito bluastro, con un tappo d’argento che ricordava lo sgorgare di una fontana.

Empì la boccetta: sperava di non doverne fare uso.

“Un momento, Superiore” obiettò il ruscello, tornando a parlare con la sua voce fonda che tuttavia si mimetizzava nel rumore del gorgoglio.

“Cosa… succede?” chiese, temendo di essere statao letto nel cuore. Temeva che il ruscello lo avrebbe punito se non fosse stato sicuro che l’uso della fiala era indispensabile al cento per cento.

E infatti…

“Nel tuo cuore non alberga la certezza assoluta” disse “Pertanto, sono costretto a chiederti… ne vale davvero la pena?”

Era forse la domanda più difficile che poteva porre, capace di mettere in difficoltà quanto un pugno o una trappola.

Ne valeva davvero la pena? E chi si aspettava questa reazione da un ruscello che normalmente dovrebbe star zitto?

Ne valeva davvero la pena? E se Goku poi scatenava una forza fino a quel momento insospettata e lo facesse fuori come aveva fatto con Freezer?

Kaiohbith guardò la boccetta ormai empita: era davvero bella, con quei giochi di luce blu che mettevano sicurezza.

In ogni caso, avrebbe dovuto dare una risposta, altrimenti non avrebbe potuto immaginare le conseguenze che avrebbe potuto sentenziare quel ruscello all’apparenza innocente.

Deglutì: non era una decisione facile, e considerando quello che il Sommo aveva detto e avvallato dal Ruscello stesso, avrebbe potuto benissimo gettare la boccetta fra quelle limpide acque e ricorrervi in un’altra occasione più urgente.

Ma poi gli venne in mente una cosa.

La crudeltà geniale del dottor Gelo, che era stato capace di creare fra le rocce gelide degli Inferi un macchinario di silicio in grado di ingannare persino una personalità come re Enma, e aprire i cancelli oscuri dell’Inferno stesso, per poi tornare in vita una volta scesi.

Era una precisa responsabilità dei Kaiohshin, laddove Enma non arrivava. Non poteva fidarsi del lascivo Dai Kaioh, anzi egli aveva scoperto solo recentemente l’effettiva loro esistenza.

E quindi strinse più forte la boccetta.

“Va bene” sospirò, concentratissimo, vedendo con gli occhi della mente orribili torture subite da Goku per colpa sua. “Sì, o mio Ruscello: sono assolutamente convinto che questa volta sia l’unica idonea per donare la nostra Acqua Sacra a un comune mortale, poiché è idoneo ad ingerirla senza danni e poiché la situazione è talmente disperata che ne richiede forse non solo una boccetta, ma forse un’intera damigiana”

Il ruscello ridacchiò. “Addirittura? Lo sai cosa succederebbe in tal caso? Ti conviene non scherzare e accontentarti di quei centocinquanta millilitri!”

Poi proseguì: “Il mortale sa dei rischi ai quali va incontro oppure sarà una sorpresa per lui?”

Forse non era una domanda colloquiale.

Kaiohbith rispose “No, poiché devo dirti la verità. Ma ti assicuro che il suo spirito è purissimo e quanto mai simile al nostro”

Il ruscello dopo una pausa rispose “Va bene, se mi dici così do per scontato che sia vero. Ma sai, mi accorgerò se mi hai mentito, e se per te non sarà piacevole incorrere nel mio disappunto, per il mortale ci sarà dannazione eterna”

Kaiohbith annuì, anche se il ruscello non possedeva occhi e bisognava parlargli per avere una qualsivoglia sua reazione.

“Che hai deciso, dunque? Sei davvero sicuro di ciò che stai per fare?” chiese l’Acqua infine.

Più si tratteneva davanti il ruscello, più sarebbe stato sottoposto a quel tipo di domande, pertanto Kaiohbith si alzò e fissando l’acqua che scorreva indifferente alle complicanze dl mondo dei mortali disse “Per la prima volta, i Kaiohshin hanno in mano il destino dell’Universo. Non mi lascerò scappare questo momento storico! Finalmente porrò la mia firma nel grande libro della Storia, che mi ricorderà come il Kaioshin più grande di tutti i tempi, capace di scelte coraggiose!”

O quantomeno, voleva sperarlo.

“Va’, dunque. La gloria è un’ambizione legittima, se perseguita per i fini nobili dai quali sei mosso”

E così tornò dal Sommo, per guardare l’evolversi degli eventi, giunti sul pianta della battaglia in una situazione di stallo.

Se da un lato Majin Freecell stava consumando ogni stila della sua energia per tenere lontana la Genkidama, dall’altro Goku tremava con tutto se stesso per contrastare la controffensiva e chiudere definitivamente lo scontro.

“N-non posso… farcela…” Goku era estremamente in difficoltà, ma non poteva abbandonare i propri amici proprio nel momento del bisogno.

“Accidenti… spero che Kakaroth tenga perlomeno un altro po’… e poi ci penserò io. Ma prima devo riposarmi!” osservò Vegeta.

Ma ormai non avrebbe tenuto per molto.

“Devo… devo assolutamente trasformarmi in Super Saiyan, oppure qui finisce male… solo che non ho più energia per farlo!”

“E chi si aspettava questa reazione da parte di Majin Freecell?” si chiese Gotenks. “Devo fare qualcosa per distrarlo! Magari con una Kamehameha anche semplice… il problema è che se poi esaurirò le forze se dovesse andare male!”

“Bisogna fare qualcosa” osservò Piccolo. “Devo assolutamente contattare Dende e chiedere al dio Drago di dare l’energia quantomeno a Goku, così può scagliare senza problemi la Genkidama…”

E così si operò in tal senso.

“Pronto, Dende? Dende! Riesci a sentirmi?”

Dende ebbe un sussulto: se Piccolo chiamava, voleva dire che vi erano problemi.

“Piccolo! Che succede?”

“Ho assolutamente bisogno che tu raduni le Sfere del Drago e chieda a Shenron di ripristinare le forze a Goku! Alla svelta, anche!”

Dende deglutì. “Popo! Raccogli le Sfere!” ordinò ad alta voce come se fosse un vero re capace di delegare a qualcuno le incombenze. “Piccolo, spiegami senza mezzi termini cosa sta succedendo!”

Piccolo rispose secco. Non era da lui, ovviamente, parlare con mezzi termini. “Dovresti averlo capito, no? Siamo in estrema difficoltà, Goku ha lanciato la Genkidama ma si è fatto nuovamente cogliere dalla stanchezza. Potremmo morire tutti se il desiderio non viene esaudito in fretta”

Dende sbiancò, e non era facile. “D’accordo, faremo l’impossibile!”

Nel frattempo che lui parlava, Popo aveva già preso la prima sfera, anche senza l’ausilio del Dragon Radar.

Goku era esausto.

La potenza della Genkidama faceva scuotere la terra fin nella sua profondità, ma lui non riusciva assolutamente a sorpassare la forza contrapposta contenuta in Majin Freecell, il quale era addirittura in vantaggio.

“No… no, dai! Dai!” . Goku era arrivato ad incitare sé stesso, non riuscendo a pensare ad altro se non ad ogni suo tendine rivolto alla Genkidama.

Era come il braccio di ferro vinto contro Majin Bu, solo che in quel caso non ci sarebbe stato un lieto fine.

Dall’altra parte, Majin Freecell era pronto a respingere la sfera azzurra.

“Che c’è? Non mi sembri in forma, Son Goku! E ti dirò di più: io sono soltanto al cinquanta per cento della mia forza!”

Goku sbiancò e quasi stava per perdere la presa. “COSA?”

“Ahahahah! Esatto! Speravo proprio che reagissi così! E adesso te ne darò una piccola dimostrazione!”

Cominciò ad urlare per espandere la propria forza.

Oltre al solito effetto di terremoti e devastazioni, la sua anima, nera come la pece appena calda, cominciava ad influenzare l’energia positiva della Genkidama, che cominciò a colorarsi quindi di nero.

 “Non è possibile…” commentò Gohan.

“È la fine del mondo” disse Gotenks, non trovando altro da commentare, alla fine, ciò che aveva profetizzato Trunks era giusto.

Ormai la Genkidama aveva raggiunto del tutto il colore nero, rendendola malvagia.

“Aahahah! Sei finito, Son Goku!”

Quest’ultimo lo sapeva, e ormai avrebbe accettato la morte senza remore, così calò le braccia e si mise ritto sulla schiena.

“Ok, colpiscimi! Hai vinto!”

Dende aveva le sette Sfere davanti a sé, ma qualcosa gli diceva che non erano più necessarie.

Majin Freecell alzò le braccia, per avere l’enorme sfera negativa sulla sua testa.

“È questa la tua posizione di quando lanci la Genkidama, no? e allora ti copierò in tutto e per tutto!”

Goku aveva le lacrime agli occhi, quindi gli venne risparmiato quello spettacolo osceno.

“GENKIDAMA!” urlò, anche se non ne aveva nulla a che spartire.

“Impossibile… è impossibile! Come può essere successo! La Genkidama non potrebbe mai e poi mai influenzarsi con l’energia negativa!” strepitò il re Kaioh del Nord, chiedendo lumi ai colleghi e al Dai, che tossicchiando rispose “È un evento senza precedenti, ma credo che quando si ha a che fare con una potenza così devastante non ci siano alibi che tengano, e poi avendo le cellule di Cell sa come trattare un colpo del genere, e gli è venuto naturale porla alle sue volontà”

I quattro dei delle Galassie con grande scorno dovettero ammettere che il Dai aveva ragione ancora una volta.

In quel mentre, Majin Freecell lanciò la Sfera Genkidama nera, sua creazione.

“Maledizione! Kakaroth verrà sconfitto!” esclamò Vegeta, pronto a lanciare un Final Flash sul colpo.

“Mi gioco tutto e al diavolo la contromossa! FINAAAAL FLAAAASH!”

Il raggio lucente partì dai suoi palmi come al solito e colpì in pieno al Genkidama ormai a tre quarti di strada, ancora pochi secondi di esitazione e Goku sarebbe stato polverizzato senza che questi avesse voluto far qualcosa per reagire.

L’esplosione che ne conseguì avrebbe potuto distruggere Majin Freecell, ma non l’aveva fatto.

La Genkidama avrebbe potuto uccidere Goku, che nel suicidio aveva trovato la risposta ai suoi tormenti. In realtà, non gli piaceva vivere continuamente sotto attacco, e spesso in quegli istanti si era chiesto come sarebbe stato se fosse nato terrestre.

O se semplicemente non avesse mai incontrato Bulma.

   
 
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