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Autore: Dave1994    19/01/2014    0 recensioni
"Dante,il figlio di Sparda...
No,non è mai stato il solo,figlio mio. Molti di noi si sono sempre battuti per ricacciare le tenebre nel luogo da dove provengono e anche se siamo soltanto umani,abbiamo ottenuto grandi risultati.
Tu sei il mio degno erede. E' tuo destino combattere per diventare un Cacciatore,tuo e di nessun altro.
D'ora in poi il tuo nome sarà Gestalt così che tu possa diventare in tutto e per tutto un Nightingale, proprio come tuo padre."

[Questa storia riprende il Dante della serie più famosa pre-Ninja Theory e inserisce una manciata di nuovi personaggi. Buona lettura!]
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dante, Lady
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La donna dai capelli corvini, adornata di uno splendido tailleur bianco, si voltò verso il nuovo arrivato e sorrise. Dante le ammiccò sornione sollevando stancamente una mano e afferrò con pigrizia la parrucca che portava alla testa, irta di capelli sottili e neri come spilli.

- Finalmente, non hai idea di che caldo faccia con questa – esclamò seccato, gettandola via sul divano dietro le sue spalle: socchiuse le palpebre e si passò una mano tra i suoi veri capelli, di un bianco cangiante ed etereo. Di molto sollevato nonostante l'inconsistente peso del suo travestimento completò l'opera rimuovendo le lenti a contatto che portava agli occhi e riponendole nella loro custodia, che portava sempre in tasca con sé.

- Sinceramente non capisco a che ti servano. -

- Troppe domande, lo sai – ribatté Dante, sedendosi finalmente a tavola e impugnando con foga una fetta di pizza margherita – e poi sono in incognito. -

- Ahhhh, questa è bella, proprio bella! In incognito tu?! - proruppe Lady scoppiando a ridere e con una leggera torsione del polso afferrò il telecomando e spense la TV che come sempre non riportava assolutamente niente di interessante.

Erano passati degli anni, pensò all'improvviso, ma quasi nulla era cambiato nel Devil May Cry. Trish era dovuta partire all'improvviso qualche settimana prima per ragioni improvvise ed ora si trovava in Europa: Dante e Lady erano riusciti a scucirle a malapena qualche straccio di spiegazione e le uniche informazioni che il demone aveva dato loro riguardavano uno “strano caso di possessione”. In fondo poteva occuparsene anche qualsiasi bravo esorcista, ma non avevano ribattuto e Trish li aveva lasciati nel profondo della notte scusandosi per la tanta fretta. Da allora si respirava un certo silenzio nel locale, colmato di tanto in tanto soltanto dagli accordi roboanti di Van Halen o dei Combichrist singhiozzati dal pezzo di ferraglia che avevano come jukebox; alle richieste di Dante riguardanti l'acquistarne uno nuovo, Lady lo aveva esortato a “pagarselo di tasca propria”.

E così aveva fatto Dante, con una leggera differenza. Si era trovato un posto da consulente immobiliare e con il primo stipendio aveva acquistato una mezza dozzina di Ipod, adducendo come scusa:

- Ascolto troppi generi diversi di musica perché una sola di queste diavolerie tecnologiche possa contenerli tutti. -

Ma non era questo il punto.

Lady se ne accorse ancora una volta, scrutando il volto tirato e stanco del suo compagno acchiappademoni. Ne fu nuovamente certa e istintivamente provò un moto di compassione verso di lui.

A Dante mancava l'azione. Oramai da quando Arius e l'Uroboros avevano tentato di impadronirsi dapprima del potere di Argosax e poi del mondo intero non c'era stato più nessun caso eclatante, nessuna minaccia alla razza umana da parte di demoni unti e nerboruti; fatta eccezione per quel fattaccio di Limbo City, naturalmente. I tre acchiappademoni, incredibilmente, avevano saputo dell'accaduto solo a cose fatte e a sorprenderli era stato venire a sapere che qualcuno si era perfino spacciato per Dante, risolvendo la situazione e mettendo a nanna un certo Mundus – ovviamente non quello vero, probabilmente era soltanto un pazzo esaltato dalle gesta del suo omonimo – nel giro di qualche giorno.

Dante non aveva mai scoperto chi avesse preso il suo posto in quell'occasione e a nulla erano valse le sue indagini. Ma se le voci erano vere...

Possibile che ci fossero altri mezzidemone in circolazione?

- Ehi, mi passi una fetta di tirolese? - domandò la donna, indicando un cartone ancora chiuso abbandonato orfano in un angolo del tavolo. L'acchiappademoni si ridestò dai suoi pensieri ed esaudì la sua richiesta, una strana espressione velata negli occhi.

- Sai, Lady, stavo ripensando a quello che è successo a Limbo City. -

- Davvero? Non ti ho più chiesto se... -

- No, non ho scoperto nulla di nuovo – la interruppe Dante, prevedendo già l'esito della sua frase – solo, perché diavolo qualcuno si dovrebbe spacciare per me? -

- Ne abbiamo già parlato. Probabilmente qualcuno che preferisce rimanere nell'anonimato senza che si debba pronunciare il suo nome con un misto di terrore e riverenza. -

- Davvero vanno così le cose, adesso? - chiese stupito Dante, strabuzzando gli occhi. Ripensò ai folletti di qualche minuto prima e scrollò le spalle, ingollando un'altra fetta di pizza nel giro di un nanosecondo.

- A proposito, c'erano visitatori poco fa qua fuori, sai? Due folletti, probabilmente poltergeist tontoloni. Avevano la refurtiva di almeno una settimana addosso! -

- E immagino che tu, da buon paladino della giustizia quale sei, l'abbia sottratta loro e riportata alla polizia, no? -

- Ehm... - fece per rispondere Dante, osservando con la coda dell'occhio rivolto fuori dalla finestra il cumulo di oggetti e preziosi appena fuori dalla porta d'ingresso – più o meno. -

  
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