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Autore: Fluxx    19/01/2014    5 recensioni
“Non funzionerà, è ancora troppo debole. Non possiamo aiutarlo se lui per primo non vuole alzarsi e combattere.” Sentì una prima voce, parlare in arabo.
“E cosa proponi di fare? Lasciarlo al suo destino?” Una seconda voce, in italiano.
“Non ne uscirà vivo in queste condizioni, soprattutto se continua così.” Riprese la prima. Era assurdo come capisse due lingue totalmente differenti dalla sua e come – queste due persone – sembrassero capirsi.
Desmond riaprì piano gli occhi, alzò leggermente il capo e notò ai piedi del letto – nello stanzino dove lo tenevano accanto all'Animus – Ezio ed Altair.
“Oh no.. Ancora.” Mormorò il giovane, lasciando ricadere pesantemente il capo sul cuscino. La stanza era diversa, più buia, e gli antenati risaltavano bene nell'oscurità: emanavano quasi una luce, un alone luminoso fasciava i loro corpi. Era un sogno?
I due Assassini, sentendo la voce del ragazzo, si voltarono verso di lui.
“Bentornato nel mondo dei vivi, Desmond.” Disse Altair.

Amareggiati dal finale di AC III e dalla morte di Desmond? Ecco qui cos'è accaduto dopo.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Desmond Miles, Quasi tutti, Rebecca Crane, Shaun Hastings, William Miles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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15. Happy New Year!

 

Era il 31 Dicembre 2012.
Chi avrebbe mai creduto che la terra sarebbe arrivata integra fino a quel giorno? Gli Assassini di certo no.
Nel casale si respirava un’aria più allegra, non di festa, ma decisamente più leggera.
Era vero, c’era ben poco da festeggiare: i guai non erano finiti, i Templari non erano sconfitti e – soprattutto – avevano ancora la Mela… E non da meno la scomparsa prematura del povero Giuseppe, caduto in battaglia all’Abstergo. Tutto ciò faceva si che gli Assassini non potessero godersi quell’ultimo giorno dell’anno a pieno, ma almeno tentarono.
Alice era quella rimasta probabilmente più colpita per la morte del povero Giuseppe, difatti gli ultimi giorni era stata molto silenziosa e sulle sue: teneva particolarmente a quel ragazzo. Rebecca aveva provato a starle accanto, così come Giovanni, il quale aveva visto uno dei suoi migliori amici morirgli di fronte gli occhi.
Tuttavia quella sera, seppur tutte quelle preoccupazioni e ‘piccole’ cose che non tornavano, decisero di festeggiare a modo loro. Certo, la parola ‘festeggiare’ era un po’ grande ed esagerata, ma avevano organizzato una tranquilla cena, tutti loro assieme, tra chiacchiere, cibo e risate, in attesa del nuovo anno.
Fu dopo cena che gli Assassini si dispersero: chi a sistemare la sala, chi in cucina, chi a chiacchierare.
Desmond raggiunse l’esterno del casale, il grande terreno circostante. Infilò le mani nelle tasche del giaccone ed osservò la nuvoletta densa di vapore uscire dalle sue labbra.
Il ragazzo si strinse di più nel giubbotto, osservando poi la distesa buia di terreno, illuminata solo per una porzione dalla luce che proveniva dall’interno del casale alle sue spalle, e poi ancora le luci lontane lontane della città, di Milano.
Desmond mosse qualche passo per raggiungere la staccionata, dopodiché si sedette su di essa, mentre il suo sguardo si perse lontano.
Si sentiva sicuro, si sentiva a casa. Si sentiva protetto e doveva ammettere che adorava quella sensazione: quasi gli sembrava di poter lasciare scorrere ogni pensiero, ogni preoccupazione.. Ma – tuttavia – sapeva che era solo una sensazione apparente, non del tutto reale, una mera illusione: i guai non erano finiti, l’Abstergo probabilmente ancora gli dava la caccia e non era al sicuro da nessuna parte, non a lungo almeno.
Nonostante ciò era contento di non essere morto dentro a quel tempio. Chissà se l’Abstergo non fosse arrivata a prelevarlo.. Sarebbe stato ancora vivo a quell’ora? Forse un qualcosa glielo ‘doveva’.. E qualcosa doveva sicuramente anche a Lucy, colei che l’aveva aiutato a fuggire e che aveva messo a repentaglio la sua stessa vita per far si che potesse scappare. Chissà come se la stava passando. Chissà se era ancora viva. Chissà che fine le aveva fatto fare Berg. Un po’ se ne sentiva colpevole: avrebbero dovuta portarla assieme a loro. Ma nessuno si fidava più di lei, seppur li avesse aiutati. Nessuno tranne lui.
Inspirò a fondo e riempì i polmoni di aria gelida. Alzò il capo ed osservò la volta celeste, quel blu infinito e così profondo, ornato da tante piccole stelle luminose. Fu talmente preso dai suoi pensieri che non si accorse neppure che la mezzanotte stava quasi per scoccare.
Solo qualche istante dopo William sopraggiunse alle sue spalle, passandogli di fianco e fermandosi quasi di fronte a lui.
Desmond abbassò il naso – all’insù – e lo osservò, notando poi che teneva in mano due calici di spumante dal gambo lungo, sottile e la forma allungata.
“Prendi..” Lo incoraggiò il padre, porgendogliene uno.
Il ragazzo alzò appena le sopracciglia, tirando poi fuori la mano sinistra dalla tasca del giaccone ed afferrando il piccolo e fragile calice.
“Mio padre non dovrebbe in teoria tenermi lontano da questi vizi?” Gli domandò ironico.
William rise appena. “E’ un’occasione speciale Des.. E non provare a fare il secondo giro o ti spezzo le gambe.”
Il ragazzo si lasciò andare ad una flebile e sincera risata, cogliendo l’ironia nelle parole del padre. Gli sembrava come se le cose tra di loro si fossero un pochino sistemate, come un’enorme puzzle che pian piano cominciava a prendere forma, e ne era estremamente contento.
“Cosa c’è?” Chiese Will, notando che Desmond lo osservava con un lieve sorrisetto stampato sul volto, immerso nei suoi pensieri.
L’Americano abbassò appena il capo, poi lo sguardo, mentre il suo sorriso si fece più marcato ed imbarazzato.
“Niente è che…” Rialzò piano gli occhi sul padre. “.. Sono felice di essere qui.” Confessò.
In quel freddo notturno, quelle parole, scaldarono William tanto da far sciogliere il suo cuore come neve al sole.
“Anche io sono felice che tu sia qui.. Insieme a me.”  Precisò lui.
Solo un istante dopo si sentirono da lontano i fuochi d’artificio iniziare a scoppiare, lo spettacolo di centinaia di fuochi salire in cielo ed esplodere in tutte le loro luci intense, vive e brillanti, illuminare tutto e dipingere il blu profondo della notte con i loro mille colori.
“Auguri Desmond.” Disse William porgendo il calice verso il ragazzo.
“Auguri Papà.” Rispose lui, allungando il braccio finché i loro calici non si scontrarono dolcemente, risuonando con un lieve tintinnio.
Entrambi si portarono il bicchiere alle labbra, sorseggiando quel liquido dolce, aromato e frizzantino con migliaia di piccole bollicine che andavano a solleticare il palato e scendevano giù lungo la gola.
William volse lo sguardo verso il casale, notando anche gli altri Assassini di fuori, più lontani, sotto il piccolo portico ad osservare i fuochi d’artificio. Porse appena il calice verso di loro in un silenzioso e sincero augurio. Si sarebbe perso dopo in parole, in quel momento voleva solo passare qualche istante tranquillo con suo figlio, tant’è che diede nuovamente le spalle agli altri e si appoggiò contro la staccionata, accanto al ragazzo, a godersi quello spettacolo fatto di luci e colori.
Rimasero entrambi in silenzio, con il viso rivolto verso quello spettacolo che offriva il Capodanno, ad ammirarlo in silenzio e da lontano. Sembrava quasi non vi fosse bisogno di alcuna parola, stavano bene in silenzio e tutto il resto era superfluo.. Tuttavia William volse il capo verso il ragazzo e lo scrutò qualche istante osservare la città lontana. Il silenzio era prezioso, era oro, soprattutto in quei momenti, ma voleva che fosse veramente chiaro per Desmond quanto fosse fiero di lui.
“Sei stato.. Coraggioso, figliolo.” Disse con voce bassa.
Il ragazzo cominciò a girarsi piano il calice tra le mani, poi lo guardò. “Nulla che non avresti fatto anche tu.” Si limitò a dire mentre le sue labbra si incurvarono in un sorriso.
“Sì ma.. E’ diverso. Io so bene qual è il mio ruolo, l’ho sempre saputo, tu no. Io sono pronto a sacrificarmi per la Confraternita, lo sono sempre stato.. Per l’umanità. Ho anche una certa età e la mia vita, bene o male, l’ho vissuta. Ho visto molte cose, molti posti.. Ma tu sei solo un ragazzo, con tutta una vita davanti.”
“Papà.. Questa è la mia vita. Ed era la cosa giusta da fare. E’ per questo che facciamo ciò che facciamo, no? Perché è giusto.. Lo facciamo per un bene comune e superiore, non per un semplice tornaconto. A volte è vero, il sacrificio di uno è necessario per la vita di molti. Quando lo sentivo dire prima mi sembrava una idiozia, lo devo ammettere. Ma quando mi sono ritrovato lì..” Il ragazzo interruppe il contatto visivo, i suoi occhi spaziarono sull’ampia distesa di erba gelata dal freddo invernale. “Lì.. Di fronte al piedistallo.. Ho capito. Dipendeva tutto da me: la vita dei miei amici, delle persone che amavo, ma anche di persone sconosciute e a loro volta di persone da loro amate. Andava fatto.”
William per poco non si commosse nel sentire quelle parole. Quello era il suo ragazzo, anni fa così piccolo, ora un ometto così saggio, responsabile, con la testa sulle spalle.
“Mi dispiace di non essere rimasto lì assieme a te, Desmond.”
Il ragazzo scosse il capo e tornò a guardarlo con un sorriso. “Non devi dispiacerti, non devi scusarti.. Né sentirti in colpa. Saresti stato in pericolo probabilmente ed io ho fatto ciò che ho fatto proprio per poter salvare anche te, avresti reso vane le mie gesta.” Gli spiegò tranquillamente e senza un minimo di rancore o risentimento nei suoi confronti.
L’uomo sorrise, allungò un braccio con il quale cinse le spalle del ragazzo, stringendolo. “Ti voglio bene Desmond.”
Quelle parole lo colpirono dritto al cuore, il quale sentì quasi esplodere di felicità: da quando si erano ritrovati non v’erano mai stati reali momenti ‘padre e figlio’, solo tante liti, corse, parole non dette..
“Anche io, Papà.”

Anche gli altri assassini stavano osservando lo spettacolo dei fuochi d’artificio, lontani, in città.
Shaun notò che Rebecca, per avere una migliore visuale, era salita sul tetto, così come anche Giovanni ed Alice.
Visto che lui non era così agile decise di salire al piano superiore ed entrare nella stanza la cui finestra dava sul tetto. La aprì e scavalcò il parapetto, in modo da trovarsi sulle tegole.
‘Ecco. Se scivolo giù sono morto.. Beh oddio, magari morto no, ma una gamba rotta me la ritrovo sicuramente. Con la fortuna che ho, probabilmente, mi si rompono tutte e due.’ Si lamentò tra sé e sé.
Raggiunse Rebecca, seduta un po’ più giù, ed una volta accanto a lei si sedette alla sua sinistra.
La mora volse il capo e lo vide. Sorrise.
“Adoro i fuochi d’artificio.” Commentò quello spettacolo, tornando con il naso all’insù verso il cielo.
L’inglese sospirò per la faticata del concentrarsi a non scivolare, poi annuì.
“Mah, sì.. Ma sono troppo rumorosi.” Borbottò.
“Ti lamenti sempre, non ti sta mai bene niente..!” Rispose Rebecca, ma non in tono polemico, lo disse tranquillamente, con un sorriso sulle labbra.
Il Rosso scosse il capo, limitandosi a guardare il cielo.
“Sono felice che Desmond sia nuovamente con noi.. Almeno oggi. Ha dovuto passare il Natale all’Abstergo, non che avremmo fatto chissà cosa comunque.. Ma non deve essere stato bello. E adesso, la vigilia del nuovo anno, è qui. Con noi. Con suo padre.. E credo che questa sia la cosa più importante. William ha sofferto tanto quando l’avevamo dato per spacciato.” E – nel dire quelle parole – Rebecca abbassò il capo ed osservò i due seduti sulla staccionata a chiacchierare tra di loro.
“Speriamo sia un anno migliore per tutti noi. Ce lo meritiamo.” Disse l’inglese, sistemandosi gli occhiali sul naso.
“Già..” Mormorò Rebecca. Il suo sguardo tornò sul cielo notturno variopinto dai mille colori scintillanti e vibranti. Era uno spettacolo bellissimo e non seppe perché ma dentro di sé, nel petto, sentì come una nuova speranza. Avevano passato un anno assurdo, terribile, e nonostante tutto ce l’avevano fatta: erano lì, ancora, contro l’aspettativa di tutti. Il mondo sarebbe dovuto finire undici giorni prima, ed invece..
Shaun osservò la ragazza assorta nei suoi pensieri. Aveva un viso così tenero: lo sguardo assente, lontano, chissà dove, le labbra schiuse, il naso all’insù verso il cielo, le stelle, l’infinito..
“.. Sei bellissima..” Gli uscì dalle labbra in un sussurro.
Rebecca tornò con i piedi per terra in quel momento. Aveva sentito l’inglese dire qualcosa ma solo un istante dopo realizzò che cosa. Credeva di non aver sentito bene, di aver capito male, frainteso.
Alzò appena le sopracciglia e volse il capo per guardarlo. Gli occhi di Rebecca fecero appena in tempo ad incrociare lo sguardo di Shaun che – quest’ultimo – appoggiò una mano tra loro due, sporgendosi verso di lei, mentre scivolò con l’altra mano sulla sua nuca, le dita tra i capelli, e la attirò leggermente verso di sé, prima di sfiorarle le labbra.
Accadde talmente in fretta che Rebecca non capì bene il tutto, in realtà non capì bene niente dal momento che il cuore le cominciò a martellare nel petto e – solo un istante dopo – si ritrovò le labbra di Shaun sulle sue. Sbarrò gli occhi ed avvampò, scommise di essere diventata rossa come un peperone, ma solo dopo aver percorso tutta la scala dei colori. Raggiunse il braccio dell’inglese e lo strinse appena, ma poi pian piano si abituò a quella sensazione così strana ed inaspettate, dunque allentò la presa e socchiuse gli occhi. Non sapeva bene per quanto lo avesse desiderato.. Certamente aveva sperato in una cosa simile da ormai troppo tempo, ma mai avrebbe pensato che sarebbe accaduto, soprattutto per il carattere dell’inglese, i suoi modi di fare e beh, oltre al ‘punzecchiamento ossessivo compulsivo’ non aveva mai mostrato alcun reale interesse nei suoi confronti.. Ed ora non ci poteva credere.
Dall’altra parte, Shaun, era messo più o meno alla stessa maniera: mai avrebbe creduto di fare una cosa simile, più stupida! Quella ragazza era insopportabile, una testona! Era antipatica, lo punzecchiava sempre, stava sempre contro di lui! Ma era bellissima, nonostante tutto. Bellissima, con un grande cuore, una grande pazienza, era schifosamente adorabile, tanto che gli faceva venire il diabete! E poi… Era perfetta. Perfetta per lui.
La baciò ancora, a lungo, con lenta passione. La sua mano scivolò attorno alla sua vita, avvicinandola tanto da stringerla contro di sé. In quel momento poteva sentire il suo profumo, il suo respiro, quasi il suo cuore battere. Gli sembrava come se fossero una cosa soltanto.
Rebecca portò un braccio attorno al collo dell’inglese, mentre l’altra mano gliela poggiò sul petto, ricambiando i suoi baci.
Desmond, di sotto con William, volse il capo per vedere dove fossero gli altri e – dopo aver notato Ivan, Francesca e Demetrio sotto al portico del casale – notò Giovanni ed Alice sul tetto e solo poco più in là anche Shaun e Rebecca, avviluppati uno all’altro. Sorrise e scosse il capo, schiarendosi la voce.
“Sembra proprio che quest’anno sia iniziato nel migliore dei modi..” Ironizzò, sghignazzando.
“Hm?” William lo guardò con sguardo interrogativo.
Desmond fece un cenno con il capo, così il Mentore portò lo sguardo su di loro.
“Ahh, finalmente! Ce l’hanno fatta!” Esclamò a quel punto, ridacchiando a sua volta.
Il giovane sorrise e scosse appena il capo, poi tornò a guardare le luci di Milano in lontananza e sospirò. Inevitabilmente il suo pensiero volò ad una sola ed unica persona, quella biondina che gli aveva fatto perdere la testa. Lucy.





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Angolo Autrice:

Bonsoirrrr!!!
Non ve lo sareste aspettato, neh?! u.u
Bene.. E' stata una settimana assurdamente tremenda! Un sacco da fare e... Questo fine settimana dovevo andare a Bari per i 18 di una mia amica, tra l'altro (oltre al corso e tutto il resto) ma mi sono ammalata e dunque il fine settimana l'ho passato a casa.
Il capitolo lo avevo già per metà pronto, così ho avuto modo di finirlo ed iniziare già il prossimo (e quello dopo, lol!)
Quindi sono sfinita dal corso ed ancora malaticcia, domani mattina altra alzataccia e si inizia l'affiancamento! >___<
Tengo subito a precisare che ho letto tutte le vostre recensioni e che per stasera giurin giurello e mano sul cuore rispondero a tutti, solo che è stata una settimana di puro delirio ed è già tanto se ho avuto il tempo di finire il cappy!
Sì, è un capitolo molto tranquillo u.u se lo meritano dopotutto, no?
Vi anticipo subito che nel prossimo capitolo si riprende ed arriverà una nuova persona u.u quindi stay tuned! :D
Ringrazio come al solito i miei recensori adoratissimi (<3): Hamber of the Elves, Lightning00, SlytherinSoul e xXx Fremione xXx!
Siete adoVVVabili! <3
Ringrazio tutti quanti gli altri che son passati e che hanno letto :) che hanno ancora la pazienza di seguire i miei deliri!
Eee... Credo sia tutto!
Con i recensori del precedente capitolo ci vediamo stasera con la risposta alle loro rece è.é
(Sembra una minaccia e vi assicuro che LO E'. Auhauhauha, scherzo!)
Un bacione a tutti quanti!
Grazie, grazie, grazie e grazie!
   
 
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