15. Happy New
Year!
Era il 31 Dicembre 2012.
Chi avrebbe mai creduto che la terra sarebbe arrivata integra fino a
quel
giorno? Gli Assassini di certo no.
Nel casale si respirava un’aria più allegra, non
di festa, ma decisamente più
leggera.
Era vero, c’era ben poco da festeggiare: i guai non erano
finiti, i Templari
non erano sconfitti e – soprattutto – avevano
ancora la Mela… E non da meno la
scomparsa prematura del povero Giuseppe, caduto in battaglia
all’Abstergo.
Tutto ciò faceva si che gli Assassini non potessero godersi
quell’ultimo giorno
dell’anno a pieno, ma almeno tentarono.
Alice era quella rimasta probabilmente più colpita per la
morte del povero
Giuseppe, difatti gli ultimi giorni era stata molto silenziosa e sulle
sue:
teneva particolarmente a quel ragazzo. Rebecca aveva provato a starle
accanto,
così come Giovanni, il quale aveva visto uno dei suoi
migliori amici morirgli
di fronte gli occhi.
Tuttavia quella sera, seppur tutte quelle preoccupazioni e
‘piccole’ cose che
non tornavano, decisero di festeggiare a modo loro. Certo, la parola
‘festeggiare’ era un po’ grande ed
esagerata, ma avevano organizzato una
tranquilla cena, tutti loro assieme, tra chiacchiere, cibo e risate, in
attesa
del nuovo anno.
Fu dopo cena che gli Assassini si dispersero: chi a sistemare la sala,
chi in
cucina, chi a chiacchierare.
Desmond raggiunse l’esterno del casale, il grande terreno
circostante. Infilò
le mani nelle tasche del giaccone ed osservò la nuvoletta
densa di vapore
uscire dalle sue labbra.
Il ragazzo si strinse di più nel giubbotto, osservando poi
la distesa buia di
terreno, illuminata solo per una porzione dalla luce che proveniva
dall’interno
del casale alle sue spalle, e poi ancora le luci lontane lontane della
città,
di Milano.
Desmond mosse qualche passo per raggiungere la staccionata,
dopodiché si
sedette su di essa, mentre il suo sguardo si perse lontano.
Si sentiva sicuro, si sentiva a casa. Si sentiva protetto e doveva
ammettere
che adorava quella sensazione: quasi gli sembrava di poter lasciare
scorrere
ogni pensiero, ogni preoccupazione.. Ma – tuttavia
– sapeva che era solo una
sensazione apparente, non del tutto reale, una mera illusione: i guai
non erano
finiti, l’Abstergo probabilmente ancora gli dava la caccia e
non era al sicuro
da nessuna parte, non a lungo almeno.
Nonostante ciò era contento di non essere morto dentro a
quel tempio. Chissà se
l’Abstergo non fosse arrivata a prelevarlo.. Sarebbe stato
ancora vivo a quell’ora?
Forse un qualcosa glielo ‘doveva’.. E qualcosa
doveva sicuramente anche a Lucy,
colei che l’aveva aiutato a fuggire e che aveva messo a
repentaglio la sua
stessa vita per far si che potesse scappare. Chissà come se
la stava passando.
Chissà se era ancora viva. Chissà che fine le
aveva fatto fare Berg. Un po’ se
ne sentiva colpevole: avrebbero dovuta portarla assieme a loro. Ma
nessuno si
fidava più di lei, seppur li avesse aiutati. Nessuno tranne
lui.
Inspirò a fondo e riempì i polmoni di aria
gelida. Alzò il capo ed osservò la
volta celeste, quel blu infinito e così profondo, ornato da
tante piccole
stelle luminose. Fu talmente preso dai suoi pensieri che non si accorse
neppure
che la mezzanotte stava quasi per scoccare.
Solo qualche istante dopo William sopraggiunse alle sue spalle,
passandogli di
fianco e fermandosi quasi di fronte a lui.
Desmond abbassò il naso –
all’insù – e lo osservò,
notando poi che teneva in
mano due calici di spumante dal gambo lungo, sottile e la forma
allungata.
“Prendi..” Lo incoraggiò il padre,
porgendogliene uno.
Il ragazzo alzò appena le sopracciglia, tirando poi fuori la
mano sinistra
dalla tasca del giaccone ed afferrando il piccolo e fragile calice.
“Mio padre non dovrebbe in teoria tenermi lontano da questi
vizi?” Gli domandò
ironico.
William rise appena. “E’ un’occasione
speciale Des.. E non provare a fare il
secondo giro o ti spezzo le gambe.”
Il ragazzo si lasciò andare ad una flebile e sincera risata,
cogliendo l’ironia
nelle parole del padre. Gli sembrava come se le cose tra di loro si
fossero un
pochino sistemate, come un’enorme puzzle che pian piano
cominciava a prendere
forma, e ne era estremamente contento.
“Cosa c’è?” Chiese Will,
notando che Desmond lo osservava con un lieve
sorrisetto stampato sul volto, immerso nei suoi pensieri.
L’Americano abbassò appena il capo, poi lo
sguardo, mentre il suo sorriso si
fece più marcato ed imbarazzato.
“Niente è che…”
Rialzò piano gli occhi sul padre. “.. Sono felice
di essere
qui.” Confessò.
In quel freddo notturno, quelle parole, scaldarono William tanto da far
sciogliere
il suo cuore come neve al sole.
“Anche io sono felice che tu sia qui.. Insieme a
me.” Precisò
lui.
Solo un istante dopo si sentirono da lontano i fuochi
d’artificio iniziare a
scoppiare, lo spettacolo di centinaia di fuochi salire in cielo ed
esplodere in
tutte le loro luci intense, vive e brillanti, illuminare tutto e
dipingere il
blu profondo della notte con i loro mille colori.
“Auguri Desmond.” Disse William porgendo il calice
verso il ragazzo.
“Auguri Papà.” Rispose lui, allungando
il braccio finché i loro calici non si
scontrarono dolcemente, risuonando con un lieve tintinnio.
Entrambi si portarono il bicchiere alle labbra, sorseggiando quel
liquido
dolce, aromato e frizzantino con migliaia di piccole bollicine che
andavano a
solleticare il palato e scendevano giù lungo la gola.
William volse lo sguardo verso il casale, notando anche gli altri
Assassini di
fuori, più lontani, sotto il piccolo portico ad osservare i
fuochi d’artificio.
Porse appena il calice verso di loro in un silenzioso e sincero
augurio. Si
sarebbe perso dopo in parole, in quel momento voleva solo passare
qualche
istante tranquillo con suo figlio, tant’è che
diede nuovamente le spalle agli
altri e si appoggiò contro la staccionata, accanto al
ragazzo, a godersi quello
spettacolo fatto di luci e colori.
Rimasero entrambi in silenzio, con il viso rivolto verso quello
spettacolo che
offriva il Capodanno, ad ammirarlo in silenzio e da lontano. Sembrava
quasi non
vi fosse bisogno di alcuna parola, stavano bene in silenzio e tutto il
resto
era superfluo.. Tuttavia William volse il capo verso il ragazzo e lo
scrutò
qualche istante osservare la città lontana. Il silenzio era
prezioso, era oro,
soprattutto in quei momenti, ma voleva che fosse veramente chiaro per
Desmond
quanto fosse fiero di lui.
“Sei stato.. Coraggioso, figliolo.” Disse con voce
bassa.
Il ragazzo cominciò a girarsi piano il calice tra le mani,
poi lo guardò.
“Nulla che non avresti fatto anche tu.” Si
limitò a dire mentre le sue labbra
si incurvarono in un sorriso.
“Sì ma.. E’ diverso. Io so bene qual
è il mio ruolo, l’ho sempre saputo, tu no.
Io sono pronto a sacrificarmi per la Confraternita, lo sono sempre
stato.. Per
l’umanità. Ho anche una certa età e la
mia vita, bene o male, l’ho vissuta. Ho
visto molte cose, molti posti.. Ma tu sei solo un ragazzo, con tutta
una vita
davanti.”
“Papà.. Questa è la mia vita. Ed era la
cosa giusta da fare. E’ per questo che
facciamo ciò che facciamo, no? Perché
è giusto.. Lo facciamo per un bene comune
e superiore, non per un semplice tornaconto. A volte è vero,
il sacrificio di
uno è necessario per la vita di molti. Quando lo sentivo
dire prima mi sembrava
una idiozia, lo devo ammettere. Ma quando mi sono ritrovato
lì..” Il ragazzo
interruppe il contatto visivo, i suoi occhi spaziarono
sull’ampia distesa di
erba gelata dal freddo invernale. “Lì.. Di fronte
al piedistallo.. Ho capito.
Dipendeva tutto da me: la vita dei miei amici, delle persone che amavo,
ma
anche di persone sconosciute e a loro volta di persone da loro amate.
Andava
fatto.”
William per poco non si commosse nel sentire quelle parole. Quello era
il suo
ragazzo, anni fa così piccolo, ora un ometto così
saggio, responsabile, con la
testa sulle spalle.
“Mi dispiace di non essere rimasto lì assieme a
te, Desmond.”
Il ragazzo scosse il capo e tornò a guardarlo con un
sorriso. “Non devi
dispiacerti, non devi scusarti.. Né sentirti in colpa.
Saresti stato in
pericolo probabilmente ed io ho fatto ciò che ho fatto
proprio per poter
salvare anche te, avresti reso vane le mie gesta.” Gli
spiegò tranquillamente e
senza un minimo di rancore o risentimento nei suoi confronti.
L’uomo sorrise, allungò un braccio con il quale
cinse le spalle del ragazzo,
stringendolo. “Ti voglio bene Desmond.”
Quelle parole lo colpirono dritto al cuore, il quale sentì
quasi esplodere di
felicità: da quando si erano ritrovati non v’erano
mai stati reali momenti
‘padre e figlio’, solo tante liti, corse, parole
non dette..
“Anche io, Papà.”
Anche gli altri assassini stavano
osservando lo spettacolo
dei fuochi d’artificio, lontani, in città.
Shaun notò che Rebecca, per avere una migliore visuale, era
salita sul tetto,
così come anche Giovanni ed Alice.
Visto che lui non era così agile decise di salire al piano
superiore ed entrare
nella stanza la cui finestra dava sul tetto. La aprì e
scavalcò il parapetto,
in modo da trovarsi sulle tegole.
‘Ecco. Se scivolo giù sono morto.. Beh oddio,
magari morto no, ma una gamba
rotta me la ritrovo sicuramente. Con la fortuna che ho, probabilmente,
mi si
rompono tutte e due.’ Si lamentò tra sé
e sé.
Raggiunse Rebecca, seduta un po’ più
giù, ed una volta accanto a lei si sedette
alla sua sinistra.
La mora volse il capo e lo vide. Sorrise.
“Adoro i fuochi d’artificio.”
Commentò quello spettacolo, tornando con il naso
all’insù verso il cielo.
L’inglese sospirò per la faticata del concentrarsi
a non scivolare, poi annuì.
“Mah, sì.. Ma sono troppo rumorosi.”
Borbottò.
“Ti lamenti sempre, non ti sta mai bene niente..!”
Rispose Rebecca, ma non in
tono polemico, lo disse tranquillamente, con un sorriso sulle labbra.
Il Rosso scosse il capo, limitandosi a guardare il cielo.
“Sono felice che Desmond sia nuovamente con noi.. Almeno
oggi. Ha dovuto
passare il Natale all’Abstergo, non che avremmo fatto
chissà cosa comunque.. Ma
non deve essere stato bello. E adesso, la vigilia del nuovo anno,
è qui. Con
noi. Con suo padre.. E credo che questa sia la cosa più
importante. William ha
sofferto tanto quando l’avevamo dato per
spacciato.” E – nel dire quelle parole
– Rebecca abbassò il capo ed osservò i
due seduti sulla staccionata a
chiacchierare tra di loro.
“Speriamo sia un anno migliore per tutti noi. Ce lo
meritiamo.” Disse
l’inglese, sistemandosi gli occhiali sul naso.
“Già..” Mormorò Rebecca. Il
suo sguardo tornò sul cielo notturno variopinto dai
mille colori scintillanti e vibranti. Era uno spettacolo bellissimo e
non seppe
perché ma dentro di sé, nel petto,
sentì come una nuova speranza. Avevano
passato un anno assurdo, terribile, e nonostante tutto ce
l’avevano fatta:
erano lì, ancora, contro l’aspettativa di tutti.
Il mondo sarebbe dovuto finire
undici giorni prima, ed invece..
Shaun osservò la ragazza assorta nei suoi pensieri. Aveva un
viso così tenero:
lo sguardo assente, lontano, chissà dove, le labbra schiuse,
il naso all’insù
verso il cielo, le stelle, l’infinito..
“.. Sei bellissima..” Gli uscì dalle
labbra in un sussurro.
Rebecca tornò con i piedi per terra in quel momento. Aveva
sentito l’inglese
dire qualcosa ma solo un istante dopo realizzò che cosa.
Credeva di non aver
sentito bene, di aver capito male, frainteso.
Alzò appena le sopracciglia e volse il capo per guardarlo.
Gli occhi di Rebecca
fecero appena in tempo ad incrociare lo sguardo di Shaun che
– quest’ultimo –
appoggiò una mano tra loro due, sporgendosi verso di lei,
mentre scivolò con
l’altra mano sulla sua nuca, le dita tra i capelli, e la
attirò leggermente
verso di sé, prima di sfiorarle le labbra.
Accadde talmente in fretta che Rebecca non capì bene il
tutto, in realtà non capì
bene niente dal momento che il cuore le cominciò a
martellare nel petto e –
solo un istante dopo – si ritrovò le labbra di
Shaun sulle sue. Sbarrò gli
occhi ed avvampò, scommise di essere diventata rossa come un
peperone, ma solo
dopo aver percorso tutta la scala dei colori. Raggiunse il braccio
dell’inglese
e lo strinse appena, ma poi pian piano si abituò a quella
sensazione così
strana ed inaspettate, dunque allentò la presa e socchiuse
gli occhi. Non
sapeva bene per quanto lo avesse desiderato.. Certamente aveva sperato
in una
cosa simile da ormai troppo tempo, ma mai avrebbe pensato che sarebbe
accaduto,
soprattutto per il carattere dell’inglese, i suoi modi di
fare e beh, oltre al
‘punzecchiamento ossessivo compulsivo’ non aveva
mai mostrato alcun reale
interesse nei suoi confronti.. Ed ora non ci poteva credere.
Dall’altra parte, Shaun, era messo più o meno alla
stessa maniera: mai avrebbe
creduto di fare una cosa simile, più stupida! Quella ragazza
era
insopportabile, una testona! Era antipatica, lo punzecchiava sempre,
stava
sempre contro di lui! Ma era bellissima, nonostante tutto. Bellissima,
con un
grande cuore, una grande pazienza, era
schifosamente adorabile, tanto che gli faceva venire il
diabete! E poi… Era
perfetta. Perfetta per lui.
La baciò ancora, a lungo, con lenta passione. La sua mano
scivolò attorno alla
sua vita, avvicinandola tanto da stringerla contro di sé. In
quel momento
poteva sentire il suo profumo, il suo respiro, quasi il suo cuore
battere. Gli
sembrava come se fossero una cosa soltanto.
Rebecca portò un braccio attorno al collo
dell’inglese, mentre l’altra mano
gliela poggiò sul petto, ricambiando i suoi baci.
Desmond, di sotto con William, volse il capo per vedere dove fossero
gli altri
e – dopo aver notato Ivan, Francesca e Demetrio sotto al
portico del casale –
notò Giovanni ed Alice sul tetto e solo poco più
in là anche Shaun e Rebecca,
avviluppati uno all’altro. Sorrise e scosse il capo,
schiarendosi la voce.
“Sembra proprio che quest’anno sia iniziato nel
migliore dei modi..” Ironizzò,
sghignazzando.
“Hm?” William lo guardò con sguardo
interrogativo.
Desmond fece un cenno con il capo, così il Mentore
portò lo sguardo su di loro.
“Ahh, finalmente! Ce l’hanno fatta!”
Esclamò a quel punto, ridacchiando a sua
volta.
Il giovane sorrise e scosse appena il capo, poi tornò a
guardare le luci di
Milano in lontananza e sospirò. Inevitabilmente il suo
pensiero volò ad una
sola ed unica persona, quella biondina che gli aveva fatto perdere la
testa.
Lucy.
Angolo Autrice:
Bonsoirrrr!!!
Non ve lo sareste aspettato, neh?! u.u
Bene.. E' stata una settimana assurdamente tremenda! Un sacco da fare e... Questo fine settimana dovevo andare a Bari per i 18 di una mia amica, tra l'altro (oltre al corso e tutto il resto) ma mi sono ammalata e dunque il fine settimana l'ho passato a casa.
Il capitolo lo avevo già per metà pronto, così ho avuto modo di finirlo ed iniziare già il prossimo (e quello dopo, lol!)
Quindi sono sfinita dal corso ed ancora malaticcia, domani mattina altra alzataccia e si inizia l'affiancamento! >___<
Tengo subito a precisare che ho letto tutte le vostre recensioni e che per stasera giurin giurello e mano sul cuore rispondero a tutti, solo che è stata una settimana di puro delirio ed è già tanto se ho avuto il tempo di finire il cappy!
Sì, è un capitolo molto tranquillo u.u se lo meritano dopotutto, no?
Vi anticipo subito che nel prossimo capitolo si riprende ed arriverà una nuova persona u.u quindi stay tuned! :D
Ringrazio come al solito i miei recensori adoratissimi (<3): Hamber of the Elves, Lightning00, SlytherinSoul e xXx Fremione xXx!
Siete adoVVVabili! <3
Ringrazio tutti quanti gli altri che son passati e che hanno letto :) che hanno ancora la pazienza di seguire i miei deliri!
Eee... Credo sia tutto!
Con i recensori del precedente capitolo ci vediamo stasera con la risposta alle loro rece è.é
(Sembra una minaccia e vi assicuro che LO E'. Auhauhauha, scherzo!)
Un bacione a tutti quanti!
Grazie, grazie, grazie e grazie!