Nuove scoperte
Nel
frattempo che Kankuro e la sua squadra erano in missione, al villaggio della
sabbia le giornate scorrevano tranquillamente e nel palazzo del Kazekage le
cose da fare non mancavano mai, così il tempo, sembrava trascorrere
velocemente, tanto che a volte Gaara non aveva neanche un minuto per rilassarsi
o per andare a pranzare a casa insieme a Temari. Tuttavia quella mattina,
all’ora di pranzo, decise di fare un’eccezione e di lasciare qualsiasi impegno
avesse per poter tornare a casa e rimanerci per qualche ora, almeno il tempo
necessario per mangiare, chiacchierare un po’ con sua sorella e riflettere sugli
ultimi avvenimenti che si stavano verificando nel paese già da un po’. Chiuse
dunque il registro pieno di documenti importanti e di missioni che aveva appena
finito di aggiornare e lo ripose velocemente nel cassetto della sua enorme
scrivania, dopodiché dopo aver dato un’ultima occhiata in giro alla stanza, se
ne andò, chiudendosi la porta alle spalle. Mentre camminava nel corridoio del
palazzo, s’imbatté nel maestro Baki quindi gli salutò con un cenno del capo per
poi riprendere di nuovo a camminare a passo spedito verso le scale che
conducevano al piano di sotto, dove vi era l’uscita, ma quando fece il terzo
passo, si fermò di colpo sentendosi osservato. Senza nemmeno voltarsi, sospirò
rassegnato e disse: -che succede, maestro Baki?-
A
sentirsi chiamare con quel tono di voce autorevole, Baki sobbalzò leggermente,
assorto com’era nei propri pensieri e quando vide che il kazekage si voltò
verso di lui, poiché non aveva ricevuto
una risposta da parte sua, egli rimase ancora in silenzio, indeciso sul fatto
di affrontare un discorso pesante con il suo ex allievo, che in quel momento
sembrava stanco e parecchio stressato.
-Niente,
kazekage-sama.- negò alla fine, decidendo di rimandare ad un altro momento le
cattive notizie.
-Non
mi sembra tanto convinto, maestro.-
-Stia
tranquillo, possiamo rimandare ad un altro momento la nostra conversazione.-
-Oramai
sono qui, Baki. Almeno mi accenni qualcosa.-
-Beh…ok,
come vuole.- si arrese infine, sapendo già che Gaara non se ne sarebbe andato
senza almeno una breve spiegazione.
-Dunque,
ho delle notizie sulla squadra ninja che lei ha mandato qualche settimana fa in
cerca del capo-villaggio del paese delle cascate.-
-La
ascolto.- disse Gaara, pronto a prestare la massima attenzione a quello che gli
avrebbe riferito il proprio maestro.
-Sembra
che due membri del team 11 siano stati ritrovati privi di vita, in un posto
sperduto che appartiene al paese del fiume-, affermò con tono grave Baki.
Inizialmente Gaara non disse nulla, ma poco dopo, chiuse gli occhi un momento e
si passò una mano sulla fronte, come a voler cancellare i propri pensieri.
Successivamente posò nuovamente il suo sguardo indescrivibile verso Baki e
disse: -infondo me lo aspettavo, ma speravo di sbagliarmi.-
-Già-,
rispose l’altro. -Anch’io. -
-E
gli altri membri della squadra? Che fine hanno fatto?- chiese Gaara,
immaginando però già qual’era la risposta alla sua domanda.
-Dispersi.
Non si sa nulla.-
-Dove
potrebbero essere?-
-Difficile
dirlo, signore. Potrebbero essere dappertutto.-
-Non
capisco perché nel paese del fiume…è il paese più vicino al villaggio della
cascata…- riflettè Gaara.
-È
vero signore, ci ho pensato anch’io, se non volevano farci trovare i corpi,
perché proprio in un posto così vicino al luogo in cui noi abbiamo mandato
molti ninja per aiutare a rimettere in sesto il paese della cascata?-
-A
meno che…i nostri aggressori volessero di proposito farci trovare i due
cadaveri…- all’affermazione del Kazekage, Baki si accigliò, ma non poté fare a
meno di concordare con Gaara, prendendo in considerazione quella ipotesi.
-Certo,
questo ha senso, ma c’è una cosa che non capisco…perché farceli trovare dopo
che è passato un bel po’ di tempo?-
-A
questo posso rispondere io, se permettete.- li interruppe una voce proveniente dalle
loro spalle. Si voltarono e Gaara si sorprese della persona che vide davanti a
sé che in quel momento lo stava
salutando con un doveroso inchino del capo.
-Mi
sembrava di aver riconosciuto questa voce…che ci fai qui, Shikamaru Nara?-
-Beh,
confesso che anch’io mi sono sorpreso quando ho ricevuto l’ordine tre giorni
fa, di raggiungervi al villaggio della sabbia per aiutarvi a risolvere quello
che ha tutta l’aria di essere uno “strano rapimento”.- rispose Shikamaru,
mentre si massaggiava il collo, con il solito modo di fare, apparentemente
sempre annoiato.
-Non
ricordo di averti mandato a chiamare, Nara.- ribatté Gaara, un po’ restio a
collaborare con lui; non che avesse mai avuto qualcosa nei confronti di
Shikamaru, ma da quando l’ultima volta aveva affrontato un certo discorso con
Kankuro, non era più riuscito a togliersi quel chiodo fisso che il fratello gli
aveva messo in testa.
-Gaara
non credi che sia meglio, mettere da parte le questioni private e concentrarsi
al momento sul tuo problema?- propose Shikamaru, sicuro del fatto però che
sarebbe stato difficile collaborare con i fratelli Sabaku, soprattutto con
Gaara che si ostinava a fare il duro con lui solo a causa delle strane idee che
solo Dio sa quali, gli aveva inculcato
Kankuro.
-Credo
che il ragazzo di Konoha abbia ragione, kazekage.- cercò di convincerlo Baki.
Gaara
sembrò pensarci su un attimo, ma poco dopo, ricordandosi dei propri doveri e
quelle che erano le straordinarie capacità riflessive di cui era dotato quel
ninja della foglia, decise di collaborare, mettendo da parte ogni perplessità.
-Bene.
Solo una domanda: come hai saputo di questa storia e chi ti ha chiamato?-
-Emm…beh,
sai, le notizie volano e….insomma ho solo avuto una soffiata, tutto qui.-
“Ho capito”,
pensò Gaara, “dovrò ricordarmi di far
tacere Temari in futuro.”
-Capisco.-
si limitò a dire poi.
-Adesso
dicci tutto quello che hai scoperto, noi ti ascoltiamo ragazzo.- lo incitò a
continuare Baki.
-Ok,
ma che ne dite se andiamo a parlare in un posto più tranquillo del corridoio
del palazzo?- propose Shikamaru.
“Addio relax”,
si ritrovò a pensare Gaara.
-Potremmo
andare nell’ufficio del kazekage.-
-No,
meglio sistemarsi in un posto neutro…dove non ci sono troppe persone in giro
che potrebbero ascoltare la nostra conversazione e riferirla a qualcun altro.-
-Certo…magari
a casa mia, eh?- disse ironico Gaara, fulminando Shikamaru con lo sguardo.
-Beh,
non intendevo…- iniziò imbarazzato Shikamaru.
-No,
certo…non intendevi quello.-
Ad
interrompere quel dibattito che si stava trasformando in una battaglia, fu Baki
con la quale schiarendosi la voce, placò gli animi dicendo: -signori,
ricordatevi della tregua.- poi si rivolse a Gaara: -Kazekage, se la disturba
andare a parlare a casa sua, possiamo anche andare nella mia modesta
abitazione, non è questo il problema, l’importante è che ci allontaniamo da qui.-
Gaara ci riflettè su un secondo, lanciò un’ultima occhiata torva al ragazzo che
aveva di fronte e poi annuì, affermando in tono più pacato: -no. Andiamo pure a
casa mia, non c’è problema. È anche più vicina al palazzo.- Così i tre si
avviarono verso casa Sabaku e dopo una decina di minuti, arrivarono. Gaara li
fece accomodare in soggiorno mentre chiudeva la porta e si toglieva la tunica
da kazekage, riponendola con cura e provvisoriamente in un cassetto di un
mobile che c’era lì vicino.
-Eccoci
qui. Accomodatevi pure.- disse facendo lo stesso, abbandonandosi esausto in un
divano, mentre Shikamaru e Baki, si accomodavano in delle comode poltroncine,
che erano poste in modo da poter parlare faccia a faccia con tutti i presenti.
-Bene.
Adesso puoi cominciare a parlare Nara, hai tutta la nostra attenzione.-
-Ok. Dunque…iniziamo dal punto in cui vi ho
interrotti poco fa, mentre parlavate. Esaminando a pieno la situazione, mi sono
fatto sempre più convinto del fatto che qui le cose non sono esattamente come
sembrano o meglio: non sono come ci vogliono far credere che siano.- concluse
ad effetto Shikamaru con la sua introduzione.
-In
che senso?- domandò Baki perplesso.
-Mi
spiego meglio: se mettiamo una matita in un bicchiere pieno d’acqua e la
osserviamo, notiamo che l’oggetto in questione sembra spezzato; questo avviene
per via della deviazione dei raggi provenienti dalla parte immersa nel
passaggio acqua-vetro e vetro-aria. Giusto?- Baki guardò Shikamaru stranito,
aggrottando la fronte confuso.
-E
questo cosa c’entra con il nostro problema?-
-Nara,
non abbiamo bisogno di lezioni di fisica per il momento. Vieni al dunque, anche
se credo di aver capito dove vuoi andare a parare.-
-Ne
ero certo.- Gaara alzò gli occhi al cielo, trovando patetico il tentativo di
Shikamaru di ingraziarselo, facendo degli assurdi complimenti.
-Continua.-
-Dunque,
quello che vi ho spiegato è un concetto fisico. Cioè noi così come crediamo
inizialmente che quella matita, immersa in quel bicchiere d’acqua sia spezzata,
ma in realtà chiaramente non lo è, allo stesso modo, i nostri occhi hanno visto
una cosa che non è reale nella nostra questione o meglio, qualcosa che ci
vogliono far credere che sia reale ma che in realtà non lo è, capito cosa
intendo?-
-Sì,
credo di aver capito il concetto, ma non ho capito a quale fatto ti riferisci:
all’intera situazione o al ritrovamento dei due cadaveri?- replicò Gaara.
-Mi
riferisco al tutto. E anche per quando riguarda il ritrovamento di quei due
ninja è alquanto sospetto. Non vi sembra strano, ad esempio, il fatto che li
avete trovati solo alcune settimane dopo dalla loro “misteriosa scomparsa”,
mentre prima, avevate già setacciato la zona da cima a fondo, con i migliori
cani e ninja a vostra disposizione che avete utilizzato nelle ricerche?-
Sia
Baki che Gaara, rifletterono parecchio su quest’ultima affermazione fatta da
Shikamaru, poiché entrambi sapevano benissimo che quest’ultimo non aveva tutti
i torti e loro stessi, stavano iniziando a capire dove volesse andare a
concludere con quella spiegazione, quindi annuirono semplicemente e poi lo
lasciarono continuare a spiegargli e ad analizzare i fatti.
-Dunque,
quello che sto cercando di dirvi è che i cadaveri sono stati messi lì di
proposito, ma dopo un bel po’, perché prima non c’erano.-
-In
effetti, se fosse stato il contrario, i cani se ne sarebbero accorti….-
convenne con lui Baki.
-Precisamente.
Comunque, se le mie ipotesi sono giuste, analizzando ancora di più i corpi,
dovrebbero esserci dei segni che ci indicano che quei poveretti sono deceduti
quasi subito e sui loro corpi, dovrebbero esserci delle incisioni o dei graffi
fatti di proposito. Ah, questo cade a pennello su quello che vi volevo
chiedere: l’autopsia è stata già effettuata?-
-I
medici ci hanno detto solo alcune cose, ma ci stanno ancora lavorando.- rispose
prontamente Baki.
-Immaginavo.
Ma io, ho una foto in cui vengono ritratti i due corpi senza vita. Ora il punto
è che analizzandoli bene, potremmo notare che….-
-aspetta
un momento-, lo interruppe di colpo Gaara, -tu come diamine fai ad avere quelle
foto?- gli chiese guardandolo male.
-Ah…ehmm…come
faccio ad averle, dici? Ehmm…ha importanza?- Shikamaru mise le mani davanti a
sé, come se volesse fermare l’ira di Gaara, cosa che non gli riuscì tanto bene,
data la sua risposta.
-Chi
ti ha fornito tutti questi dettagli?- chiese ancora una volta Gaara, ma questa
volta se è possibile, in maniera più minacciosa.
-Ehi,
calma…me le ha fornite chi mi ha chiamato, ok? Io non sarei mai partito da
Konoha se prima non avessi avuto le informazioni e i tempi necessari per
analizzare la situazione ed elaborare accuratamente una strategia.- tentò di
spiegare con calma Shikamaru.
-Sì
ma “quelle” erano e sono informazioni
private! Che dovevano essere affrontate di presenza se mai e non mandate con
una semplice lettera, in modo che così chiunque avrebbe potuto intercettarle e leggerle!-
sbottò Gaara.
-Beh,
le cose più semplici sono le migliori, non trovi kazekage?- ribatté Shikamaru
con un tono improvvisamente arrogante e ironico, cosa che non piacque per
niente a Gaara.
-Senti,
Nara, se vuoi che collabori con te, devi guadagnarti la mia fiducia o io non ti
dirò nulla, ok?- gli disse con tono fermo.
-Ma…-
-Signori,
non vi sembra di esagerare e di stare divagando?- si intromise di colpo una
voce femminile, precedendo così il maestro Baki, che nel frattempo si era
alzato per dividere i due ragazzi, nel tentativo di cercare ancora una volta di
calmarli.
-Temari…non
sapevo fossi già tornata a casa.- la salutò Gaara, calmandosi un po’.
-Lo
sono da un pezzo. E vi ho anche sentiti parlare mentre ero di sopra, solo che
non volevo interrompervi.- Temari salutò con un cenno del capo il suo ex
maestro e poco dopo, voltandosi verso Shikamaru gli disse: -oh, ciao Shikamaru.
Ben arrivato.-
-Ciao
seccatura. È sempre bello rivedere la tua faccia arrogante.- le rispose
Shikamaru con un lieve sorriso, che fu immediatamente ricambiato da quello di
Temari, solo un po’ più arrogante del suo.
-Lo
stesso vale per me.-
Quando
vide che l’atmosfera stava iniziando a diventare troppo intima fra quei due,
Gaara si schiarì la voce di proposito, facendo un sonoro colpo di tosse che gli
fece guadagnare l’attenzione dei presenti.
-Temari,
visto che sei qui, siediti pure. Tanto sono sicuro che tu c’entri qualcosa in
tutta questa storia, e tu, Nara, quando smetti di flirtare con mia sorella,
riprendi da dove hai interrotto il tuo racconto.-
-Non
vuoi più sapere chi è stato a darmi quelle soffiate?- lo provocò Shikamaru, ma
questa volta Gaara non raccolse la provocazione come lui si aspettava che
facesse.
-No.
Tanto credo di sapere già chi è stato e me ne occuperò a tempo debito di questa
faccenda.- disse guardando con la coda dell’’occhio Temari, la quale per il
momento fece finta di nulla.
“truffatrice”,
pensò Gaara, guardandola male, per poi tornare ad ascoltare attentamente quello
che aveva da dire Shikamaru.
-Dunque,
vi stavo dicendo dei segni che noteremmo osservando attentamente le due foto-,
riprese mentre porgeva le foto a Gaara.
-Che
cosa notate di strano in questi segni, a parte che alcuni sono stati fatti di
proposito?-
-Non
ho mai visto quel simbolo…- dichiarò Baki, guardando con più attenzione le
foto.
–
È proprio questa la cosa strana, giusto?- chiese Temari, dando un’occhiata
anche lei.
-Bingo,
seccatura.- confermò Shikamaru sogghignando.
-Hai
capito di che si tratta?-
-Ho
cercato nella biblioteca di Konoha dappertutto, mi sono anche fatto dare il
permesso dall’hokage di chiedere informazioni ad una squadra specializzata in
ricerche di questi simboli ancora sconosciuti, ma non è servito a niente. Non
ho ancora trovato nulla, ma comunque, a sentir loro, si potrebbe trattare del
simbolo di un clan a noi sconosciuto.-
-Quindi
le tue ricerche si sono fermate qui? È per questo che hai deciso di venire
finalmente a chiedere aiuto a noi che siamo i “diretti interessati”,
rinunciando così alla soddisfazione di fare la tua comparsa solo dopo che
avresti risolto il caso?- domandò sarcastico Gaara, ricevendo in tal modo una gomitata
dalla sorella, proprio per via del tono
maleducato che aveva appena usato con un ospite. Tuttavia, il commento di Gaara
non servì a scoraggiare Shikamaru, che anzi, rise della breve scena a cui aveva
assistito.
-Ti
assicuro che non sono così egocentrico e ambizioso, anzi, se devo dire la
verità, trovo che tutta questa faccenda sia solo una grande seccatura e
credimi, se fosse stato per me, avrei volentieri rinunciato a questa missione.-
Dopo questa affermazione, calò il silenzio nella stanza, ma si mantenne solo
per pochi secondi, spezzato da Temari poco dopo.
-Allora,
ricapitoliamo: praticamente tu credi che dietro a questa storia, ci sia una grossa
balla e che c’è o un gruppetto di nostra conoscenza che non ci ha detto la
verità e che fa il doppio gioco, oppure tutto questo è vero, ma anche chi ci ha
chiesto aiuto è stato preso per i fondelli. Di conseguenza, dietro a tutto ciò,
sempre secondo te, c’è sotto un clan idiota di cui non sai né il nome, né le
origini e soprattutto non si sa perché stiano facendo tutto questo casino.
Giusto?-
-Beh,
io l’avrei detto in altri termini, ma alla fine, sì: il succo è quello.-
-In
parole povere, anche se abbiamo fatto un passo avanti nelle ipotesi, d’altra
parte siamo sempre fermi in un punto se non sappiamo nemmeno a quale clan
appartiene quel simbolo; inoltre, c’è anche da aggiungere che l’autopsia non è
stata ancora completata.- aggiunse Baki.
-Questo
è vero, ma…-
-Che
mi dici allora dei due dispersi?- li interruppe Gaara.
Shikamaru
fece spallucce e con un’aria dubbiosa rispose: -non ne sono ancora certo, ma se
la mia teoria è giusta, allora anche quello farà parte del pacchetto, in
seguito.-
-Cercheremo
di far si che non accada nulla.-
-Ne
sono certo. Comunque, considerando il fatto che al momento siamo a mani vuote e
che io sono qui senza far nulla, ti dispiacerebbe darmi il permesso per poter
accedere alla biblioteca e in particolar modo a certi “servizi” speciali?-
-Sì,
anche perché non ho altra scelta.- acconsentì seppur controvoglia.
-Fantastico!
Ti ringrazio e stai tranquillo, se avete dei segreti nascosti, con me sono al
sicuro.- disse entusiasta Shikamaru.
-Sì…certo-,
ribatté il kazekage poco convinto.
-Bene!-
esclamò Temari d’un tratto, alzandosi. – Che ne dite se adesso andassimo tutti
a mangiare un boccone prima di metterci al lavoro?- propose.
-Mmh…io
ci sto. Ho un grande appetito. In che locale andiamo?- disse Shikamaru.
-Ma
che dici? Non c’è mica bisogno di andare in un locale, sciocco! Ci sono io per
cucinare, no?- replicò lei con entusiasmo. A quella risposta, Shikamaru iniziò
a sudare freddo e a preoccuparsi: sapeva infatti delle “straordinarie” capacità
culinarie di Temari, poiché ne aveva avuto a che fare una volta e sinceramente,
non aveva nessuna voglia di riprovare ad assaggiare un suo piatto.
-Emm…sì
ma è già tardi! Perché devi metterti a cucinare per noi adesso, quando invece
possiamo andare a rifocillarci altrove per una volta?- provò a convincerla.
-Assolutamente
no! Insisto perché rimaniate! E poi, non c’è nessun disturbo, anche perché
avevo iniziato a cucinare prima che venisse Gaara e quindi sono già a buon
punto!- continuò lei testarda.
-Ma…-
-Niente
ma! Non voglio discussioni da parte tua, Shikamaru. Sei un ospite, proprio come
il maestro Baki!-
-Emm…Temari,
a tal proposito, volevo dirti che purtroppo io non posso rimanere per pranzo-,
cominciò a dire il maestro, sperando di potersene uscire.
-Ma…come?!
Perché?-
-Mi
dispiace ma ho degli impegni improrogabili che non posso rimandare. Ma ti
ringrazio comunque dell’invito, sarà per un’altra volta.- disse poi
velocemente, mentre raggiungeva di corsa la porta.
-Shikamaru.
Kazekage.- salutò poi entrambi con un cenno del capo, per poi uscire subito
dopo e in fretta, dalla casa.
-Che
peccato.- mormorò Temari.
-Già.-
convenne ironicamente Gaara, scambiandosi un’occhiata d’intesa con Shikamaru.
-Beh,
pazienza. Andiamo a mangiare noi, ragazzi!-
-Veramente,
io sono molto stanco. Credo che andrò a farmi una doccia calda e dopo, tornerò
in ufficio.- la informò Gaara.
-Ma…come?!
Mi era sembrato di capire che insieme alla stanchezza, c’era anche il desiderio
di poter rimanere un po’ a casa in tranquillità, con almeno un membro della tua
famiglia!- replicò Temari, intuendo quali erano le intenzioni del fratello.
-Sì,
ma…con tutte le informazioni che mi ha fornito Shikamaru e quelle di cui ancora
devo venire a conoscenza, ho bisogno di riflettere parecchio-, tentò di
farfugliare Gaara, dicendo in parte la verità.
-Giusto!
E quale modo migliore di una doccia calda serve a far riflettere?- lo sostenne
Shikamaru. La Sabaku sembrò pensarci su un attimo e dopo un po’, sospirò
rassegnata e disse: -Ok, capisco. Vorrà dire che ti conserverò qualcosa per
cena. Intanto, mi accontenterò di mangiare con mister seccatura e non voglio
altre scuse!- detto questo, senza lasciare neanche il tempo al povero Shikamaru
di proferire qualche parola per ribattere, lo prese da un braccio e lo trascinò
letteralmente in cucina, chiudendo la porta di colpo, come a voler sottolineare
il fatto di essere “lei” l’autorità in quella casa. Gaara sorrise alla
testardaggine della sorella e in fondo (ma molto in fondo), gli dispiaceva un
po’ per quel poveretto che era finito nelle grinfie di Temari, in balia del suo
cibo immangiabile, ma d’altronde, chi la conosceva, sapeva benissimo che era
del tutto inutile anche solo provare ad opporsi, poiché quando Temari decideva
una cosa, era molto difficile farle cambiare idea in proposito. E con questi e
altri pensieri, dopo aver fatto la tanto agognata doccia, si diresse in camera
sua per potersi rilassare un po’, almeno il tempo necessario per poter dare il
massimo al lavoro, specialmente dopo le cose riferitogli dal ninja della
foglia. Si sdraiò nel letto e chiuse gli occhi per quello che gli sembrò un
lungo e terribile istante, dove ebbe modo di rivivere i pensieri che
affollavano la sua mente in quel momento, pensieri tra cui vi era di mezzo
anche la piccola Matsuri e per la prima volta si chiese se lei non gli stesse
nascondendo qualcosa sull’identità dei suoi due amici o peggio che li stesse
proteggendo. Poi, riflettendo abbastanza a lungo, si diede dello stupido per
aver anche solo ipotizzato una cosa del genere sulla sua allieva, che per come
la conosceva lui, non era assolutamente in grado di fare qualcosa che si
sarebbe potuta ritorcere contro il suo stesso villaggio.