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Autore: unholy spirit    21/01/2014    6 recensioni
Se ogni giorno è una battaglia
Se ogni mattina ti svegli sotto raffiche di urla ed esplosioni di reiatsu
Se credi che le persone non ti rispettino quanto dovrebbero
Allora c'è solo una squadra che può riportare la pace!!
Approfittando del breve periodo di pace, e delle vacanze termali a scopo terapeutico del Comandante Yamamoto, Hirako Shinji impegnerà il miglior team del Gotei 13 nella più importante inutile missione impossibile.
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ATTENZIONE!! Il primo capitolo della storia è stato cambiato.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Byakuya Kuchiki, Un po' tutti, Zaraki Kenpachi
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Miracolo! Miracolo! Un nuovo capitolo!! (E non perdetevi lo speciale dopo le note dell’autore)
 
IL BICCHIERE MEZZO PIENO
by mrs black
 
Fissate le regole, Byakuya  si ritirò nella sua stanza per rilassarsi in attesa della cena.
Zaraki, invece, decise che andare a trovare Ichigo poteva essere una buona idea ed uscì con la scusa di fare due passi, per non insospettire il collega.


Alle 19:30 Ururu andò a bussare alla stanza di Byakuya, per avvisarlo della cena. Sentendo rumori fuori dalla porta il Nobile si svegliò di soprassalto, scoprendo di essersi addormentato sul libro che avrebbe dovuto leggere.
-Quello zotico produce più danni di quanto immaginassi- sospirò il Kuchiki cercando di ricomporsi e di cancellare dalla guancia il segno della copertina.
-Signor Kuchiki, va tutto bene?- chiese la vocina di Ururu fuori dalla porta.
-Come? Sì, certo, benissimo. Vi raggiungo subito-


Giunto a tavola, il nostro melodrammatico eroe notò subito l’assenza del sopracitato zotico, ma decise di non preoccuparsene, il Capitano Zaraki era famoso per la totale assenza del suo senso dell’orientamento e Byakuya segretamente sperava che si fosse perso per sempre, se non altro, ciò avrebbe portato ad una prematura fine della missione.  O almeno ad una cena priva di stress.
Ma, se l’ottimismo è il profumo della vita, allora le disgrazie ne sono il gusto: il Nobile aveva appena preso posto e stava quasi per prendere le bacchette, quando la terra iniziò a tremare ed un fragoroso urlo sempre più forte annunciò l’avvicinarsi di un agitatissimo Ichigo Kurosaki.
Cinque secondi dopo, il nostro ex protagonista fece irruzione nella sala da pranzo di Urahara, ululando e schiumando di rabbia, il volto completamente viola ed un luccichio folle negli occhi.
-TENETEMI LONTANO QUESTO INVASATO!! Non voglio più trovarlo in camera mia vestito in questo modo terrificante e non voglio più saperne dei suoi consigli!!- sbraitò fragolo, sputacchiando in giro.
Uno sbigottito Urahara abbassò il ventaglio, ma non riuscì a spiccicare parola, tale era la furia del giovane.
Tessai, uomo notoriamente più stoico, si alzò in piedi e separò Ichigo dal kosode di Kenpachi, permettendo a quest’ultimo di alzarsi e sistemarsi gli abiti ridacchiando.
La ormai famosa vena di Byakuya iniziò a pulsare a velocità di curvatura.
-Si può sapere cosa sei riuscito a combinare questa volta, razza di scimmione decerebrato e ottuso?-
-Ma niente- tentò di giustificarsi Kennino –volevo solo sapere se avesse fatto progressi con Orihime, così ho comprato una rivista erotica e gli ho chiesto di indicarmi quali azioni avevano già compiuto-
Lo shock congelò Byakuya sul posto.
Ichigo lanciò un urlo degno di una balena arpionata ed uscì dal negozio urlando che non voleva più avere niente a che fare con quel branco di criminali psicopatici che si faceva chiamare Gotei, le sue urla furono udibili per svariati minuti.
-Zaraki, non riesco a credere che tu abbia fatto una simile azione! Va bene essere zotici e privi di educazione, ma questo va ben oltre!-
-Kuchiki, adesso calmati, stai esagerando-
-Esagerando? Esagerando? Hirako ci ha incastrato di nuovo in una finta missione la cui imbecillità è palese in maniera che rasenta il patetico e tu ne approfitti per peggiorare la situazione e poi sarei io quello che esagera? Adesso basta! Ne ho fin sopra ai capelli di questa follia. Torno immediatamente nella mia divisione a fare i miei doveri di Capitano!-
Detto questo Byakuya tentò di strapparsi la toppa dalla divisa, ma ogni tentativo fu inutile, anzi, dopo qualche secondo,  il ricevitore del Capitano squillò e quando Byakuya rispose, la voce di Hirako fu intuibile dall’altro capo del telefono.
Finita la conversazione, Byakuya si diresse verso la sua stanza e vi si chiuse, senza aggiungere altro.
-Hirako lo ricatta- spiegò con naturalezza Zaraki.

Il mattino seguente, con gran stupore di tutti, Kisuke si alzò presto, si fece la barba, indossò vestiti decenti e accompagnò Jinta e Ururu a scuola.
-Si è messo del profumo- osservò un assonnato Zaraki indeciso se iniziare la colazione con il cibo o con il the. Risolse la questione bevendo un goccio di sakè per darsi la carica.
-Evidentemente ha deciso di abbandonare la sua reputazione sciatta- commentò asciutto Kuchiki.

Quando Kisuke rientrò, due ore dopo, era la personificazione della furia. Senza dire una parola, prese Benihime e andò nel sotterraneo  a scaricare la rabbia.
-Boss? Boss? Va tutto bene?-
-Signor Tessai, mi servono altri cinque minuti e poi vi spiegherò tutto-
Dopo una rilassante doccia, Kisuke si sedette al consueto tavolo, pronto a dare spiegazioni.

-Come sapete, la professoressa di Jinta mi ha convocato a scuola. Non pensavo fosse nulla di grave, ero convinto che fossero le solite cose……-

*flashback*

Urahara Kisuke entrò in sala professori, notando con un certo piacere  che era vuota e, sorridendo cordialmente, si diresse verso la giovane insegnante di Jinta.
-Ah, buongiorno signor Urahara, prego, si sieda- lo accolse lei con un sorriso.
Incoraggiato, Kisuke ricambiò il sorriso e si sedette, aggiustandosi la giacca per avere un’aria sexy e professionale e facendo in modo che lei notasse il suo profumo.
-Jinta mi ha detto il motivo della convocazione-
-Ah, gliene ha già parlato? E cosa ne pensa?-
-Beh, penso che domani sera sono disponibile per andare a cena fuori- fu l’enigmatica risposta di Kisuke, accompagnata da un sorriso seducente.
-Come scusi?- chiese lei.
-Ehm, non…-
-Credo che andare a cena fuori non risolverà il problema-
-Problema?-
-Ma Jinta le ha parlato o no?-
-Beh, sì, ma…-
-Forse andare a cena fuori e lasciare che il ragazzo continui a fare la solita vita non lo aiuterà. Lei fa spesso di queste cose? Esce, torna tardi e lascia i ragazzi a casa da soli?-
-Sanno badare a loro stessi…-
-Quindi lei ed il suo compagno siete soliti uscire senza preoccuparvi?-
-Compagno?-
-Il signor Tsukabishi-
-Eh?-
-Signor Urahara, mi perdoni se glielo chiedo, ma ha per caso fatto uso di sostanze stupefacenti questa mattina? Mi sembra parecchio…… strano…-
-No, è solo che non mi ero mai accorto che la situazione fosse così grave-
-Oh, capisco. Ma secondo me siamo ancora in tempo per rimediare. Deve iniziare a lavorare da oggi però. Ecco, questi sono i recenti voti di Jinta e i provvedimenti disciplinari dell’ultimo mese-

*fine flashback*


-Capite? Mi ha fatto fare la figura del cretino!! Ero convinto che andasse tutto bene, che fossero le solite marachelle facilmente risolvibili ed invece Jinta è praticamente un teppista!! E come se non bastasse, mi ha fatto passare per imbecille totale...-
-Mah, non c’era bisogno di impegnarsi per quello….- sussurrò Byakuya, senza farsi sentire.
-Ero seriamente convinto che la professoressa potesse avere interessi nei miei confronti ed invece…..invece niente, scopro che Jinta è a rischio! E che tutti credono che Tessai sia legato a me sentimentalmente…  è a dir poco imbarazzante scoprire che voci girano sul proprio conto in questo modo! Sono oltremodo furioso!-
-Io sono indignato- commentò Tessai, lui aveva certamente gusti più raffinati in fatto di partner.
-Io adesso ho capito il perché del profumo…- bisbigliò Zaraki.
-Credo sia arrivato il momento di mettere in riga quei ragazzi!- concluse Kisuke, con lo sguardo acceso dalla determinazione.
-Ed è per questo che noi siamo qui, vero collega?-
-Sì-
-Più entusiasmo Kuchiki!!- Zaraki gli diede una vigorosa pacca sulla spalla.
-Urahara, il mio mal di testa sta per tornare, perciò sarò breve – sospirò Byakuya, sull’orlo del collasso nervoso – devi imporre la disciplina a quel marmocchio, smettila di farti trattare come un inutile tappetino. L’adolescenza finirà, ma tra molto tempo ed è chiaro che non vuoi passarlo  a farti prendere in giro, no?-
-No, certo che no….-
-Bene! Allora smettila di fare il mollaccione. Eri un Capitano, fatti rispettare di nuovo!!!-
-Ehm…….-
-Ah già, dimenticavo che eri un Capitano poco autorevole. Allora dovrai diventarlo. Basta essere pazienti! Basta lasciar correre! Jinta va messo in riga, che gli piaccia o no. La disciplina è essenziale.-
-Cosa devo fare Kuchiki-san?-
-Ascoltami molto attentamente….-

Jinta tornò a casa nel tardo pomeriggio, cercando di non farsi vedere, ma non appena giunse in camera, trovò Kisuke ad aspettarlo.
-Ciao Jinta. Ho avuto il piacere di parlare con la tua professoressa, oggi- sussurrò Kisuke, congiungendo le punte delle dita.
Il rosso rabbrividì.
-Ehm, è andata bene?- chiese in un disperato tentativo di salvarsi la vita.
-No, non è andata bene Jinta. E le cose stanno per peggiorare ancora, per te, intendo- sussurrò Kisuke, con un luccichio folle negli occhi –sei in punizione!- decretò con tono deciso.

Jinta ricordò per sempre quel giorno come uno dei più brutti della sua vita: animato da un fanatismo delirante, Kisuke lo costrinse a riordinare l’intero magazzino del negozio, a spazzare l’ingresso, a pulire la sua camera ed infine a studiare.
Tessai e Ururu non sapevano se essere più preoccupati per il drastico cambiamento del direttore del negozio o per il povero Jinta, costretto a faticare come mai aveva fatto in vita sua.
Mosso a compassione, Tessai preparò il piatto preferito di Jinta per cena. Il ragazzo mangiò in silenzio e si ritirò in camera per finire i compiti.
-Sono sorpreso- disse Zaraki –non credevo che tu avessi le palle Urahara- concluse fissandolo con un misto di rispetto e stupore.
-Grazie- gli rispose asciutto Kisuke.
-Sì, direi che il tuo imporre la disciplina al ragazzo è stato accettabile –commentò Byakuya –ma non devi perdere il ritmo, domani lo farai lavorare ancora ed il giorno dopo anche, finchè non avrà imparato un po’ di umiltà-
Tessai alzò le sopracciglia e lanciò uno sguardo scettico al Kuchiki, chiaramente dubbioso della sua esperienza in fatto di “umiltà”.
-Ricordati che dovrai mantenere questo atteggiamento finchè il suo comportamento ed i suoi voti non saranno nuovamente accettabili, non allentare mai la corda del tutto, lascialo un po’ più libero se vedi segnali positivi, ma se sgarra nuovamente puniscilo. Solo così si impara la disciplina.-
-Certo, Kuchiki-san, mi ricordo che anche il signor Shihouin lo diceva sempre-
-Sì, lo diceva, ma poi si lasciava intenerire dalla figlia. Tu, invece, non dovrai ripetere gli stessi errori, chiaro?-
-Ehm, sì….però, ecco, non è nella mia natur…-
-NON MI INTERESSA! Non stiamo parlando di cosa ti piace fare o non fare, Urahara. Stiamo parlando di educare dei bambini indisciplinati e dar loro modo di vivere decentemente e non da cafoni nella vita adulta! Questo deve andare oltre quelli che sono i tuoi comportamenti o le tue abitudini, forza un po’ il tuo carattere, non piangere come una femminuccia!- il tono di Byakuya non ammetteva repliche.
Zaraki fissava il collega, stupito da tanta aggressività; una lacrima di “maschio rispetto” rigò il volto del Capitano Undici, forse Kuchiki, il suo rivale per forza e reiatsu, sotto sotto era un vero uomo: rozzo e violento, come Zaraki aveva sempre sostenuto dovesse essere un vero uomo; cosa che spiegava ogni mattina ai suoi uomini e a Yachiru.


Quella notte, Byakuya dormì serenamente, convinto del fatto che ormai il loro compito fosse terminato e potessero andare a casa. Ovviamente si sbagliava.
Il mattino seguente Jinta si alzò, mise i libri nello zaino, rifece il letto e si avviò a scuola senza salutare.
Kisuke lo osservò andarsene, con un groppo in gola.
-Fermezza, Urahara, fermezza- disse Byakuya, disapprovando quel piccolo cedimento sentimentale.
-Buongiorno signorine- esordì Zaraki entrando in cucina –dormito bene?-
-Sei di buonumore Zaraki?- chiese il nobile, infastidito da tutto quel chiasso.
-Ovvio, finalmente voi due avete iniziato a comportarvi da uomini, questo vuol dire che stasera andremo ad ubriacarci!-
-Non vedo il nesso….-
-Non trovare scuse per non bere Kuchiki, pensa a trovare scuse per bere!-
Detto questo, il nostro eroe uscì trionfalmente di scena, boken in spalla, per andare ad allenarsi e a sonnecchiare sul tetto………… di casa Kurosaki.

Quel pomeriggio, Jinta non rientrò a casa prima delle sei e Kisuke fu costretto ad escogitare una nuova punizione: il lavaggio dei piatti.
Dopo aver fatto una sfuriata al ragazzo, lo mise in cucina a rassettare tutto. Jinta brontolò, si oppose, si lamentò, ma fu inutile, Urahara non cedette di un millimetro. Rassegnato, il ragazzino lavò tutto.

Finito il lavoro, Kisuke controllò che ogni cosa fosse pulita.
-Questo bicchiere è ancora sporco- disse, prendendone uno  in mano per guardarlo.
-Ma non è vero, l’ho lavato due volte- protestò Jinta – è lustrissimo!-
Il biondo scienziato guardò Jinta, guardò il bicchiere, di nuovo Jinta e poi sputò nel bicchiere.
-È ancora sporco. Lavalo-
Dall’altra stanza, Byakuya osservava la scena, chiedendosi se per caso non avesse creato un mostro.
Zaraki era seduto in un angolino a compilare un quadernetto misterioso, borbottando parole incomprensibili che suonavano stranamente simili ad orari, come se stesse sorvegliando qualcosa. Finito di annotare i suoi misteriosi appunti, chiuse il suddetto quaderno con uno scatto, si alzò in piedi e decretò:
-Andiamo a bere!-
Byakuya e Urahara non ebbero altra scelta che seguirlo.


Continua…..

 


Note: chiedo umilmente scusa per il ritardo.
Non credevo di impiegarci così tanto a scriverlo, ma spero che la lunga attesa sia stata ripagata.
Purtroppo questa storia è molto complicata e scrivere scemenze divertenti su questo tema si sta rivelando veramente difficile. Inoltre, università e vita privata si mettono continuamente in mezzo, perciò scrivo quando trovo il tempo, sacrificando le ore di sonno, apprezzate lo sforzo.
Tenete d’occhio Zaraki, potrebbe tornare utile xD
Le recensioni sono un atto d’amore.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi lascio al mini episodio della mini serie a puntate:

 
“The importance of being Byakuya”
(Alternate Universe)

Byakuya, Gin e Soi Fon stavano tornando da scuola, dopo il corso pomeridiano, discutendo dell’ultima assemblea di Istituto e di alcuni provvedimenti disciplinari presi nei confronti di un paio di teppisti. Come al solito, Byakuya e Soi erano favorevoli a punizioni severe: le regole non vanno infrante; Gin, invece, era più incline a lasciar correre, in fondo la vita è bella perché si scherza e ci si diverte, no?
Ad un certo punto, la loro discussione venne interrotta da delle grida in lontananza: due uomini, sulla cinquantina, un po’ brilli, litigavano fuori da un bar, spintonandosi e minacciando di venire alle mani. I tre si fermarono a guardare, Byakuya, in particolare, osservava la scena con un cipiglio estremamente severo, disapprovando totalmente questo comportamento.
Ad un certo punto, uno dei due uomini si accorse di loro e cominciò ad apostrofarli:
-Che avete da guardare eh? Allora? Come vi permettete? Tu, damerino, chi ti credi di essere?-
-Byakuya Kuchiki-
-Oh…mi scusi tanto signorino Kuchiki, guardi pure quanto vuole. Anzi, la smettiamo subito, non volevamo infastidirla-
-Sì, ci scusi tantissimo- fece eco l’altro. E i due rientrarono nel bar tenendosi a braccetto.
Gin e Soi se ne andarono senza commentare.
-Ragazzi?- li chiamò perplesso Byakuya.


Fine
  
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