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Autore: LIttlE_PePpErmIt    21/01/2014    1 recensioni
Nella piccola e modesta cittadina di Brigman la vita procede tranquilla, in una apparente pace...
Ma il ritrovamento di una ragazza senza memoria sconvolgera' il suo equilibrio precario: vecchi rancori saliranno alla luce, misteriose sparizioni e strani avvenimenti metteranno a dura prova tutti i suoi abitanti. Ma il segreto di tutti quei fatti e' racchiuso nella memoria perduta della ragazza....
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10 

Il cielo si è fatto cupo, e grossi nuvoloni grigi si avvicinano minacciosi al paese. Amy cammina a capo basso, respingendo con il proprio corpo il forte vento che si è creato,  che sferza ed ulula per le   strette vie di Brigman. Finalmente Amy arriva a casa Tomlinson. Apre la porta e si imbatte in Maura ed Anne: avendo capito che rimanere lì non avrebbe aiutato il ritorno dei loro figli, grazie anche alle parole dei coniugi Tomlinson, esse avevano salutato Johanna e Mark e si erano avviate verso l'ingresso della casa. Amy le saluta con un cenno del capo e un sorriso timido, che viene ricambiato dalle due donne.
Quanto vorrei che Harry e Niall non fossero spariti, pensa Amy osservando le due donne attraversare il giardino della casa.
- Avete risolto? - Chiede Amy a Johanna. La donna è seduta su una delle sedie poste intorno al grande tavolo rotondo della cucina, lo sguardo fisso su un punto indefinito.
- Risolto ... Siamo solo riusciti a convincerle a tornare alle rispettive case, niente di più. Domani torneranno di sicuro e ... Non saprò cosa dirli. -
Più che risponderle sembra parlare da sola. Comprendendo lo stato d'animo della donna Amy esce dalla cucina e sale verso la sua camera, ancora vogliosa d'ottenere una spiegazione decente da Louis.
Dalle camere non proviene alcun rumore: probabilmente saranno tutti a dormire, riflette lei. Domani torneranno a scuola, tentando invano di riprende il vecchio ritmo e le vecchie abitudini. Dovranno far finta che tutti i ragazzi rapiti non fossero mai scomparsi per riuscire a riprendere la vita com'era prima, ma tutti sono consapevoli che non sarà facile, se non quasi impossibile.
Amy entra in camera e il suo sguardo si posa sulla figura di Louis, che dorme sdraiato supino sul suo letto. Le braccia sono incrociate dietro la testa e il petto si muove regolato dai suoi lenti respiri. Ha un'espressione tranquilla e rilassata.
La ragazza si siede accanto a lui e lo osserva in silenzio. Quando dorme, pensa Amy con un sorrisone dipinto in volto, è davvero tenero. Quella vista quasi le scrolla di dosso tutta la rabbia che aveva prima.
Louis apre lentamente gli occhi e, alla vista della ragazza seduta sul suo letto, sorride dentro di sé.
- Ciao, da quanto tempo mi stai fissando? - Le domanda innocentemente.
Lei gli lancia un'occhiataccia, poi risponde - Mi sono appena seduta. E ... Dovrei .. - Fa un bel respiro profondo e continua la frase - Chiederti-una-cosa-importante. - Dice tutto in un fiato.
- Certo, chiedi pure. - Ma proprio, nel momento in cui Amy apre la bocca, la porta della camera si apre ed entra la piccola Daisy.
- Lou ... Non riesco a dormire, stai un po' con me?
Il ragazzo si avvicina alla bambina, la prende in braccio, e dice - Che fratello maggiore sarei non lo facessi? Amy aspettami, arrivo subito.
Non appena la porta si chiude la ragazza impreca dentro di se. Si può che ogni volta che è da sola con Louis, nella loro camera, arrivano sempre una delle due gemelle?! Deve essere una maledizione del destino.
Amy si teletrasporta sul proprio letto, abbraccia il cuscino ed aspetta. Quando Louis torna nella camera lei si è addormentata.
Lui la scuote un poco - Amy, mica di dovevi chiedere qualcosa?
Lei si stropiccia gli occhi e di malavoglia e con la bocca ancora impastata dal sonno gli dice
- Beh in pratica oggi stavo chiacchierando con Siva e ...
- Scusa, con chi stavi parlando? - L'aggredisce Louis. Okay, questo non è il modo migliore per iniziare il discorso ...
Poi lei continua a parlare, reprimendo a stento l'irritazione - Non ti deve importare con chi parlo. Comunque tornando alla parte importante del discorso, lui mi ha detto che assomiglio ad una ragazza ... - Nelle ultime tre parole Amy ha rallentato la velocità per l'espressione dipinta sul volto del ragazzo: rabbia e ... odio? Lei non riesce a distinguere con chiarezza quel secondo sentimento.
- Ti ha detto come si chiama, vero?! E' per questo che sei venuta da me!
- Mi - mi ha solo detto il suo cognome. Felton. -
Louis si alza dal letto e con una manata butta a terra tutti i libri appoggiati alla loro scrivania.
- Doveva stare zitto quel cretino! Non toccava a lui  parlarti di questo! E' solo un emerito idiota! E tu pure! Non capisci niente, niente di niente! - Louis sputa quelle parole acide come veleno che corrode lentamente il cuore di Amy. Si avventa sulla porta e, mentre sta per uscire le urla di nuovo
- Non chiedermi più niente su questo? Okay?! - Poi sbatte la porta con ferocia.
Amy, piuttosto scossa, si accuccia sul proprio letto, lasciando che calde, silenziose e confortarti lacrime scivolino sulle sue bianche guance. Dopo un tempo indefinito la porta si riapre ed appare l'amichevole figura di Johanna che, al sentire tutto quel trambusto creato di Louis, aveva deciso d'andare a controllare cosa fosse successo. Non appena vede Amy piangere le si sdraia accanto, la coccola con la dolcezza di cui solo una mamma è capace e le canticchia questa canzone:
 

Dolce, piccolo fiore,
stella luminosa del cielo,
Tienimi accanto a te, angelo del paradiso.
Vedrai, un giorno, dorati campi di grano
e il blu più profondo del mare.
E sempre ricordarti:
sii forte, fallo per me.

 
Dopo qualche minuto di silenzio, nei quali i singhiozzi di Amy si erano fatti man mano più rari, fino a scomparire, Johanna dice:
- Questa canzone me la cantava sempre mia nonna quando, da bambina ero triste o di cattivo umore. Si sedeva sul suo cigolante dondolo, mi prendeva sulle sue gambe malferme e, mentre eravamo cullate dal movimento regolare del dondolo, cantava con la sua voce roca questa filastrocca. Mi faceva sentire subito meglio, ogni volta che la sentivo, soprattutto se a cantarla era lei.
Amy si asciuga gli occhi ancora un po' umidi e dice a Johanna - E' molto bella, ed ha fatto effetto anche su di me. La donna sorride e le schiocca dolcemente un bacio sui capelli rosso fuoco. - Lo so, è molto bella.
 

* * *

 
Nel paesino trascorrono tre giorni di apparente tranquillità. La scuola è ricominciata, ma ne professori, ne alunni hanno voglia di ricominciare. Le classi sono dimezzate, e senza tutti quei ragazzi la scuola sembra quasi un istituto fantasma per quegli studenti che sono rimasti. Nel cuore di tutti c'è solo paura e tristezza, poiché ognuno teme d'essere il prossimo ad essere strappato alla propria famiglia. Louis ed Amy trascorrono quei giorni senza parlarsi. La ragazza preferisce di gran lunga la compagnia di Siva e Jay, seppellendo per poche ore il pensiero dei suoi litigi con lui.
- Ma tu stai sempre con noi? - Chiede un giorno Jay alla ragazza. Lei risponde con una scrollata di spalle e dice
- Se vi do fastidio vado via senza problemi.
Siva l'abbraccia da dietro e scherzando la rimprovera - Dai Amy! Non fare la permalosa!
Lei si lascia coccolare da quelle braccia forti, che tanto le ricordano quelle di Nathan.
I tre escono dal scuola ed iniziano a camminare per le strade del paese, riparati dalla pioggia grazie ai loro ombrelli.
- Sapete, la pioggia di questi giorni è la prima che vedo da quando mi sono trovata qui a Brigman... - Osserva Amy con tono sognante.
- Davvero? Allora dovresti andare nel bosco a nord di Brigman. Lì, dopo circa 10 minuti di cammino, c'è uno spiazzo chiamato  "Radura del pianto", poiché è pieno di salici piangenti. Quando piove lo spettacolo è stupendo. - Le dice Jay.
- Perché non ci andiamo? Tanto oggi nessuno di noi ha di meglio da fare, vero?! - Propone Siva. Gli altri due accettano volentieri la sua idea, e quindi si incamminano verso la radura.
La pioggia, così fitta ma allo stesso tempo così leggera, rende difficile vedere con chiarezza. Il contatto delle gocce con l'asfalto, con i tetti delle case, con le folte fronde degli alberi, produce un dolce e ritmico picchiettio. Le nuvole non sono pesanti, ma di un colore tra il grigio e il bianco e lasciano filtrare i raggio solari, che donano all'ambiente una sfumatura gialla. L'aria è impregnata di un forte odore di erba bagnata.
I tre camminano a passo lento, interrompendosi molte volte per osservare questo, o quello, o per chiacchierare con tranquillità.
- Sono felice d'essere qui ...
- Ti capisco Amy, in fondo Brigman è un bel paese. - Dice Jay. Amy scoppia a ridere. Si avvinghia al braccio destro del biondo ed appoggia la testa sulla sua spalla.
- Cretino, intendevo che sono felice di trovarmi con voi in questo momento.
- Sei così tenerella piccola testa rossa. - La prende in giro Siva usando un tono volutamente a falsetto.
- Sei insopportabile Seev! D'ora in poi parlerò solo con Jay. - Amy caccia fuori la lingua al moro. Tutti e tre scoppiano a ridere. Ma qualcosa alla fine della via attira l'attenzione della ragazza: sembra una persona, ma cammina in modo strano, come se zoppicasse o portasse un grosso peso.
Quando sta per parlare ed indicare quella figura ai due ragazzi, nota che loro se ne sono già accorti, poiché guardano nella sua medesima direzione.
- Avete visto? - Chiede Jay. Il suo volto esprime curiosità, ma anche paura e speranza: paura che quella figura possa rivelarsi l'ennesimo mostro pronto a rubargli le persone alle quali tiene di più, ma anche speranza che possa essere uno dei suoi amici scomparsi.
- Forza! Andiamo a vedere! - Amy butta a terra l'ombrello ed inizia a correre sotto la pioggia battente.
Jay e Siva si guardano scambiandosi uno sguardo che sembra dire:"E' una pazza e piccola testa rossa, cosa ci vuoi fare?" e le corrono dietro.
Amy vorrebbe teletrasportarsi, sente come uno strano formicolio nel centro della pancia, ma si trattiene per paura che qualcun altro possa venire a conoscenza del suo segreto. Più si avvicina, più la figura si fa nitida, e lei riesce a distinguere un ragazzo che cammina tenendo tra le braccia e sulle spalle altre due persone. Il cuore di Amy fa una capovolta: quelli sono Max, Tom e Nathan.
La ragazza fa un balzo in avanti, appena in tempo per afferrare Max, ormai stremato da quella camminata. Poco dopo arrivano anche Jay e Siva, che non riescono a trattenere un'imprecazione di stupore; finalmente i tre ragazzi sono tornati, ma la loro gioia viene repressa dalla costatazione delle loro condizioni: i corpi sono mantidi di sudore, i vestiti sporchi e fradici, sul viso un'espressione assente e sconvolta.
- Invece di stare lì a fissarli come se foste dei baccalà prendete Nathan e Tom. Io non riesco a tenerli tutti e tre. – Li ammonisce Amy.
- Ai suoi ordini nostra signora-padrona. – La prende in giro Jay. Afferra Nathan e, ignorando le fitte della spalla non del tutto guarita, lo prende in braccio. Lo stesso fa Siva con Tom.
- Amy, secondo me non riesci a portare Max, anche con tutta la tua buona volontà. – Commenta Siva. Già, purtroppo non sono un ragazzone alto un 1,80 m come voi, ma forse una soluzione al problema ce l’ho.
Amy scuote con energia Max, ma lui non si riprende. Allora  inizia a chiamarlo più volte per nome ed egli risponde producendo suoni inarticolati dalla bocca. Più sicura Amy lo alza e appoggia un braccio del ragazzo intorno alle sue spalle, usandole come stampelle umane.
- Sicura quindi? Riesci? – Le domanda premuroso il riccio. Lei annuisce e lui continua – Perfetto. Allora portiamoli a casa del dottor George, avranno sicuramente bisogno di cure.
Detto questo i tre si incamminano verso l’abitazione. Dopo circa 10 minuti sono arrivati: la casa è un comunissimo edificio di Brigman, se non fosse per quell’aura di austerità che irradia da ogni parte, forse per colpa delle pareti in legno dipinte di bianco, per l’ordine e la cura con cui è tenuto il giardino, o per la scritta in oro sul citofono che dice “Casa  e studio del dottor William George.”
Siva suona. Dal citofono una voce roca risponde – Si, chi è?
- Scusi sono Siva Kaneswaran e ho qui delle persone che hanno bisogno delle sue cure e..
- Non sarà un altro dei vostri scherzo, vero?!
- No. Abbiamo … Ritrovato Max e gli altri.
Silenzio di qualche secondo, poi la voce risponde – Entrate forza! – E il cancello si apre con un clic metallico.
L’interno dell’abitazione è austero e ordinato come l’esterno. Niente fuori posto, tutto pulito e le pareti di ogni stanza sono di color bianco.
Deve avere una personale fissazione verso questo colore, pensa Amy ironicamente.
Vedendo il divano vi si precipita con l’intenzione di appoggiarci il corpo svenuto di Max, ma una voce la blocca.
- Non lì, venite in quest’altra stanza, ho tutto il necessario per curarli.
I tre seguono il dottor George in una stanza accanto al soggiorno: è molto luminosa ed è arredata esattamente come una camera d’ospedale, solo più piccola.
- Non pensavo che aveste tutta questa attrezzatura. – Commenta Jay
- Brigman è un paese piccolo, ma bisogna essere pronti per ogni evenienza, soprattutto perché l’ospedale più vicino è a 30km da qui.
Nella stanza ci sono due letti. Siva appoggia su uno Tom e lo fa sdraiare.
- Insomma … Una passeggiata.
- Jay tu vieni con me. Ho ancora un’altra stanza come questa dove mettere Nathan.
I due escono. Amy, finalmente libera dal peso del corpo del ragazzo, sbuffa stanca.
- Per fortuna almeno loro sono di nuovo qui. – Siva non riesce a nascondere la propria gioia.
- Anch’io sono felice, ora il dottor George li curerà, si riprenderanno presto e tutto tornerà come prima! – Amy è ottimista, ma non sa che la sua premonizione è completamente sbagliata: niente sarà più come prima, ma loro questo non lo sanno ancora.
Mentre il dottore controlla e cura i tre ragazzi, Amy Siva e Jay si accomodano in soggiorno, aspettando con ansia il responso del uomo.
- Beh, per fortuna è tutto apposto. Non sembra che abbiano niente di strano o rotto, ma poi devo fare altri controlli quando si sveglieranno, ora se volete potete tornare alle vostre case. – Annuncia il dottore dopo circa un’ora di attesa.
Jay si alza e con sguardo cupo annuncia – Scusi, ma con questo tempaccio preferirei stare qui.
George si avvicina alla finestra – Perché che temp … - Le parole gli muoiono in gola al vedere lo spettacolo esterno: la pioggia di quel pomeriggio si è tramutata in una vera e propria tempesta, il cielo è nero e gli unici suoni che si sentono sono lo scrosciare della pioggia e i tuoni.
Ad intervalli regolari i lampi rischiarono per pochi secondi quell’oscurità quasi totale.
- Beh .. In compenso è meglio che state qui. Ma io ho solo un letto, non so dove mettervi … - Il tono del uomo è pieno di rammarico.
- Nella camera di Nathan c’è un secondo letto?
- Si Amy, perché?
- Posso dormire lì io.
- Perfetto e .. voi ragazzi?
I due si guardano e Siva risponde per entrambi.  – Il divano andrà benissimo.
- Perfetto, se volete chiamare le vostre famiglie è meglio, io intanto preparo un bel piatto di spaghetti al pomodoro per tutti.
La serata passa in fretta, dopo aver avvisato e mangiato i tre amici rimangono un po’ a parlare nel soggiorno, mentre il dottore si chiude nel suo studio al piano terra.
- Sono stanca, io vado a dormire.
- Okay Amy. Buona notte!
- Buona notte ragazzi.
La ragazza entra in camera e, sul secondo letto, vede appoggiati una maglietta e un pantalone lungo fino alle caviglie. Sorride, il dottore è riservato, ma sa come trattare degli ospiti. Si cambia e si infila sotto le coperte ed osserva per un po’ Nathan.
 
Fuori la tempesta infuria, ma in quella camera regna la pace. Guardando il ragazzo Amy è felice come non mai, perché lui è lì, accanto a lei.  Dopo il suo sogno e il racconto di Siva la sua preoccupazione per la sorte di Nathan si era tramutata in un vero e proprio chiodo fisso, che la sera la teneva sveglia per ore.
Ora potrà tornare a riposare con un peso in meno sul cuore. Rapidamente appoggia le sue labbra su una guancia del ragazzo, per paura che si potesse svegliare, poi torna sotto le coperte.
La mattina seguente i raggi del sole entrano violenti nella camera, diffondendo la luce in ogni punto. Amy si sveglia producendo un rumoroso sbadiglio. Si gira ma vede il letto accanto a lei vuoto. Spaventata si mette a sedere ma si rilassa vedendo un ragazzo, quel ragazzo, girato di spalle che guarda fuori dalla finestra.
Amy si alza, si avvicina a lui, e lo abbraccia da dietro. Lui sobbalza, ma intravedendo una massa di capelli rossi si calma e sorride felice.
- Ehi ciao. – La saluta.
- Ehi ciao? Sei scomparso per una settimana, rapito da chissà chi, ti abbiamo ritrovato mezzo morto, e tu quello che dici è solo ciao?! – Amy è arrabbiata, ma in fondo anche felice di potergli parlare di nuovo. Lui le scompiglia i capelli e la stringe fra le sue braccia. Lei si lascia avvolgere, godendosi il contatto fra i loro corpi.
- Non sai quanto mi sei mancata. – Le sussurra dopo diversi minuti di silenzio.
- Anche tu, un sacco. Ma cosa hai fatto in questi giorni lontano dal paese? Cosa ti è successo?
Lui si stacca per riuscire a guardarla bene in viso.
- Sinceramente? L’ultima cosa che mi ricordo è il bosco e .. Quelle specie di mostri … Poi niente. Jay e Siva stanno bene?
- Si loro sono riusciti a scappare
- Tom  e Max?
- Li abbiamo trovati ieri insieme a te.
- Un’ultima cosa, ma ora dove ci troviamo?
- Oh, giusto. Siamo a casa del dottor George. Ieri vi ha curato lui.
Mentre Amy sta parlando, lei e Nathan sentono degli strani suoni provenienti dal corridoio. Escono per vedere cosa sta accadendo e si trovano davanti ad un bello, ma strano spettacolo: Max e Tom, erano appena usciti dalla loro stanza, piuttosto confusi, mentre Siva e Jay si trovavano in fondo al corridoio. Non appena li vede, Jay li corre incontro con un urlo disumano. Loro si girano, realizzano chi è il soggetto pazzo che sta correndo, e a loro volta gli saltano addosso, urlando frasi senza senso.
Nathan ed Amy scoppiano a ridere. – Basta, siete ufficialmente dei pazzi. – Dice Amy tra una risata e l’altra. Lui le fa l’occhiolino, poi si unisce all’abbraccio di gruppo proprio mentre Siva salta in groppa al riccio biondo.
I cinque si sciolgono dopo un po’. – Sapeste come siamo stati in pensiero.
- Posso immaginare, con una mammina come te Siva – Scherza Max.
- Ehi ci sono anch’io! – Urla Amy.
Tutti si girano e la salutano. – Andiamo al bar Limbo, ho una certa fame. – Dice Tom passandosi una mano sulla pancia.
- Ringraziamo prima il dottor George. Mi sembra il caso dato che siamo a casa sua. – Suggerisce Nathan. Max si rabbuia
- Perché siamo qui? – Chiede
- Perché è l’unico dottore in tutta Brigman. Ascolta, sappiamo tutti che non vai d’accordo con tuo zio, ma non potevamo per questo lasciarti svenuto in mezzo alla strada. –
- Jay ha ragione. – Aggiunge Siva.
- Si, non fa nulla. Scendiamo allora, poi andiamo a mangiare. – Il ragazzo sembra aver riacquistato un tono gioviale. L’uomo è in cucina, che cuoce in un piccolo padellino uova e pancetta.
Quando li vede tutti sulla soglia sorride – Già svegli? Sono solo le otto di mattina.
- Già. La volevamo ringraziare per le sue cure. – Inizia Tom
- Ringraziarmi? E’ il mio dovere. Piuttosto ora come state?
- Bene. – Rispondono insieme i tre interessati.
- Tra qualche ora verrò alle vostre case a farvi un’ulteriore controllo, vedete di esserci, okay?! – Mentre dice questo squadra in modo particolare Max, che risponde con uno sbuffo, poi annuncia
- Dai ragazzi usciamo. Grazie mille zio.
Ringraziando per l’ennesima volta tutti escono.
L’atmosfera è fresca e luminosa. La pioggia del giorno prima ha lasciato nell’aria un’atmosfera umida, ma anche frizzante. Si sente odore di cambiamento in ogni dettaglio delle vecchie vie di Brigman.
- Non so voi, ma io ho una strana sensazione … - Dice Nathan.
- Sarà solo una tua impressione. – Dice Amy. Lui la guarda negli occhi, per poi dire – No, ne sono convintissimo, oggi accadrà qualcosa.
Non appena arrivano in piazza non credono ai propri occhi: per terra vi sono tutti i corpi dei ragazzi che erano spariti nei giorni addietro. Da qualche casa partono delle grida di gioia. 

SPAZIO AUTRICE
OH, FINALMENTE IL CAPITOLO 11! :)
CI HO TENUTO UN SACCO A SCRIVERLO, MA CREDO CHE IN GENERALE MI SIA USCITO BENINO <3
SPERO DI RICEVERE QUALCHE RECENSIONE PER CAPIRE COSA MIGLIORARE IN QUESTA STORIA, PER RICEVERE CONSIGLI E, FORSE, ANCHE DELLE CRITICHE.
RINGRAZIO TUTTI QUELLE CHE LEGGONO, HANNO MESSE NELLE PREFERITE, SEGUITE E SOPRATTUTTO CHI HA RECENSITO!!!!!!
GRAZIE MILLE! <3
ORA SCAPPO, QUI A CASA MIA RECLAMANO IL POSSESSO DEL PC
A PRESTO
Little_Peppermit
  
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