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Autore: Nikj_Ginger    21/01/2014    2 recensioni
"...da quando lui se n’era andato mi sentivo sola, persa nell’intero universo che mi circondava. Ero tremendamente sola e in quella solitudine mi ponevo una semplice ma dolorosa domanda: dove si trovava in quel momento? Cosa stava facendo?"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mello, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quanto tempo avrei potuto resistere ancora? Per quanto tempo ancora avrei avuto quei rimpianti e quei rimorsi dentro di me?
Nella stanza d’albergo tutto sembrava privo di significato, degli inutili oggetti materiali adagiati solo per rendere il tutto più confortevole. Il letto sfatto, la cena ormai fredda sul tavolo e quel dannatissimo giaccone rosso appeso. Troppi ricordi guardando quell’indumento. Tuttavia non riuscivo a liberarmene. In fondo, era l’unica cosa che mi legava a lui, qualcosa che non fosse un futile ricordo nella mia mente. Più volte mi avevano consigliato di buttarlo o ancora meglio bruciarlo, ma non avevo voluto sentir ragione alcuna.
Con lui avevo passato la mia adolescenza tormentata da uno spostamento all’altro, il “mai essere al sicuro” e quant’altro.
Un senso di nausea mi avvolse, costringendomi a sedermi sulla moquette color blu scuro. Un brivido mi percosse la schiena, facendomi rendere conto che indossavo solo una camicia da notte di seta. Faceva freddo dato che era la fine di febbraio. Ordinai al mio corpo di alzarsi e prendere una coperta. Ma ciò che realmente voleva il mio cervello era un’unica cosa: quel giaccone.
Pochi secondi dopo mi avvolsi in quell’indumento caldo e accogliente, sentendo ancora il suo profumo di sigarette e di cioccolato.
Mi accoccolai sul letto matrimoniale, nascondendomi e aggrappandomi a quel giaccone. Nella tasca esterna trovai una tavoletta di cioccolata appena iniziata. L’aveva iniziata quell’ultimo giorno e non l’aveva mai finita. Che strazio, non avrebbe mai più potuto mangiare del cioccolato. Non avrebbe più potuto insultare Matt e invidiare Near. Inoltre, non avrebbe più potuto stringersi addosso quel giaccone, ormai rovinato con il tempo.
Quante cose che non avrebbe più potuto fare, quante cose che non avrebbe più potuto dire.
Chiusi gli occhi e mi impressi nella mente i suoi occhi cerulei mentre mi diceva addio, mentre mi rivolgeva la parola per l’ultima volta. Il piccolo bambino prodigio dagli occhi color cielo e i capelli color oro non c’era più. L’unica cosa che rimaneva di lui era il giaccone e una tavoletta di cioccolata iniziata appena.
Solo in quel momento cominciai a pensare che, da quando lui se n’era andato mi sentivo sola, persa nell’intero universo che mi circondava. Ero tremendamente sola e in quella solitudine mi ponevo una semplice ma dolorosa domanda: dove si trovava in quel momento? Cosa stava facendo?
Aprii gli occhi e sentii le lacrime che scendevano sempre più velocemente. In pochi secondi la stanza fu riempita dai miei singhiozzi e dal suo nome che, anche se in piccola parte me lo faceva sentire vicino, sempre con me, nel mio cuore.
   
 
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