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Autore: Lola_    22/01/2014    5 recensioni
Dopo un tempo infinito, la ragazza parlò. La voce leggermente incrinata: - Allora? –
L’altro sospirò tornando a guardare in alto. Aveva capito cosa gli stava chiedendo: ne avevano parlato anche poco prima di finire a letto. – Perché lo vuoi sapere? –
- Perché, - il tono si abbassò di poco e cercò dentro di sé il coraggio per continuare. – Voglio costruire qualcosa con te. Arrivare a un punto in cui siamo davvero… intimi. –

Intimi.
Così aveva detto. Avevano fatto l’amore moltissime volte, eppure per lei contavano di più le cose che si dicevano, che quelle che facevano.
Era pura, Asteria.
[Terza classificata al: "Flash contest: basta che sia amore!" di MmeBovary]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di J.K. Rowling. La storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 
 
 
 
Ho optato per “Asteria” e non “Astoria”, perché ho letto che la Rowling ha scritto il primo nome, mentre il secondo è stato dato da non so quale rivista. Quindi mi è sembrato più giusto rispettare la scelta dell’autrice.
Buona lettura!
 
 
 
 
 
 
E lui aveva paura di sporcarla
 
 
  Si spingeva dolcemente in lei, con un ritmo lento e frustrante. Più volte Asteria aveva alzato i fianchi in una richiesta esplicita, ma Draco aveva ghignato e l’aveva baciata con veemenza, quasi a dimostrarle che, se voleva, sapeva essere anche lui impetuoso, ma aveva deciso di farla patire ancora un po’.
  I gemiti riempivano la stanza, accarezzando i grandi arazzi appesi alle pareti. Una mano partì dal polpaccio per risalire con estrema lentezza lungo tutta la gamba e poi ancora su. Fianco, seno, braccio. Afferrò la mano abbandonata sul cuscino e v'intrecciò le dita. Le unghie di Asteria andarono a conficcarsi nelle nocche, così, per tutta risposta, le morse il labbro inferiore, ridendo piano. Tutto il dorso fu scosso da quella risata roca e sensuale.
  Il ritmo delle spinte aumentò, così come la danza delle loro lingue. Il grido di piacere di Asteria venne attutito dalle labbra dell’altro.
  La guardò un’ultima volta prima di spostarsi da sopra il suo corpo, per andare a distendersi di fianco a lei.
  - Bastardo, - sibilò la ragazza cercando di riprendere fiato. Il ghigno di Malfoy si allargò. Non sia mai che lei potesse dimenticare quanto infantile riusciva a essere o il suo egocentrismo.
  Draco piegò un braccio e lo mise sotto la testa, fissando il tettuccio del baldacchino, compiaciuto e maledettamente esaltato. Il lenzuolo gli copriva a malapena il pube, ma non sembrava farsene un problema.
  Asteria si girò sul fianco in modo da poterlo guardare senza voltare la testa. I loro sguardi s'incrociarono e si sorrisero.
  Qualcosa che solo loro condividevano e che nessun altro poteva vedere, nemmeno se avesse incontrato per sbaglio la loro strada e si fosse infilato, con forza, in mezzo.
  Dopo un tempo infinito, la ragazza parlò. La voce leggermente incrinata: - Allora? –
  L’altro sospirò tornando a guardare in alto. Aveva capito cosa gli stava chiedendo: ne avevano parlato anche poco prima di finire a letto. – Perché lo vuoi sapere? –
  - Perché, - il tono si abbassò di poco e cercò dentro di sé il coraggio per continuare. – Voglio costruire qualcosa con te. Arrivare a un punto in cui siamo davvero… intimi. –
  Draco la guardò di nuovo. – Non pensi che conoscere questa cosa possa, invece, dividerci? –
  Asteria era il tipo di ragazza che non lasciava correre. Nel loro mondo, fatto di Purosangue e sorrisi freddi, si tendeva a dare più importanza alla forma che al resto: si preferiva nascondere la polvere sotto il tappeto, piuttosto che pulirla.
  Lei però non era così.
  - Ho bisogno di saperlo. – Era un sussurro deciso. Sembrava quasi la promessa che, qualunque fosse stata la risposta, non sarebbe cambiato niente.
  Intimi.
  Così aveva detto. Avevano fatto l’amore moltissime volte, eppure per lei contavano di più le cose che si dicevano, che quelle che facevano.
  Era pura, Asteria.
  Piano piano, era riuscita a tirargli fuori le cose più profonde di sé e ogni volta Draco si sorprendeva di come fosse facile mostrarsi a lei. Aveva quello sguardo quando gli domandava qualcosa. Quello sguardo che dava la sicurezza di poter dire tutto ed essere capito.
  Ma era pura, Asteria, e lui aveva paura di sporcarla.
  Si mise su un fianco, faccia a faccia, spogliandosi delle sue numerose maschere. – Non c’è mai stato niente fra me e Daphne. –
  La ragazza si prese un momento per assimilare la notizia. Sapeva che era la verità: arrivati a quel punto non le avrebbe mai mentito.
  Da quando avevano cominciato a frequentarsi, quell’idea le si era ficcata in una piccola parte del cervello, finché non aveva trovato il momento giusto per chiederglielo.
  In realtà non c’era un momento opportuno per domandare se era stato a letto con sua sorella, però non era più riuscita ad aspettare.
  Draco e Daphne erano stati compagni di classe per otto anni a Hogwarts, entrambi belli e rispettati. Molti avevano giurato che si sarebbero sposati un giorno. Asteria non era il tipo da credere ai pettegolezzi, ma il dubbio l’aveva quasi corrosa.
  - Bene, - disse.
  In realtà andava più che bene. Non sapeva se una risposta diversa avrebbe potuto distruggere quello che avevano, però era felice di non doverlo scoprire.
  Per giorni Malfoy aveva eluso la domanda e ormai si era convinta di sapere il perché, tuttavia aveva avuto bisogno di sentirselo dire da lui.
  Invece il bastardo voleva solo tenerla sulle spine.
  - Se vuoi, puoi chiedermi qualcosa tu. –
  L’aria era diventata più leggera e, allo stesso tempo, più intensa. Parlavano a voce bassa, così vicini da potersi sfiorare.
  - Sei mai stata con tua sorella? –
  Asteria rise, negando col capo. Sentiva l’impulso di baciarlo, di stringerlo a sé per assicurarsi che fosse davvero suo.
  Le mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sfiorandole il lobo. - Non vuoi chiedere nient’altro? – le domandò.
  - Mi ami? –
  Era pura, Asteria e doveva sapere.
  In realtà Draco non le aveva detto subito di Daphne perché aveva bisogno che lei si fidasse di lui anche quando non aveva certezze.
  Aveva bisogno che credesse che la amava, anche quando non glielo dimostrava.
  Ma Asteria non era così.
  Non le rispose.
  Le si fece più vicino e la baciò a lungo, accarezzandole il collo e le guance. Per quel giorno, la ragazza, aveva vinto fin troppe battaglie per i suoi gusti e lui non era il tipo da confidenze e discorsi fatti col cuore in mano.
  Quando il bacio divenne un semplice sfioramento di labbra, si scostò per prendere la bacchetta e spegnere le candele.
  - Dormi, - le disse delicato.
  La strinse fra le braccia, facendo scorrere, su e giù, la mano sui suoi capelli. Si perse nel calore che lei riusciva a donargli, nella bellezza delle loro gambe intrecciate e quando il respiro di Asteria si fece regolare, capì che si era addormentata.
  - Sì, - sussurrò.
  Perché Draco non era così, ma aveva bisogno di dirlo.
  Sul volto della ragazza, nascosto contro il petto dell’altro, nacque un piccolo sorriso di vittoria.
 
 
 
 


 
 
NdA:
I dialoghi:
- Perché lo vuoi sapere? –
- Perché voglio costruire qualcosa con te. Arrivare a un punto in cui siamo davvero… intimi. –
- Sei mai stata con tua sorella? –
- Mi ami? -
Sono ripresi dal telefilm “Veronica Mars”. Lì, però, si parlava di squillo, io li ho riadattati al contesto e preso solo le parti che mi servivano. (Nel telefilm, infatti, lui diceva una cosa sbagliata e poi chiedeva: - Mi ami ancora? -. Io invece l’ho usata come continuazione del “gioco” di Draco e Asteria.)
Riguardo la frase finale: in fondo Asteria era una Serpeverde…! ;)
   
 
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