Videogiochi > Assassin's Creed
Ricorda la storia  |      
Autore: Nocturnia    22/01/2014    3 recensioni
Non sai quando tutto è cominciato a crollare - a cadere senza possibilità di ritorno - ma l'arco dorato con il quale Washington brucia vivi metà dei tuoi uomini è più che sufficiente a dirti almeno il come.
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Connor Kenway, Haytham Kenway, Kaniehtì:io (Ziio)
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ddddd
Disclaimer: Haytham KenwayKaniehtí:io e tutti gli altri personaggi appartengono alla Ubisoft e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto


"La vita non è mai qualcosa; è solo l'occasione a qualcosa."

- Christian Friedrich Hebbe -



In un'altra vita


1.

Non sai quando tutto è cominciato a crollare - a cadere senza possibilità di ritorno - ma l'arco dorato con il quale Washington brucia vivi metà dei tuoi uomini è più che sufficiente a dirti almeno il come.

La Mela.

Ti lambisce il volto quella mano di fuoco e luce, una carezza che lascerà una cicatrice indelebile, nella carne come negli occhi.
"Signore!" grida Charles "Dobbiamo ritirarci e arretrare verso le foreste; adesso!"
Storni lo sguardo da Washington - così odiato, così detestato - e lo riporti su Lee, una massa confusa di grigio e rosso.
Ne percorri i lineamenti rattrappiti dal dolore, il cranio ustionato e le mani ancora strette sulla spada, esile muro contro un potere che sfugge alla vostra comprensione.
"Charles..." mormori al suo indirizzo "Le tue ferite..."
Scuote la testa Lee e non ti offre alcuna replica, solo il desolante ritratto di un uomo già morto.
"Vada." ti intima "E non si volti mai indietro."
"Non posso." replichi in un rigurgito d'orgoglio "Io vi ho portati qui, io sono il Gran Maestro..."
"Un leader morto non serve a granché." ti risponde asciutto "E un leader che non sa quando ritirarsi ancora meno."
Il fiele della sconfitta non poteva bruciare di più.

2.

La notte ha lo stesso colore della cenere, un grigio lugubre e polveroso.
La foresta ti avvolge in una bolla di quiete e silenzio, il pigro frusciare degli alberi e il mormorio pacato di un fiume in lontananza.
Tossisci, nebulizzando sangue e bile, particelle d'una battaglia che ti aveva visto umiliato e in ginocchio.

Come ha fatto a ottenerla?

Solo quella domanda - quel terribile rostro al centro del petto - ti aveva permesso di continuare a correre, mille altre nella mente e nel cuore un rullio furioso.

Sono stati gli Assassini? Si sono fidati a tal punto?

Ti fermi, inspirando una due tre volte, passandoti una mano sul viso e tentando di mettere a fuoco l'ambiente circostante.
Per alcuni istanti sembri disorientato - perso, confuso - ma poi il vento trasporta con sé un odore conosciuto e tutto assume una dimensione.

Ziio.

Quando raggiungi le porte del suo villaggio, il cielo è già illuminato dai primi raggi dell'alba.

3.

Ziio trattiene il fiato e ti sfiora lo zigomo con la punta delle dita, un solco slabbrato che si apre come una bocca rossastra e oscena.
Deglutisce un paio di volte, assottigliando gli occhi e stirando le labbra in una linea sottile.
"Chi?" domanda - ordina - ripercorrendo con la memoria vecchi momenti e vecchie cicatrici "Chi è stato?"
"Washington." hai solo il coraggio di rispondere, prima di sospirare contro la sua mano e abbassare le palpebre "Ma la colpa è mia."
Il vagito di un bambino infrange poi il silenzio della tenda.

4.

Kanien'kehá:ka è un villaggio fantasma ora che la metà dei suoi abitanti è caduta in guerra, alleanze sbagliate e cuori indomabili.
Ziio non mostra alcuna difficoltà nel nasconderti, sebbene sia costretta più volte ad abbandonare la tenda per seguire gli affari di Oiá:ner aveva sibilato, a metà tra l'irritazione e la rassegnazione.
Il taglio sulla guancia è orribile a vedersi - quasi hai paura che il tessuto sottostante possa cedere da un momento all'altro - ma bendato appare un po' meglio, se si ignora la carne bruciata attorno e la macchia bruna che va allargandosi sul pezzo di stoffa.

Guh.

Ratonhnhaké:ton - questo è il suo nome - rotola su di un fianco e continua a dormire, ignaro.
Lo fissi - lo scomponi e lo analizzi, quasi fosse una delle tanto cercate reliquie - e ti sorprende sentirlo così simile a te - a lei.
Allunghi una mano, scivolando delicatamente sul naso dritto e regolare - retaggio dei Kenway - e poi tra quella massa di capelli corvini e spettinati, lucidi come l'ala di un corvo.
Rapido - troppo rapido - il bambino apre gli occhi - gli occhi di sua madre - e fa scattare il meccanismo della lama celata, acciaio e pelle nuda.
Sorride poi e cerca il freddo del metallo, dita innocenti a percorrere linee di sangue e morte - nessuna paura, nessun dubbio.
La sua risata ha già in sé tutti i crismi della vittoria.

5.

"Cosa è successo?"
Te lo chiede ancora, perché Ziio è una femmina spietata e testarda, una donna che porta fiera i suoi marchi e le sue ferite.
"Me l'avresti mai detto?"
"Non cambiare discorso." contrattacca "Ratonhnhaké:ton non è affare che ti riguardi."
"È mio figlio." replichi incolore "Era un mio diritto."
Ziio irrigidisce le spalle, mettendosi sulla difensiva.
"Non venirmi a parlare di diritti, Haytham." mormora "Quelli li hai persi tutti quando hai scelto i Templari."
"Non credo che abbia più molta importanza, ormai." mormori stancamente "Il mio Ordine è stato distrutto."
Kaniehti:io impallidisce appena, ma non arretra di un passo.
"Di cosa stai parlando?"
Le parole non recano alcun sollievo.

6.

Sono passate settimane e sul tuo viso si stende ora una cicatrice biancastra e sottile come un filo d'erba.
Ziio ti ha spostato - vi ha spostato - in un accampamento non molto lontano dal villaggio, ma sufficiente a non imporre la tua presenza al resto dei Mohawk.
Vi siete scontrati e poi chiariti e infine brutalizzati ancora con le vostre rispettive idee - con vecchi rancori che vegliano e mordono dal fondo dell'anima - ma gli ultimi giorni sono stati pervasi da uno strano senso di... attesa.
"Perché sei venuto qui?"
"Perché c'eri tu."
La sincerità di quella risposta zittisce Kaniehti:io, anche se solo per pochi istanti.
"Cosa vuoi."
"Non lo so."
Ziio sospira, sedendosi al tuo fianco e cullando distrattamente Ratonhnhaké:ton.
"Dovevi dirmi di Braddock."
"Sarebbe morto comunque."
"Ti avevo scambiato per un Assassino."
Una smorfia, una bestemmia trattenuta dai denti serrati.
"Saperlo prima avrebbe cambiato il significato delle mie azioni?"
"Sì."
La durezza di quella replica ti toglie il fiato, sebbene non ti aspettassi niente di meno da una femmina come Kaniehti:io.
"Buono a sapersi."
"Ma non avrebbe cambiato quello che sei; quello sei stato per me."
Le sue labbra sono ancora morbide come la prima volta che l'hai incontrata.

7.

"Dobbiamo fermare Washington."
"Ha la Mela." replichi parco "Finché ne è in possesso, un potere di cui nemmeno comprendiamo la grandezza lo protegge."
"Questo non ti ha mai fermato."
"E non lo farà nemmeno ora." ribatti deciso "Ma mi servono uomini che non ho e, soprattutto, un vantaggio tattico che, al momento, nessuno può fornirmi. Dovrò rubargliela e poi distruggerla, questo è l'unico modo."
Ziio sorride inconsapevolmente, ma non c'è alcuna allegria nei suoi occhi.
"Forse una soluzione c'è, ma non sono sicura di che effetti collaterali avrà."
"E quale sarebbe?"
Il sorriso di Ziio si accentua, ma ora pare più la smorfia funerea di un condannato a morte; di una donna che vede strapparsi il cuore per la seconda volta.

8.

Albero Sacro è curvo su se stesso, contorto e sfuggente come i segreti - i pericoli - che custodisce.
Ziio fissa la tazza fumante che ha tra le mani con un cipiglio contrariato - spaventato - e te la porge in un gesto elegante e quasi solenne.
"Si dice renda più forti, più veloci, ma non immortali, ricordalo bene."
"Lo so."
"Vedrai cose che saranno conosciute solo alla tua anima, ossessioni nascoste e incubi che si faranno di carne e ossa. Vedrai e dovrai combattere, perché l'infuso chiama i guerrieri e da essi è chiamato; ce la farai, Haytham Kenway?"
Il primo sorso ti attraversa come la punta di una spada.

9.

C'è un bianco che non ti è mai appartenuto a riempirti gli occhi, ricordi che stracciano graffiano uccidono senza pietà alcuna.
C'è tuo padre - figlio figlio traditore! - che muore e si contorce come un serpente di sangue e fango.
C'è Birch, denti che sono solo canini aguzzi e le mani che stringono fino a non lasciarti respiro.
Ci sono tua sorella e Holden, vesti stracciate e un buco rovinoso tra le cosce.

Come hai potuto permettere che accadesse, Haytham? piange Jenny mentre diventa cera sotto il tuo sguardo Come hai potuto?

Perché ha lasciato che mi facessero questo, signor Kenway? mormora Holden, sangue così scuro da esser quasi nero e la pena incisa in ogni suo lineamento Perché non li ha fermati?

C'è un'agonia che scava dentro come un cane rabbioso, la bestia che dorme al centro del petto e poi squarta costole carne muscoli, un fiore ributtante e osceno.
C'è così tanto dolore, così tanta sofferenza, che sarebbe facile lasciarsi andare, chiudere gli occhi e...

Padre.

La pupilla uncinata di un lupo è la prima cosa che vedi.

10.

Ratonhnhaké:ton ti osserva senza realmente vederti, le vesti di un Assassino e lo sguardo fiero di chi ha vissuto l'inferno e ne è tornato indietro.
Ti ignora, perché tu non fai parte di quella storia, ma si inclina verso l'altro, capelli grigi e la sconfitta negli occhi.
Raccontano di un altro tempo i suoi gesti - le sue azioni - ma l'epilogo che vi è stato destinato è sempre lo stesso, che venga scritto oggi o tra mille giorni.
Li osservi - ti osservi - e un distorto senso d'orgoglio colma la distanza tra due mondi e due epoche, un futuro che è già tra le tue mani.
Brucia la croce dei Templari che porti al collo e diventa oro liquido - troppo luminosa, troppo tutto.
Quando la lasci cadere al suolo, è il nulla che ti ha sempre accompagnato a inghiottirla.

11.

Dire che ti aveva avvertito non sarebbe servito a nulla, perché quando l'agone della lotta chiama è il latrato della bestia quello che risponde.
Il calore del sangue ti avvolge come una coperta rassicurante, evaporando nel freddo dell'aria notturna.
Ziio non ha paura - non l'ha mai avuta, in fondo - e sostiene il tuo sguardo con una forza incrollabile.
"Stai andando alla deriva, Haytham."
Un ringhio è l'unica risposta che ottiene.
"Quante dosi d'infuso hai bevuto? Due? Tre? Dieci, forse?"
Schiocchi la mandibola contrariato e un suono liquido scivola lungo la tua pelle, raggrumandosi nel polmone che stringi tra le dita.
"Lo sapevo che sarebbe successo." e ora c'è una strana nota di tristezza nella sua voce "Sei un uomo violento, Haytham, e per quanto le tue buone maniere l'abbiano voluto mascherare, l'infuso l'ha invece svelato come fossi fatto di vetro."
Un ruggito di gola si condensa nel cielo e il gemito di un uomo ferito è quanto ti basta per spappolargli il cranio.
"Fermati."
Silenzio.
"Fermati, Haytham, o dovrò farlo io."
"Non puoi." mormori ruvidamente "Non farlo."
Ziio incocca la freccia, prendendo la mira.
"Fermati, Haytham."
Assottigli gli occhi, avvicinandoti e buttando di lato l'ennesimo soldato di Washington.
"Fermati, Haytham, ti prego."
Le tue mani sono attorno al suo collo prima che abbia il tempo di reagire.

12.

Ziio ti ha conficcato la freccia nella spalla e la preme con tutta la determinazione che le è rimasta, sebbene sappia che non servirà a molto.
Le tue dita le sfiorano la trachea in un gesto morbido e quasi tenero, prima di soffermarsi sul suo viso e lì rimanere.
"Non ce la farai."
"Lo so." mormori tra i suoi capelli "L'ho sempre saputo."
"Allora perché?"
"Perché ne valeva la pena."
Sulle sue labbra, tutto il sapore di un addio.

13.

Ziio si chiede se sia il vero Haytham quello che le cerca la curva piena del seno e lì morde, sangue sulla sua pelle e tra i suoi denti.
Si chiede se l'abbia mai conosciuto, oltre un'alleanza blasfema e un figlio che porterà il loro fardello più grande.
Si inarca all'indietro Ziio e lascia che lui affondi, perché forse l'amore è anche fiutarsi e riconoscersi, al di là delle maschere e degli inganni che la vita ci offre.
Sospira e graffia quando la trova già umida tra le cosce dischiuse, un desiderio che dovrebbe inquietarla e che invece le ruggisce nelle tempie e giù per l'addome, fin quasi diventare insopportabile.  
"Ziio..." mormora a mezza bocca, la sua lingua a sfiorarle il pube e le dita stringerle i fianchi "Ziio..."
Lecca scie di sale e sangue Kaniehti:io, consegnandosi a un uomo e a una storia che la vedranno sconfitta mille e mille volte.
Apre le braccia e accoglie il suo destino, perché il tempo le sta sfuggendo tra le dita, lasciandole poche speranze e ancora meno sogni.
Si raccoglie poi contro il suo petto quando la bacia, perché il dolore è diventato liquido e le lacrime pungono sotto le palpebre - nel cuore e sulle labbra - ma sceglie di fidarsi, ancora per una volta, ancora per una notte.
Quando Ziio chiama il suo nome - un gemito trattenuto, incredibilmente forte in quel silenzio di morte - l'orgasmo strappa ogni altra replica.

14.

L'alba la coglierà sola, ma viva, ed è tutto quello che importa davvero.
Il veleno dell'albero ti sta corrodendo dall'interno e la tua stessa mente t'inganna, popolando il mondo di scomodi fantasmi e stanchi rimpianti.
Riflesso in una pozza d'acqua, di Haytham Kenway rimangono solo istinti addomesticati per troppo tempo e un sibilo ferino tra i denti socchiusi.
Sfuggono i tuoi occhi, lucidi di una follia che i nativi chiamano lo spirito del dio del tuono, ma che a te pare più il delirio di un uomo disperato e disilluso.
Washington è a pochi metri - metri che non riuscirai mai a percorrere senza essere ammazzato come un cane - ma qualcosa ti spinge ad andare avanti.
Eludi la prima guardia, uccidi la seconda e strappi la lingua alla terza,

crack

un colpo netto alla quarta e il collo viene spezzato, ritorto come un ramoscello.
"Sapevo che saresti venuto, Haytham Kenway. Quelli della vostra razza sono troppo stupidi per fare altrimenti."
"Ti ucciderò." e non cedi - non crolli e non arretri, perché la paura è sentimento a cui non vuoi appartenere.
"No, non lo farai." replica Washington, lo scettro con la Mela ben stretto in mano "Ma posso prometterti una morte veloce se non opporrai resistenza."
"Fottiti." sono le tue ultime parole, prima di lanciarti verso il nemico e crepare come si addice a un Kenway, spada in mano e negli occhi l'unica convinzione che conti - per la quale valga davvero la pena di scommettere una vita intera.
Sorride allora il re d'America e innalza al cielo un globo che pulsa e vibra, cuore d'una dittatura che non ha ragione d'esistere - non qui, non in questo mondo.
"Come preferisci."
La morte ha lo stesso colore della neve.

15.

Ziio si porta al petto Ratonhnhaké:ton e fissa quello che Haytham le ha lasciato - un buco senza fondo nel cuore e le sue lame celate a fare da culla al bambino.
Le avvolge nelle pieghe del mantello, spegnendo poi il fuoco e voltando le spalle a un'aurora tumefatta e dolente.
Ha gli occhi asciutti, ma nel petto le grava un peso che le impedisce quasi di respirare, una consapevolezza amara e distruttiva.
Ratonhnhaké:ton si muove inquieto tra le sue braccia, cercando la figura di un padre che non conoscerà mai, né qui né dall'altra parte.
"Va tutto bene." mormora più a se stessa che al bambino "Va tutto bene, Ratonhnhaké:ton; torniamo a casa."
Ma casa aveva occhi d'acciaio e ghiaccio che non avrebbe mai più rivisto.

16.

Kaniehti:io capisce che tutto sta per cambiare quando sogna e vede.
L'aquila sventrata è ancora cosa viva nella sua mente quando Ratonhnhaké:ton si sveglia e l'abbraccia, un gesto goffo e asimmetrico - nostalgico.
Vorrebbe dirgli la verità, ma gli istinti della ragione sono più forti di quelli del cuore, e segue la strada per lei tracciata, perché aveva visto.
Aveva visto le fiamme consumare il suo villaggio e il viso contratto dalla paura del suo unico figlio.
Aveva visto Haytham e la sua rabbia - il suo cieco dolore - un uomo tradito svenduto disperato.
Aveva visto Connor - così lo aveva chiamato il vecchio guerriero nero - e tutta quella silente furia, tutta quella sofferenza, libbre di carne immolate a una sterile vendetta.
Aveva visto e questo le bastava per sapere che la storia non poteva essere cambiata, che qualsiasi curva tu le infliggessi lei tornava sempre dov'era, un punto di partenza e uno d'arrivo.
"Madre." la richiama poi Ratonhnhaké:ton "Dobbiamo andare."
L'ultimo grano della clessidra viene schiacciato senza alcun rimorso.


0. - Ricordo desincronizzato

È morbido Ratonhnhaké:ton, una creatura incredibilmente fragile tra le tue mani di guerriero e assassino.
Apre gli occhi, sorridendoti e cercandoti con le dita paffute, ridendo quando riesce ad afferrarti per il nastro rosso che ti lega i capelli.
"Hai un nome impronunciabile, sai?" mormori fissandolo "Ma sei forte e questo è tutto quello che ti basterà per sopravvivere."
Ratonhnhaké:ton arriccia le labbra e si porta il pollice alla bocca, ridendo più forte.
"Non ti ricorderai di me, vero?"
Il bambino sgrana gli occhi preoccupato, quasi ti capisse, e aggrotta le sopracciglia.
"Haytham." sussurri sollevandolo "Tuo padre si chiamava Haytham Kenway."
Quando lo stringi al petto, portandotelo sulla spalla, Ratonhnhaké:ton emette un pigolio soddisfatto, abbassando le palpebre e tornando a dormire, ignaro della guerra che lo reclamerà presto.
Lo appoggi tra le pellicce in cui Ziio l'aveva avvolto, sfilandoti le lame celate dai polsi e deponendole al suo fianco, l'unico regalo che ti è concesso fare a quel figlio bellissimo e inatteso.
Lo pulisci poi da una traccia di sangue che gli hai lasciato sulla guancia, prima di reclamarlo con un'ultima carezza.
"Addio, Connor."
Nella quiete del suo respiro, un destino tutto da scrivere. 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: Nocturnia