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Autore: Lullaby 99    22/01/2014    5 recensioni
Kagome Higurashi, appartenente ad una famiglia di avvocati e poliziotti, una ragazza solare e vivace:
InuYasha Kumo, adottato e cresciuto in casa di uno dei criminali piu` pericolosi del Giappone, dopo la misteriosa scomparsa della madre all' eta`di sette anni.
[...]
- Tu? Ancora tu? - chiese attonita fissando il ragazzo che l'aveva costretta a salire nella jeep.
Non poteva certo scordarsi che aveva passato una notte mezza nuda, completamente fradicia e con lui che non perdeva l'occasione di metterla a disagio con le sue battutine fuori luogo.
- Fammi scendere ... subito! - urlo`disperata.
- Certo, sono sicuro che gli animali del bosco non aspettano altro se non divorarti, non credi? Ma sei libera di scegliere - ghigno`.
Beh, in effetti non aveva molte possibilita ...
[...]
BuOnA LeTTuRa! ^^
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve! ^^
Sono contentissima di sapere che la storia vi piace *O*
Volevo solo dire che dedico questo capitolo a Ale-chan e a Queen ^_^
Inoltre non posso non dedicarlo al meraviglioso gruppo di Vanilla' World! :D
Ragazze, siete fantastiche! Tutte *O* Grazie di esistere :')



[Villa Kumo]
 
« Stasera dobbiamo andare alla festa di fidanzamento, a casa dell'ispettore di polizia. » annunciò Naraku; era un uomo, o sarebbe meglio dire mezzo-demone, alto e possente, con dei lunghi e mossi capelli neri come la cenere; gli occhi invece erano due gemme di rubino assetate di chissà quale sangue. Eppure, in quel momento, - mentre stava schiacciando ad una partita a dama suo genero - sembrava una persona abbastanza serena.
Attuò una mossa ben congeniata, causando una smorfia da parte del ragazzo seduto dinanzi lui.
Un ragazzo dai folti capelli castani e due occhi color cenere. Aveva l'aria di essere un uomo poco affidabile, come lo suocero dopotutto. Il ragazzo accanto a quest' ultimo alzò un sopracciglio dubbioso; Sesshomaru era un ragazzo alto e sicuramente con i muscoli a posto; i capelli erano una lunga cascata argentata mentre gli occhi due brillanti e seducenti pozze color ambra. Sesshomaru era un demone completo, forse per questo era così glaciale ed altezzoso. Tutti lo temevano, tutti tremavano al suo cospetto; e a lui la cosa piaceva, tantissimo.
Non era il vero figlio di Naraku, quest' ultimo si sarebbe potuto definire suo patrigno, in quanto sposato con sua madre, una grande demone cane proprio come lui. Non aveva mai apprezzato la scelta della donna, ma non aveva nemmeno obiettato; 
Infondo, quelli non erano affari suoi, no di certo;
In quell' istante apparve un terzo ragazzo alle spalle di questi due, che fece un espressione corrucciata e sorpresa; 
« Mi sembri sbalordito, InuYasha. » esordì l'uomo muovendosi liberamente lungo la scacchiera, grazie alla sua infallibile astuzia.
« Non esserlo. La famiglia con cui gli Higurashi stanno instaurando questa nuova relazione, ha invitato anche noi. » spiegò tranquillo, ma non senza accennare ad un ghigno. InuYasha - però - sembrava non essere soddisfatto della spiegazione. Infatti, l'uomo lo notò.
« InuYasha, sei stato via negli ultimi due anni. Devi sapere che ora, a Tokyo, ci sono due grandi famiglie dominanti e potenti.» iniziò attirando l'attenzione dell'albino. Non andava bene, non andava affatto bene. Non poteva esserci qualcuno alla loro altezza, non doveva.
« Loro sono fedeli all'onestà e alla legge e, noi, al nostro lavoro. » continuò mentre il maggiordomo gli offriva un calice di vino, da lui stesso richiesto. Lo prese tra le mani sorseggiandolo appena. 
« E tu, giovanotto, scacco matto.» disse poi riferendosi al genero. Quest' ultimo fece l'ennesima smorfia mentre Sesshomaru accennava ad un mezzo ghigno.
« Mi sa che l'ebrezza dell'altra sera non ti è ancora scesa. » disse.
« A proposito, InuYasha, ieri eravamo andati ad una festa, ci siamo dimenticati di dirtelo. » disse scaltro il ragazzo castano.
« Ma tutte le ragazze chiedevano di te fratellino, infatti, volevano perfino il tuo numero; vuoi che glielo dia? » chiese con finta cura Sesshomaru. Naraku ascoltava annoiato la conversazione, chiedendosi se effettivamente loro non avessero mai meglio da fare.
« No. » fu la risposta lapidaria di InuYasha.
« Comunque, quel contratto con il vecchio, Hoshibuko, quando deve essere firmato? » chiese poi col solito tono glaciale, il maggiore dei fratelli Kumo.
« Stasera. » rispose prontamente il minore.
« La casa del secondo vecchio, Higurashi sarà sorvegliata, e inoltre la polizia ha evidenti sospetti sul vecchio. » proferì il demone.
« Secondo me è meglio lasciare che le acque si calmino, il contratto può essere rimandato.» consigliò il moro. Nessuno rispose. In effetti non avevano molte probabilità di riuscire ad effettuare un atto illegale proprio nella casa dell'ispettore della cittá.
« E il mio re è salvo. » disse poi riferendosi all'uomo.
« Adesso sei nei guai paparino. » gli disse facendolo ringhiare appena. 
Mentre la partita andava avanti, InuYasha faceva avanti e indietro lungo la stanza, rimuginando su un plausibile rimedio. Mise una mano sotto il mento aggrottando le sopracciglia.
« A cosa pensi? » chiese suo fratello irritato dai suoi continui movimenti.
« Penso che quando un giocatore gioca, tutta l'attenzione del suo gioco è sul territorio del nemico.» disse mentre la sua mente elaborava veloci calcoli. Gli altri cercarono di capire dove volesse arrivare.
« Marca il suo territorio però, così facendo, la sua attenzione su desta dal proprio. » 
« Ovvero? » chiese il moro confuso.
« Due significati : il primo che, come ogni volta, anche questa volta sará papà a vincere. » disse guardando l'uomo. Quest' ultimo alzò entrambi gli sopraccigli sorpreso, per poi tramutare la sua espressione in una malefica.
« Il secondo ... » si chinò sulla scacchiera spostando una delle pedine di Naraku, non lasciando più alcuno scampo all'avversario; ormai suo padre aveva vinto, grazie a lui, e non aveva più senso continuare quella partita; sentì uno sbuffo di disapprovazione da parte del ragazzo.
« E il secondo, papá l'ha già capito. » disse appoggiandosi al muro a braccia conserte.
Naraku ghignò, lasciandosi andare contro lo schienale della poltrona soddisfatto.
« Lanciare una sfida all'avversario penetrando nel suo territorio, ha tutto un altro gusto. » disse già assaporando il momento.
« Ben fatto, figliolo. » disse poi facendo roteare il liquido del proprio calice.
« Sono fiero di te. » disse puntando i propri occhi cremisi in quelli dorati del ragazzo. 
Naraku si alzò, andando a sedersi sul bancone del bar 
( perchè si, hanno una bar come quelo delle discoteche in casa xD Nd A)  ordinando un altro calice.
Venne subito raggiunto dagli altri tre. InuYasha si sedette accanto a lui, mentre gli altri due si limitarono a stare in piedi.
« Quel contratto, lo firmeremo oggi, a casa Higurashi. » disse InuYasha.
« Sei forse impazzito? » chiese freddamente Sesshomaru.
« Aspetta Sesshomaru, tuo fratello ha ragione. Ho un sacco di connessioni con quella casa. » disse Naraku dando ragione - come sempre - al più piccolo. 
« Ma padre, non è troppo rischioso? » tentò nuovamente l' albino  che stava iniziando ad innervosirsi.
« Tranquillo, ci penserà InuYasha a tutto. Sono sicuro che non mi deluderà. » proferì sorseggiando un po' di vino.
Sesshomaru digrignò i denti stringendo i pugni facendo sbiancare le nocche.
Sempre lui. Sempre e solo lui. 
Sempre InuYasha. Sembrava che suo padre si fidasse solo ed esclusivamente della sua pedina preferita. E questo, Sesshomaru, non poteva sopportalo. Non poteva. 
« Sarà la più dolce delle vendette. » concluse Naraku.
 
 
 
 
 
Kagome venne spintonata malamente giu` dalla piccola scalinata che conduceva 
al giardino. Arrivata in fondo si giro` verso le tre figure dietro di lei 
fissandole truci.
La prima era Sango, che le faceva l'occhiolino, la seconda era sua zia Natsumi 
che aveva un sorriso malizioso dipinto in volto, e la terza era la sua 
immancabile nonnina che la guardava
con lo sguardo di chi la sa lunga. 
Possibile che, mentre dentro la casa fosse in corso la festa di fidanzamento di suo fratello, loro l' avessero trascinata in giardino?
« Beh, posso sapere cosa avete in mente? » chiese riducendo le proprie iridi in due piccole fessure. Quelle tre scalmanate, era certa che stessero tramando qualcosa di terribilmente losco, soprattutto vedendo le loro espressioni. Le vide guardarsi in modo complice per poi sghignazzare. Insomma, si sarebbe aspettare certe cose da Sango e sua zia, ma da sua nonna!
Loro le mimarono soltanto una parola, che la fece rabbrividire. 
« Hojo? » chiese esterefatta. Poi un ricordo`baleno` nella sua mente.
« Non ditemi che voi ... »
 
 
 
“ Le ragazze erano appena arrivate a Casa Higurashi e l'accoglienza era stata indubbiamente tra le migliori. Ci misero poco infatti a cambiarsi e a mettersi 
comode sui divani insieme alle
"donne" di casa. Kagome, Sango, Rin, le zie Natsumi e Haruko, la signora Higurashi e la nonna si erano ritirate in un angolino a pettegolare come delle 
civette.
Dopo poco Rin era crollata nuovamente in un sonno profondo, ritirandosi nella 
propria stanza. 
« Si puo` sapere cosa aspetti? » sussurro` la madre di Kagome a Natsumi 
dandole una lieve gomitata. La ragazza incasso` il colpo regalandole 
un'occhiata storta.
Quella donna e la sua mania per il matrimoni! Ah, non invidiava per niente la 
propria nipote.
« Ehm, Kagome? » inizio`cercando di assumere una voce melensa. La ragazza 
volse il proprio sguardo su di lei guardandola con fare interrogativo. Natsumi 
accenno` a un sorriso forzato. Certo, con la madre della ragazza che continuava 
a ripeterle sottovoce di sbrigarsi, non si sentiva proprio agiata.
« Ormai anche tuo fratello, Sota, sta per sposarsi, dimmi, ti piace qualcuno? » chiese con voce maliziosa alzando e riabbassando le sopracciglia piu` volte. 
Il silenzio cadde nella saletta e tutti volsero la propria attenzione sulla conversazione appena iniziata. Il sorriso che Kagome sfoggiava si spense, 
lasciando spazio ad un' espressione dubbiosa.
Come mai all'improvviso se ne usciva con quella domanda? 
Volse lo sguardo verso la madre alzando un sopracciglio, che fece finta di leggere un libro estraniata dalla discussione. E ti pareva?
« Allora? » la riprese Natsumi, mentre le altre aspettavano la risposta 
trepidanti.
« Che ve ne fate della risposta? E se anche ci fosse qualcuno, che importa? »
cerco` di sembrare naturale, ma il suo viso aveva assunto un' insolito 
colorito rosato. 
Quell' argomento per lei era imbarazzante accidenti! Aveva ventun anni e non 
aveva manco ancora sfiorato le labbra di un ragazzo!
« Come sarebbe a dire? Se il ragazzo che piace a te, non dovesse andare a 
genio a noi, alla tua famiglia? » tento` nuovamente la ragazza di fronte a lei.
Kagome sbuffo`. 
« Questo non succedera` mai, non scegliero` mai un ragazzo del genere! » rispose sicura. 
« E se succedesse? » continuo`l'altra con far melenso. Kagome degluti` 
impercettibilmente. Ma in che razza di situazione si era caciata accidenti?
« No, impossibile. » disse con voce ferma chiudendo gli occhi con fare saccente. No, una cosa del genere, non era possibile. Lei non avrebbe mai scelto qualcuno che vada contro la sua
famiglia. Mai!
« Il mio cuore e` sotto il mio assoluto controllo. » affermo` battendosi una 
mano sul petto. Le altre presenti in sala rotearono gli occhi al cielo 
scuotendo la testa.
« Amore senza l'approvazione della mia famiglia? Mai! » disse facendo ridere 
Natsumi. La signora Higurashi continuava a far finta di non seguire il 
discorso, affondando il viso nel proprio libro.
« Lui dovra`piacervi, la sua famiglia deve essere simile alla nostra. »
continuo` poggiando le sue gambe sul tavolino dinanzi a lei.
« Se la nostra famiglia e` composta da poliziotti ed avvocati, mica 
sposero`un criminale! » disse alzando le spalle e facendo nuovamente ridere le 
ragazze.
(Ah, queste si chiamano ironie della sorte xD NdA)
« Deve essere, di una buona famiglia, dolce e gentile, ma deve avere un 
carattere forte e possessivo, ah e ovviamente, deve essere bello! » Natsumi e
la signora Higurashi ascoltavano il discorso con ammirazione, chi lodandola 
mentalmente per le proprie scelte, chi gia`organizzando futuri matrimoni.
« Uno con tatuaggi e piercing? » suggeri` ironica Sango ricevendo 
un'occhiataccia dalla diretta interessata.
« No, ti prego, deve essere pulito, dolce e pulito. » rispose inorridendo al solo pensiero.
« Vuol dire, che se incontrerai un ragazzo del genere, t'innamorerai di lui? »
azzardo` euforica sua madre.
« Beh, quello mamma, dipende dall'atmosfera. » rispose gesticolando 
animatamente. Le altre la guardarono con tono interrogativo.
« Sapete, tra film e vita reale, perche` i film sono migliori? » chiese 
eccitata scattando in piedi. In risposta ebbe delle teste scosse.
« Ma ovvio, perche` nei film c'e` la musica di sottofondo! » disse 
volteggiando leggiadra. Natsumi avrebbe giurato di aver visto i suoi occhi 
luccicare.
« Magari ci fosse la musica di sottofondo anche nella vita reale, incontrerei 
il mio partner e partirebbe la musica, le luci diventerebbero soffuse, si 
accenderebbero le candele. » sospiro`.
« Quando incontrero`il mio partner, deve esserci tutto questo! »
annuncio`prendendosi il viso tra le mani e fantasticando.
« Quando faremo incontrare quei due, fa il modo che l'atmosfera sia identica. »
sussurro` nell'orecchio di Sango che annui`complice.”
 
 
«Certo che siete proprio testarde!» inveì Kagome contro le tre figure che non 
fecero una piega. 
«Orsù, che vuoi che sia. » la rassicurò Sango dandole un ulteriore 
spintarella; senza nemmeno accorgersene la corvina si ritrovò coi piedi 
poggiati su un lungo e setoso tappeto rosso. Seguí meticolosamente il suo 
andamento finché il suo sguardo non scorse la fine di quella lunga scia accesa. 
C'era un gazebo, decorato - o come avrebbe detto lei, avvinghiato - nei modi 
più possibili e svariati.
« Non vi sembra di esagerare? » chiese Kagome sospirando pesantemente. 
Neanche voleva vederlo quel benedetto ragazzo, figuriamoci incontrarlo al 
chiaro di luna. Eppure, per lei, sarebbe stata questione di un attimo 
eclissarlo con una bella doccia fredda; perchè sì, quando serviva sapeva essere 
tremenda.
« Mah, che vuoi che sia! E adesso fila! » esordì imperiosa sua nonna, tanto 
che Kagome deglutì. 
Rassegnata e scoraggiata, si voltò verso la sua indesiderata meta, prima di 
venire nuovamente fermata.
« Mi raccomando! Tornate prima di domattina! » la canzonò maliziosa Natsumi, 
provocando una risatina sommessa da parte di Sango e un'improvviso pallore sul 
volto di sua nonna. Rimuginò per qualche secondo sulle parole della zia - 
interdetta; quando però si rese effettivamente conto delle allusioni della 
donna, diventò di un leggero e velato color porpora.
« Voi ... voi siete pazze! » disse prima di voltarsi e dirigersi al gazebo. 
Scorse con la coda dell' occhio le tre sagome inoltrarsi nel buio della serata, 
per poi sparire all'interno della casa.
Kagome sospirò pesantemente, sperando con tutta sè stessa di concludere 
quella pagliacciata inutile; lei non avrebbe mai sposato un uomo di cui 
conosceva solo il nome!
Lei e Hojo vivevano vicini fino a che quest' ultima non si era dovuta 
trasferire a Tokyo per motivi di lavoro, ma nonostante ciò - a livello 
economico - le due famiglie erano rimaste abbastanza in contatto. Ma allora 
aveva solo sette anni dannazione! Non si ricordava più nemmeno il suo viso! 
Inspirò profondamente, cercando di rilassare al meglio l'eapressione tirata 
del suo viso; infondo, non voleva mica terrorizzarlo.
Come poteva lei - amante del pensiero dell' amore - rinunciare ai propri 
sogni fiabeschi, e accettare un matrimonio combinato?
Lei, il quale sogno fin da bambina era stato quello di incontrare il suo 
principe azzurro; no, una cosa del genere non era assolutamente possibile.
Avrebbe cercato di risolvere la questione con le buone, finchè le sarebbe 
stato possibile almeno. 
Salì il primo piccolo - se non praticamente inesistente - gradino del gazebo, 
guardandosi intorno con uno sguardo curioso. Le luci erano offuscate, solo un 
candelabro pendeva da uno dei pilastri di marmo del gazebo, creando strani 
giochi di luce e ombra sul pavimento. 
Un' improvvisa melodia tintinnò nell' aria, facendo disorientare Kagome; era 
una melodia così dolce e rilassante. Chiuse gli occhi lasciandosi andare a 
qualche attimo di pace prime dell' inesorabile incontro. 
Ma poi - un suono fastidioso e profondo - sovrastò quella limpida sinfonia e 
le fece aggrottare le sopracciglia. Riaprì gli occhi lentamente, scrutando alla 
propria destra : una figura girata di spalle, alta e abbastanza possente. 
Se non errava - allora - quella figura doveva essere per forza Hojo. 
Il borbottìo insistente che sentiva prima non era altro che la voce del ragazzo che parlava al telefono.
Posò le mani sui fianchi prendendo un lungo respiro.
Potè giurare di aver visto qualcosa muoversi in quella semi-oscurità. Un movimento rapido e ritmico, ma che - come era venuto - era sparito con altrettanta rapidità.
« Ehi! Tu! » disse richiamando la sua attenzione. Era curiosa - maledettamente curiosa - di vedere il suo volto : vedere se era cambiato. 
Però - quando lo vide completamente voltato verso di lei - il suo cuore fece una doppia capriola per l'immenso stupore. 
Il corpo - che poteva essere tranquillamente paragonato a quello di una statua colpita nel marmo - era fasciato in un'elegante camicia color pece, con le maniche arrotolate fino ai gomiti e qualche bottone distrattamente disfatto sulla parte sopra di essa; indossava dei jeans - anch' essi scuri - stretti, che poco lasciavano all'immaginazione di quelle gambe muscolose; 
le mani erano messe nelle tasche con nonchalance, donandogli una strana aria di braveria; il viso diafano e ben definito era circondato da lunghi e setosi capelli argentati, che sembravano indecisi se brillare sotto il chiarore limpido della luna o contro le fiamme traballanti del candelabro; ancora di più la sorpresero due tenere orecchie canine che sbucavano esaltate da quella folta chioma : probabilmente erano loro che si erano mosse prima; ma ciò che inevitabilmente colpì Kagome furono gli occhi : due pozze senza fondo di miele, due miniere di oro colato. Leggermente socchiusi e con un' espressione che non seppe decifrare. La scrutavano incuriositi, se non divertiti avrebbe detto, come se per loro fosse stata un' attrazione da circo. Eppure - quello sguardo - le sembrava famigliare, quegl'occhi le sembravano appartenere. Freddi e taglienti, ma caldi e roventi; quello sguardo ... vide per un attimo, per un solo attimo, uno sguardo scuro, scuro come la pece sovrapporsi a quello ambrato e lucente del ragazzo. 
Lo vide alzare un sopracciglio, inarcandolo, guardarla stupito, poi interrogatorio e infine dannatamente serio;
intanto il ragazzo studiava la snella figura della ragazza dinanzi a sè : era fasciata in un abito color verde-acqua. Il corpetto era stretto senza spalline; la gonna era lunga e toccava il pavimento sottostante : non era particolarmente larga, ma nemmeno esageratamente stretta; aveva inoltre uno spacco - non molto vistoso per gioia di Kagome - fino al ginocchio da entrambi i lati. Era semplice, ma le stava d’ incanto. I capelli erano lasciati liberi per scendere lungo la schiena; le spalle - che sarebbero dovute  essere nude a causa del vestito - erano coperte da due ciocche di capelli. Il viso, limpido e chiaro, faceva emergere i suoi occhi argentati come la superficie lunare o - come avrebbe detto il giovane - troppo simili ai suoi capelli.
Lui l'aveva riconosciuta. Lui se ne ricordava.
La vide ravviarsi i capelli mentre sospirava.
« Ti ho riconosciuto. » proferì allargando appena gli occhi. Il ragazzo accennò ad un sorriso sghembo. Tirò le mani fuori dalle tasche girandosi completamente verso di lei.
« Allora, » iniziò lui con un tono che a Kagome non piacque per niente; però la sua voce, non era così fastidiosa come l'aveva definita all'inizio; anzi.
« Dovremo concludere ciò che avevamo iniziato. » disse memtre socchiudeva pericolosasamente gli occhi. 
« Eh? » gli chiese lei senza comprendere appieno le sue parole. Lui fece per parlare ma lei lo precedette.
« Stai parlando come se ci fossimo visti recentemente. »
« Se non ci siamo incontrati recentemente, come hai fatto a riconoscermi? » chiese perplesso.
« Tsk! Non cercare di fare tanto il furbo ok? » disse.
« Te dico subito; sono venuta qui solo perchè mi ha costretto mia madre. Se rimani così conciato, mi dici chi mai ti sposerà? » disse scuotendo la testa esasperata. Il ragazzo la guardò alzando nuovamente il sopracciglio.
« Sposarmi? » chiese sempre più confuso, sorvolando il fatto che lo avesse velatamente insultato.
« Sei mica venuto a sposarti qui no? » chiese come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“ A quanto pare, sembra che non mi ha davvero riconosciuto. ” pensò l' albino.
« Ma tu, dici sempre cose così sballate o oggi è un giorno speciale? » chiese già scocciato da quella - fin troppo lunga - conversazione.
« Ma tu, sei sempre così insopportabile o oggi è un' occasione speciale? » rispose a tono la corvina. Quello... ma come diavolo si permetteva?!
« Chissà cosa ci ha visto mia madre in te. » disse roteando gli occhi al cielo.
« Tua madre? Mi conosce anche lei? » chiese perplesso. 
« Ovvio che ti conosce. Aspetta! Ti sei dimenticato di mia madre? Dopo che da piccolo hai giocato nel suo grembo! » continuò imperterrita la ragazza.
InuYasha aveva pensato sin da subito che quella ragazza fosse strana, ma ora che la vedeva, l'avrebbe definita pazza!
Giocare nel grembo di sua madre?
Magari! Magari avesse avuto - lui - questa grande possibilità; non gli era stato riservato nemmeno godere appieno la sua, figurarsi quella di un altro.
« Comunque, lasciamo perdere. »
« Senti, sono una persona molto diretta io : tu non mi piaci, non mi piaci affatto Hojo. » disse portandosi una ciocca dietro l'orecchio.
« Chi è Hojo? » chiese nuovamente lui con tono neutrale.
Fu allora che in Kagome iniziò a instaurarsi un nuovo terribile dubbio.
« Aspetta un attimo! Tu ... tu non sei Hojo? » chiese sgranando gli occhi. Il suo tono era serio.
InuYasha si limitò a scuotere appena la testa.
« Non sei Hojo?! » chiese nuovamente con più enfasi e sentendosi una perfetta idiota.
« E allora che diavolo ci fai qui? » chiese avvicinandosi e puntandogli un dito contro.
« Anche tu sei qui. Tu sei Hojo? » chiese con finta ironia il ragazzo. Certo le sue battutine non erano certo dette per scherzare.
« Ah-ah-ah! Molto divertente! » disse ritirando la mano.
« Non ti vergogni ad importunare una povera ragazza ingenua ed indifesa? » chiese ai limiti dell' isteria.
InuYasha - non seppe spiegarsi il perchè - aveva grossi dubbi sulle sue parole.
« Tu non mi conosci! » continuò facendo schioccare le dita un paio di volte e puntando nuovamente l'indice contro di lui.
« Cosa credi? Ho un bazooka io! » disse con tono minacciatorio; il ragazzo però non fece una piega, anzi, i suoi dubbi vennero confermati. 
Restarono entrambi in silenzio per vari secondi a scrutarsi. 
« Cos' hai da guardarmi in quel modo eh? » chiese.
« Guarda che non ho paura di te! » annunciò sicura picchiettando l'indice contro il suo petto. InuYasha roteò gli occhi al cielo stanco di assistere a quella pagliacciata. Rimise le mani nelle tasche e si voltò. Avanzò di qualche passo. Si fermò.
In effetti quella ragazzina sembrava spuntare dappertutto a ficcare il naso nelle sue faccende.
Voltò il viso verso un lato, accennando ad un ghigno e guardandola con la coda dell' occhio.
« Ci vediamo, mocciosa. » disse infine prima di scomparire.
« Mocciosa a me?! Ma ... ma ... » boccheggiò incredula. Mocciosa a lei? Lei?! 
« Cafoneee!!! » gridò al vento.
 
 
 
Naraku, Hideki - suo genero -, e la madre di Sessomaru arrivarono all'ingresso di casa Higurashi. 
Ad accoglierli trovarono due delle persone forse meno gradite che potessero trovare. Il Signor Higurashi - il nonno di Kagome - e suo figlio maggiore. 
Fecero per passare accanto a loro ed entrare, ma la voce dell' uomo li fermò.
« Naraku Kumo! » disse fermandosi. 
« Higurashi. » disse a sua volta lui palesemente scocciato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Angolo Autrice -
 
Holà! 
Ehm... ammetto che il mio ritardo è imperdonabile, ma siate buoneee Ç_Ç non succederà più! Non deve! T^T ( soprattutto se devi sorbirti le minacce di qualcuno -.-")
Allora allora allora...
Adesso voi direte : e tu ci hai fatto aspettare tutto questo tempo, per un capitolo del genere?! 
Ebbene sì T.T 
Questo capitolo doveva essere di passaggio per presentarvi un po' la famiglia di Inuyasha e di Kagome... Insomma, le cose vere iniziano dal prossimo! ^_^'"""
Mi scuso anche per la lunghezza... Ma proprio, scrivere sul cellulare non è il massimo T.T 
Lasciamo perdere i piagnistei và! XD
Ma voi ditemi, se è possibile scambiare InuYasha per Hojo? XD
E quest' ultimo è forse morto? XD
Se così fosse, sarebbe meglio xD
E chi sarà la fidanzata di Sota? ^^
Cosa hanno in mente i Kumo?!
A proposito di loro ... non me ne vogliate per aver messo la madre di Sesshomaru insieme a Naraku xD Spero inoltre che si sia capita un po' la situazione.. Sesshomaru odia Inuyasha, Inuyasha è troppo furbo, Naraku fa le sue preferenze xD
Beh, dai non vi rompo piu xD
Ci vediamo presto ( spero)
Grazie a chi leggerá !! ^_^
 
bacioni, Lullaby 99 ^^
 
p.s.
Marty, Serin, avete visto che alla fine il bazooka l'ho ficcato anche qua? XD
  
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