Ventidue gennaio: la leggerezza dell’amicizia.
“Siamo un po' come Voldemort e Harry in nessuno può vivere se l’altro sopravvive”
"E nessuno cade nel baratro se una non ci cade prima e trascina l’altra con sè come Gandalf e il Balrog, no?”
“Che poi io ti dico queste cose insieme a mia luna e mie stelle. Sono o non sono la persona più dolce sulla faccia della terra?”
"E nessuno cade nel baratro se una non ci cade prima e trascina l’altra con sè come Gandalf e il Balrog, no?”
“Che poi io ti dico queste cose insieme a mia luna e mie stelle. Sono o non sono la persona più dolce sulla faccia della terra?”
Le vere amicizie
quelle autentiche, quelle reali,
hanno radici profonde ancorate
in notti tormentate e umide di lacrime soffocate.
Le vere amicizie
rintoccano di flebili risate alla luce soffusa
di una candela profumata e si espandono
nella carne, nel sangue, fino al cuore,
riscaldando, rasserenando;
portano tiepide carezza di parole che ti si adattano,
ti fanno sentire meno incompleta,
meno sfumata – senza contorni ben delineati.
Le vere amicizie
sono quasi eterne come le stelle
del firmamento; scricchiolano alle volte,
ma non finiscono così,
come sabbia bagnata al tramonto
inghiottita dai neri flutti.
Si lotta per mantenere le cose importanti.
Sempre.
Nonostante il male.
*