Questa
storia partecipa al contest a turni “1 su 24 ce la fa” [Hunger
Games Contest]di ManuFury
Posy aveva una bambola
Posy
una volta aveva una bambola.
Era
un po’ bruttina: con i capelli sporchi di lana rosa, la testa più grossa del
corpo e un occhio quasi completamente sdrucito. Gliel’aveva confezionata la
stessa Hazelle, sacrificando parte dei suoi guadagni per comprare un po’ di
lana al mercato. A Posy quella bambola piaceva molto, perché aveva i capelli
del suo colore preferito. La perse il giorno dei bombardamenti: se la sentì
scivolare di mano quando Gale la sollevò bruscamente da terra, incitando il
resto della famiglia a correre. La sorellina strillò in protesta, ma le sue urla
rimasero inascoltate. Il frastuono delle esplosioni era troppo forte e la gente
gridava, scappando alla cieca verso la recinzione.
Più
tardi, al sicuro fra i boschi, la bambina chiese a Vick se la sua bambola fosse
morta.
“Non
è morta, Pos”
cercò di confortarla il fratello maggiore, stringendola protettivo a sé. “È
solo andata in cielo con papà.”
Posy
affondò il capo nella manica di Vick e chiuse gli occhi, per non dover più
vedere i feriti e le persone in lacrime che chiedevano aiuto. Non pianse, però: perché i bambini del Giacimento non
facevano mai i capricci.
*
Posy una volta aveva un’amica.
Si chiamava Prim e le sorrideva sempre, anche quando
batteva i denti per il freddo o il suo stomaco brontolava per la fame. Le
piaceva molto: era gentile e le faceva spesso le trecce, chiudendole con
nastrini rosa, perché era il suo colore preferito. Posy perse anche lei per i
bombardamenti, il giorno in cui Prim partì per Capitol City. Lo
scoprì una settimana più tardi, quando suo fratello Gale tornò al Distretto 13.
La bambina pensò che si fosse ammalato, perché mangiava poco e la notte non
dormiva bene. Si arrabbiava quando la sorellina lo supplicava di giocare con
lei e, le volte in cui Posy cercava di attirare la sua attenzione, faceva di
tutto per non guardarla negli occhi. Non parlava più nemmeno con Rory.
Un
mattino Posy si stancò di quella situazione. Raggiunse il fratello e incominciò
a piangere, tirando via con rabbia le lenzuola dal suo letto per buttarle a terra.
Si sentiva triste: le mancava la sua bambola, le mancava Prim
e, ai suoi occhi, Gale sembrava davvero malato. Ebbe paura che il cielo si
stesse portando via anche lui, proprio come era accaduto con il padre. Mentre
piangeva sentì la carezza delicata di suo fratello fra i capelli. Posy smise di
tirare le lenzuola e si accoccolò sul materasso. Gale prese posto di fianco a
lei, ma il suo sguardo continuò a evitarla, soffermandosi sull’uniforme da
soldato appoggiata alla sedia di fronte a loro. La bambina si accorse che
sembrava triste, più che malato. Lentamente incominciò a rassicurarsi.
“Forse,
in cielo, Prim sta giocando con la mia bambola”
sussurrò per confortarsi, asciugandosi una guancia con il dorso della mano. Sorrise
al fratello, ma Gale non ricambiò. Ben presto Posy smise comunque di piangere,
accoccolandosi al petto del fratello maggiore.
Perché i bambini del Giacimento
non facevano mai i capricci.
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Note
finali.
Per
scrivere questa storia ho fatto affidamento sulle pochissime cose che sappiamo
della piccola Posy: il fatto che sia una bambina apparentemente piuttosto
solare e che le venga spontaneo rincuorare le persone (il dialogo con Octavia ne Il Canto della Rivolta), il suo amore per il
colore rosa (sempre in quel dialogo) e la presenza costante degli altri membri
della famiglia a circondarla.
Gale,
nella seconda parte, è scosso per i sensi di colpa in merito a ciò che è
accaduto a Prim e ai bambini di Capitol
City. Per questo fatica a stare a contatto con Posy. Ho fatto riferimento anche
alle sue difficoltà di interagire con Rory perché ho sempre immaginato Rory e Prim molto legati, avendo loro la stessa età. Grazie a chiunque
sia passato a leggere!
Un abbraccio!
Laura
Il Forno ⌠Hunger Games EFPfanfic⌡