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Autore: FairyCleo    23/01/2014    3 recensioni
"Lo aveva visto giocare con suo figlio, lo aveva sentito ridere con i suoi amici di sempre, ma nei suoi occhi aveva letto un dolore profondo e un senso di mancanza che solo lui sembrava in grado di comprendere. Per tutti gli altri non c’era niente di diverso o di strano in quella serata trascorsa alla Capsule Corporation. Gli amici di una vita avevano continuato a fare ciò che avevano sempre fatto senza capire, o peggio ancora fingendo di non capire che Trunks avrebbe voluto trovarsi altrove. E questo, non era un pensiero che stava toccando solo lui".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goku, Goten, Trunks, Un po' tutti, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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III Parte
 
Si era svegliato nel cuore della notte, in un primo momento incapace di capire dove si trovasse. La testa gli faceva un gran male, e si sentiva come se un intero plotone di vari Cell e Freezer lo avesse investito in pieno. Aveva lo stomaco in subbuglio e ricordava ben poco di quello che aveva fatto in precedenza. Di certo, c’era che era ancora morto - era giunto a quella conclusione notando che l’aureola si trovava ancora sulla sua testa - ma si trovava ancora sulla Terra, perché nel palazzo in cui abitava con re Kaioh non c’erano mobili simili. Con grande cautela si era messo a sedere, cercando di abituarsi alla penombra di quella camera da letto. Non aveva il coraggio di accendere la abat-jour che si trovava sul comodino, temendo di peggiorare il suo mal di testa, e aveva deciso di accontentarsi della luce della luna che filtrava dalla finestra.
Erano stati proprio i suoi tenui raggi ad avergli permesso di constatare che accanto al letto matrimoniale vi erano un piccolo armadio, una scrivania e una sedia su cui erano stati riposti dei vestiti che non erano i suoi. Di suo, c’erano solo gli stivali e la casacca della tuta che qualcuno doveva avergli tolto prima di metterlo a letto.
La confusione che stava provando non accennava ad attenuarsi. Era tutto così strano, così diverso da come avrebbe dovuto essere. Era tutto vuoto e privo di senso, a ben vedere, e lui non sapeva proprio cosa fare per rimediare a quel terribile mal di testa. Si era stretto le tempie pulsanti tra le mani, stringendo forte gli occhi, nella speranza di riaprirli e capire almeno dove si trovasse, e soprattutto perché. Si sentiva tremendamente agitato.
Forse, avrebbe dovuto alzarsi da quel letto e cercare di capire una buona volta cosa gli fosse capitato, ma temeva di finire sul pavimento, e aveva il serio timore di non riuscire più a rialzarsi.
“Urca, mi sono sentito in questo modo solo quando mi sono preso quella sbronza durante il…” – ma Goku aveva lasciato la frase a metà, improvvisamente conscio di quello che effettivamente gli era capitato. L’aveva presa eccome, una sbornia, e l’aveva presa a casa del principe dei saiyan in persona! Si era presentato lì per parlagli, e alla fine si era ubriacato. Sì, esattamente, si era ubriacato. Ma come gli era venuto in mente di fare una cosa del genere? Come?
A quel punto, a giudicare da quello che proprio non riusciva a ricordare e dal fatto che avesse dormito in quello che potenzialmente doveva essere il letto di Vegeta, che fine aveva fatto quest’ultimo?
Una forte ansia lo aveva improvvisamente assalito. Presto sarebbe sopraggiunta l’alba. Il suo permesso sarebbe scaduto, e lui non voleva che ciò accadesse. Non prima di scusarsi con Vegeta e di aver abbracciato un’ultima volta la sua famiglia. Già, la sua famiglia… Gohan, Chichi e il piccolo Goten si stavano di certo domandando che fine avesse fatto, perché avesse deciso di allontanarsi da loro durante il suo unico e solo giorno di permesso dall’Aldilà, un giorno che avrebbe dovuto dedicare solo ed esclusivamente a loro.
Con il cuore in gola era sceso dal letto e si era messo in piedi, cercando in se stesso il coraggio per uscire dalla stanza e rimediare almeno ad uno dei danni che aveva combinato.
Stava per aprire la porta della stanza quando un Vegeta vestito di tutto punto lo aveva preceduto, accendendo la luce di colpo e facendogli prendere per giunto uno spavento memorabile.
“Bene, vedo che sei già in piedi. Mi hai risparmiato la fatica di svegliarti”.
“Cosa?” – non era certo di aver capito bene. D’accordo che l’aveva fatto arrabbiare e non poco, che era stato sgarbato e decisamente patetico, ma buttarlo fuori di casa nel bel mezzo della notte, in quello stato, poi, era disumano anche per il principe dei saiyan!
“Tsk…” – si era limitato a dire prima di sorpassarlo, prendere i vestiti che aveva messo sulla sedia e lanciarglieli addosso.
“Emm… Vegeta, io…”.
“Non fiatare e vestiti. Forza!”.
Era davvero così tanto arrabbiato con lui, non c’era che dire. E come dargli torto?
 “Kaharot, dico sul serio, vestiti! O hai dimenticato come si fa? Spogliarti mi è già costato caro, quindi vedi di vestirti da solo e di fare in fretta. Perché io non ho nessuna intenzione di mettere in pratica il procedimento inverso!”.
“Va bene…” – tremendamente dispiaciuto, Goku si era rimesso la casacca arancione, mettendola nei pantaloni e stringendovi attorno la cintura di colore blu. Subito dopo si era chinato sul pavimento, raccogliendo gli stivaletti e infilandoli barcollando vistosamente. Aveva qualche problema di equilibrio piuttosto evidente, al momento.
Era terribilmente in collera con se stesso. Come aveva fatto a fare quell’autentico macello in così poco tempo? Era andato da Vegeta per parlargli, per farlo sfogare se necessario e per comprendere le ragioni che lo avevano condotto a prendere una decisione così sofferta e difficile. Voleva prendersi cura di lui, e invece, alla fine e anche se per poco, era stato il contrario. Aveva rovinato tutto. Ed ecco che ora Vegeta ce l’aveva a morte con lui, ancora più di prima, se possibile. Non c’erano dubbi, era davvero un cretino.
Aveva finito di rivestirsi senza staccare gli occhi dal pavimento. Vegeta stava cercando qualcosa nell’armadio, ma non aveva avuto il coraggio di vedere di cosa si trattasse o di fargli una domanda di senso compiuto, ammesso che fosse in grado di farlo.
Forse stava solo cercando di ignorarlo, stava solo aspettando che lui se ne andasse! A quel punto, perché farlo attendere oltre? Doveva solo andare verso l’uscita, aprire la porta e chiudersela per sempre alle spalle. Non lo avrebbe neppure salutato. Non voleva disturbarlo oltre. Stava appunto per mettere in pratica quanto detto quando qualcosa di morbido ma piuttosto pesante lo aveva colpito alla nuca facendolo voltare di scatto verso colui che aveva lanciato quello che aveva scoperto essere una sacca da viaggio.
“Ehi, ma sei impazzito?”.
“No, tu sei impazzito! Dove credevi di andare? Dopo tutta quella tiritera sdolcinata che mi hai propinato stanotte, hai davvero il coraggio di voltarmi le spalle?”.
“Tiritera-tiritera sdolcinata?”.
“Tsk! Quante volte devo ripetere che sei un emerito cretino?” – aveva sottolineato, chiudendo la sacca che aveva appena finito di riempire – “Forza! Cerchiamo di sbrigarci! Raccogli quella stupida sacca e preparati ad usare il teletrasporto”.
Era sempre più confuso. Il teletrasporto? Ma dove voleva andare se tra poche ore il suo permesso sarebbe scaduto? Non poteva allontanarsi dalla Terra così, senza dirlo a Baba…
“Allora, vuoi sbrigarti o no?”.
“Vegeta, io non capisco”.
“E quando mai capisci qualcosa, tu? Tsk, roba da pazzi! Senti, ti spiegherò tutto quando saremo arrivati. Adesso, diamoci una mossa prima che sia troppo tardi”.
“Ma tardi per cosa? E poi, dove vuoi andare?”.
“Su Neo-Namecc, ignobile cretino. Stiamo andando su Neo-Namecc”.
*
Non sapeva come prenderla, in verità. Vegeta lo aveva costretto a teletrasportarsi su Neo-Namecc seduta stante, con tanto di provviste, fra l’altro.
Le cose erano decisamente diverse su quel pianeta rispetto a quello su cui avevano vissuto precedentemente i namecciani. Tanto per cominciare, di sole ce n’era uno solo, e questa volta esisteva l’alternanza tra giorno e notte. Proprio come sulla Terra, si vedeva un satellite grande un paio di volte la Luna troneggiare nel bel mezzo del cielo altrimenti nero come la notte, un cielo le cui stelle avevano preso la decisione di celarsi.
Faceva freddo, decisamente freddo, e Goku non era stato capace di non rabbrividire. Era quella la particolarità di chi conservava il proprio corpo dopo la morte, era proprio come essere ancora vivi. Solo che sulla testa si aveva una simpatica aureola dorata.
“Brrr…” – si era lamentato, strofinandosi le braccia nel vano tentativo di riscaldarle – “Si gela qui!”.
“Tsk! Lo avevo previsto” – aveva commentato Vegeta, alzando il colletto del giubbotto imbottito e continuando a trafficare con l’orologio che portava al polso – “Per questo ho preparato la sacca, idiota”.
Curioso oltre ogni dire, Goku aveva aperto la sacca fornitagli da Vegeta, scoprendo che all’interno vi era riposto un pesante giubbino di piuma d’oca che gli stava quasi a pennello e alcune cibarie.
“Urca! Ma come facevi a sapere che avremmo trovato tutto questo freddo, scusa? E poi, che ci fai con un capo che non è della tua taglia?”.
Il principe dei saiyan aveva sorriso prima di rispondere – “Diciamo che mio figlio non ha ereditato l’occhio critico di sua madre per quanto riguarda l’abbigliamento”.
Un regalo di Trunks. Vegeta gli aveva dato da indossare un regalo che gli aveva fatto Trunks. Dire che era sorpreso sarebbe stato riduttivo. Sorpreso e anche un po’ confuso, a dire il vero. Non si aspettava tanta premura, non da parte di un uomo decisamente interessato ad apparire più burbero che mai. Non c’era niente da fare, non sarebbe mai riuscito ad indagare fino in fondo la psicologia di quella creatura così misteriosa.  Certo, non che psicanalizzare gli altri gli riuscisse meglio, ma con Vegeta faceva molta più fatica. Erano diversi, loro. Così diversi a causa della loro educazione, delle loro scelte e per colpa delle decisioni che il destino aveva preso per loro. Forse, se non fosse stato inviato sulla Terra quando ancora era in fasce, sarebbe venuto su esattamente come il principe dei saiyan e sarebbe stato in grado di comprendere i suoi piani, di capire come ragionava e di anticipare ogni sua mossa.
Ancora non era stato in grado di aprire l’argomento che più gli stava a cuore, tra l’altro. Certo, lo aveva raggiunto a casa  sua non solo per quello ma anche per il puro piacere di incontrarlo, di parlargli e non di doverlo solo guardare da lontano quasi come si faceva con una star del cinema, o con un principe, in questo caso. Non avevano mai avuto un rapporto di amicizia nel senso stretto del termine, era vero, un po’ per colpa di Vegeta che non avrebbe accettato facilmente di avere un qualsiasi tipo di rapporto con lui, con la terza classe che aveva osato avere pietà di lui, e un po’ per colpa sua, perché non era stato in grado di avvicinarlo perché non lo aveva ritenuto importante. La verità era che lui aveva sempre dato tutti e tutto per scontato. Amici, parenti… Qualsiasi cosa fosse accaduta ci sarebbero state le sfere del drago a risolvere i problemi. L’allenamento, il desiderio di diventare più forte, di misurarsi principalmente con se stesso, lo aveva portato a diventare un autentico egoista. L’aver condotto Cell senza pensarci due volte sul pianeta del povero re Kahio era stato un gesto di puro egoismo, non di eroismo, come avevano sempre creduto tutti quanti. Il non volerne sapere di tornare, poi… Come aveva potuto credere di aver fatto la cosa giusta, di aver agito per il bene di suo figlio e del mondo intero? Era stato solo un autentico idiota egoista, ecco cos’era stato. Peccato solo che fosse stato talmente sciocco da non essere stato in grado di capirlo prima. Eppure i suoi amici avevano accolto il suo arrivo con grande entusiasmo e grande gioia, incapaci di trattenere lacrime di commozione. Ma, a quel punto, tirando le somme, lui credeva di non meritare niente del genere, di non meritare tutto quello che costantemente gli veniva donato. Come poteva meritare un trattamento del genere se lui non era stato in grado di ricambiare l’affetto, l’amore che quelle persone tanto care gli avevano riservato in tutti quegli anni?
Si sentiva sempre peggio, il nostro Goku. C’era poco da fare, aveva perso il controllo di tutto, ammesso che lo avesse avuto anche solo per un nanosecondo. Ed era anche estremamente confuso! Perché Vegeta aveva preteso di raggiungere Neo-Namecc a quell’ora?    
Era così strano, Vegeta. In abiti terrestri, borghesi, non sembrava quasi più lui. Eppure, eccolo lì, con il suo sguardo serio, severo, pensieroso, così simile e così diverso dal guerriero con cui si era battuto diverso tempo addietro. Forse avrebbe dovuto chiedere prima di partire, no? Dopotutto, non gli restava molto tempo da trascorrere con i suoi cari, e non gli andava per nessuna ragione al mondo di sprecarlo. Certo, quello non era il termine più indicato visto che si trovava comunque con Vegeta, ma dubitava che Chichi o Gohan gli avrebbero perdonato una simile decisione. Per non parlare del piccolo Goten, poi… No, doveva andare via. Doveva tornare sulla Terra, e subito. Forse, avrebbe convinto Vegeta a seguirlo, a raggiungere gli altri e trascorrere un altro po’ di tempo insieme a lui, a Trunks e a tutti gli altri! Certo, e poi lo avrebbe convinto anche a tornare a combattere in men che non si dica. A volte era veramente un autentico derelitto.
“Allora, vediamo… Il primo villaggio si trova a nord… Sì, credo che sia il caso di cominciare da lì, no? NO? Ehi! Kaharot! Ma mi stai ascoltando o no?”.
“Eh? Cosa?”.
La vena sulla tempia destra di Vegeta aveva cominciato a pulsare pericolosamente, promettendo battaglia e atroci sofferenze. Ecco, in quel preciso istante, Goku aveva cominciato a pensare che probabilmente fosse stato un bene che Vegeta avesse smesso di combattere. In caso contrario, presto sarebbe scoppiata un’autentica Apocalisse.
Ma Vegeta non era esploso. Vegeta non aveva proferito parola, a dire il vero. Si era limitato a guardarlo con occhi indecifrabili per un lungo, lunghissimo istante prima di scuotere il capo con aria afflitta e tornare ad occuparsi di uno strano orologio digitale che portava al polso sinistro.
Non sapeva cosa fare. Davvero, Goku non sapeva cosa fare. Ma rimanere lì, sospeso a mezz’aria a perdere tempo, a cosa sarebbe servito? Per questa ragione, anche se leggermente titubante, aveva deciso di avvicinarsi cautamente a Vegeta, allungando il collo quanto bastava per sbirciare oltre la sua spalla.
“Che stai facendo?” – aveva osato chiedere con un filo di voce.
“Ma non mi dite! Kaharot è probabilmente tornato tra noi! Chi l’avrebbe mai detto? Tsk! Che razza di idiota!”.
Perché doveva trattarlo sempre male? A volte Vegeta era davvero cattivo. Prima lo costringeva ad atterrare su Neo-Namecc, e poi lo ignorava bellamente, trascorrendo il tempo ad armeggiare con quello stupido orologio! Se avesse sentito un altro ‘bip’ lo avrebbe preso e lo avrebbe lanciato molto, molto lontano, ecco cos’avrebbe fatto!
“Ecco, finalmente ci siamo! Forza, muoviamoci… La prima si trova a nord, proprio come avevo detto!”.
“Ehi! Ehi! Ehi!” – lo aveva stroncato Goku sul nascere, incrociando le braccia al petto per poi assumere un’espressione che a dire il vero si addiceva più al suo interlocutore – “Io non vengo da nessuna parte se tu non mi dici che intenzioni hai! Non so se hai notato che è già tardi, fa un freddo cane, e che devo tornare a casa a salutare tutti! E poi, si può sapere cosa dovrebbe trovarsi a nord, se non il nord?”.
“Tu stai scherzando, vero?”.
Lo stava prendendo in giro. Non c’erano alternative. Goku lo stava prendendo in giro.
“Eh? Io non…”.
Tu non cosa, Goku?”.
Goku? Lo aveva chiamato Goku?
“Guarda che è solo per te se siamo venuti quaggiù! Pensavo lo avessi capito razza di citrullo!”.
“Per-per me?”.
“Tsk! Non sono stato io a fare tutta quella tiritera, prima, sul fatto di voler tornare a casa! O te ne sei già dimenticato?”.
Ed ecco che improvvisamente aveva smesso di sentire il freddo pungente di quella notte, perché si era reso conto di essere un emerito cretino. Un cretino anche ancora piuttosto brillo, ad essere precisi. Ma come, come aveva potuto dimenticare di aver detto tutto quello che aveva detto, e soprattutto come gli era venuto in mente di parlare senza riflettere? Non era di certo andato a casa di Vegeta per mettersi a piagnucolare sulla propria idiozia e su quanto fosse stata sbagliata la decisione presa in merito all’allontanarsi dalla sua famiglia e dai suoi cari! Lui aveva detto una cosa del genere ad una persona che aveva dovuto prendere una decisione non troppo dissimile perché aveva avuto un crollo psicofisico, che aveva rinunciato ad ogni cosa perché… perché… Oh cavolo, non sapeva neanche il motivo di quella decisione così sofferta perché non si era soffermato a chiederlo! Sì, era un idiota. Era un perfetto, autentico idiota patentato che aveva per amico, per amico vero, un principe senza più reame né trono che non gli stava solo dando quello che voleva, ma quello di cui aveva davvero bisogno.
“Vegeta… Io…”.
“Oh, no, ti prego! Non osare dire né che ti dispiace – o potrei avere un autentico conato – né che ormai è troppo tardi per tornare in vita, perché sarebbe solo una pessima scusa. Ora, se non hai niente di meglio da fare, datti una mossa e seguimi. La prima sfera del drago si trova verso nord”.
Fine Parte III
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*Cleo si affaccia timidamente*
Bene, dire che ho aggiornato dopo un secolo sarebbe riduttivo! XD Ma se seguite anche l’altra mia Long (e sì, so che tra di voi ci sono alcuni dei miei veterani), saprete bene che non aggiorno neppure quella da un po’. Sono stata impegnata. O meglio, io sono sempre impegnata, ma in queste settimane lo sono stata più del solito. Fra lavori che ho fatto in camera (dovete sapere che sono una di quelle matte a cui di tanto in tanto piace spostare la disposizione dei mobili e il colore delle pareti), studio e tirocinio universitario, è un miracolo che io stia ancora in piedi. E i giorni a venire si prospettano peggiori di quelli appena trascorsi, ma prometto di essere più puntuale.
Bene, alla fine, la supplica di Goku è giunta alle orecchie della persona più giusta. Vegeta, a quanto pare, è un uomo pragmatico, un uomo a cui non c’è bisogno di rivolgere troppi giri di parole, un uomo che non ha esitato un attimo a prendere provvedimenti per sistemare le cose. Tanto di cappello al nostro principe senza reame, dunque!
A questo punto non ci aspetta che vedere cosa combineranno i nostri saiyan preferiti. Considerando che hanno solo poche ore prima che Goku debba tornare nell’Aldilà, dovranno darsi una mossa, no?
E devo darmela anche io una mossa, quindi scappo! =)
Un bacino
Cleo

 
   
 
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