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Autore: MaryTheFangirl01    23/01/2014    0 recensioni
Salve gente! Ci rivediamo con la mia nuova storia! Dunque, come forse alcuni di voi sapranno io AMO Jack Frost e Elsa come coppia, perciò eccomi qui a pubblicare una storia con pairing Jack Frost/Elsa.
Questa storia comincia con Jack che si è perso nei dintorni di Arendell... altro non vi dico, solo che ci saranno colpi di scena! Buona lettura!
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Che cosa????? Non ci penso nemmeno!!
Ma che diamine gli era venuto in mente?? Io prendere lezioni da quell'incapace?? MAI! Ma chi si credeva di essere??!! Ok, ammetto che forse, e dico forse, sapeva controllarsi meglio di me, ma io non mi sarei mai fidata di un irresponsabile come lui, che pur avendo questo enorme e pericoloso potere tra le mani, lo usava come niente fosse! Qualcuno poteva farsi seriamente male, mentre lui si divertiva a ghiacciare le strade! E poi... stavo facendo dei discorsi senza senso. Lui sapeva sicuramente maneggiare il ghiaccio molto meglio di me. Però, io in quel castello stavo così bene, senza freni... certo, ma l'assenza di freni aveva provocato una tempesta! Accidenti, dovevo proprio ammetterlo, avevo bisogno del suo aiuto. Non volevo assolutamente che il mio popolo ci rimettesse, e soprattutto non volevo che Anna si trovasse in pericolo. Mi ero chiusa in quella camera per proteggerla, ed ero scappata per lo stesso, identico motivo. Avevo bisogno di saperla al sicuro, per poter stare in pace con me stessa e con il mio potere. E sicuramente qual Jack Frost poteva aiutarmi, così forse sarei anche potuta tornare ad Arendelle. Sì, dovevo decisamente accettare il suo aiuto.
-E va bene Jack Frost, accetto la tua proposta, ma ad una condizione: se a mia sorella accadrà qualcosa prima che io sia riuscita ad avere il pieno controllo di questo potere, te la farò pagare.
-Ottimo, allora iniziamo subito: lezione numero uno, non pensare solo alle responsabilità che il ghiaccio comporta, ma anche al divertimento che può donare. Tu con questo potere ci sei nata per caso?
-Sì 
-Allora scommetto che da piccola ti divertivi a usarlo, ho indovinato?? Bene, devi farlo anche ora: non guardarlo come una maledizione, ma come un dono che può rendere felici le persone.
Era vero, da piccola mi divertivo molto a fare dei pupazzi di neve con Anna. Forse aveva ragione: quando costruii quel castello, mi sentii più libera che mai, e mi piaceva sfogare il mio potere che per tanto tempo avevo nascosto.
-Lo facciamo un pupazzo di neve?
Come? Mi stava chiedendo di fare un pupazzo di neve...
-Perché?
-Sarà divertente!!! E poi, devi sapere che io e il divertimento siamo una cosa sola, un tutt'uno... è il mio centro.
Il suo centro? Ma di cosa stava parlando? Beh, in realtà non mi importava poi molto, così accettai e immediatamente fece un sorriso scintillante, come neve appena caduta. Mi venne spontaneo rispondere al sorriso con un altro, di quelli piccoli ma veri. In fondo, forse non sarebbe stato poi così terribile l'allenamento che mi attendeva...










Alla fine avevamo addirittura fatto a gara a chi faceva il pupazzo di neve migliore. Io ne avevo fatto uno che somigliava a Nord, poi un altro somigliante a Calmoniglio, uno a Dentolina, uno a Sandman e uno a Jamie. Lei, invece, ne costruì uno a forma di una donna, che sembrava austera ma dolce, uno di un uomo severo ma comprensivo, uno di una ragazza alta con un paio di trecce e un viso molto allegro, uno a forma di un tizio alto e che sembrava buono ma aveva qualcosa di strano e uno a forma sua. Però, il pupazzo, o meglio opera d'arte, che le somigliava era più distante dagli altri, e con un viso più triste. Anche la vera Elsa si rattristò, ma cercò di non darlo a vedere.
Ovviamente, entrambi avevamo fatto un ottimo lavoro, non c'era modo di decidere chi avrebbe vinto.
-Tu che dici, siamo pari?- le domandai io, senza aspettarmi una risposta.
-Direi di sì, bel lavoro. Aspetta... ma io quelli li conosco! Sono Babbo Natale, la Fatina dei Denti, l'Omino del Sonno, il Coniglio di Pasqua e...ehm... L'altro chi è? Non l'ho mai visto prima.
-Si chiama Jamie ed è un mio amico. Jamie... è stato il primo a credere in me-
Che strana ragazza. Un minuto prima era depressa e un minuto dopo si metteva a saltare di gioia perché avevo costruito le leggende. Evidentemente, oltre che raccontarle di me, sua madre doveva averle fatto conoscere anche i miei amici. Sua madre... probabilmente era lei la donna che aveva costruito, l'uomo forse era suo padre, la ragazza sua sorella e il ragazzo... suo fratello? Un cugino? Il suo fidanzato? Decisi di togliermi questo dubbio.
-Chi è quello?- le chiesi. Non poteva essere il suo ragazzo, non ce lo vedevo con lei. Cioè, già a prima vista Elsa sembrava una persona un po' fredda ma in realtà stupenda, mentre lui... aveva qualcosa di sospetto, come se quel viso gentile fosse una copertura.
-Quel ragazzo dici? Oh, lui è il ragazzo di mia sorella, credo si chiami Hans. Pensa che si sono conosciuti solo ieri e già mi hanno chiesto la benedizione per sposarsi. Dicevano che lui e i suoi dodici fratelli sarebbero venuti a vivere nel nostro castello, non potevo mica permettere che lo facessero! Così ho rifiutato e sono scappata. Il resto lo sai. Però, all'inizio Hans aveva l'aspetto di una brava persona, ma quando ho proibito il loro matrimonio ha fatto una faccia che non era dispiaciuta, era più... come se qualcosa fosse andato storto, ma poi ha fatto un sorriso che sembrava perfido. Ecco perché l'ho costruito così.
Caspita, un giorno e già volevano sposarsi? Meno male che non era il fidanzato di Elsa, o si sarebbe trovata in un mare di guai.
Guardando fuori dalla finestra, mi accorsi che la luna piena era alta nel cielo. Ripensai con nostalgia al giorno in cui l'Uomo nella Luna mi scelse come guardiano. Evidentemente a Elsa sembrò che fossi stanco, perché mi propose di andare a riposare in una delle stanze. Accettai, la ringraziai, e lentamente mi avviai verso la camera che mi aveva indicato. Era tutto completamente di ghiaccio, non solo i muri, anche gli arredi. Beh, per me non ci sarebbero stati problemi: il ghiaccio era casa mia. Così mi stesi sul letto e attesi il sonno, che mi raggiunse presto.









Era andato a dormire già da un po'. Che strano quel tipo, prima mi proponeva di allenarmi con lui e poi di fare un pupazzo di neve. Non avevo mai conosciuto uno così. Ecco... in realtà, non è che avessi conosciuto molte persone in vita mia, ma quando ero piccola partecipavo a tutte le feste al palazzo. Però, erano noiosissime e allora io e Anna rubavamo sempre un po' di torta al cioccolato e pasticcini e ci ritiravamo nel nostro salone privato, a giocare con la neve mentre ci impiastricciavamo di quel dolce delizioso. 
Decisi di andare anch'io a dormire, avevo sonno dopo il "duro" allenamento. Mi accorsi che con Jack mi sentivo più leggera, forse perché lui poteva capire come mi sentivo, o semplicemente per il suo carattere che avrebbe fatto sentire bene anche un ghiacciolo come me.
Mi avviai verso la mia stanza, dove tutto era di ghiaccio: un letto matrimoniale, uno specchio, un comodino dove non c'era nulla sopra, delle tende e delle coperte. Tutto completamente di ghiaccio. Però, io stavo bene, il freddo mi confortava. Tuttavia, rimasi sveglia fino a poco prima del sorgere del sole, sola con i miei pensieri.
La mattina dopo, sveglia all'alba. Quell'idiota aveva deciso che doveva proseguire con l'allenamento dalle prime luci del giorno. Antipatico! Sembrava così fresco e riposato quel ragazzino, io invece avevo un paio d'occhiaie da far paura. Probabilmente se ne accorse subito, dato che appena mi rigirai nel letto per lanciargli maledizioni in norvegese si spiaccicò contro la parete opposta, scusandosi per avermi svegliata. Visto che ormai mi era impossibile riaddormentarmi, mi alzai e lo presi per un braccio, trascinandolo di sotto. Ci teneva così tanto ad allenarmi? Bene, ma che riuscisse anche a sopportarmi quando lo torturavo!
Riprendemmo l'allenamento.
-Lezione numero due: devi sentirti un tutt'uno con il ghiaccio. Se ti lasci sopraffare da lui, non ci andrai mai d'accordo. E ricordati che non devi mai sopprimerlo. Devi lasciarlo libero, così verrà fuori a piccole dosi. Non avere paura di ciò che potresti fare. E questa è la lezione numero tre: il ghiaccio è strettamente legato alle tue emozioni, perciò se sarai rilassata andrà tutto bene, ma se avrai paura, ti mostrerà il suo lato oscuro.
Forse il signorino so tutto io non sapeva che io una volta facevo così, ma poi rischiai di uccidere Anna. Lo informai con quelle esatte parole, e mi rispose: -Sicuramente era stato solo perché lei andava troppo veloce e tu hai sbagliato mira. Non devi rimproverare il tuo potere.
Probabilmente aveva ragione: era stata colpa di entrambe, ma non era perché ero troppo potente per la mia giovane età. Mi sentii sollevata: era ugualmente colpa mia, ma c'era la possibilità che il mio potere non fosse poi così pericoloso come credevo.
Leggermente sollevata, gli proposi una cosa.
-Ti va di combattere con me? Potrei provare quanto riesco a controllare il ghiaccio.
Mi sorpresi io stessa della mia domanda: ero già così sicura di me? Probabilmente no, ma tanto valeva provare.
-E va bene, accetto. Vediamo che sai fare- detto questo creò un piccolo turbine di scaglie di ghiaccio tra le mani, io invece preparai una barriera con poca fatica, dello stesso materiale.
Mentre quel turbine si faceva sempre più grande, io continuavo la mia barriera: sembrava molto resistente. Inaspettatamente però, quel vortice la sorpassò e mi finì addosso.
Jack si precipitò a vedere se stavo bene, ma si accorse di una lieve ferita sotto il mio occhio sinistro.
-Elsa! Scusami, non volevo!- si scusò -Non importa, non fa male- risposi io. In realtà, bruciava leggermente ma cercai di nasconderlo. Se ne accorse comunque, e creò allora un leggero strato di brina sopra la ferita. Mi sentii immediatamente meglio.








Che spavento mi ero preso quando l'avevo vista a terra! Per fortuna stava bene, non mi sarei mai perdonato di averle fatto del male. Dopo averle messo la brina sul taglio, dal suo viso lessi sollievo. Sorrisi, e lo fece anche lei, ma più lievemente. Era stupenda quando sorrideva.
Ma... Che diamine mi mettevo a pensare? "Era stupenda quando sorrideva"! Ma che razza di pensiero era? Ok, era carina, anzi no bellissima, però uno come me non doveva pensare questo di un'umana. E poi, sicuramente chiunque avrebbe detto lo stesso, era un dato oggettivo. 
Piuttosto, dov'ero rimasto? Ah sì, sorrise. Dopo quello, visto che non avevamo fatto colazione, proposi di andare da qualche parte a comprare qualcosa.
-Cosa vuoi che ci sia su una montagna sperduta? Di sicuro non una torta!- affermò. In effetti, forse aveva proprio ragione. Però, magari potevo andare ad Arendelle a prendere qualcosa. Infondo, la tempesta era cessata da quando ero arrivato a palazzo. Purtroppo, dovetti subito bocciare quell'idea: nessuno mi avrebbe visto, quindi non avrei potuto comprare un bel niente. Ed Elsa non poteva di certo farsi vedere, ricordavo bene cosa aveva detto un tizio:"Chissà dov'è andata! Se la trovo giuro sul mio onore di nobile che gliela farò pagare cara! Ma del resto un essere gelido come lei non poteva che essere una delusione, povera principessa Anna che è andata a cercarla. La poverina è ancora convinta che sua sorella le darà ascolto!"
Quel ricordo mi diede al risposta: Anna! Se fossi andato a cercarla, forse avrebbe potuto aiutarci. Però, chissà se lei credeva in me... Se non fosse stato così, l'avrei guidata al castello, e l'avrei fatta parlare con Elsa. Mi complimentai con me stesso per la grande trovata, e ne parlai con la ragazza. Si dimostrò titubante, ma non avevamo scelta o sarebbe morta di fame. Non aveva mangiato nulla nemmeno al ricevimento dopo l'incoronazione, o almeno così mi aveva raccontato. Così, la salutai e partii alla ricerca di Anna.
Dopo una ricognizione dall'alto (Vento mi aveva ascoltato stavolta), la vidi in compagnia di un montanaro biondo, di una renna e di un pupazzo di neve parlante e smontabile. Ero certo che fosse lei, prima di tutto perché era identica alla scultura fatta il giorno prima da Elsa, e poi per quel pupazzo: non avevo dubbi su chi fosse stato a crearlo. Come avevo supposto, nessuno poteva vedermi, tranne forse la renna: ero visibile agli animali, ma non agli umani. Quella renna cercava di avvertire il montanaro della mia presenza, ma lui era troppo impegnato a conversare con il pupazzo (che capii si chiamasse Olaf). Mi feci venire in mente un modo per attirare la loro attenzione, o non li avrei mai portati da Elsa. A quel punto mi venne l'idea: potevo sciogliere la neve a terra formando un sentiero, che loro avrebbero seguito, fino ad arrivare al castello. Dovetti ammetterlo: ero proprio un genio!
Mi misi a sciogliere la neve. Questa volta se ne accorse Anna, che attirò l'attenzione dei suoi amici sullo strano fenomeno che si stava verificando. Intanto io avevo formato un sentiero abbastanza lungo e i quattro delle meraviglie (così li avevo ribattezzati) lo seguirono.
Dopo qualche ora di cammino, arrivammo al castello. Era impagabile la faccia di tutti (tranne che del pupazzo, lui sapeva già la strada e cosa ci sarebbe stato alla fine del mio sentiero improvvisato), specialmente quella di Anna: era un misto tra sorpresa, meraviglia, speranza, gioia. Era felice che finalmente avrebbe fatto pace con sua sorella. Dopo un po', bussò al portone, che si aprì immediatamente.













Angolo Autrice: rieccomi con il secondo capitolo di questa fanfic! Lo so, sono in ritardo di quasi una settimana, ma non pretendete troppo! Avevo (di nuovo) perso l'ispirazione! E poi ieri, il miracolo: mentre ascoltavo Let it Go su Youtube, mi è tornata! Allora mi sono messa con le mani sulla tastiera e il resto lo immaginate. Dunque, in questo capitolo i nostri eroi si cimentano nel primo allenamento, e poi nella prima battaglia, finita male per Elsa. E cosa fa il nostro Jack? Ma ovviamente si preoccupa per lei, altrimenti che razza di Jack/Elsa sarebbe? E allora miei cari lettori, come reagiranno le nostre care sorelline all'incontro dopo il litigio? Lo scoprirete nella prossima puntata!
Baci
Mary <3
   
 
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