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Autore: titania77    25/01/2014    15 recensioni
La fine della guerra ha cambiato molte cose, ma non l’ossessione di Draco per Harry Potter … lui aveva bisogno di attirare l’attenzione di Potter su di sé, quanto aveva bisogno di respirare e l’unico modo che conosceva era tormentandolo…
Per il compleanno di didda1288
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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NOTE DEL CAPITOLO:
Ringrazio Naky, che è una beta fantastica !
 
 
 
 
L'amore. È uno strano mix di alchimia e destino. E nonostante i nostri grandi ideali su chi dovremmo avere accanto, l'amore, alla fine, sceglie al nostro posto. Sempre.
Being Erica
 
 
 
- Patetico! - L’esclamazione rimbombò tra le pareti del bagno. - Sono davvero patetico! - Ripeté Draco con tono disgustato guardandosi allo specchio. - Potter ha ragione. -
 
La sua frustrazione era dovuta ad uno scontro avvenuto solo poche ore prima tra lui e l’eterno rivale. Si erano incrociati per caso lungo i corridoi del ministero, dove Malfoy si era recato per fare visita al nuovo Ministro e Potter lavorava come Auror.
 
Vederlo con quella divisa che ne esaltava il fisico muscoloso e asciutto, osservare la sua espressione resa ancora più mascolina dal ruolo di rilievo che ricopriva all’interno di quell’ufficio, guardarne i movimenti sicuri e fluidi con cui si muoveva tra i colleghi e scorgere il sorriso luminoso e sbarazzino che dedicava a questi ultimi, lo aveva destabilizzato.
 
Le uniche reazioni che Potter aveva nei suoi confronti erano brusche e diffidenti, le parole pungenti, lo sguardo duro e il viso serio. Non aveva mai potuto godere di un suo sorriso, ma era pur sempre meglio che essere ignorato.
 
I primi tempi dopo la fine della guerra aveva cambiato approccio smettendo di provocarlo, ma dopo poco non riuscì a trattenersi. Lui aveva bisogno di attirare l’attenzione di Potter su di sé, quanto aveva bisogno di respirare e l’unico modo che conosceva era tormentandolo. Così aveva fatto anche quel pomeriggio, ferendolo apertamente con una battutaccia sul farsi grande nella sua posizione di Auror guadagnata solo grazie alla reputazione che Silente aveva costruito per lui quando era ancora vivo.
 
L’accenno al vecchio mentore del ragazzo aveva colpito nel segno, ma invece delle solite invettive e offese, l’altro si era limitato a sibilargli quell’unica accusa. - Sei patetico. - Prima di voltargli le spalle ed andarsene.
 
Quell’epiteto continuava a rigirargli nella mente, forse perché lui stesso si rendeva conto di quanto fosse appropriato.
 
Quando raggiunse il pub dove avrebbe passato la serata, quel vocabolo risuonava ancora nella sua mente con la voce di Potter.
 
- Maledetto! - Imprecò sottovoce mentre si sedeva a bancone ed ordinava un bicchiere di firewhiskey. - Maledetto Potter. - Ribadì, mentre ingoiava l’intero contenuto del bicchiere in un sol colpo e ne ordinava un altro. - Ti dovevi proprio prendere tutto vero? Non ti bastavano la fama, la gloria, l’apprezzamento di tutti? Dovevi avere anche il mio cuore? - Un altro bicchiere accompagnò le sue riflessioni sul luogo nel quale si trovava e che sapeva essere il pub preferito di Potter. Spesso lo aveva intravisto tra la gente, restando nell’ombra per poterlo guardare, senza farsi scorgere. - Dovevi privarmi anche dell’ultimo residuo del mio amor proprio? - Biascicò mentre appoggiava il bicchiere nuovamente vuoto sul banco.
 
Lo sguardo gli cadde su una rivista di gossip appoggiata lì accanto e, naturalmente, il viso di Potter era in copertina. Dal suo outing pubblico quel genere di giornalacci non facevano altro che pubblicare sue foto insieme a giovani maghi che venivano additati come suoi flirt.
 
Aveva perso il conto dei bicchieri che aveva bevuto e l’alcool, associato al suo tetro umore ed allo stomaco vuoto, lo aveva indotto in uno stato di furia a stento trattenuta che attendeva solo una scusa per esplodere e che arrivò sottoforma di un giovane avventore del locale che gli poggiò una mano sulla spalla.
 
- Sembra una brutta serata, che ne dici se beviamo qualcosa assieme e mi racconti dei tuoi guai? - Proferì l’adescatore, stringendogli leggermente la spalla e guardandolo con lascivia.
 
- Sparisci! - Gli ringhiò in risposta.
 
Quello ignorò l’avvertimento e si sedette accanto a lui, sfiorandogli una mano con le proprie dita.
 
Malfoy si scostò bruscamente e un lampo di indignazione si accese negli occhi del nuovo venuto. Il suo sguardo si riempì di malignità, che si rispecchiava perfettamente nel tono con cui sputò fuori le parole. - Un Mangiamorte che deve la sua libertà solo ai politici che ha corrotto non dovrebbe essere così schizzinoso riguardo alle proprie compagnie. -
 
I giornali avevano scritto fin troppo su questo argomento e lui sapeva benissimo che la maggior parte dei maghi e delle streghe avrebbero voluto vederlo marcire ad Azkaban con i suoi genitori e che la sua libertà era dovuta principalmente all’intervento, che ancora non riusciva a spiegarsi, di Potter, piuttosto che alla propria ricchezza. Le parole dello sconosciuto però colpirono nel segno e la rabbia esplose.
 
Draco si avventò contro lo sconosciuto con la furia di un centauro, picchiando ed inveendo. Solo con l’intervento di altri avventori fu possibile fermare quell’aggressione. Un paio di mani forti e decise lo afferrarono e lo trasportarono fuori dal locale mentre l’alcool e l’adrenalina gli fecero perdere ogni contatto con la realtà. Percepì una voce, ma non comprese le parole. Avvertì l’onda d’urto della magia, quando venne smaterializzato e vomitò anche la cena del Natale precedente quando percepì nuovamente la presenza di un pavimento solido sotto i piedi.
 
Un enorme vuoto si impadronì della sua mente e quando finalmente riprese il controllo di sé stesso, era già mattina.
 
Una volta sveglio aprì gli occhi e scrutò l’ambiente circostante, completamente sconosciuto. Si accorse di indossare un pigiama che gli stava grande e vide appoggiati su di una sedia una tuta pulita dall’aria comoda, un asciugamano e uno spazzolino da denti ancora confezionato. Uscì dalla stanza e notò che dall’altra parte del corridoio vi era un bagno, la cui porta era stata lasciata aperta in un chiaro invito. Senza farsi troppi scrupoli decise di farsi una doccia e approfittare delle attenzioni del suo misterioso ospite.
 
Mentre l’acqua calda lavava via gli ultimi residui di sonno, riuscì a ricordare alcune sensazioni della serata precedente. Dopo la zuffa con quel tipo era stato trascinato via da qualcuno, si ricordava di essere stato male, di aver vomitato e di mani gentili che gli strofinavano il viso con una salvietta fresca, alleviando i sintomi della sbronza colossale che aveva preso. Concentrandosi su di sé, non avvertì nessun disagio fisico, né male alla testa. Probabilmente chiunque lo avesse soccorso, aveva anche provveduto a somministragli le pozioni giuste per evitare di fargli cominciare la nuova giornata con i postumi della sbornia.
 
Scendendo silenziosamente al piano di sotto poté udire un mormorio. Seguendone la provenienza, quasi cadde a terra dalla sorpresa, quando vide Potter che parlottava con qualcuno nel camino. Di tutte le persone che si sarebbe aspettato di incontrare al suo risveglio, lui era decisamente l’unica alla quale non avrebbe mai pensato. Perché lo aveva portato a casa propria? Perché era intervenuto nella rissa? Perché continuava a compiere gesti che lo facevano innamorare ulteriormente e soffrire sempre più?
 
Draco evitò di precipitarsi nella stanza per infilare la testa del suo incubo personale direttamente tra le braci del camino preferendo acquattarsi nel corridoio per ascoltare indisturbato la conversazione che, come capì subito, era incentrata su di lui.
 
- ... cosa dovevo fare? Lasciare che gli amici di quel tipo lo pestassero? O forse attendere che il proprietario del pub chiamasse gli Auror? - Sbottò Potter, sebbene tenesse il tono della voce abbastanza basso da non farsi sentire al piano di sopra, dove credeva che si trovasse ancora lui. Era talmente intento nella sua conversazione da non aver prestato attenzione ai rumori prodotti dal suo insolito protetto, che ora stava origliando con facilità quello scambio di opinioni.
 
- Non sto dicendo nulla del genere, ma portartelo a casa... - Replicò la voce proveniente dal camino.
 
- Non potevo certo abbandonarlo in un vicolo nelle condizioni in cui era. - Si giustificò il padrone di casa.
 
- Harry, non contesto la moralità di ciò che hai fatto, ma temo che possa ferirti. Nessuno lo ha mai fatto meglio di lui. - Draco non poté evitare di trovarsi d'accordo con lo sconosciuto amico di Potter.
 
- Magari sarà la volta buona che riesco a farmela passare. - Biascicò l'altro in risposta, aumentando la curiosità della spia.
 
- Rimandalo a casa sua il prima possibile o questa storia diventerà una tragedia. - Ribadì la voce.
 
- Tu sai che non potevo evitare di aiutarlo. - Sentì mormorare dal padrone di casa.
 
- Harry, ti capisco credimi… sono solo preoccupato. Non farti ferire ancora da lui. - Disse quella voce maschile che sembrava tenere così tanto a Potter e che Draco cominciava a trovare irritante.
 
- Dopo tutto quello che ha detto mentre era ubriaco, dubito che possa ferirmi ancora di più. E poi… ora so cosa prova verso di me... - Disse mestamente Potter.
 
Draco sobbalzò. Era chiaro che stesse raccontando a qualcuno di averlo soccorso e salvato da una sicura denuncia, ma l’ultima frase… cosa cavolo aveva detto mentre era sbronzo? Proprio non ricordava.
 
- Forse potresti approfittarne e parlare con lui, chiarire la situazione. E’ dai tempi di Hogwarts che siete fissati l’uno con l’altro. - Consigliò la voce e Draco fu nuovamente d'accordo con il confidente di Potter, almeno per quello che lo riguardava.
 
- Lascia perdere. Ha spiegato fin troppo bene cosa pensa di me. Crede a ciò che i giornali scrivono, pensa che io mi diverta a saltare da un letto all'altro infischiandomene dei sentimenti delle persone. Che utilizzi il mio status di eroe per spassarmela. Mi detesta ancora di più che ai tempi della scuola. Ho visto il disgusto nei suoi occhi mentre parlava di me, sebbene non mi riconoscesse a causa dell’alcool. - Mugugnò Harry con amarezza. - Avrei dovuto seguire l'istinto ed affrontare i giornalisti e le loro calunnie, ma ho ascoltato il consiglio di Hermione e non ho detto nulla, attendendo che si stancassero di me. Ed ora il ragazzo che mi piace mi crede un disonesto pervertito in cerca solo del proprio piacere. -
 
Draco sussultò, ora sapeva cosa aveva detto a Potter mentre era ubriaco e che probabilmente molti dei flirt attribuiti al giovane eroe erano fasulli. Il tipo nel camino aveva ragione, dovevano parlare. Si staccò dal muro ed entrò nella stanza.
 
Harry rimase allibito nel vederlo lì e non disse nulla mentre questi si avvicinava al camino e guardò tra le braci, riconoscendo i lineamenti del misterioso interlocutore. - Sparisci Paciock. - Sibilò, prima di lanciare una copia della Gazzetta recuperata dal tavolino poco distante, sui carboni che al momento avevano le sembianze di un  Neville spaventato e preoccupato.
 
- Malfoy. - Sputò fuori Potter.
 
- Potter. - Rispose lui, con un ghigno. - Allora... io ti piaccio? -
 
Harry arrossì di colpo e guardò a terra, ma l’altro non mollò la presa. - Avanti, sfoggia il tuo coraggio Grifondoro e ammettilo… tanto ti ho sentito dirlo a Paciock, cosa cambia se lo ammetti nuovamente? -
 
- Vuoi altro materiale per deridermi? Non ti basta aver origliato una conversazione personale? - Sbottò il padrone di casa.
 
- Dovresti conoscermi. Non mi faccio scrupoli quando si tratta di ottenere ciò che voglio. - Replicò freddamente Draco.
 
Harry vibrò di rabbia e vergogna, poi cedette. - E va bene… mi piaci. Ora puoi iniziare a prendermi in giro. -
 
La risposta dell’altro fu un sopracciglio alzato. - Da quando? - Chiese nuovamente, per poi sbottare quando vide Potter arrossire ancora di più, stringere i pugni e guardare a terra. - Il tuo segreto non è più tale, tanto vale affrontarlo. Da quando? -
 
Ma la risposta non arrivò, quindi Malfoy trasse le sue conclusioni. - E’ dai tempi di Hogwarts vero? Per questo mi hai salvato dal fuoco nella Stanza delle Necessità e sempre per il medesimo motivo hai testimoniato in mio favore al processo. -
 
Un cenno appena percettibile del capo confermò le sue supposizioni. Draco rimase immobile per qualche secondo, poi scoppiò a ridere.
 
- Sei un bastardo Malfoy. Sarai soddisfatto di potermi umiliare ancor più profondamente. - Ringhiò Harry.
 
La risata si spense e Draco lo guardò con uno sguardo strano. - Stavo ridendo per l’assurdità della situazione. Siamo due imbecilli Potter! - Lo sguardo incredulo dell’altro lo fece addolcire. - Ti sei mai chiesto perché non ti ho smascherato quando sei stato portato a Palazzo Malfoy dai tirapiedi di Voldemort? O perché ho sempre cercato con ogni mezzo di attirare la tua attenzione? O la ragione del mio disprezzo verso Weasley che tu mi avevi preferito come amico? O il motivo per il quale mi hai trovato in quel pessimo pub che tu frequenti così spesso, ubriaco e pieno di risentimento verso le tue presunte storie di sesso? - L’espressione di totale ingenuità di Harry gli scaldò il cuore. - Hai mai pensato che fossi geloso di te? -
 
La confessione sembrò scuotere il ragazzo. - Tu geloso di me? Perché? -
 
Malfoy alzò gli occhi al cielo, prima di regalare ad uno stupefatto Potter uno dei suoi rari sorrisi. - Forse perché ho sempre avuto un debole per te e tu non mi hai mai considerato nulla di più di una spina nel fianco. Forse perché crescendo quel sentimento è divenuto più forte e i continui gossip sulle tue storie mi hanno fatto credere che qualsiasi mago sotto i quaranta ti andasse bene…tranne me. -
 
- NO. Non è vero nulla. Io… - negò con enfasi Harry, ma non riuscì a finire la frase perché Draco gli appoggio una mano sulla guancia.
 
- Lo so. Ora lo so. - Sussurrò.
 
Era la prima volta che si toccavano senza violenza e quel semplice gesto sembrò spalancare i loro cuori e riversare anni di amore trattenuto nei loro corpi. Harry gli si avvicinò e appoggiò le proprie labbra alle sue. Il bacio inizialmente timido divenne un divorarsi a vicenda e quando terminò lasciò entrambi senza fiato e muti. Draco intrecciò le dita a quelle di Harry e lo guidò sino alla camera dove si era svegliato quella mattina. Era incredibile vedere quanto fosse docile in quel momento quel ragazzo solitamente battagliero e irriverente e quando si sdraiò su di lui, baciandogli il collo e facendogli sentire tutta la portata del proprio desiderio, lo scoprì tremante ed appassionato.
 
Interruppe la sua esplorazione per guardarlo nuovamente negli occhi, perché non poteva sopportare di fargli qualcosa di sgradito.  - Harry… lo vuoi anche tu? - Gli chiese.
 
- Sì. - Rispose senza incertezze, ma poi spostò lo sguardo prima di proseguire. - Però io ... non ho mai… -
 
Il respiro di Draco si bloccò mentre comprendeva il significato di quella frase. Il ragazzo che aveva sempre bramato e aveva immaginato con troppi uomini, in realtà non ne aveva mai voluto nessuno… ed ora si concedeva a lui con una semplicità ed un’innocenza disarmanti. Avvertì i propri sentimenti farsi ancora più intensi, mentre un insolito bisogno di proteggere quella creatura nasceva e si sviluppava in lui.
 
- Non ti farò mai più del male. - Dichiarò solennemente. - Puoi fidarti di me? - Chiese poi con titubanza.
 
Harry lo fissò intensamente e, per quanto quella richiesta potesse sembrare inopportuna e priva di logica, negli occhi color ghiaccio di Malfoy, trovò la sua risposta.
 
- Sì. Posso fidarmi di te. - Rispose senza indugio.
 
Draco sospirò. Una dolce commozione fece palpitare il suo cuore, mentre iniziava a spogliare Harry, inebriandosi del profumo della sua pelle e godendo di quel contatto come di nient’altro prima di allora. Non aveva bisogno di chiedere. Sapeva che l’altro non era mai arrivato a condividere un’esperienza del genere con nessuno perché ogni persona che si avvicinava a lui vedeva e voleva solamente l’eroe, il combattente, il mago potente ed impavido, mentre Harry, nel suo intimo, era ancora il ragazzino spaurito e desideroso di affetto che aveva varcato la soglia di Hogwarts tanti anni prima.
 
Tutti i movimenti di Draco sembravano orientati a donargli ciò di cui aveva bisogno e la risposta di Harry non tardò a manifestarsi. Improvvisamente l’imbarazzo e la timidezza furono soppiantati dall’impeto focoso del suo carattere e dalla passione che dimorava in lui. Il gioco passò nelle mani del padrone di casa e Malfoy si trovò inerme a subire le attenzioni sempre più spinte dell’altro. Nemmeno per un momento volle ribellarsi e mentalmente si preparò a sottomettersi, per la prima volta in vita sua, ad un amante... ma ancora una volta Harry lo sorprese, cedendogli il controllo della situazione.
 
Con un sospiro e gesti carichi di devozione, Draco insegnò a Harry cosa significasse diventare un unico essere, mischiare la propria pelle, le anime e ogni parte del proprio corpo fino a quando l’estasi non li avesse reclamati e poi lasciati, nuovamente divisi ma per sempre legati, a riprendere contatto con la realtà.
 
Rilassati e felici, si accoccolarono l’uno contro l’altro finché Harry non ruppe il silenzio con una domanda. - E adesso? -
 
Draco gli diede un bacio leggero sui capelli, così spettinati e così morbidi. - Adesso tu sei mio ed io sono tuo. -
 
L’altro sembrò felice della risposta, ma poi si adombrò nuovamente. - Lo sai che non ci lasceranno in pace? Ogni mago o strega vorrà dire la sua sulla nostra relazione e probabilmente anche i miei colleghi avranno da ridire, così come i miei amici. Non so se riuscirò a sopportare dei commenti negativi su questa storia o su di te. -
 
Malfoy lo guardò con il solito sguardo glaciale. - Preferisci che non si sappia nulla di noi? -
 
Potter scattò a sedere con lo sguardo infuocato del combattente che era . - Io ti voglio accanto a me, sempre. Se il resto del mondo ha da ridire su questo, beh vorrà dire che se ne farà una ragione. E’ per te che mi preoccupo. Non voglio trascinarti sotto i riflettori più di quanto tu non sia già a causa del tuo cognome. Voglio proteggerti da loro, così come proteggo loro con il mio lavoro di Auror. -
 
Draco gli sorrise. - Harry, non impensierirti per me. Possono lanciarmi addosso tutto il loro disprezzo e non riusciranno nemmeno a sfiorarmi, se ho te dalla mia parte. - Poi si fece serio. - Tu puoi continuare a difendere tutto il mondo, mio caro Auror, se è questo che veramente vuoi. Puoi continuare a combattere contro il male, la corruzione ed ogni altra ingiustizia che vedi, ma non ergenti a mio protettore. -
 
Prima che l’altro replicasse, Draco gli appoggiò un dito sulle labbra. - Io so difendermi da solo e per quanto tu sia forte, coraggioso, l’eroe del Mondo Magico e il mago più potente in vita… quando sei con me voglio che tu sia semplicemente Harry. Sarò io a proteggerti. -
 
Quelle parole lo colpirono con la potenza di un uragano. Draco era riuscito a vedere cosa nascondeva nel suo luogo più intimo, nel fondo del suo cuore e gli aveva appena confermato che non gli importava del suo status e di ciò che aveva fatto. Lui vedeva solo l’uomo e non l’ideale… gli aveva appena regalato un sogno.
 
Lentamente sul suo viso nacque un sorriso pieno di amore, speranza e gioia che incantò definitivamente Draco. Il “ ti amo” sussurrato sulla sua spalla mentre Harry tornava ad adagiarsi contro il suo fianco, completò lo splendore di quel momento ed il suo “ ti amo” di risposta, lo rese perfetto.
 
 
 
 
NOTE PERSONALI: 
 
Un piccolo dono per didda1288 che oggi compie gli anni!
Tantissimi auguri, cara!
 
Mi rendo conto che la trama non è originale, ma spero che apprezzerai ugualmente. Tantissimi auguri, cara!
 
… e grazie a chi legge e soprattutto a chi continua, per la mia gioia, a commentare!
 
A presto
Tit.
 


 
   
 
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