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Autore: Just a Shapeshifter    26/01/2014    3 recensioni
Odiava il giorno, odiava la notte.
L'unica cosa che apprezzava? Il crepuscolo, forse, quando giorno e notte si univano, diventando un tutt'uno, per poi sparire.
Ed andava avanti, di giorno in giorno, fumando sigarette, inghiottendo nicotina, giorno dopo giorno, standosene rintanato in casa a giocare a videogiochi il giorno, e girando di locale in locale la notte, per distrarsi.
Ogni notte una donna diversa...
Mai, mai avrebbe pensato di innamorarsi di lui...
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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“Non farti pregare.” Sussurrò al suo orecchio, mordendogli il lobo.
Trent sgranò gli occhi, indietreggiando.
“Non eri il mio amichetto con benefici?” Duncan lo guardò, ghignante, due occhiaie profonde gli contornavano gli occhi, il ghigno sembrava sminuito per colpa del troppo alcol ingerito... Il ragazzo dagli occhi verdi indietreggiò di nuovo, appena vide il punk gettarsi su di lui, fallendo miseramente.
“Du-Duncan?” Il Marcio sorrise ebetamente. “Io mi chiamo Duncan, non Du-Duncan!” Scoppiò a ridere, per poi smorzare il riso all'improvviso, guardandolo male. “Devo scoparti.”
“Perché?”
“Perché no?”
“Sei... sei ubriaco.”
“E allora?”

Trent deglutì, guardandosi attorno. La casa era di nuovo uno schifo, poco prima aveva ricevuto un sms decisamente confusionario da parte del ragazzo che amava, che gli spiegava di raggiungerlo, nulla più. Ci aveva messo un paio di minuti a capirlo, visti i numerosi errori di battitura e i verbi coniugati malissimo, ma solo ora ne poteva capire il motivo: era ubriaco, ancora.
Non potette nemmeno finire di formulare una frase o di terminare un pensiero che si ritrovò disteso a terra a pancia in giù, il moro sopra che gli divorava il collo con baci e morsi.
“Dun!” Cercò di liberarsi, invano... non poteva accontentarlo, non voleva accontentarlo.
Le lacrime iniziarono a formarsi agli angoli degli occhi, ma una parte di sé lo riportò alla realtà: si dimenò, riuscendo finalmente a togliersi il ragazzo di dosso, il quale si guardò intorno con aria confusa, per poi ridacchiare.
“Mi hai fatto male, stupido.” Pronunciò avvicinandosi a gattoni verso di lui, poggiando la testa sulle sue gambe e sbadigliando. “Perché mi tratti male?”
Trent sgranò gli occhi. “P-prego?”
“Grazie.”
Duncan rise di nuovo, per poi rifare la stessa domanda, alzando lo sguardo e guardandolo.
“Perché mi tratti male?”
“Io... io non ti tratto male Duncan.”
“Non ti concedi a me. Che c'è, ti sei innamorato di quel coso checca dai capelli rossi? Non... io non vado bene?”
L'alcol giocava sempre di più tiri mancini al Piercing, nel frattempo disperso nel suo mondo.
Il cantautore lo guardò, Dio, sembrava così tenero ed indifeso ora... una mano finì automaticamente ad accarezzargli la guancia, vedendolo sorridere, senza scostarsi.
“Io non ti tratto male Dun...”
“Non giochi con me.”
“Sei ubriaco...”
“Appunto, dovresti ubriacarti anche tu e giocare con me... é divertente sai?”
“Io non bevo, non fino a questo punto...”
Trent gli alzò il viso, guardandolo ed accarezzandogli lo zigomo con il pollice, lieve. “Da quanto non dormi? Hai due occhiaie profonde.”
Lo sbadiglio che ricevette in risposta non poté che confermare ancora di più le sue teorie...
“Dai, andiamo.” Sussurrò, aiutandolo ad alzarsi e conducendolo verso il letto.
Il punk poco dopo assaggiò la morbidezza di un buon cuscino ed il calore del materasso, gli occhi già chiusi, pronti a salpare nel mondo dei sogni... ma li sgranò poco dopo Duncan, osservando attentamente il ragazzo che gli stava tirando su le coperte, coprendolo.
“E tu?”
“Io? Vado di la a sistemare la casa, é uno schifo...”
Sorrise lievemente Trent, guardandolo. “No, cioè... dopo... stai qui.” Se solo il verde fosse stato lucido si sarebbe preso a schiaffi da solo, li, in quel momento, davanti a lui... “Stai qui.” detto come se l'avesse implorato, come se Duncan ora non sapesse più vivere senza quel coso gay che portava il nome di Trent.
“Stai qui.” Ripetette poco dopo in un flebile sussurro, la vista un poco appannata per colpa dei litri di alcol ingeriti; certo, aveva uno stomaco di ferro il ragazzo dagli occhi color acquamarina, ma se il fegato era a posto e sopportava tranquillamente quell'ingente quantità di alcol, la mente alla fine ne risentiva, facendosi più leggera.
Sorrise soddisfatto quando si ritrovò Trent al suo fianco con il viso sul petto, ghignò; allora era sempre una donnetta, mai riusciva a dominare eh? Beh, meglio così, lui odiava esser dominato... si addormentò poco dopo, il ragazzo stretto tra le braccia, come se fosse il suo peluches preferito.
Non lo avrebbe ammesso ad anima viva, ma alla fine quel ragazzo iniziava ad avere un qualcosa di strano, una sentimento che attirava il punk da morire, come una falena che segue la lanterna appesa ad una barca fino a quando non si accorge di essere in mezzo all'oceano e, stanca muore... ma lui non era una falena, lui era Duncan, lui era forte. Lui avrebbe superato ogni ostacolo e si, forse avrebbe accettato prima o poi quegli strani ma nuovi sentimenti che stavano fiorendo i lui.

Trent sospirò, ma era un sospiro lieve, felice, mentre immerse la testa nell'incavo che andava a formarsi tra collo e spalla del moro supino e con i respiri mano a mano sempre più regolari: si era addormentato. Diede dei lievi baci al petto di Duncan attraverso quella sua maglia nera, per poi sfilarsi dolcemente ma a malincuore da quell'abbraccio che ogni notte aveva sognato da quando aveva iniziato a fantasticare su di lui ma... beh doveva pulirgli casa, era più forte di lui, odiava il disordine.
Guardò il ragazzo nel letto con un braccio sopra la testa che copriva gli occhi e l'altro che abbracciava il nulla ora... si morse il labbro; sarebbe tornato al più presto, appena avrebbe finito di sistemare almeno la sala e la cucina.

Si ritrovò sommerso da vecchi vestiti e ogni sorta di oggetto, mentre prendeva una pila di panni accumulati poco prima in un angolo e si diresse in bagno, li avrebbe messi nella grande cesta e successivamente divisi per colore... dio Duncan era un disastro totale in questo genere di cose.
Diede un piccolo sbuffo, aprendo con una mano la porta del bagno e cercando con l'altra di non far cadere tutti quei vestiti entrò in quella stanza che sapeva costantemente di tabacco, se non di marijuana... Sussultò nell'andare a sbattere contro qualcuno: Duncan era a letto e stava dormendo, cosa?!
“Oh, ma ciao, come va il didietro?” Scott rise, addosso solamente un asciugamano che lo copriva dal bacino in giù, fino al ginocchio. I capelli bagnati, così come le goccioline che gli scendevano sui pettorali, residui dell'appena finita doccia. Trent, cercò di non guardarlo, insomma l'aveva giá visto nudo no? E a lui interessava Duncan, Duncan e basta... allora perché gli occhi erano incollati su quel fisico? Si ricordava delle stagioni a cui aveva partecipato, la Iena non aveva un filo di addominali ma solo il ventre piatto ed ora? Ora quel ventre ospitava cuscinetti di pelle lavorati, sei piccoli addominali spuntavano, formando un'eccellente tartaruga. Perché l'altro giorno non li aveva notati?
“Beh? Che c'è, non parli più?” Sorrise bastardamente il rosso, prendendogli i vestiti dalle mani e buttandoli dentro la cesta, per poi chiudere la porta e isolare i due dal mondo. “Eh? Oh no, no...” Cercò di sorridere il moro, ma potette solo sgranare gli occhi nel vedere Scott stringergli le dita intorno ai polsi e sbatterlo sulla parete, bloccandolo.
Ghignava la Iena, Dio se ghignava mentre lo guardava... che, che aveva in mente?
“C-cosa...”
“Sssh.”
Si limitò a dire Scott, continuando a guardarlo dritto negli occhi, il ghigno sempre stampato in faccia. “Mh, e se ora tu per puuuro caso ti trovassi con la faccia contro il muro e i pantaloni giù e io senza nulla addosso? Magari mentre tu gemi invocando il mio nome eh? Sarebbe...” Le labbra del rosso sfiorarono il lobo di Trent, facendo schioccare rapido la lingua poco dopo. “Divertente.” Il più grande sgranò non di poco gli occhi, sentendo il cuore accelerare mentre la lingua calda dell'altro giocherellava con il suo orecchio, rabbrividiva il ragazzo ad ogni suo morso leggero.
“Ehi, potresti anche toccare i miei addominali sai?” Sussurrò, lasciandogli libera una mano. “Sbaglio o il tuo Duncan questi non ce li ha?” Continuò a sussurrare Scott, la mano libera gli accarezzava il collo, tenendolo allo stesso tempo fermo, bloccato, l'altra mano bloccava uno dei suoi polsi.
“Scott io... non posso... i-insomma...”
“L'ultima volta hai goduto.”
Alzò semplicemente le spalle l'altro, leccandosi le labbra. Era il suo topo Trent, la sua preda... ed una volpe come lui con istinti però felini adorava giocare con quel ragazzo.
Capì che poteva fargli tutto ciò che voleva, lo capì dallo sguardo e dalle gote rosse del ragazzo davanti a sé, che continuava a fissargli gli addominali. Trent sgranò gli occhi poco dopo, ritrovando la porta del bagno chiusa a chiave e sentendo il suono dell'acqua che scorre, che corre a riempire la vasca. Deglutì appena si ritrovò con le labbra appiccicate a quello del rosso, che senza troppe cerimonie cercò subito la sua lingua, iniziando un veloce gioco, l'eccitazione del rosso già ben visibile e soprattutto palpabile sulla coscia del moro. Trent sgranò gli occhi, di nuovo, appena si sentì stretto tra le sue braccia ed un brivido gli percorse la schiena... ma come? Quei brividi ce li aveva avuti solo con Duncan...
Un paio di baci più in la e Trent si ritrovava solo con addosso i boxer e le labbra del rosso che gli divoravano la pelle di baci e morsi. Scott d'altro canto ghignò, levandogli del tutto anche la maglia e lanciandola via. Aveva bisogno di un'altra scopata con quel ragazzo, poteva modellarlo a suo piacimento e lui lo ascoltava in tutto. L'asciugamano bianco scivolò per terra così come i boxer di Trent, i due si ritrovarono immersi nell'immensa vasca di Duncan.
Ogni senso del pudore sembrava sparito mentre l'eccitazione e la voglia saliva sempre di più, il Saggio si dimenticò di ogni cosa mentre le mani correvano su quel corpo ben curato e sviluppato, mentre le labbra gli baciavano il petto, e le dita arrivavano a pochi centimetri dalla sua eccitazione. Il rosso ghignò nuovamente, lasciandolo fare per un po', godendosi le sue cure e rilasciando qualche breve sospiro di piacere, mentre giocava lascivamente con lui, passandogli le dita su collo e schiena, graffiando di tanto in tanto e sentendolo sussultare.
Poco dopo la Iena lo tirò sopra a cavalcioni e lo vide arrossire di nuovo. Ehi, non era niente di personale per lui, aveva solo bisogno di una sana e bella scopata e quel ragazzo era il sottomesso fatto persona. Continuò a mordergli il labbro, vedendolo muovere istintivamente il bacino sulla sue eccitazione, come una muta richiesta di dargli di più, di non farlo aspettare.
“Mh, sicuro piccoletto?” Trent sorrise lievemente, guardandolo e arrossendo di nuovo. “Teoricamente io ho quasi due anni in più di te, Scott.” Ma il rosso non lo lasciò andare oltre, gli tappò la bocca ed entrò in lui, veloce, freddo, senza prepararlo. Un urlo si infranse nella gola del povero ragazzo che stava a cavalcioni, per poi scontrarsi del tutto contro la mano del rosso... non l'aveva preparato, perché non lo aveva fatto? Delle lacrime si formarono agli occhi di Trent, faceva terribilmente male, cazzo. Si aggrappò a lui, sibilando e cercando di far scomparire quel terribile dolore.
“P-perché?” Ma il rosso lo zittì con un altro bacio, accarezzandogli il collo, sentendolo rabbrividire di nuovo; il tempo di farlo abituare ed eccoli di nuovo in movimento, il moro che quasi saltellava cercando di trattenere il più possibile quegli urli di piacere, il rosso che lo teneva per i fianchi e lo aiutava a muoversi, muovendo il bacino nel frattempo, rendendo ogni spinta sempre più forte e piacevole, piena di godimento assicurato.
Trent si ritrovò tra le sue braccia a godere di nuovo, ma quel fastidioso senso di colpa sembrava direttamente proporzionale al piacere che stava ricevendo, arricchito ancora di più dalle cure che Scott aveva iniziato a dargli sulla propria eccitazione con la mano.
Geme, e il senso di colpa sale.
Geme, e il piacere poco dopo lo investe ma viene ancora mosso sul lentigginoso, che era ancora in attesa del proprio, di paradiso personale.

Deglutì, zoppicava vistosamente ma cercò di non farci caso, mentre si infilava sotto le coperte dove il moro dormiva ancora profondamente... lo amava, il moro forse provava qualcosa per lui, o forse no... ma allora perché si sentiva così maledettamente in colpa? Nemmeno stavano insieme e il ragazzo era pieno di complessi dentro la propria mente:
Lo aveva tradito con Scott, godendo come non mai.
Scott lo aveva solo usato, eppure sembrava non importargliene.
Duncan dormiva ancora, ed una lacrima scivolò sul viso del Saggio. Si accoccolò a lui. Mai; mai avrebbe ricommesso un simile errore.
“Perdonami.” Sussurrò, baciandogli il collo e vedendolo sorridere, per poi sprofondare in un sonno tormentato.


Angolo di M:

Buonasera ^^” *Schiva molteplici pomodori e fischi*
Lo so, lo so. Perdonate il mio ritardissimissimissimo, ma avevo un sacco di impegni e come al solito l'ispirazione era andata a farsi una bella vacanza, tsk.
Non ho nulla da aggiungere però, solo spero che non mi ammazziate per il capitolo e che siate clementi con questa povera stupida ritardataria ^°^

A breve arriverà il seguito di Slender Man e sto scrivendo una piccola one shot su Mike, beh, null'altro da aggiungere, ci si vede presto -si spera-
See you!

~M

  
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