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Autore: kamy    27/01/2014    0 recensioni
[Ispirato al film Frozen, da cui ho ripreso un po' la trama].
Loki è il re di Jotunheim. Thor re di Asgard. Quest'ultimo sta morendo per il dolore di aver perso il fratello ed essendo il dio della natura sta portando alla morte il suo regno che presto diventerà una desolata landa di ghiaccio priva di vita. La missione di riportare Loki a casa per salvare il regno dorato è affidata a Steve Rogers, una midgardiano figlio della magia della Maschera dei vichinghi dove il dio degli inganni venne rinchiuso. Riuscirà a convincere suo padre a ritornare sui suoi passi?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Steve Rogers/Captain America, Thor
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incest
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Ringrazio anche solo chi legge.

Scritta a ispirazione del testo Let it go, All'alba sorgerò di Frozen.

Questo capitolo narra di un evento passato, quando Loki è diventato signore del suo regno.


Cap.2 Loki Laufeyson

Si narra dell’alba che vide calare il tramonto su Loki principe di Asgard, signore delle malefatte e sorgere il signore di Jotunheim, re Loki il Jotun.

“Un mostro … una reliquia … ero solo questo per mio padre …” balbettò Loki. Le lacrime gli rigavano il viso, le iridi verdi erano liquide e il suo corpo era scosso da tremiti. Laufey gli tolse il mantello di dosso e lo lasciò cadere a terra.

“Odino non era tuo padre. E devi dimenticarlo, ora il suo sangue bagna le mie mani” rispose. Le ossa che fuoriuscivano dalla sua vasta calotta cranica si ricoprirono di brina. Si voltò e raggiunse il trono di ghiaccio, salì i gradini, si voltò e vi si lasciò cadere. Loki si girò, avanzò e raggiunse il limitare del palazzo di ghiaccio. Abbassò il capo e osservò le rocce sotto di lui, erano ricoperte di neve. Alzò il capo, i fiocchi di neve candidi scendeva, allungò una mano e un paio sfiorarono le sue dita candide. La pelle nivea divenne blu chiaro e si ricoprì di ghirigori blu scuro. Le lacrime si ghiacciarono sul suo volto e caddero sul pavimento con una serie di ticchettii. Loki chiuse gli occhi e inspirò, abbassando la mano. Sentiva l’aria frizzante pungergli la pelle e il battito cardiaco si regolò.

“Perciò è davvero questo che sono, un assassino e il malvagio delle favole della buona notte di quella che non è più madre” sussurrò.

“Smettila di pensare al passato. Da domani tu sarai il nuovo re di Jotunheim, è ora che tu diventi ciò che sei nato per essere” disse Laufey. Suo figlio riaprì gli occhi e le iridi verde smeraldo divennero vermiglie. Sorrise mostrando i canini e si voltò, le corna dorate del suo elmo sparirono insieme ad esso per lasciare il posto a due corna vere, i capelli si allungarono arrivando fino ai glutei.

“Vuoi dire che sono re? E’ davvero quello il posto che mi spetta?” domandò. Laufey accavallò le gambe e mise le mani sui braccioli del trono.

“Abbandona il luogo in cui i tuoi eredi venivano trattati come cavalli da soma per conquistarci. In questo remoto regno, sei tu il re” rispose. Loki si voltò, una collana d’oro e dei bracciali dello stesso materiale gli apparvero, le vesti nere che indossava scomparvero e un drappo di seta leggera color verde smeraldo gli coprì il membro.

“Se è questo il mio destino non si dica che il signore del caos non lo accetterà con classe” sussurrò.

I fiocchi di neve lo circondarono, danzando intorno al suo corpo, alcuni di essi s’impigliarono nella sua capigliatura scura. Si voltò e vide una trentina di proprie proiezioni apparire davanti a lui, ognuna di essere si rifletteva all’infinito nel ghiaccio che ricopriva il pavimento e le pareti. Alzò il capo, uno strato di ghiaccio ricoprì anche il soffitto. Sentì le copie ridere, fu scosso da una serie di tremiti. Le guardò indicarlo e ridere più forte, il padre allungò il braccio e vi passò la mano di sopra facendole scomparire.

“Nessuno riderà di te, i tuoi veri fratelli non lo permetteranno” mormorò. Loki sgranò gli occhi, si girò e guardò di nuovo lo strapiombo. Il battito cardiaco accelerò nuovamente, fece apparire lo scettro e lo strinse a sé.

-Thor … mio fratello è Thor- pensò.

Sollevò il suo scettro e la luce blu che si emanò da esso brillò all’unisono con quella che proveniva dallo scrigno degli inverni. Il suolo di Jotunheim s’illuminò della stessa luce, gli abitanti volsero il viso verso il palazzo e gridarono. Uscirono dalle loro caverne e iniziarono e ruggire tenendo i pugni alzati. La luce verde si emanò da Loki che gettò indietro e scoppiò a ridere.

“Qui nessuno limiterà la potenza della tua magia. Non verrai temuto, ma amato” spiegò sua madre. Il figlio di Laufey si leccò le labbra, si voltò e corrugò la fronte.

“Amato? Voi mi avete abbandonato, per questo Odino mi ha raccolto” sussurrò con voce sibilante. Il genitore negò con il capo e le iridi vermiglie brillarono.

“Menzogne. Io e tuo padre ti abbiamo desiderato così tanto da usare la magia per averti. Odino era geloso di questo amore” spiegò. Loki chinò il capo, si voltò e avanzò verso il trono.

“Lui mi ha trovato” bisbigliò. Laufey si alzò dal trono, s’inginocchiò davanti a lui e chinò la testa, inarcando la schiena. Passò l’indice sulla guancia del figlio e sospirò.

“Ti avevamo nascosto nel templio proprio perché sapevamo che ti avrebbe cercato” sussurrò.

Loki strinse gli occhi e ringhiò.

“Bugie, lì ho trovato solo bugie” ruggì. Alzò lo scettro e gridò a sua volta, una serie di urla gli fecero eco.

“Li ucciderò con le mie stesse mani” sibilò. Si voltò verso il padre piegando di lato il capo, delle ciocche more gli sfiorarono le guance blu e si leccò le labbra. I canini lattei brillavano riflettendo la luce della luna.

“E i miei fratelli con me. Come si chiamano?” domandò. Laufey sorrise, intrecciò le dita delle mani e sporse il capo in avanti.

“Helblindi e Byleistr, ma ovviamente anche i tuoi figli verranno liberati e chiamati a raccolta. Farbauti avrebbe tanto voluto conoscerli” spiegò. Loki inspirò ed espirò, la magia verde intorno a lui fece apparire un trono fatto di serpenti di pietra. La madre applaudì e il moro ridacchiò.

“E dimmi, qual è invece la progenie di Odino della quale ti vuoi occupare ora che il loro padre è morto?” domandò Laufey. Alzò il capo e osservò alcune fiocchi di neve entrare con delle folate di vento all’interno e tingersi di verde chiaro.

“Meili, il signore di pietra; Hermòor il torturatore di Sleipinr e assassino, Hoor lo sciocco credulone cieco, Grior il pavido, Vali che osa portare il nome di uno dei miei figli, Bragi il noioso poetante e il più odioso di tutti: Baldr” enumerò Loki.

“Non dimentichi nessuno di quella stirpe?” domandò Laufey. Loki raggiunse il trono, vi si sedette e lasciò cadere lo scettro. Questo si trasformò in un martello, strinse le labbra fino a renderle un azzurro tenue. Alzò il capo e guardò la mano del padre grande quattro volte lui e si morse l’interno della guancia.

“Se è vero che diverrò signore di questi luoghi voglio avere libertà di scelta. Quello sciocco di Thor avrà una sorte peggiore della morte che lo vedrebbe nel peggiore dei casi nel Valhalla a bere con la sorella valchiria Brunilde” sussurrò. Laufey negò con il capo e sorrise. Si voltò e guardò un trono vuoto semidistrutto abbandonato dietro una roccia.

“Sei figlio di tuo padre, piccolo e impudente bugiardo. Che sorte hai pensato allora per quel tronfio ragazzo?” domandò. Loki scoppiò nuovamente a ridere, si girò e mise le gambe oltre il bracciolo del trono sistemando il capo sull’altro.

“Lo priverò del suo amato martello, non vedo punizione peggiore per chi mi ha costretto a vivere nella sua ombra sin dalla più tenera infanzia” spiegò. Laufey annuì un paio di volte, schioccò le dita e una coperta di pelliccia coprì l’erede.

“Che la tua volontà diventi legge, mio figlio prediletto” disse. Loki chiuse gli occhi, piegò le gambe e arcuò la schiena sistemandosi sotto la coperta.

-Qui non mi troverai Thor. E’ meglio così, se saremo separati non potrò farti del male. Basterà dimenticarti e con te tutto il mio passato- pensò.

“E’ decisamente la scelta migliore, in fondo nemmeno quel pentapalmo è mio fratello” bisbigliò. Sbadigliò e si addormentò. Laufey si alzò, si voltò e oltrepassò un’arcata di pietra entrando in un altro salone.

“Oggi tramonta Loki figlio di Odino e sorge la nuova alba. Che l’era di Loki Laufeyson sorga!” tuonò.

  
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