Ringrazio anche solo chi
legge.
Questo
capitolo narra di un evento passato, quando Loki è diventato
signore del suo
regno.
Cap.2
Loki
Laufeyson
Si
narra dell’alba che vide calare il tramonto su Loki
principe di Asgard, signore delle malefatte e sorgere il signore di
Jotunheim,
re Loki il Jotun.
“Un mostro
… una reliquia … ero solo questo
per mio padre …” balbettò Loki. Le
lacrime gli rigavano il viso, le iridi verdi
erano liquide e il suo corpo era scosso da tremiti. Laufey gli tolse il
mantello di dosso e lo lasciò cadere a terra.
“Odino
non
era tuo padre. E devi dimenticarlo, ora il suo sangue bagna le mie
mani”
rispose. Le ossa che fuoriuscivano dalla sua vasta calotta cranica si
ricoprirono
di brina. Si voltò e raggiunse il trono di ghiaccio,
salì i gradini, si voltò e
vi si lasciò cadere. Loki si girò,
avanzò e raggiunse il limitare del palazzo
di ghiaccio. Abbassò il capo e osservò le rocce
sotto di lui, erano ricoperte
di neve. Alzò il capo, i fiocchi di neve candidi scendeva,
allungò una mano e
un paio sfiorarono le sue dita candide. La pelle nivea divenne blu
chiaro e si
ricoprì di ghirigori blu scuro. Le lacrime si ghiacciarono
sul suo volto e
caddero sul pavimento con una serie di ticchettii. Loki chiuse gli
occhi e
inspirò, abbassando la mano. Sentiva l’aria
frizzante pungergli la pelle e il
battito cardiaco si regolò.
“Perciò
è
davvero questo che sono, un assassino e il malvagio delle favole della
buona
notte di quella che non è più madre”
sussurrò.
“Smettila
di
pensare al passato. Da domani tu sarai il nuovo re di Jotunheim,
è ora che tu
diventi ciò che sei nato per essere” disse Laufey.
Suo figlio riaprì gli occhi
e le iridi verde smeraldo divennero vermiglie. Sorrise mostrando i
canini e si
voltò, le corna dorate del suo elmo sparirono insieme ad
esso per lasciare il
posto a due corna vere, i capelli si allungarono arrivando fino ai
glutei.
“Vuoi
dire
che sono re? E’ davvero quello il posto che mi
spetta?” domandò. Laufey
accavallò le gambe e mise le mani sui braccioli del trono.
“Abbandona
il luogo in cui i tuoi eredi venivano trattati come cavalli da soma per
conquistarci. In questo remoto regno, sei tu il re” rispose.
Loki si voltò, una
collana d’oro e dei bracciali dello stesso materiale gli
apparvero, le vesti
nere che indossava scomparvero e un drappo di seta leggera color verde
smeraldo
gli coprì il membro.
“Se
è questo
il mio destino non si dica che il signore del caos non lo
accetterà con classe”
sussurrò.
I
fiocchi di
neve lo circondarono, danzando intorno al suo corpo, alcuni di essi
s’impigliarono
nella sua capigliatura scura. Si voltò e vide una trentina
di proprie
proiezioni apparire davanti a lui, ognuna di essere si rifletteva
all’infinito
nel ghiaccio che ricopriva il pavimento e le pareti. Alzò il
capo, uno strato
di ghiaccio ricoprì anche il soffitto. Sentì le
copie ridere, fu scosso da una
serie di tremiti. Le guardò indicarlo e ridere
più forte, il padre allungò il
braccio e vi passò la mano di sopra facendole scomparire.
“Nessuno
riderà di te, i tuoi veri fratelli non lo
permetteranno” mormorò. Loki sgranò
gli occhi, si girò e guardò di nuovo lo
strapiombo. Il battito cardiaco
accelerò nuovamente, fece apparire lo scettro e lo strinse a
sé.
-Thor
… mio
fratello è Thor- pensò.
Sollevò
il
suo scettro e la luce blu che si emanò da esso
brillò all’unisono con quella
che proveniva dallo scrigno degli inverni. Il suolo di Jotunheim
s’illuminò
della stessa luce, gli abitanti volsero il viso verso il palazzo e
gridarono.
Uscirono dalle loro caverne e iniziarono e ruggire tenendo i pugni
alzati. La
luce verde si emanò da Loki che gettò indietro e
scoppiò a ridere.
“Qui
nessuno
limiterà la potenza della tua magia. Non verrai temuto, ma
amato” spiegò sua
madre. Il figlio di Laufey si leccò le labbra, si
voltò e corrugò la fronte.
“Amato?
Voi
mi avete abbandonato, per questo Odino mi ha raccolto”
sussurrò con voce
sibilante. Il genitore negò con il capo e le iridi vermiglie
brillarono.
“Menzogne.
Io e tuo padre ti abbiamo desiderato così tanto da usare la
magia per averti.
Odino era geloso di questo amore” spiegò. Loki
chinò il capo, si
voltò e avanzò verso il trono.
“Lui
mi ha
trovato” bisbigliò. Laufey si alzò dal
trono, s’inginocchiò davanti a lui e
chinò la testa, inarcando la schiena. Passò
l’indice sulla guancia del figlio e
sospirò.
“Ti
avevamo
nascosto nel templio proprio perché sapevamo che ti avrebbe
cercato” sussurrò.
Loki
strinse
gli occhi e ringhiò.
“Bugie,
lì
ho trovato solo bugie” ruggì. Alzò lo
scettro e gridò a sua volta, una serie di
urla gli fecero eco.
“Li
ucciderò
con le mie stesse mani” sibilò. Si
voltò verso il padre piegando di lato il
capo, delle ciocche more gli sfiorarono le guance blu e si
leccò le labbra. I
canini lattei brillavano riflettendo la luce della luna.
“E
i miei
fratelli con me. Come si chiamano?” domandò.
Laufey sorrise, intrecciò le dita
delle mani e sporse il capo in avanti.
“Helblindi
e
Byleistr, ma ovviamente anche i tuoi figli verranno liberati e chiamati
a
raccolta. Farbauti avrebbe tanto voluto conoscerli”
spiegò. Loki inspirò ed
espirò, la magia verde intorno a lui fece apparire un trono
fatto di serpenti
di pietra. La madre applaudì e il moro ridacchiò.
“E
dimmi, qual
è invece la progenie di Odino della quale ti vuoi occupare
ora che il loro
padre è morto?” domandò Laufey.
Alzò il capo e osservò alcune fiocchi di neve
entrare con delle folate di vento all’interno e tingersi di
verde chiaro.
“Meili,
il
signore di pietra; Hermòor il torturatore di Sleipinr e
assassino, Hoor lo
sciocco credulone cieco, Grior il pavido, Vali che osa portare il nome
di uno
dei miei figli, Bragi il noioso poetante e il più odioso di
tutti: Baldr”
enumerò Loki.
“Non
dimentichi nessuno di quella stirpe?” domandò
Laufey. Loki raggiunse il trono,
vi si sedette e lasciò cadere lo scettro. Questo si
trasformò in un martello,
strinse le labbra fino a renderle un azzurro tenue. Alzò il
capo e guardò la
mano del padre grande quattro volte lui e si morse l’interno
della guancia.
“Se
è vero che
diverrò signore di questi luoghi voglio avere
libertà di scelta. Quello sciocco
di Thor avrà una sorte peggiore della morte che lo vedrebbe
nel peggiore dei
casi nel Valhalla a bere con la sorella valchiria Brunilde”
sussurrò. Laufey
negò con il capo e sorrise. Si voltò e
guardò un trono vuoto semidistrutto
abbandonato dietro una roccia.
“Sei
figlio
di tuo padre, piccolo e impudente bugiardo. Che sorte hai pensato
allora per
quel tronfio ragazzo?” domandò. Loki
scoppiò nuovamente a ridere, si girò e
mise le gambe oltre il bracciolo del trono sistemando il capo
sull’altro.
“Lo
priverò
del suo amato martello, non vedo punizione peggiore per chi mi ha
costretto a
vivere nella sua ombra sin dalla più tenera
infanzia” spiegò. Laufey annuì un
paio di volte, schioccò le dita e una coperta di pelliccia
coprì l’erede.
“Che
la tua
volontà diventi legge, mio figlio prediletto”
disse. Loki chiuse gli occhi,
piegò le gambe e arcuò la schiena sistemandosi
sotto la coperta.
-Qui
non mi
troverai Thor. E’ meglio così, se saremo separati
non potrò farti del male.
Basterà dimenticarti e con te tutto il mio passato-
pensò.
“E’
decisamente la scelta migliore, in fondo nemmeno quel pentapalmo
è mio fratello”
bisbigliò. Sbadigliò e si addormentò.
Laufey si alzò, si voltò e oltrepassò
un’arcata
di pietra entrando in un altro salone.
“Oggi
tramonta Loki figlio di Odino e sorge la nuova alba. Che
l’era di Loki
Laufeyson sorga!” tuonò.