La pioggia batteva
impetuosa e quasi con violenza.
Reila sei ne stava li immobile a guardare il ragazzo dei incubi.
-Reila sembra che hai visto un fantasma…Ma ti senti bene?-
Quella voce la riportò alla
realtà, davanti a lei Shinichi che la guardava confuso, la ragazza cominciò a guardarsi intorno tremando e ansimando.
-Dov’è?-
sibilò con voce spettrale.
-Chi?-
-Era qui adesso, dov’è
andato?- si alzò di scatto il suo sudore si mischiò con l’acqua della pioggia.
-Reila mi dici che cazzo hai bevuto?- si avvicinò di qualche passo
facendola indietreggiare.
-Non avvicinarti- ringhiò.
-Calmati Reila sono io, Shin- si avvicinò con lentezza.
Lei si rannicchiò su se
stessa –Stammi lontano!Sparisci dalla mia vita!- lo
spinse via con violenza e scappò via cominciando a correre sotto la pioggia.
-SHIN!!-
urlò Kaoru che era appena uscita sorreggendo Noboru che ormai aveva avuto un
collasso –Ma dove va Reila?-
Il ragazzo non le rispose,
rimaneva immobile sotto la pioggia guardando nella direzione dove Reila era
scappata via.
Quello sguardo…Lo stesso di
quattro fa quando si era presentata alla sua porta.
-Inizio FlaschBack-
Qualcuno continuava a suonare con insistenza il campanello.
Un ragazzino di 14 anni, scendeva assonnato le scale strofinandosi
ripetutamente gli occhi assonnati.
Per fortuna i suoi non erano ancora tornati dalla loro cena di lavoro.
Arrivò alla porta di ingresso maledicendosi di
non essersi coperto con una felpa, tutto infreddolito aprì la porta e qualcuno
li cadde fra le braccia facendolo cadere sul pavimento.
Abbassò lo sguardo e quando capì chi aveva tra le braccia sbarrò gli
occhi.
Si accorse di avere la mano un po’ sporca di sangue e
in un secondo la paura e l’agitazione lo assalirono.
-Reila- cominciò a scuoterla –Ti prego Reila apri
gli occhi!!-
La ragazza aprì gli occhi lentamente per poi
richiuderli subito, Shinichi se la caricò sulle spalle portandola in
salotto.
L’adagiò delicatamente sul divano scrutandola –Reila che ti è successo?- le toccò delicatamente il viso e lei si
ritrasse gemendo.
Il ragazzo ritrasse la mano, coprì la ragazza con una coperta e lui si
sdraiò sull’altro divano addormentandosi poco dopo cullato dal
profondi e agitato respiro di Reila.
-Fine FlaschBack-
-Shin hai perso la lingua?-
si avvicinò a lui Kaoru –Mi dici dove cazzo è andata Reila?-
-Non lo so-
rispose con voce inespressiva.
-Dobbiamo portare Nobo a
casa-
Shin annuì e caricandosi
sulle spalle l’amico se ne andarono.
La serata era
definitivamente conclusa.
Reila entrò in casa sua, le
luci erano tutte spente, le governanti avevano già levato
le tende.
Si lasciò andare
sull’enorme e lungo divano nascondendo la faccia nel cuscino, un lampo illuminò
la sala.
Il suo cuore non faceva
altro che battere forte, se lo sentiva quasi esplodere nel petto.
Un altro lampo spaccò il
cielo e la sua testa, si alzò andando in bagno e spogliandosi si mi sotto il getto d’acqua bollente.
Si lasciò
andare con la schiena sulle mattonelle nere, si sentiva ancora sporca.
La riportò alla realtà il
suono del campanello.
Chi cazzo poteva essere
alle quattro di notte?
Si infilò velocemente l’accappatoio nero e uscì dal
bagno scendendo velocemente le scale, andò alla porta aprendola.
Davanti al suo cancello due
figure che non riusciva a vedere chiaramente a causa
del buio.
-Scusi il disturbo- disse
uno dei ragazzi che sorreggeva l’altro –Il mio amico non si sente bene-
Reila rimase titubante, ma
poi qualcosa dentro di lei la spinse ad aprire l’enorme cancello di ferro nero.
-Ti serve una mano?-
-Si grazie-
Quando si avvicinò e riuscì
a vedere i due ragazzi le cominciarono a tremare le gambe, deglutì –Tu…-
Il ragazzo con la fascia
che li copriva il naso la scrutò –Ci conosciamo?-
La corvina rimase qualche
secondo in silenzio ascoltando il rumore della pioggia –No- rispose con un
mezzo sorriso malinconico che lui non vide.
Senza dire più nulla aiutò
il ragazzo a portare l’altro in casa, lo adagiarono sul divano, Reila lo
guardò, era Ruki il cantante, quello per cui Kaoru
aveva perso la testa.
-Vado a preparagli del
bicarbonato- e così dicendo se ne andò in cucina si
appoggiò al bancone di marmo bianco passandosi una mano sulla fronte.
Era un
incubo, non poteva essere
proprio lui.
-Tutto bene?-
Reila sobbalzò
voltandosi di scatto –Si…A…Adesso lo preparo- si rigirò.
Intanto il ragazzo era
salito a gambe incrociate sul bancone di marmo –Ho come l’impressione si averti
già visto- spezzò lui il silenzio –Però non mi ricordo
dove-
Il cuore della ragazza non
faceva altro che battere forte, aveva persino paura che lui lo potesse sentire.
-Comunque
io sono…-
-Si so chi sei- lo
interruppe senza voltarsi –Sei il bassista dei The GazettE giusto?-
-Si, Akira o meglio
conosciuto come Reita-
Lei senza dire una parola
mise il bicarbonato in una tazza si voltò verso il ragazzo –Io mi chiamo…Reila-
Li pose la tazza fumante
–Portalo in bagno, vomiterà un po’, Sali le scale e gira a sinistra- li spiegò
–Io torno subito- e se ne andò di corsa.