Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
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Autore: magixludo    27/01/2014    2 recensioni
"Le conosci le regole, draghi e fenici non legano... "
Sto per annuire, come al solito, quando l'immagine di un ragazzo biondo dagli occhi - e il cuore - di ghiaccio compare nella mia mente, e decido che d'ora in poi le cose cambieranno. Sogghigno: "Le regole sono fatte per essere infrante.."

Angela Hungets, un’adorabile ragazzina, nonché grande otaku, si ritrova misteriosamente ad Heartland City, il ché è fantastico visto che è una grande fan della serie Zexal, peccato solo che abbia già visto gli episodi e sappia come le cose andranno a finire, e non lo può tollerare.
Finita in una realtà parallela di cui cerca di cambiare il futuro, porterà uno stravolgimento temporale dopo l’altro e dovrà chiedersi se, per salvare una vita, valga davvero la pena rovinare tutte le altre…
Senza contare che nulla è come sembra, chiunque può nascondere oscuri segreti, anche le dolci ed adorabili ragazzine provenienti da mondi paralleli...
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Kaito Tenjo/Kite Tenjo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1: Il mio nome è Angela
 
Cammino su di una stretta striscia di terra, è così piccola che devo mettere un piede davanti all'altro per avanzare. Un sasso si stacca dal bordo e cade nel burrone. Rabbrividisco. Non posso permettermi di sbagliare oppure potrei fare una brutta fine.
D'un tratto c'è una luce accecante davanti a me. Alzo lo sguardo da terra e lo vedo, un gigantesco portone chiuso da una catena con tanto di lucchetto centrale.
<< Colui che riesce ad aprire questa porta otterrà un nuovo immenso potere, tuttavia per accedere a questo potere bisogna rinunciare a quanto di più prezioso si possiede al mondo… >> disse la porta con voce roca e cavernosa, poi s'illuminò di una luce rossa.
"Dovrei rinunciare a quanto ho di più caro?" penso e mi ritraggo spaventata, porto indietro una gamba, pronta a scappare di corsa, ma il terreno si distrugge sotto i miei piedi ed io cado nel vuoto.
 
Mi alzo dal letto e mi guardo intorno, sono nella mia stanza, nel mio letto, come ogni mattina, e quello era solo un sogno dovuto al troppo guardare anime. Soprattutto quello che rappresenta la mia ultima passione, ossia Yu-Gi-Oh! Zexal lo guardavo sempre su K2 quando lo trasmettevano anche se adesso lo hanno sospeso.
Ma lasciate che mi presenti, il mio nome è Angela Hungets, ho 16 anni e sono una normale studentessa del liceo, almeno in apparenza perché in realtà io sono...
<< Angy, muoviti! >> e questa è mia madre che come al solito interrompe i miei interminabili monologhi con la scusa che è tardi e che devo muovermi o farò tardi a scuola. Questi genitori! Non capiscono proprio le passioni dei figli! Tipo le mie: io sono un'otaku incallita e adoro qualsiasi cosa riguardi anime e manga, e proprio per questo proprio l'altro giorno ho comprato in fumetteria una 'Chiave dell'imperatore' - sì avete capito bene, proprio quella di Yuma - che porto sempre al collo, perché è una collana, nascosta sotto la felpa/maglia/camicia, infatti se la vedessero i miei amici non capirebbero, e poi ho una reputazione da difendere, infatti, anche se lo nascondo a tutti, io sono...
<< Allora, ragazzi, fatti i compiti? >> e questa è la mia professoressa di matematica, anche lei interrompe sempre i miei monologhi – tanto che questo era lungo mi ha fatto percorrere tutta la strada da casa a scuola – con la scusa di "fare lezione", ma chi si crede di essere, un'insegnate? Ok, non sono divertente, lo ammetto, ma diciamo che non è nel mio carattere fare umorismo, preferisco l'ironia pungente, infatti si abbina molto di più a me ed alla mia natura.
Altro da dire su di me? Non saprei, ah, sì, abito in Italia e... boh, ho appena iniziato e sono già a corto d’idee.
Stringo la Chiave sotto al maglione. "Energia al massimo!" penso, e forse sorrido come una stupida perché i miei compagni mi guardano straniti, ma chi se ne frega! Se sapessero veramente chi sono mi guarderebbero terrorizzati! Quindi forse è meglio così, almeno per loro...
Devono passare sei ore prima che le lezioni finiscano, ma almeno adesso sono libera fino a domani. Mi trattengo una mezz’ora con i miei compagni di classe per discutere della giornata appena passata, poi li saluto e mi dirigo verso casa. Il mio riflesso in una vetrina mi fa ricordare che non vi ho ancora detto niente sul mio aspetto fisico: ho due grandi occhi blu zaffiro, biondi capelli boccolosi che arrivano alle spalle e vesto sempre in tinte chiare e colori sgargianti, almeno fino a quando non mi cambio per...
<< Sono a casa! >> urlo aprendo la porta. Ok, devo ammettere che questa volta mi sono interrotta da sola e che non ho scusanti, in ogni caso non c'è ancora nessuno a casa. Mi faccio un panino al prosciutto e inizio a pranzare da sola. Mentre mangio guardo su internet un episodio di Zexal, lo scelgo a caso e mi capita il numero 41 Il Rapimento Di Hart, scelgo sempre a caso perché ormai li ho visti tutti questi tradotti in italiano e quindi non ha importanza quale guardo, tipo ieri ho visto il primo, e deve essere questo il motivo del mio assurdo sogno, in effetti mi piacerebbe tanto trovarmi ad Heartland City…
Sorrido mestamente, queste sono solo sciocchezze, non è possibile finire dentro un cartone anima- cioè volevo dire “dentro un anime”, scusate sono molto puntigliosa su questo punto.
Continuo a mangiare mentre guardo l’episodio, anche se conosco la fine, ed in fondo è un vero peccato che abbiano perso tanto tempo a cercare Hart, se fossero arrivati prima – sia Yuma che Kite – forse Tron non avrebbe catturato il minore dei fratelli Tenjo e non avrebbe assorbito tutti i suoi poteri, se solo avessi la possibilità mi piacerebbe avvertirli…
Adesso però basta fare queste ipotesi assurde “se si corre solo dietro ai sogni, si perde di vista la realtà!” e questa era una citazione ad un altro dei miei anime preferiti, qualcuno riconosce il manga da cui è tratta?
Finisco di mangiare e finisce anche l’episodio, vorrei vedere anche il seguito ma adesso devo proprio studiare.
Spengo il computer e mi sedio alla scrivania.
 
È mezzanotte, sono nel mio letto e fisso il soffitto, sono bagnata di sudore freddo, gli occhi sbarrati. Ho fatto di nuovo il sogno di ieri, solo che oggi sono precipitata per un bel po’ prima di svegliarmi, ed è stato terribile.
<< Non mi dirai che ti sei fatta spaventare da un sogno, spero. Non lo accetterei, da tua sorella, forse, ma da te proprio no! >> è questo ciò che dice una voce dentro la mia testa, credete sia il mio io interiore? Vi sbagliate di grosso perché in realtà è…
<< Non sono spaventata, solo che ho una brutta sensazione, tutto qui… >> scusate se ho lasciato la frase in sospeso, ma dovevo assolutamente rispondere.
Mi stringo nelle spalle, poi sposto le coperte e mi alzo dal letto. Ho lasciato la Chiave dell’Imperatore sul comodino accanto al letto, la stringo forte, e anche se è solo plastica sento le punte pungermi il palmo. C’è veramente qualcosa che non va, me lo sento, ed io non sbaglio mai, soprattutto quando mi fido dell’istinto.
<< Vorresti essere lì, vero? >> domanda la voce.
<< Piantala, lo sai meglio di me che non è possibile. >> la stanza è buia quindi la mia cara “voce” non si può manifestare e non possiamo parlare faccia a faccia, ma non per questo mi farò intimorire.
<< Credevo che per noi – che per te – non esistesse la parola “impossibile” >> è insistente, troppo. Dove vuole andare a parare?
<< Cosa vuoi? >> adesso mi sono fatta più guardinga, basta giochetti stupidi, andiamo subito al dunque.
La cara “voce” però non risponde, è buio e non vedo ciò che fa, ma percepisco chiaramente che si sta avvolgendo intorno a me come un bozzolo, per poi entrare nella chiave.
<< Ma che… >> non riesco a formulare un pensiero coerente; e comunque, se anche ci riuscissi, non farei in tempo a formularlo. Infatti una luce nera – non chiedetemi come faccia una luce ad essere nera ed a risplendere nella totale oscurità perché non saprei cosa rispondervi – si manifesta così accecante che sono costretta a chiudere gli occhi.
Il brutto presentimento che provo da questa mattina, alla fine, si è avverato.
 
Freddo. Duro. Dolore.
Apro prima un occhio, poi l’altro. Mi sento un po’ dolorante, ma cerco di mettermi almeno seduta, perché mi rendo conto di essere stesa a terra, in strada. Non saprei dire dove sono, è buio e non c’è nessuno, sembra uno di quei quartieri malfamati delle città – con tanto di bidoni rovesciati e ratti giganteschi che scorrazzano in giro. Dove cavolo è camera mia?
Sto per alzarmi e dirne quattro alla cara “voce” quando altre due voci mi fanno girare. Parlano a voce abbastanza alta, segno evidente che non pensano ci sia qualcuno nei paraggi che li possa ascoltare, e mano a mano che si avvicinano il tono si alza ancora di più.
I due si avvicinano molto lentamente e sono avvolti nell’oscurità quindi non saprei dire chi sono, anche perché non sono solita frequentare questo genere di posti. In compenso – per i motivi sopra spiegati – riesco tranquillamente ad ascoltare quello che si stanno dicendo.
<< E così anche per stanotte abbiamo finito la caccia, che ne dici di tornare a casa? >> una voce maschile, un ragazzo, forse un paio di anni più grande di me; deve essere vestito di nero perché altrimenti spiccherebbe di più nell’oscurità del vicolo da cui sta uscendo. Vicino a lui c’è qualcuno di basso e piccolo, aguzzo la vista per capire chi, o meglio, cosa sia, ma la frase che dice mi da la risposta che cercavo.
<< Subito, capo. >> e il mio cuore perde un battito perché non mi serve più aspettare che escano dal vicolo per vedere chi sono, ormai li ho riconosciuti, so chi sono.
Cerco di rimettermi in piedi, ora che ho capito con chi ho a che fare – per quanto vorrei restare – credo sia molto meglio andare via di qui. Purtroppo, nella fretta di scappare, inciampo nei miei stessi piedi e ricado a terra. Ma che cavolo mi succede? Di solito non sono così incapace, soprattutto quando si tratta di scappare, proprio io che sono…
Ma non ho il tempo di finire il pensiero che le due figure escono dal vicolo e le vedo, e mi vedono. Rabbrividisco.
Fisso i due che mi stanno davanti sperando che non mi abbiano visto, o che decidano di ignorarmi andando oltre, ma non sono mai stata molto fortunata, perché infatti il ragazzo si avvicina a grandi passi e si pianta a meno di cinquanta centimetri da me. Mi fissa impassibile, con sguardo accusatore, come se mi avesse beccata a fare qualcosa che non dovevo, sento qualcosa che si attorciglia nello stomaco, anche se – se non fossi in questa situazione così assurda – forse, in fondo ai suoi occhi di ghiaccio, riuscirei a notare la punta di curiosità e di stupore che lo ha spinto ad avvicinarsi.
Il suo fedele robottino gli è subito accanto e si mette a studiarmi anche lui.
Il ragazzo non perde un istante di più e mi chiede, imperioso: << Chi sei? E che ci fai qui? >>
Fantastico! Sono ad Heartland City – perché ormai ho capito dove quell’idiota della “voce” mi ha spedita – da neanche cinque minuti e già mi trovo faccia a faccia con questo robot completamente inutile di nome Orbital 7, e con la creatura più affascinante e pericolosa che il mondo sia mai stato in grado di creare, il biondo cacciatore di numeri Kite Tenjo.

_________
 
Angolo autrice:

 
Ed eccomi qui con il primo capitolo. Spero vi sia piaciuto. In questo capitolo avete visto la protagonista che non so perché ha fatto una figura dopo l’altra, vi assicuro che di solito non è così incapace.
Angela: Vorrei ricordarti che qui quella che sta scrivendo sei tu…
Sottigliezze… spero comunque che abbiate gradito, anche se ho messo in mezzo vari interrogativi, primo tra tutti: chi è questa “voce” che Angela sembra conoscere tanto bene? E, soprattutto, chi è in realtà Angela? E perché ogni volta che cerca di rivelarlo non finisce mai la frase?

Angela: Ripeto, sei tu che stai scrivendo…
Ancora sottigliezze… in ogni caso, non so se lo avete notato ma il titolo del capitolo richiama quello del primo episodio di Zexal.
Altro da dire? Ah, sì, per chi non l’avesse riconosciuta o non la conoscesse, la citazione all’interno del capitolo – "se si corre solo dietro ai sogni, si perde di vista la realtà!" – è di Conan Edogawa, quindi del manga Detective Conan, più precisamente, Volume 44 File.10 La fuga, il mini-detective la rivolge a Kaitou Kid, nel capitolo Angela la rivolge a sé stessa, ma sottigliezze... Abituatevi perché potrebbero capitare spesso riferimenti ad altri anime/manga che seguo.
Ora vi lascio sperando di ricevere vostre recensioni in attesa del prossimo capitolo, il cui titolo ricalcherà quello del secondo episodio di Zexal: Una ragazza senza memoria.
Nel nuovo capitolo Angela dovrà vedersela con Kite (la “creatura più affascinante e pericolosa” che potrà detenere il suo primato fino a quando non arriveranno i Bariani XD) e sarà l’intervento provvidenziale dell’“inutile” Orbital ad evitare che qualcuno si faccia male, e non vi conviene essere tanto sicuri che quel “qualcuno” sia Angela…
 
Arrivederci al prossimo capitolo,

Ludo.
  
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