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Autore: L_Fy    09/06/2008    22 recensioni
Quando si nasce con il gene della sfiga potenziato come il mio si possono raggiungere vette di iattura che voi umani non potreste immaginarvi: cosa che è successa oggi, fatidico venerdì 17, anno domini 2008 che, fra l’altro, è un anno bisesto e quindi funesto…
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Recensione di moonwhisper, fatta il 08/06/2008 - 02:45PM sul capitolo 5: Capitolo 4 - Firmata

Io ho avuto di nuovo un attacco di colite e avrei preferito mille volte dovermi aggrappare a un water fronte/retro piuttosto che incontrare quel simpaticone di Ekekazo, ma a quel punto era decisamente tardi. Mi sono girata lentamente, quasi al rallentatore: dall’ingresso stava arrivando un piccolo e compatto gregge di gnomi grigiastri verso cui Li si diresse con passo elastico e tranquillo. “Irassyaimase*” l’ho sentito dire e a quel punto è cominciata una gara di inchini brevi e secchi che è durata per tutte le presentazioni ufficiali.

Poi Li si è girato verso di me e mi ha fatto cenno di avvicinarmi: se avessi indossato le mie Superga e avessi avuto meno grappa in corpo, sarei schizzata via ululando peggio di Beep Beep inseguita da Wile Coyote; così invece, semisbronza e arrampicata su quei tacchi assurdi, mi sono avvicinata alla delegazione, intera e rigida come se avessi avuto una fabbrica di scope infilata nel retto. Con lo sguardo appannato ho visto che davanti agli gnomi grigiastri c’era uno gnomo grigiastro particolarmente gnomo e particolarmente grigiastro: Li mi ha indicata a lui con voce morbida e modi educati e lo gnomo ha risposto con brevi e secchi movimenti scattosi, come quelli di un uccellino meccanico. Eccolo lì, il famigerato Ekekazo: quando gli sono arrivata davanti l’ho guardato spaventata, come aspettandomi una sorta di Hitler itterico con gli occhi a mandorla; in realtà Ekekazo era un tipino piuttosto anonimo. Pesava si o no due etti, aveva si e no due capelli in testa, mi arrivava sotto l’ascella nonostante il mocassino con tacco rinforzato e i suoi denti sembravano tante tessere giallastre del domino sparpagliate a caso nella sua bocca. Sembrava una piccola e grigia cocorita in gabbia, capace solo di arruffare le penne ed emettere striduli versi da pennuto. Normalmente lo avrei a malapena giudicato insignificante: sapendo però che avrei dovuto esibirmi in una lap dance solo per lui, mi è sembrato orribile e spaventoso come un Alien a tre teste. Ekekazo deve aver intuito qualcosa dalla mia espressione terrorizzata perché si è tastato rapidamente la faccia, come per accertarsi di non avere brandelli sanguinolenti sparsi sulle guance o supercaccole penzolanti dal naso; poi si è esibito in un nuovo show di inchini che ho imitato di riflesso, rigida e cigolante come l’uomo di latta.

“Ehm, come butta?” ho gracidato alla fine con voce inopportunamente catarrosa.

Ekekazo e Li mi hanno fissato con i gemelli Sopraccigli Altezzosi bene in alto.

“Kore wa kanojo desuka.*” ha borbottato Ekekazo dubbioso.

Li ha mormorato qualcosa di estremamente rassicurante e io ho annuito, tentando un sorriso che sembrava il prodotto di una ischemia cerebrale.

“Honto shioutsu desuka.*” ha chiesto di nuovo Ekekazo, per niente convinto.

Li mi ha lanciato un serio sguardo di rimprovero.

“Potresti almeno collaborare un po’?” mi ha detto con un tono gentile che non avrebbe ingannato nessuno.

“Devo dirle una cosa molto importante.” ho mormorato querula.

Lo sguardo che mi ha lanciato Li avrebbe incenerito una foresta.

“No.”

“Ma…”

“Niente ma. La cosa me la potevi dire prima o me la puoi dire dopo, gioia, ma non adesso. Adesso c’è Ekekazo e tu devi sorridere e mostrarti felice e compiacente come se lui fosse l’uomo più bello e sexy del mondo, sempre se non preferisci ritrovarti appesa a un gancio in una cella frigorifera piena di quarti di manzo… mi sono spiegato?”

*          *          *

Si era spiegato bene, Li. Così bene che, complici l’idea della cella frigorifera piena di quarti di manzo come nel film di Rocky Balboa e la damigiana di grappa che mi circolava in corpo, sono persino riuscita a fare quello che mi aveva chiesto, e cioè sorridere e mostrarmi più sciolta. Da lì in poi ho avuto una specie di KO tecnico e ho un ricordo nebuloso dello svolgimento del pranzo; ricordo solo fiumi di sake e champagne e tanti inchini da parte degli gnometti sempre meno ingessati e sempre più sorridenti. Ekekazo, la cocorita arruffata, aveva deciso che gli piacevo: sorridendo con le tessere del domino tutte storte, mi aveva voluto a sedere vicino a sé e a metà pranzo circa mi aveva infilato una manina da gnomo intorno alla vita (si era anche appoggiato con l’orecchio al mio seno destro, ma forse quello non era intenzionale). La delegazione si era sbrinata man mano che si sbrinava il suo presidente: all’inizio erano tutti così compatti e silenziosi che mi facevano quasi pena. Così impacciati, così timidi… così vecchi. Che tristezza per quei poveri gnomi grigiastri, ho pensato in uno slancio di alcolica pietà. Naturalmente era solo l’effetto grappa (divento sempre molto generosa e altruista, quando mi ubriaco), ma almeno sono stata capace di sorridere e tubare con Ekekazo, zelante come una apprendista infermiera. A un certo punto lui mi è venuto ancora più vicino e se fossi stata sobria avrei rigurgitato anche la colomba di Pasqua nel sentire la sua mano lasciva che si posava ben in alto sulla mia coscia; nel mio delirio alcolico, invece, ero ancora piena di sacra compassione cristiana e gli ho sorriso materna e incoraggiante. Insomma, a quel punto ero inequivocabilmente sbronza marcia come un marinaio.

“Al presidente sono simpatica.” ho confidato a Li di punto in bianco con vaga aria di sfida: l’unica cosa che disturbava il mio altruistico e alcolico buonumore era l’espressione cupa del mio bel pappone vestito Armani.

“Al presidente sono simpatiche le tue tette.” ha puntualizzato lui con garbo.

“Non è vero” mi sono offesa senza nessun motivo “E’ che lei è prevenuto sull’argomento e non è in grado di apprezzare l’armonia che si crea in un incontro tra due etnie diverse.”

Li e il suo sopracciglio hanno commentato in silenzio mentre la mano di Ekekazo saliva ancora più in alto sulla mia coscia, sbugiardando le mie parole e attivando finalmente i miei sopiti sensori antistupro.

“Che sta facendo?” ho chiesto severamente a Ekekazo che continuava a sorridere con aria decisamente allupata.

“Credo che voglia verificare la questione delle etnie.” ha spiegato Li neutro.

Io ho tolto con decisione la mano di Ekekazo dalla mia coscia, lasciandolo vagamente perplesso.

“Mi scusi, ma la mia etnia non è in mezzo alle gambe.” ho muggito spremendo le labbra in fuori.

Ho visto Li arricciare il suo nasino come se si fosse accorto in quel momento che mandavo un forte odore di Taleggio stagionato; fortunatamente, Ekekazo si era distratto in contemplazione delle mie tette e non aveva colto la mia ultima affermazione.

“Luana, sta attenta a quello che fai.” ha solo mormorato Li, con intenzione.

“Si rilassi” ho mormorato sognante “Il presidente vuole solo essere mio amico.”

Poi per comprovare la mia ipotesi, raccogliendo a raccolta i residui di grappa presenti nel mio organismo, ho messo la mano sulla spalla di Ekekazo e gli ho fatto pat pat, con franca amicizia. Non so in giapponese come si interpreta normalmente un gesto del genere: Ekekazo deve aver capito male perché ha sogghignato e ha cominciato a palparmi il fianco con decisione. Li mi ha guardato con una faccia così scura che sembrava gettare un’ombra sotto. Non mi piaceva affatto la sua faccia: era così ostile e fredda.

“Perché mi guarda così?” gli ho chiesto, non del tutto consapevole di emettere suoni di senso compiuto.

“Perché sei incredibile.” ha risposto Li con voce pacata per non allarmare la delegazione.

“Non capisco.” ho ammesso sfiatata: già mi mangiavo le parole, ancora un po’ e avrei cominciato a barcollare come una ballerina zoppa…

“Prima fai tutta la timidina e sembri pronta immolarti pur di difendere la tua virtù; poi un attimo dopo sembri la sorella porca di Moana Pozzi. Sei incredibile, ribadisco. O schizofrenica, ma il risultato non cambia.”

Piena di grappa come un otre, non ho potuto fare a meno di incavolarmi.

“Me lo ha chiesto lei di essere più collaborativa!” ho protestato lamentosa “Si ricorda, la faccenda del quarto di manzo nella cella frigorifera?”

“E’ vero” ha risposto Li aggressivo “Te l’ho chiesto io.”

“E allora perchè si è arrabbiato?”

“Non sono arrabbiato.” ha risposto lui, ed era palese che fosse davvero arrabbiato: non ho potuto ribattere perché in quel momento è arrivato Bonanno.

*          *          *

C’è stato un movimento tra le fila degli gnomi e io, con la mia vista annebbiata, ho potuto vedere cosa li aveva distratti; un compatto branco di bovini pelosi si era materializzato a lato del tavolo. Davanti ai bovini pelosi c’era un bovino peloso particolarmente bovino e particolarmente peloso: Bonanno.

Non poteva essere nessun altro: tutto di lui era così mafioso al 100% che sembrava quasi una caricatura di sé stesso: capelli neri radi e bisunti, pelle olivastra, occhi porcini, panza sporgente, stuzzicadenti in bocca e moquette di pelo che fuoriusciva dal colletto aperto della camicia.

Li si era alzato dalla sedia così in fretta che sembrava l’avessero sparato; la cocorita invece aveva momentaneamente smesso di massaggiarmi la coscia e fissava Bonanno con gli occhietti cisposi luccicanti e diffidenti. Gli gnomi e i bovini si sono studiati a lungo guardinghi mentre Ekekazo si alzava in piedi e iniziava un complicato rituale di inchini con Bonanno (il quale si limitava appena a muovere la testa e a masticare il suo stuzzicadenti). Dopo cinque minuti di convenevoli Bonanno e Ekekazo si sono seduti e le due delegazioni si sono rilassate. A quel punto Bonanno ha ordinato una bottiglia di Marsala, mi ha degnato appena di uno sguardo e ha chiesto se c’era niente di più polposo; mentre cadevo di nuovo in una specie trance da coma etilico ho visto arrivare Labbrona che si è seduta prima di fianco, poi sulle ginocchia di Bonanno, che ha finalmente messo via il suo fido stuzzicadenti per lavorarsi Labbrona con impegno.

“Di che affari devono parlare?” ho chiesto di punto in bianco a Li, e a dire la verità non me ne fregava niente di niente, anzi, in qualche nebulosa maniera ero quasi certa che meno sapevo meglio era, ma un istinto infantile e dispettoso mi spingeva a cercare di irritare Li-bocca-da-sbavo e il suo fido Sopracciglio Snob.

“Non sono cose che ti possano interessare.” ha risposto infatti amabilmente Li.

“Un po’ lo sono” ho risposto io sorridendo a Ekekazo con aria complice “In fondo, il presidente è appoggiato alla mia coscia, non alla tua.”

Che argomentazioni del piffero… Li mi ha fissata cogitabondo, masticandosi distratto l’interno delle guance.

“Ok, te lo dico” ha risposto infine “Sushi.”

Sushi?

“Salmone crudo con palline pressate di riso?”

“E salsa di soia.” ha aggiunto Li con aria estremamente seria.

“Vuoi dire che la cocorita e il bovino devono parlare di pesce?”

“Fauna più, fauna meno…”

“Mi stai prendendo in giro.”

“Senti da che pulpito.” mi ha risposto Li aggressivo e di nuovo sembrava arrabbiato e triste: doveva essere stato l’accenno al pesce, ho pensato distratta dalla cocorita che mi cinguettava intorno in maniera sempre più pressante.

Stavo per continuare la conversazione (lo ribadisco anche se era già più che evidente, l’unico motivo per cui ero ancora lì era vedere la bocca peccaminosa di Li in movimento) quando Ekekazo nel frattempo mi ha praticamente infilato un bicchiere di champagne nelle gengive e una mano sulla chiappa destra; ho sussultato e ingoiato il vino in un colpo solo e in men che non si dica Ekekazo e delegazione intera ridevano come matti.

“Yatta!*” ha gorgogliato Ekekazo strizzandomi la natica.

“Bene, è il momento della lap dance.” mi ha informato allora Li con voce monocorde.

*          *          *

Forse è stata la notizia o forse la strizzata o forse la faccia di Li, seria, scura, bella e così dolorosamente reale che è riuscita chissà come a svegliarmi da quella sorta di sogno ovattato. Di colpo ho sentito la nausea crescere e gonfiarsi nel mio stomaco facendomi affiorare alcune fredde gocce di sudore sotto il naso e sulla fronte.

“Devo andare in bagno.” ho annunciato con decisione.

Li ha inarcato appena mister Sopracciglio.

“Ok, ti accompagno.”

Con un gesto fluido e deciso si è alzato in piedi, ha mormorato qualche parola gentile a Ekekazo e mi ha preso per un gomito. La sua stretta era delicata ma lo stesso mi sono sentita al sicuro, come se mi avesse abbracciata. Docilmente mi sono alzata in piedi e l’ho seguito, dondolando malferma sui miei tacchi come una bambola rotta. Ci siamo diretti tranquillamente verso il bagno e sembravamo sereni come sue amiconi che vanno a farsi una passeggiata insieme. Li mi ha mollata solo davanti al bagno e si è infilato le mani in tasca: aveva di nuovo lo sguardo triste e arrabbiato ma io ero troppo terrorizzata per farci caso.

“Io allora ehm… dovrei andare in bagno.” ho ripetuto tentennante, casomai il concetto non gli fosse stato chiaro prima di accompagnarmi proprio davanti alla porta.

“Sicuro. C’è la tua roba dentro. Ti aspetto qui.” ha risposto Li in tono piatto.

Magnifico. Così non potevo scappare! E poi cosa diavolo era “la mia roba” nel bagno? Un set per torture sadomaso? Due copricapezzoli di lustrini? Un pitone come quello della Godiva del cartellone? Prima che Li potesse vedere l’angoscia sul mio viso, mi sono infilata in bagno chiudendo ben bene la porta: su una sedia, in bell’ordine, c’era un vestitino di lurex grande come un francobollo, un boa di struzzo e una parrucca bionda con uno sfizioso taglio alla garconne. Eccola la mia roba, per dare il meglio di me nella lap dance! Per poco non sono scoppiata in una risata isterica! Ho riaperto la porta di scatto e ho beccato Li che origliava platealmente.

“Signor Li!” ho gracidato con voce meravigliosamente catarrosa.

“Sì?” ha risposto lui senza fare una piega, anzi, tirando fuori Mister Sopracciglio in tutto il suo snobistico fulgore. Chissà come e chissà perché, mi è venuta un’idea.

“Io, ehm, avrei… dovrei chiamare un attimo in, rouch!, agenzia ma ho, cof!, dimenticato il mio telefono a umhf, casa. Mi può, ehm… prestare il cellulare un, cof!… secondo?”

Li mi ha guardato a muso duro, con la faccia di pietra e gli occhi così neri e così belli che mi scavavano dentro dei crateri fumanti. Sotto quello sguardo indagatore io sono arrossita; poi ho avuto una fase di combustione spontanea seguita a sudorazione perniciosa; poi sono sbiancata, sbattendo le palpebre come se ci avessi dentro tutta la sabbia dei Lidi Ferraresi. Mentire non è mai stato il mio forte, lo ammetto…

“Va bene.” ha risposto alla fine Li tranquillo: mi ha allungato il suo telefonino, un tripudio di tecnologia nipponica sottile come una lametta da barba e leggero come una piuma.

Contemporaneamente, ha posato con decisione una spalla alla porta, impedendomi di chiuderla come a dire: io, Mister Sopracciglio e Miss Pistola Carica abbiamo pensato di origliare la tua telefonata, ti spiace? No, vero? Ho preso il suo telefonino e in un impeto di rabbia gli ho girato oltraggiata le spalle. La soddisfazione però è durata poco mentre il cervello elaborava affannosamente un piano alternativo senza riuscire a produrre un solo mezzo pensiero razionale.

“Allora?” mi ha sollecitata Li dalla porta.

Sono stata costretta a fare in fretta un numero di telefono, il primo che mi è saltato alla mente. Dopo due squilli che mi hanno tolto rispettivamente 10 e 25 anni di vita, qualcuno ha risposto.

“Pizzeria Grotta Azzurra.”

Merda! Avevo chiamato Pasquale, il mio pizzaiolo di fiducia del giovedì sera; napoletano verace, sempre incazzato e ricettivo come un tostapane di peltro.

“Ehm, ciao PASQUALE sono LUANA D’ANGELO.”

Che brava che sono stata: in tono professionale gli avevo fatto capire chi ero e che lo conoscevo.

“Chi?” ha brillantemente muggito Pasquale. Forse dovevo trasmettergli più enfasi sulle parole chiave?

“LUANA D’ANGELO. Senti, ti chiamo da un CELLULARE NON MIO…”

“Eammè chemmene futte?” ha risposto Pasquale con logica inoppugnabile.

“Volevo specificare che non potrò esserci per il numero di spogliarello stasera: sarò ancora IMPEGNATA qui al CORDA TESA.”

Ovviamente, la mente maschia di Pasquale si è incagliata esattamente dove non doveva incagliarsi.

“Spogliarello? Ecchè, è uscita pazza? M’ha sconfuso cò sexi scioppe?”

“No, no, PASQUALE, proprio te… non potresti, ehm, CHIAMARE qualcuno a sostituirmi?”

“Senta, signorì, solitamente ‘ste cose mi fanno eccità u’zanfirone, ma oggi c’ho mia suocera appresso e non è ancora arrivata ‘a mozzarella di bufala; quindi, se vuole una pizza bene; Margherita, Capricciosa, Quattro Stagioni, gliela faccio commo vuole, c’a pommarola fresca. Ma se vuoi fare ‘a chatte erottica, nun me stia a scassà ammé e telefoni alla macelleria di Benevelli dietro l’angolo. Vabbuò?”

“PASQUALE, tu DEVI CHIAMARE qualcuno a sostituirmi. E’ di VITALE importanza che tu CHIAMI… qualcuno.”

Pasquale non è stato minimamente sfiorato dal mio tono accorato di voce.

“Ué, signorì, con tutto l’rispetto, perché non vede un po’ d’annà a faugulo?”

E ha riattaccato.

Lasciandomi così, come una disperata aggrappata a quel tecnologico e inutile pezzo di metallo, con gli occhi di Li che mi trapanavano la nuca.

“Finito?” mi ha chiesto amabilmente il maledetto, con cortesia trasudante scherno.

“Ehm… Sì?”

“Allora mi ridai il mio cellulare?”

Sporco avaraccio, ho pensato mentre meditavo febbrilmente su che diavolo di numero è il pronto intervento dei carabinieri: 911? 112? 118? 1240? Radice quadrata di 3? Avevo la testa completamente incasinata tra la realtà e CSI Miami. Perché certe cose quando ti servono non le sai mai?!?!?

“Luana?”

“Arrivo!” ho risposto stizzita componendo alla cieca il 112 e sperando con tutto il cuore che fosse il numero giusto.

Poi mi sono girata e ho camminato lentamente verso Li, sperando che qualcuno del 112, chiunque fosse e qualsiasi cosa rappresentasse, avesse un lampo di genio misto a compassione e capisse tutto, correndo immediatamente a salvarmi. Ho chiuso la comunicazione nel momento in cui passavo a Li il telefono: sudavo, avevo le guance color tamarindo, l’occhio sbarrato di un cetaceo arpionato e il respiro corto di un moribondo di polmonite.

“Tutto ok?” mi ha sorriso serafico Li, intascando il cellulare senza guardarlo.

“Tak.” ho risposto in un singulto. Poi, visto che Li si era spostato dallo stipite, gli ho sbattuto la porta in faccia con somma soddisfazione.

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

* = Benvenuti

* = E' lei la ragazza?

* = Sei sicuro che sia davvero brava?

* = Brava!

 

Capitolone luuungo perché, forse, lunedì non gliela farò a pubblicare quello nuovo: il week end sarò a Milano al concerto di (ehm…) Avril Lavinge e poi a casa di amici in Piemonte… Ma ci proverò, gente! Oltre ai soliti ignoti ringraziamenti per la mia meravigliosa beta ROMINA, ringraziamo la dolcissima e cremosa NISIBELLA per la consulenza in lingua nipponica. I love you entrambe, donne!!

 

Moonwhisper: Anche tu, come, me, possiedi un innato senso delle proporzioni; anche tu, come me, tendi sempre all’equilibrio, al nulla cosmico; quindi, domandone: anche tu, come me,  mi vedresti bene insieme a Johnny Depp, vero? Amo le tue descrizioni surreali. Ti trovo molto affine, potrei pensare che abbiamo lo stesso modo di scrivere, se quello che scrivo io fosse intelligente! Mille baci e ringraziamenji, joia, a te e a Heidi (a Tom tutto il resto J)

Nisibella: Amore mio… sei tu che sprizzi tenerezza da tutti i pori. E ti basta una parola sola. Si vede che c’hai la tenerezza nell’anima! Baci bacioni anche a te, mia diletta, e anche a potatoman… smack!

Hebe: Innanzi tutto, grazie a te per avermi scoperta (c’era un caldo lì sotto…). Secondly, grazia alla tua soror, che non hai menzionato e che saremmo felici di ringraziare personalmente per l’arruolamenji; terzuto, grazie per avermi reso edotta di un nuovo, entusiasmante termine: ebefrenia. Lo amo. E amo te, grazie di tutto!!!

Lauraroberta87 : Così, siamo cadute con la spazzatura in mano ? Mia cara… come ti amo. Almeno tu non mi lasci sola, in questa valle di figure di merda a ripetizione. Per ringraziarti, ti mando un mio amico olandese (sai che a me quelli troppo scuri non piacciono… preferisco quelli della Cee J) che è molto valido. Sappimi dire, eh!

Evan88: Oh, sacre blé! Parle-tu francais? Comme la vieille Fleur de Harrì! Mais je t’aime avec tout mon coeur! Ok, fine dell’angolo poliglottide… prego, smetterla di fare supposizioni suppostesche sul mio povero cinonippo. E’ frustrante sapere chel e idee migliori vengono a voi invece che a me. Uff. Baci!!

Stella76: Dì la verità, sei invidiosa perché Luana si è scolata la bottiglia di grappa… personalmente, sono cose che non faccio più. Il mio fegato è diventato più “prude” di una zitella inglese di 80 anni… spettacolo sexy, dici? Uhm. Ricordati sempre delle begonie…

Londolilyt: Ok, il tizio di Camden non era Li, ma non era nemmeno così cessoso! A me piaceva. L’immagine del bradipo da te ventilata è stata abbastanza da brivido… magari rivedo un po’ la trama, ehm. Baci dovunque, bellezza, mi manca la tua risata!

Ellemyr: Oh, che meraviglia… il mio nome vicino a parole come “intelligente” e “divertente”… un sogno che si avvera!! A dire il vero, è un po’ che non mando la mia robazza alle case editrici: ormai mi sono rotta di avere come risposta “Troviamo il suo scritto adatto alla pubblicazione e col suo contributo di un milione di Euro potremmo…”. Come furoreggia sul forum, ma va a cagher. Comunque grazie di tutto, joia!!

Rik Bisini: cinogiapponese non mi piace: preferisco cinonipponico; o nippocinotico; o cinogiapponico. Adoro le mescolanze di razze, per la prossima storia voglio inventare un ispanoslovacco o un ungarobelga… bravo, bravo, ad avere sospetti… sei sulla strada giusta! ;-). Abbraccioni!

Unintended: Li ne sta prendendo sotto di tutti i colori: pappone, mafioso, fumetto… poraccio. E dire che lui da grande voleva fare il ragioniere!! Ekekazo e Bonanno sono un po’ la mia nemesi: adesso vedrete… in attesa del palo (per la lap dance, non pensare male…) ti saluto, dolcezza!!

Urdi: Atc, che peccato per la recensione perduta.. peccato per me che ho dovuto fare senza la mia dose di droga, chissà che cosa mi sono persa! SOB! Un film delle mie storie, wow, magari… non sai cosa pagherei per “vedere” Teo e Verena alle prese con certe erre rotolone, he he he…baci baci!!

Eilinn: Sulla vera natura di Li, no posso esprimermi. Conoscendomi, potrete aspettarvi di tutto, da un demone dagli occhi a mandorla all’angioletto con tanto di aurea aureola. Grazie per i complimenti, sono un vero toccasana!!! Sbaciuzz

Black_Moody: Oh, mia adoratissima savusilakka… non osavo sperare in un tanto sospirato avvento, e invece eccoti qui, in tutto il tuo biondo e flautistico splendore! Amore mio! Luce dei mie occhi! Aria che respiro! E poi non continuo, perché Dieci aveva già rovinato abbastanza queste esalazioni di puro liquame… Attendo documentazione fotografica dal cinonipponico, e anche della tua exibition al Roxy bar, WOW!!! Mammina è fiera di te! (pat, pat, pat…). Con imperituro amore, tua Elfie

Vulcania: Rispondo immantinente!!! Punto 1: Ovvio che la camionata di mostriciattoli cino/nippo/italiani sia lo scopo finale di Luana… Punto 2: Un po’ e un po’… Punto 3 : No comment, top secret (mi sento molto international!! J) Se hai altre domante, non esitare, sono qui apposta!!

Aki_penn: Credimi, il fatto che abbia ubriacato Luana va tutto a suo favore… da sobria sarebbe morta di vergogna!! Eh, come sono buona!

MabyChan: Beh, ammettiamolo: i complimenti fanno sempre piacere, anzi, nel mio caso possiamo anche parlare di linfa vitale J, ma se fossi davvero brava verrei anche pagata per quello che faccio… invece sono in bolletta come un macaco scalzo. Che tristessa, soB! Comunque grazie, amo i tuoi cuoricini!

Chocolate fairy girl: Ero seriamente indecisa se far succedere quello che doveva succedere prima o dopo il palo… credo dopotutto di aver fatto la scelta più “clemente”. Tu che ne dici?!? Besitos!

Thia: Effettivamente, la fase penetratica non è ancora finita… manca il colpo di grazie finale e, per chi mi conosce e sa di certe begonie, può anche immaginare dove andrò a parare… sto diventando terribilmente trash! Per equilibrare, la prossima storia sarà piena di merletti e porcellane inglesi!!

__Miriel__: Manon che non ti voglio male!! Anzi, sono piena di pace e amore universale, per voi miei adorati recensori. Vivo dei vostri commenti, e dei vostri complimenti, lo ammetto… in parole povere, siete la mia grappa!!

Natalie_S: Poooovera Lu! Non è scema, è che la disegno così… no, scherzi a parte, la poveretta, oltre alal sfiga cosmica, ha anche preso una travata micidiale per Li, ricordatelo… e quando c’è l’amore, tutto è permesso!! Arigato!

Krisma: Provincia di Vicenza, acc!! Teo è partito verso sud…quando l’ho trovato aveva già preso la Salerno/Reggio Calabria, non ti dico quanti moccoli con le erre rotolose ci ha rifilato! Ha fatto dietrofront, comunque, quando arriva avvisami!! Un bacione dal bocciolo J

Zerby: Date della sadica a me, ma anche voi… sempre a ridere per le disgrazie di Lu! Ormai ho quasi finito con le cattiverie: tra un po’ comincia la risalita…

  
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