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Autore: vanessola    09/06/2008    1 recensioni
La mia prima fanfiction su Eragon...E se Arya, all'inizio di "Eragon", si fosse salvata da Durza? Cosa sarebbe successo?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice
Dopo tanto tempo, finalmente, posso ricominciare a postare su EFP tutte le fanfiction che ho lasciato in sospeso: purtroppo in questo periodo non ho potuto mandare avanti le mie storie a causa degli esami, ma ora è tempo di vacanza, quindi posso continuare a scrivere...^^
Ecco il nuovo capitolo di "Gioco di dèi", anche se corto...ringrazio coloro che hanno letto la fanfiction fino a questo punto (in particolar modo, ma senza togliere nulla agli altri, alla cara cara Materina, anche se non fa altro che sospirare xD).

Capitolo 10

Ritirata

Reveror si svegliò poco prima dell’alba, e, anche se la mente era ancora annebbiata dal sonno, si sentiva abbastanza in forze per eseguire un incantesimo di guarigione sulla spalla di Arya: quel giorno sarebbe stato critico, perché i due elfi avrebbero dovuto continuare il viaggio stando bene attenti a non essere seguiti, restando entrambi minuziosamente all'erta. Per questo era importante che Reveror guarisse Arya: quattro occhi attenti erano sempre stati migliori di due.
Mentre scopriva la spalla dell’elfa, Reveror si chiese cosa avrebbero dovuto fare con Nogaroth: la sua scomparsa non era decisamente un buon segno. Forse si stava nascondendo anche lui, aspettando un qualche segno alleato…La decisione più sensata sarebbe stata quella di andare a cercarlo, prima di uscire dalla Du Weldenvarden, ma la regina Islanzadi aveva dato loro istruzioni ben precise, nel caso che qualcuno di loro si fosse perso durante il viaggio fuori dalla foresta.
“Il portatore dell’uovo deve continuare il suo viaggio verso Carvahall, anche se gli altri due accompagnatori si danno per dispersi” aveva detto loro “se al termine della missione il portatore non riesce a ricongiungersi con gli altri ai confini della Du Weldenvarden, deve immediatamente ritornare ad Ellesmera, e solo allora verranno organizzate delle ricerche”.
Il portatore dell’uovo era Arya, quindi Reveror avrebbe dovuto continuare il viaggio insieme a lei, ma si sentiva un vigliacco a lasciare Nogaroth indietro…tuttavia, questo era il volere della Regina, e le sue decisioni non dovevano essere messe in discussione. Inoltre, se l’elfo era ancora vivo, li avrebbe aspettati ai confini della foresta, ad attendere il loro ritorno...
Reveror fu costretto ad interrompere quella valanga di pensieri, quando arrivò il momento di eseguire l’incantesimo: pronunciò a bassa voce una parola dell’antica lingua, e, mentre una luce dorata gli fuoriusciva dalle mani, la scottatura sulla spalla di Arya guarì lentamente. Appena l’elfa si sarebbe svegliata, i due sarebbero stati costretti a partire subito, nella speranza che lo Spettro avesse abbandonato la foresta o che fosse ancora troppo debole per dare loro la caccia.
Quante condizioni dovevano accadere, però, affinché quella missione avesse successo…non sarebbe dovuta andare così...
In quel momento, con un colpo di tosse, Arya si svegliò, e Reveror le fu immediatamente accanto: l’elfa gli sorrise appena, e con un piccolo sforzo riuscì a mettersi in piedi. Tutto sommato, sembrava in buona salute: lo Spettro non aveva avuto il tempo di recarle danni particolarmente gravi.
“Cosa è successo?” chiese Arya, con voce leggermente roca “l’uovo è al sicuro?”
Reveror annuì, e le passò con referenza l’oggetto della loro missione. L’elfa lo prese e ne esaminò il bordo con le dita affusolate: quando fu soddisfatta, disse: “Raccontami cosa è successo l’altra notte”.
Reveror le raccontò ogni singolo particolare, e, quando terminò, Arya scosse la testa, in un gesto in parte rassegnato, in parte rabbioso e spazientito.
“Non doveva succedere!” esclamò l’elfa, stringendo l’Uovo a sé “non doveva succedere niente di tutto questo! Come ha fatto quello Spettro a sapere che saremmo usciti dai nostri territori, e con l’Uovo, per giunta?”
Reveror scosse anche lui la testa, ma non rispose: era scioccato almeno quanto Arya. Quella missione sarebbe dovuta rimanere segreta, e la Regina e i Varden avevano preso ogni precauzione, come sempre…non a caso l'interlocutore dei Varden si era stabilito in un paesino vicino alla Du Weldenvarden, in modo da rendere il viaggio più breve…l’incontro sarebbe dovuto avvenire vicino alla Grande Dorsale, addirittura, un luogo in cui nessuno osava più avventurarvisi.
“Galbatorix…deve centrare per forza lui” disse Arya, pensierosa “ora come ora, dobbiamo consegnare l’Uovo il prima possibile. Di Nogaroth non si è saputo più nulla?”
Reveror scosse di nuovo la testa, con il morale più a terra che mai.
“Non vorrei che lo Spettro gli avesse fatto qualcosa…” sussurrò l’elfa, più a se stessa che al compagno.
“E come? Abbiamo perso di vista Nogaroth prima che io lo imprigionassi…”
“Ma lo Spettro non ci ha trovati subito. Avrebbe avuto tutto il tempo di imprigionare Nogaroth, o di ucciderlo, e di raggiungerci solo in seguito” spiegò Arya, turbata “l’unica soluzione è di arrivare a Carvahall e consegnare l’Uovo entro oggi, per poi seguire le tracce dello Spettro…”
“Ma la Regina…”
“La Regina non sa nulla della nostra situazione” lo interruppe seccamente l’elfa “non abbiamo il tempo di ritornare a Ellesmera: rischiamo di non ritrovare più le tracce dello Spettro. Molto probabilmente, ha portato Nogaroth con sé, e l’unica possibilità che abbiamo è di raggiungerlo prima che arrivi a Uru’baen. Non possiamo permettere che il re tenga prigioniero un elfo…”
“Potrebbe essere pericoloso…”
“Anche la nostra missione è pericolosa, ma è necessaria, e allo stesso modo è necessario ritrovare Nogaroth” spiegò pazientemente Arya “e ricorda: quando lo Spettro mi ha attaccato, sono riuscita a scoprire il nome della sua vita da umano…questo ci offre un enorme potere su di lui”.
“Carsaib…” si lasciò sfuggire Reveror, ricordando le parole che l’elfa aveva urlato prima di perdere i sensi.
“Sì” disse Arya, annuendo leggermente con il capo “ricordati questo nome: dovremo essere in grado di sfruttarlo, quando raggiungeremo Nogaroth”.
Reveror annuì a sua volta, e, anche se sentiva una strana sensazione di disagio nel disobbedire agli ordini della Regina, era sollevato dal fatto che Arya la pensasse come lui: ritrovare Nogaroth era necessario.
“Quando ripartiamo?” chiese.
“Il prima possibile” rispose l’elfa, alzandosi in piedi “adesso”.

Lo Spettro era furibondo: aveva cercato i due elfi e l’Uovo per tutta la notte, ma non era nemmeno riuscito a sentire la loro presenza. Questo lo stava mandando in collera, oltre che a disagio: non gli era mai capitato di perdere le tracce di una sua preda così facilmente, ma forse perché fino a quel momento si era occupato solo di esseri umani…gli elfi, sicuramente, conoscevano più trucchi di chiunque altro.
Ma al problema principale se n'era aggiunto un altro, al momento più urgente: l’unico Urgal che era riuscito a sopravvivere ora non si trovava più nella foresta, e così nemmeno il suo prigioniero, l’elfo che aveva sterminato il resto degli attaccanti. Lo Spettro era riuscito a localizzarli grazie alla magia: i due si stavano dirigendo a Uru’baen, dal re. L’Urgal sembrava molto impaziente di raggiungere la meta, dato che, per essere già uscito dalla Du Weldenvarden, non doveva mai essersi fermato, nemmeno per dormire o per mangiare. Lo Spettro sapeva perché: molto probabilmente, credendolo morto, l’Urgal voleva prendersi tutto il merito per la cattura dell’elfo. Sciocco. Sotto la sua sola supervisione, l’elfo sarebbe riuscito a scappare, prima o poi…E lo Spettro non poteva permettersi nulla del genere: il prigioniero sapeva sicuramente molte cose che al re sarebbero interessate parecchio…Per quanto riguardava l’Urgal, l’avrebbe eliminato appena l’avesse raggiunto: la giusta punizione per chi voleva prendersi un merito non guadagnato…
Questo, però, implicava l’abbandono degli altri elfi rimasti…ma, sicuramente, il destinatario dell’Uovo di drago abitava abbastanza vicino alla Du Weldenvarden…Non doveva essere difficile rintracciarlo, anche se sarebbe stato necessario raggiungere Uru’baen il prima possibile, in modo da consegnare il prigioniero e prendere i proprio meriti, per poi ritornare indietro…
“Per ora, elfi, ve la caverete…ma sarò di ritorno ancora prima che voi raggiungiate la vostra cara Ellesmera…”
Il corpo dello Spettro si mimetizzò nella foresta, e nulla, nemmeno un raggio di luce, avrebbe potuto rischiarare la sua figura nera e rigida.
  
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