Io
l’avevo detto, ricordi? L’avevo detto che saremmo morti insieme. Anche se, a quel tempo non pensavo che ci avrebbero uccisi, pensavo che ci
saremmo uccisi a vicenda, perché non potevamo farne a meno.
Ho
sempre pensato che saremmo morti vicini, magari guardandoci negli occhi; che
stupido sentimentalista che sono stato eh, Sasuke?
Eppure
guardaci, Madara ha sconfitto entrambi. Io, il forte Naruto Uzumaki, che sognava di
diventare Hokage e che faceva promesse più grandi di
lui, e tu, il vendicatore Sasuke Uchiha,
che voleva riscattare il proprio clan. Guardaci
Sas’kè. Che cosa
siamo? Nient’altro che due corpi stesi a
terra, prossimi ad esalare il nostro ultimo respiro.
Sento il
chakra di Sakura-chan
fluire dentro di me, ma lo, so che è inutile. Io morirò, come ogni Jinchuriki al quale è stato estratto il Biju.
Vorrei solo…vorrei solo essere vicino a te. A fatica apro gli
occhi, e incontro quelli verdi di Sakura; vicino a me c’è anche Gaara, è preoccupato, sono entrambi preoccupati per me.
“Sakura-chan, Gaara, per…” tossisco.
“Per
favore, portatemi da Sas’ke.”
Riesco mormorare. Vedo lo stupore sui
vostri volti, ma poi capite la mia decisione.
Se c’è
una persona accanto alla quale voglio morire, quella sei tu Sasuke.
L’unico, il solo.
Sento le
palpebre che si fanno pesanti e la coscienza che comincia a fare brutti
scherzi; lo so, lo so perfettamente quello che accadrà tra poco e per questo
prego che si sbrighino a portarmi da te.
Sento
che la nuvola di sabbia si è fermata e che quattro braccia mi sollevano e poi
mi stendono a terra; molto faticosamente apro di nuovo gli occhi e un debole
sorriso si fa largo fra le mie labbra.
Con
molta fatica allungo il braccio e finalmente riesco a prendere la tua mano. Tu
non dici niente, ma stringi la mia e sorridi leggermente, anche tu allo stremo
delle forze.
“Ho
sempre pensato, saputo, che saremmo finiti così, Usuratonkachi.”
Mormori.
“Che
scena patetica.” Sbotta Madara, poco lontano da noi,
ma non ce ne curiamo; non esiste più
nulla se non le nostre mani e i nostri sorrisi e la consapevolezza che
stiamo morendo, ma stiamo morendo vicini.
Vicini
come non lo siamo mai stati.
“Ehi,
teme, ci avresti mai pensato? Che saresti morto tenendomi per mano?” chiedo.
Tu
ridacchi, con non so quale forza.
“No dobe, la mano non l’avevo prevista. Ma…è
una bella variante.” Dici, mentre gli occhi ti si chiudono.
E,
mentre anche i miei di occhi si chiudono, sorrido a questa tua ultima
affermazione.
ANGOLO
AUTRICE
Eh bè…Kishimoto ancora non li ha ammazzati, ci penso io
ovviamente. Scusate, scusate veramente, ma considerando che non vedo il loro
futuro molto roseo, niente me so messa a scrivere sta mazzata qui.
So che
rischio il linciaggio, ma se mi volete lasciare un commentino io sarò felice!
Ovviamente un grazie immenso va alla mia socia e batatrice
hebi, che ha avuto il coraggio e la pazienza di betare tutto!!! sesshy