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Autore: Sibilla9    28/01/2014    6 recensioni
Finale alternativo a “Cambio d’Ali- La Cura”
Sono passati sette anni da quando Stefan ha salvato Elena per farsi perdonare dal fratello.
Damon non è diventato un vampiro e Elena sta bene.
Saranno ancora una coppia affiatata ?
Oh, io penso di sì !
Questa è una raccolta di varie OS venute fuori a caso =)
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Otherverse, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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D&E
Finale alternativo a “Cambio d’Ali- La Cura”

Sono passati sette anni da quando

Stefan ha salvato Elena per farsi perdonare dal fratello.
Damon non è diventato un vampiro e Elena sta bene.






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Era sera e venivo dal porto per alcuni traffici clandestini che avevo riscontrato e denunciato personalmente.
Arrivai a cavallo fino la stalla, ero infuriato con tutto il mondo tanto per cambiare, perché i gendarmi mi avevano trattenuto più del previsto al solo fine di assicurarsi il mio completo estraniamento ai fatti. Compravendita di schiavi di colore provenienti dall’Africa.
Patetico da parte loro: se avessi voluto commerciare davvero schiavi ne avrei denunciato la presenza assieme ad un mio carico ?
Ovviamente le mie argomentazioni surclassarono le loro futili e riprovevoli accuse.
Quelle erano persone e io avevo smesso di giocare a fare il padrone da un bel po'.

La mia tensione derivava anche dal fatto che, con mio immenso rammarico, avevo notato all’entrata della mia villa il calesse del nuovo prete di Mystic Falls.
Questa volta veniva a farci la ramanzina a tutti e due, neanche fossimo due ragazzini.
Davvero inutile e sciocco da parte sua.
Quell’uomo era solo un ostinato che voleva per forza avere ragione su questioni assolutamente estranee alla sua persona.
Assolutamente irritante quanto stolto.

Scesi da cavallo, togliendomi il cappello e aggiustandomi il soprabito scuro in tinta con il resto dell’abbigliamento, porgendo le briglie a Tyler che, con un sorriso, disse:
<< Signore la volevo informare che questo pomeriggio è nato il puledro. >>
Ancora in pensiero per la storia del prete, chiesi senza guardarlo in viso:
<< E chi l’ha fatto nascere ? >>
<< Alaric, Bonnie e – poco dopo aver deglutito - la signora Elena. >>
Il suo tono si era fatto un po’ timoroso riguardo la mia reazione.
Accennai un sorriso: ero contento che Elena avesse partecipato, a lei faceva piacere ed io ero fiero di qualunque cosa facesse.
Lei era sempre la stessa donna caparbia, amorevole e disposta a tutto per aiutare chiunque si trovasse in difficoltà.
Lei era la mia Elena.
Con stupore di Tyler, terminai:  << Bene, mi raccomando trattalo con dovuto riguardo.>>
<< Ce... Certamente signore. >>

Sulla porta vidi Alaric appoggiato allo stipite con le braccia conserte a guardare l' orizzonte:
<< Ho visto il prete. Buona fortuna, signore. >>
Mi voltai per imbruttirlo dal momento che avevo sentito un risolino provenire dalla sua figura.
Ma come si permetteva a chiamarmi ancora "signore" ?
Lo sapeva che mi dava fastidio e per questo lo inseriva ogni qualvolta ne aveva l' occasione.
<< Ric ? - mi fermai spalla contro spalla - Perchè non gli hai detto che non eravamo in casa ? >>
<< Mi sono solo fatto gli affari miei, Damon. - mi guardò e poi confessò - Ha parlato con Bonnie.>>
Lo osservai di sottecchi e poi proseguii per la mia strada, sbuffando.

Era il crepuscolo e l’aria era abbastanza mite per essere appena arrivata la primavera.
Procedevo in casa con ancora il frustino del cavallo in mano che stritolavo per il fatto che mi sentivo amareggiavo perché nessuno si fosse degnato di venirmi a salutare.
“Forse Elena era stata trattenuta” mi dissi mentalmente, mentre intanto mi imbronciavo come un bambino a cui avevano tolto il gioco migliore.
Ero stato abituato fin troppo bene.

ᴥᴥᴥ

<< Cosa volete, prete ? >>
Dissi senza osservarlo, mentre accorgendomi di non averlo dato a Tyler, poggiavo il frustino sul tavolo della biblioteca.
A questo punto, costretto ad udire le sue pagliacciate, necessitavo assolutamente di un bicchiere di buon bourbon.
Da buon padrone di casa lo offrii anche al mio sgradito ospite, sogghignando di sfuggita non appena lui lo rifiutò.

Mi sedei accavallando le gambe e gli feci sbadatamente segno di parlare.
Mentre lo sentivo ciarlare un pensiero mi sfiorò la mente: strano che, per entrare in casa mia, non si fosse munito di un crocifisso e una boccetta d'acqua benedetta.
Risi sgarbatamente coprendomi le labbra con un dito per il mio pensiero.

<< Non so se vi rendete conto o fate solo finta di non capire signor Salvatore, ma state irridendo tutte le nostre tradizioni e al buon senso di una comunità di persone civili. >>
Alzai gli occhi al cielo:
<< Vi ho già dato l’assegno per i poveri della vostra parrocchia. - lo osservai con cinismo - Ho consentito ad aprire un collegio barra scuola per i più bisognosi nella ex residenza Lokwood dove Elena insegna. Tutti o quasi i cittadini lavorano per me. >>
Lo guardai male, avvicinandomi a lui con il busto, poggiando il bicchiere sul bracciolo della poltrona: << Cosa desiderate che faccia di più, eh ? Che dia via i miei soldi e butti i miei stracci ai mendicanti per andare in giro a professare la parola del Signore ? Avete sbagliato persona. >>

Ovviamente, a scanso d'equivoci imbarazzanti, tutto il bene che avevo fatto agli altri, di cui non mi interessava niente, era stato opera di Elena.
In certi momenti poteva fare di me quello che voleva.
In alcuni casi … sempre in verità, inutile negarlo.
Ma diciamo che, in camera da letto quando ci si metteva d’impegno, era capace d' estorcermi di tutto con buona pace del mio self-control.

Il sacerdote si era alzato dalla poltrona e mi squadrava irritato, additandomi come fossi un demone:
<< Sa, il vostro sarcasmo non mi è gradito e il vostro modo di mettere in soggezione con me non attacca. Voi non mi fate paura signor Salvatore ! >>
Gli volevo dire: “E allora mi spiegate perché la vostra voce trema ? ” tuttavia optai per:
<< Felice per voi, ma non cercavo di mettervi in soggezione in alcun modo, dicevo semplicemente la verità. Se avessi voluto, credetemi sulla parola, ve ne sareste accorto. Quindi sputate il rospo. >>
Bevvi un sorso e poi appoggia il bicchiere sulla consolle su cui c'era un vaso pieno di fiori di campo e un sonaglio.

Ripresi intrecciando le dita sul pube:
<< Fate presto perché sono stanco e voglio che ve ne andiate al più presto perché desidero cenare con la mia famiglia.>>
I miei occhi raggelarono l’ecclesiastico per il semplice fatto che lui mi stava facendo perdere del tempo prezioso.

<< Incredibile ! Voi la definite una famiglia, voi avreste una famiglia ? >>
Il suo modo di gesticolare unito alla sua affermazione di raccapriccio, poco consona al mio stato di tolleranza, mi avevano fatto
adirare ancor di più .
Sapevo che era quello il problema.
Arricciando le labbra e alzando le sopracciglia lo esortai:<< Dunque ? >>
<< La vostra non è lontanamente una famiglia ! Non siete neppure sposato ! >>

Spazientito dissi: << Ancora con questa storia ? Sapete siete davvero ripetitivo e mi avete davvero seccato. >>
Vedendomi alterato deglutì per poi alzare il tono: << Date scandalo con il vostro modo di comportarvi. Non volete fare della vostra signora, una donna rispettabile ? >>

Mi alzai alterato.
Poteva dirmi quello che voleva ma non doveva toccare Elena.
Andai vicino a lui minacciosamente, senza per questo sfiorarlo o essere inopportuno:
<< Elena è una persona rispettabile. La sfido a trovare qualcuno che la conosce a dire il contrario, padre. >>

Mi guardò e trovò il coraggio per replicare:
<< Ma non per gli onesti cittadini di Mystic Falls. Questo è un comportamento che offende la morale, signore. Già solo il fatto di convivere senza essere sposati è riprovevole, ma poi generare anche una creatura fuori dal matrimonio è …>>
<< Scandaloso, si lo so. >> sospirai esausto, guardando il piano nero che faceva bella mostra di se.
Continuai spostandomi da lui : <<  Forse non avete ben compreso voi che so piuttosto bene che la mia famiglia è la pietra dello scandalo di Mystic Falls, ma sapete cosa vi dico: non ce ne importa un bel niente. Questa è casa e vita mia e di Elena, quindi facciamo quello che vogliamo.>>

<< Perché non vi sforzate per essere un uomo da bene ? >> scuoteva il capo in modo deluso.
<< Va bene, - ero al limite - ve lo ripeto per l’ennesima volta. Uno: perché non lo sono, due: non mi interessano quei bigotti che parlano male di noi. Tre:  non abbiamo bisogno di un pezzo di carta per far rispettare i nostri sentimenti. Quattro: vogliamo essere liberi. Cinque: fatemeli ascoltare personalmente quei pettegolezzi e poi vedremo chi oserà ancora giudicare senza arte ne parte. >>
Era scandalizzato: << Minacce. Ottimo modo per risolvere la situazione. Perché invece non fate in modo che non si possa parlare che bene di voi e della vostra famiglia ? >>
feci un afaccia schifata: << E abbassarmi al loro volere ? Mai. Poi anche se lo facessimo, e non lo vogliamo fare sia chiaro, troverebbero comunque un qualcos’altro a cui aggrapparsi per spettegolare. Non mi dite che non è così.>>
Guardai fuori dalla finestra mentre il tramonto si colorava di un arancio ancora più deciso.

<< Già ma la ragazza cosa ne dice ? Perché non proviamo a  domandarlo a lei. Mandatela a chiamare se siete sicuro di ciò che dite. Sempre se non interrompiamo il suo lavoro e lei poi non la debba punire per l'inadempienza.>>
Ci mancò poco che lo cacciassi via tanto mi sentii offeso dalle sue parole meschine e abiette, però per mettere fine a quegli incontri per estirpare il diavolo da casa mia, con una faccia scura che celava la mia ira, mandai a chiamare la mia Elena.
Ma con chi credeva di star a parlare ? Con satana ?
Io avevo chiesto ad Elena di sposarmi, lei aveva detto che stavamo bene così.
Ed era più che vero. Perché Mystic Falls si sentiva in diritto di mettere becco su qualcosa che non gli competeva ?
Dannata cittadina !

ᴥᴥᴥ

Sentimmo bussare e poi entrò lei.
Il suo viso era raggiante più che mai e vedendomi mi sorrise con amore, acconciandosi meglio i capelli legati tutti in alto con fermagli in madreperla.
Era di una bellezza unica e le gote arrossate la rendevano ancora più affascinante.
Così, senza pensiero, passai a guardare i suoi abiti e, sgranando gli occhi, feci una smorfia con la bocca per la spiacevole sorpresa.
Tossendo un poco pensai "Oh ma perchè proprio oggi ... "
Il parroco mi guardò male e io svagai.
 
Indossava degli abiti da lavoro vecchi e logori appartenenti forse a Bonnie.
Non capivo davvero il motivo ma poi ricordai la storia del puledro e sospirai quasi divertito, alzando le spalle.
Mi guardò e poi si rivolse al parroco :
<< Salve padre Kalvin, scusate la mia tenuta ma non ho avuto tempo di cambiarmi perché stavo aiutando nella stalla e la bambina… >>
Il prete mi perforò e io gli sorrisi causticamente con il mio completo nero e frustino poggiato di fianco a me.
Sembravo quasi nuovamente il padrone con la sua schiava.

<< Di nulla figliola, figuratevi. Vedo che il signor Salvatore vi tratta in modo riprovevole. – passò gli occhi su di me - Fa piacere sapere che non ci si sbaglia quando si comprende che non c’è possibilità di redenzione, anche se quello lo lascio al buon Dio.>>
Era rimasta interdetta e mi guardava male.
Io non avevo fatto niente e non lo avevo di certo chiamato io.

<< Posso farle una domanda, cara ragazza ? – lei fece sì con il capo – Come ogni donna il vostro desiderio è quello di sposarvi con il padre di vostra figlia, vero ? >>
<< Oh è di nuovo questo. >> si passò,
stranita, una mano sulla nuca.
Poi proseguì: << Mi siedo per risponderle perché sono un po’ stanca e non vorrei offendere nessuno. >>
Detto ciò si accomodò su di una sedia del tavolo.
<< Comprendo, essere obbligata a lavorare come insegnante, badare da sola ad una bambina di poco di più di un anno e dormire nei sotterranei, non deve essere uno scherzo. >>
Affermando questo il parroco mi guardò come ad oltrepassarmi, mentre io sbattevo le ciglia sbigottito.
Cosa ?
Pensava davvero che io tenessi Elena, la mia Elena beninteso, ancora in una cella con mia figlia ? Cose da pazzi.
Dovevo essere un mostro sputato dall' inferno !
Iniziai a ridere perché era assurdo quello che diceva.
Sentivo le mie risa, poi guardai Elena, lei non rideva… perciò ripresi il mio solito contegno.

Lei aveva degli occhi strani, ardevano in modo diabolico mentre si era spostata dallo schienale della seggiola per avvicinarsi al vicario di Cristo.
Oh, le era venuto qualcosa in mente. Sì, ci potevo giurare.
Stare con me non le faceva affatto bene, no, definitivamente.
Mi gustai la scena:

<< Eh sì, è proprio così. – Elena guardò a terra - I sotterranei sono bui e molto umidi e la bambina ha sempre molta fame e non ho una culla per cui la devo tenere sempre in braccio. Sapete, delle volte mi domando quando mi si permetterà di mangiare di nuovo un po’ di pane per avere la forza per tenerla e cullarla perché, il signore, - mi osservò indicandomi - non ama sentire i suoi pianti.>>
Io e il prete eravamo sbalorditi.

<< Veramente figlia mia ? Allora vi devo assolutamente portare via da qui.>>

Okay, le avevamo provate tutte per farci lasciare in pace, ma questa ancora no: dare credito ai pettegolezzi.
Sogghignai orgoglioso della mia donna.
Era proprio vero: le donne ne sapevano una in più del diavolo.
In questo caso io ero il diavolo.

Intervenni in modo deciso, rimanendo a quello che diceva lei : << No, Elena non va da nessuna parte senza il mio consenso e men che meno la bambina. >>
<< Ma voi siete un vero bruto, lasciate andare questa povera donna e quella creatura. Misericordia. >> Si fece il segno della croce.
<< Oh sì, - continuò Elena esagerando - e pensate che delle volte ho così tanto lavoro da dover lasciare la bimba da sola in cella che piange disperatamente. E poi ogni mattina devo portare la colazione a letto al signor Salvatore e alla sua nuova conquista con nostra figlia in braccio, immaginatevi. >>
<< Ora capisco, volete essere libero di vedere le vostre altre donne, che Dio le salvi, tenendo in catene questa povera anima innocente. Che il Signore abbia pietà di voi.  >>
Io guardai Elena sorpreso.
Non finiva mai di sorprendermi.
Il parroco era a dir poco scandalizzato.
Oh ed era divenuto bianco come un cencio.
Mi stavo divertendo come mai successo con un prete.

<< La picchia anche ? >>
<<  No ! – si era alzata inorridita -Nel modo più assoluto, no ! Mi dispiace per lei ma è tutto assolutamente falso. Non sono stata ancora informata sulle novità più recenti, ma le posso assicurare che anche quelle saranno del tutto infondate, credetemi, padre. >>
<< Signora, mi state prendendo in giro deliberatamente ? >>
Stavo per esplodere dalle risate.
<< Oh certo che vi sto prendendo in giro. Lo so bene che voi siete arrivato da poco e la nostra situazione – mi indicò - vi sconvolga ma …>>
<< Certo che mi sconvolge, mi hanno detto che lei è stata comprata come un animale e ridotta in fin di vita per ben due volte. Mi scusi se mi preoccupo.>>
<< E’ vero, lui mi ha comprata e salvata, non so se questo lo sa …..E’ una storia lunga e complessa, vi basti sapere che sono sette anni che ci conosciamo e ci amiamo io e Damon. Voi pensate ancora che lui mi tenga nelle segrete e magari mi cacci fuori solo per i suoi comodi. Ma vi rendete conto da solo delle sciocchezze a cui state dando adito ? Damon è un brav'uomo e un buon padre, si merita almeno il beneficio del dubbio, non vi pare ? Solo perchè non siamo sposati e abbiamo una figlia, ciò non ci etichetta quali esseri senza morale o rettitudine. >>
<< E l’abito ? >>
<< Ve l’ho detto: stavo nella stalla per aiutare a far nascere un puledrino. Di solito non indosso questi cenci. >>
<< Il lavoro ? >>
<< Mi è sempre piaciuto fare l' insegnante ed ora lo posso fare perchè è intestata a me la scuola. >>
Il prete era rimasto interdetto.

<< Ma allora se vi amate non capisco perché non vogliate sposarvi.>>
<< Perché stiamo bene così. A noi sta bene così. >> dicemmo prima lei e poi io.

<< E della bambina che mi dite ? La riconoscerete un giorno o l’altro, signor Salvatore ? Tremo per quella povera anima. >>
<< Certo che per mettere il naso in cose che non vi competono siete bravo ma per indagare fate proprio schifo, lasciatevelo dire, prete. La bambina ha il mio cognome ovviamente e sui documenti l’ho registrata giustamente come figlia mia e di Elena, come è giusto che sia. >>

ᴥᴥᴥ

Bussarono ed entrò Jenna con in braccio una piccola bambina di poco più di un anno, piangente e urlante, con il suo vestitino color prugna e un grazioso ciuffetto sulla testa.
Mi guardava angosciata e allora mi avvicinai a lei rapito, mente il resto della stanza perdeva significato.
Nella lista delle mie priorità c’era lei sopra a tutto e a tutti.
Osservando quei lacrimoni, mi porse le piccole braccia paffute parlottando un: << Papapapa>>.
Non appena la presi in braccio si acquetò portandosi il pollice alla bocca e accoccolandosi sulla mia spalla mentre con l’ altra manina, abbracciandomi, mi solleticava il collo.
Ora, in braccio a me, si stava rilassando…
C'era il suo papà.

<< Piccola canaglia. >> dissi accarezzandole la testolina castana nel frattempo che lei si voltava a guardarmi e a sorridermi con i suoi occhi blu e infuocati come la madre.
Sembrava quasi mi capisse e ammettesse le mie parole amorevoli.
Quella creatura era un miracolo.
Se non avesse avuto i miei occhi sarebbe stata uguale alla sua bellissima mamma.

Elena riprese parlando con il prete che mi osservava incantato, mentre io mi occupavo di mia figlia:
<< Se vuole rimanere a cena è il ben venuto. >>
Lui fece di sì mentre io guardai male Elena, sospirando oramai esasperato più di mia figlia.
La piccola iniziò a giocare con le mie labbra ed io ripresi il buon umore, sorridendole lateralmente, guardando le sue così somigliante alle mie.

Notai che il prete non riusciva a distogliere gli occhi da me e dalla bambina, così mi innervosii quasi come se i suoi sguardi potessero consumare la mia bambina.
<< Damon mi vado a cambiare e arrivo. >>
Elena mi diede un bacio, solo a stampo per non impressionare ulteriormente il sacerdote, anche se io lo avrei voluto davvero scioccare.
Incompetente, sempliciotto di un buono a nulla.
Elena accarezzò la testolina della bimba << Ciao, tesoro, la mamma arriva subito. >>


ᴥᴥᴥ

A fine cena.
<< Complimenti è una bambina bellissima e dolcissima. Ha la carnagione e il viso della mamma e gli occhi del padre. Come avete detto che si chiama ? >>
Ovvio che mia figlia fosse bellissima ! Era mia figlia !
O meglio dire: nostra.
Intanto la piccola impiastricciava gli avanzi della sua cena con le mani e parlottava tra se in braccio ad Elena.
<< Com’è avete cambiato idea ? >> lo punzecchiai, fermando il piatto della bimba che stava finendo per terra.
<< Beh... - sospirò -  il Signore agisce per vie misericordiose, quindi chi sono io per giudicare ? >>
<< Ben detto padre. >> strinsi la mano della mia signora che aveva appena parlato, passandomi mia figlia.
<< Lei, comunque, - la guardai mentre si portava le mani alla bocca - si chiama Delena Stephanie Elena Salvatore. >> dissi orgoglioso gonfiando il petto.

ᴥᴥᴥ

<< Si è addormentata ? >> disse Elena avvicinandosi al letto mentre si chiudeva la vestaglia appena indossata nel bagno di fianco alla stanza.
Le accennai un sì con il capo mentre rimanevo attonito davanti a quella meraviglia.
Ero sdraiato sulla calda trapunta, vicino alla piccola, intanto che le sfioravo una manina rimasta fuori dalla sia coperta chiara, regalo di Alaric e Jenna.
<< La sposto nella sua culla.>> affermò Elena, sfiorandomi una spalla.
Mi accigliai come se avesse detto una cosa senza senso e la osservai irritato: no, Delena rimaneva vicino a noi.
Lei ridendo continuò:<< Non capisco per quale motivo le hai comprato una culla se non mi permetti mai di usarla. >>
<< Tutti i bambini devono avere una culla e lei non è meno degli altri, se mai è migliore. >>
Andando nell’altro lato del letto, Elena si spogliò della vestaglia pesca, ridacchiando, rimanendo in sottoveste nera con del pizzo ricamato sulla scollatura e, dopo avermi guardato, prese la bambina e la mise al centro del letto, sotto le nostre coperte, mentre Delena muoveva le labbra e un poco gli occhietti insonnoliti.
Solo allora, guardando le donne della mia vita, decisi di alzarmi e togliermi la vestaglia e di mettermi a letto.
Sotto le lenzuola, adorando l'odore della piccola, abbracciai Elena, stringendo in mezzo a noi la nostra vita.
Elena spense la sua candela e anche io feci lo stesso.

Mentre prendevo sonno, osservando il lettino di mia figlia lontano dal nostro, mi venne alla mente l’episodio che aveva cambiato radicalmente la mia esistenza e quella della mia venerata consorte.

Dovevo tutto a mio fratello Stefan...

Era appena finito il ballo che aveva voluto dare lui ...

<< Quindi Elena è solo una tua schiava. Hai osato contattare Klaus e indi per cui me, per un’ insulsa schiava. – Rise – Tutto questo disturbo per una serva d’ infimo livello ? >>

Stefan riprese: << Damon Salvatore, il folle e impulsivo padrone disposto a tutto pur di salvare la sua schiava. >> e sorrise come se sapesse qualcosa che al resto del mondo rimaneva oscuro.
<< Qualcosa in contrario ? >> lui alzò le spalle incurante.
<< No. >>
<< Mi spieghi il perché di questa stupida festa ? Dov'era l'utilità ? >>
<< Mi piaceva rivivere il passato, Damon, come quando eravamo ragazzini… >> sembrava sincero mentre si metteva le mani in tasca e si guardava intorno vagamente spaesato.
<< Ah davvero ? Io voglio solo che tu guarisca Elena te ne vada da vicino a noi. Dimmi cosa diavolo vuoi in cambio e facciamola finita. >>
Il suo ghigno, mentre osservava il pavimento, mi metteva a disagio nel frattempo che portava i suoi occhi verdi a guardarmi a braccia conserte.
<< Sono pronto a tutto, Stefan. >> ci guardavamo e non eravamo mai stati più seri di così.

Mi squadrò per bene, si avvicinò con lenta precisione e mi sussurrò:
<< Lo immaginavo. >> cacciò il fiore dall’ occhiello e lo odorò guardandomi, intanto che ne staccava i petali, facendoli cadere a terra.
In quel momento entrò Elena, preoccupata per me.

Il volto di Stefan era teso ed arrabbiato, anche se voleva sembrare calmo: aveva la bocca contratta in una smorfia e aveva appena terminato i petali ad un passo da me, quando, senza attendere oltre, buttando lo stelo, con velocità imprevedibile, si morse un polso, raggiungendo alla stregua di un rapace Elena.

Sbarrai gli occhi e mi trattenni dal deglutire mentre lo vedevo stringerle il cranio, che sembrava essere fatto di terracotta ... No. Non poteva trasformarla davanti a me, no.

La sua mano sul volto di lei le impediva di respirare nonostante la resistenza che facesse con le mani e con il capo. I suoi bellissimi occhi nocciola tremavano in tanto che i miei si inondavano di dolore.
Mi avventai contro mio fratello urlando: << Lasciala ! Così la uccidi ! >>
Cercai di fargli spostare il braccio con tutta la forza che avevo in corpo, lo picchiai, lo insultai e lo colpii...
Lottai, fino a quando Stefan con un pugno ben assestato mi fece cadere a terra, sbattere la testa e perdere i sensi, mentre l’unica cosa che vedevo era la paura negli occhi della mia Elena. Pensai di morire per il dolore di vedermela trasformata in un essere che non avrebbe più avuto la sua innata umanità.

Amavo quella donna più di qualsiasi cosa al mondo.

Non appena i miei occhi scorsero la luce della candela, scorsi lei più viva di sempre e la felicità che provai fu eguagliata solo quando strinsi tra le braccia mia figlia, la mia primogenita.

Da quel giorno, avevo cercato di rintracciare Stefan per ringraziarlo sebbene avesse fatto in modo di scomparire, ma, ahimè, senza alcun significato tangibile.
Lui e Klaus avevano fatto in modo e maniera di far perdere le loro tracce.
Alaric mi disse che pensava che lo avesse fatto per farsi perdonare.
Beh … mi voltai a vedere Elena viva e vegeta e la mia piccola Delena.
Era superfluo dire che sì, gli avevo perdonato tutto il male che volente o nolente mi aveva causato.
Lui era mio fratello e lo avrei amato per sempre.

<< Damon ? - mi sentii chiamare -Tutto bene ? >> mi sfiorò i capelli in apprensione
<< Certo Elena: è tutto perfetto.>> la osservai per poi avvicinarmi a lei e baciarla.

Loro erano state la mia cura.














Spazio personale:



Questo è un piccolo pensiero per chi desiderava un finale diverso a quello tragico.
Grazie per aver letto, un bacio !
La vostra Sibilla 9



   
 
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