Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: StarFighter    28/01/2014    9 recensioni
Tutto sembra procedere per il meglio ad Arendelle: Elsa ed Anna cercano di recuperare il tempo perso, ed intanto la principessa cerca di chiarire il suo rapporto con il suo-più-che-amico, Kristoff. Ma, durante il suo primo viaggio fuori dal regno, Anna è vittima di un incidente. Questo potrebbe mettere in pericolo il fragile equilibrio creatosi dopo il Grande Inverno? R&R!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NDA: questo capitolo è dedicato ad Anna, alias Feisty Pants, la mia sorellina di efp che mi incoraggia e mi consiglia sempre! Un bacio enorme cara, spero ti piaccia ;)

Buona Lettura!

 

CAPITOLO 8: CORONA

 

Dopo le cinque del pomeriggio, proprio mentre il sole cominciava la sua discesa, il mare cominciò ad ingrossarsi e le onde a sbattere contro i fianchi della nave, sbattendola a destra e a manca, proprio come aveva annunciato il capitano.

-“Ma non è possibile! Fino a qualche minuto fa non c’era nessuna nuvola in cielo!”- Anna si manteneva a uno dei pali della nave, mentre con gli occhi impauriti guardava i grossi nuvoloni grigi, portatori di tempesta, approntarsi all’orizzonte.

-“Vostra Altezza, il clima in mare segue regole diverse che sulla terraferma! Comunque il ponte non è posto per lei in questo momento…scenda in coperta e si porti dietro il suo amico, prima che cada in mare!”- il capitano indicò con il capo un punto dietro di lei; Anna seguì la direzione che l’uomo le indicava e scorse Kristoff affacciato al parapetto dell’imbarcazione… si corresse: non affacciato, ma aggrappato!

Si avvicinò al ragazzo, mentre sulla sua testa, i marinai volteggiavano tra le sartie della nave, per mettere in salvo le vele dal vento che si stava alzando.

-“Kristoff”- gli disse poggiandogli una mano su una spalla-“il capitano dice di scendere in coperta, perché tra un po’ il ponte non sarà più agibile per noi due!”-

Kristoff si voltò verso di lei con la faccia pallida e tirata: “Moriremo, vero?”

-“Non dire sciocchezze…e poi tu sai nuotare, no?”- Anna cercò di tranquillizzarlo, ma le sue parole sembrarono sortire l’effetto contrario.

Il ragazzo scosse la testa: “Ti sembro il tipo che sa nuotare?”

-“Ehm…d’accordo, allora andiamo di sotto. Scommetto che ti sentirai meglio.”- Anna lo prese per mano e per quanto potesse permetterle la sua statura, gli mise un braccio sulle spalle.

Una volta sotto coperta lo portò davanti alla porta della sua cabina, ma Kristoff la fermò: “Non credo che stare steso in questo momento mi faccia bene. Che ne dici del salotto?”-

Anna annuì sovrappensiero e lo fece accomodare su uno dei divanetti. Il ragazzo era davvero ridotto ad uno straccio e la principessa se ne diede la colpa: “Scusa è colpa mia, non avrei dovuto costringerti ad accompagnarmi.”- disse mentre si torturava le mani.

-“Non dire idiozie, ho scelto io di venire. Tu non mi hai costretto affatto. È solo che sono abituato ad avere la terraferma sotto i piedi e trovarmi qui, in mezzo al mare, su una nave che dondola, mi manda lo stomaco sottosopra. Ma, sai che ti dico…mi sento già meglio!”- cercò di rassicurarla.

Anna gli si accomodò vicino e gli sorrise, prima di stampargli un bacio sulla guancia bianca, che a quel contatto si imporporò lievemente.

-“Allora…abbiamo tanto tempo da far passare, ti andrebbe di parlarmi un po’ di te?”- la principessa glielo chiese di sfuggita, guardando altrove, troppo imbarazzata da quella situazione.

-“Certo, ma non saprei da dove cominciare. Facciamo così, tu chiedi, io rispondo.”- Kristoff sapeva che sarebbe arrivato quel momento, in effetti era stato proprio lui ad insistere perché si conoscessero meglio: non gli piaceva parlare del suo passato, perché agli occhi degli altri era sempre apparso come il povero orfano per cui provare pietà, che aveva dovuto cavarsela da sé fin da piccolo e che era cresciuto con una renna; ma era sicuro che Anna non avrebbe avuto nulla da ridire.

-“Che ne dici di cominciare dall’inizio?”- lo incitò Anna.

Così Kristoff le raccontò tutto quello che ricordava: le parlò dei suoi genitori, che provenivano da un villaggio oltre le montagne del sud, di come erano morti sul valico che portava ad Arendelle, a causa di una valanga, e di come lui era stato miracolosamente salvato da una renna e dal suo cucciolo. Le raccontò della prima volta che aveva provato a raccogliere del ghiaccio; di come aveva trovato i troll e della sua vita tra di loro; della fatica che aveva fatto per essere accettato dagli altri tagliatori di ghiaccio e le rivelò che la prima volta che l’aveva vista, su alla Querciola vagabonda, aveva pensato che doveva essere proprio una svitata.

Anna lo ascoltò in silenzio, senza interromperlo, sapendo perfettamente come doveva sentirsi ad aprire la scatola dei suoi ricordi davanti ad una perfetta sconosciuta: solo in quel momento la principessa si rese conto che le parole che Kristoff le aveva rivolto qualche giorno prima, erano vere; non si conoscevano affatto, ma quella chiacchierata a prima vista di poco valore, li stava avvicinando sempre di più. Molte cose nella vita del ragazzo erano speculari alle sue esperienze.

Quando alla fine le disse quello che aveva pensato la prima volta che si erano visti, Anna scoppiò a ridere, per niente offesa da quella rivelazione: “Beh in effetti non dovevo essere un bello spettacolo, mezza congelata e pienamente stravolta da quello che era capitato a palazzo!”-

-“Già…”- Kristoff ridacchiò a quel ricordo.

Poi fu la volta di Anna: raccontò a Kristoff della sua infanzia apparentemente felice e degli anni di isolamento nel castello; dei suoi tentativi di far uscire Elsa dalla sua camera, delle sue chiacchierate con i dipinti nella sala dei quadri; di come, dopo la morte dei suoi genitori, s’era sentita più che mai sola al mondo, nonostante la sorella dormisse nella stanza accanto alla sua. E poi, con un po’ di vergogna, ammise l’ingenuità e l’avventatezza dei suoi sentimenti nei confronti del principe Hans.

Parlarono fino a notte fonda, mentre fuori la tempesta si placava: si addormentarono così, con il cuore più leggero, cullati dalle onde del mare.

 

Quando il mattino successivo il capitano scese in coperta per avvisarli dell’imminente arrivo a Corona, li trovò che dormivano alla grande, appoggiati l’uno all’altra.

Un sorriso gli sfuggì dalle labbra: se per lui e i suoi uomini era stata una notte movimentata, immaginava solo, cosa doveva aver significato per quei due stare in mezzo ad una tempesta per la prima volta.

Li lasciò dormire ancora un po’, chiudendo la porta del salottino dietro di sé. Una volta sul ponte ordinò a uno dei suoi uomini di svegliarli non appena Corona fosse stata avvistata.

E così fu. L’uomo incaricato scese in coperta e bussò più di una volta alla porta.

-“Sci!”- la voce assonnata della principessa gli giunse lieve.

-“Vostra Altezza, stiamo per giungere a destinazione.”-

-“Mmm,si,si…e precisamente dove?”-

-“A Corona, Vostra Altezza.”- il marinaio era divertito.

Ci fu un momento di silenzio, in cui l’uomo credette che la principessa fosse tornata a dormire, e poi un urletto strozzato: “Kristoff! Svegliati siamo arrivati…hai visto che ti dicevo, non siamo morti!”

L’uomo lasciò la coppietta al suo risveglio.

Il ragazzo intanto si svegliò al suono della vocetta squillante di Anna, chiedendosi cosa ci facesse lì, insieme a lui, al suo risveglio… si alzò a sedere di scatto: “Dove siamo?”- chiese preoccupato, guardandosi attorno.

-“Ma come? Siamo su una nave, che sta per attraccare al porto di Corona. Ti ricordi? Matrimonio, cugina, accompagnatore…ti dicono niente queste parole?”- Anna era già in piena attività.

Kristoff la guardò bene e scoppiò a ridere: “Dovresti vedere le condizioni dei tuoi capelli!”

Anna alzò un sopracciglio e si avvicinò a un piccolo specchio appeso alla parete: “Oh ma dai! Non è possibile! Non credo di essermi mossa molto questa notte.”- disse scocciata alla sua immagine riflessa nello specchio. Poi si voltò verso Kristoff che si stava stropicciando gli occhi: “E comunque la tua faccia non è da meno!”- e lo lasciò lì, mezzo addormentato e con un gran mal di testa, dirigendosi verso la sua cabina e chiudendosi la porta alle spalle.

Mezz’ora dopo, ne uscì con un nuovo abito e i capelli acconciati nelle solite trecce rosse. Non trovò Kristoff né nel salottino né nella sua cabina e così decise di salire sul ponte.

Una volta all’aria aperta, lasciò che i raggi caldi del Sole le accarezzassero il viso e respirò l’odore penetrante della salsedine. Si voltò alla ricerca del suo accompagnatore, ma qualcosa catturò la sua attenzione: decine di navi sfilavano lisce sull’acqua calma, con la prua rivolta verso il porto di quella che immaginò doveva essere Corona. La città si inerpicava tutt’attorno ai versanti di una collina verdeggiante al cui culmine svettava maestoso un castello immenso, certamente due volte più grande di quello di Arendelle.

-“Wow!”- esclamò inconsapevolmente.

-“Bella, vero?”- il capitano le si avvicinò, seguito da Kristoff- “Corona deve molto a re Thomas. È merito suo se oggi appare così ricca e splendente.”-

-“Ne sono certa. È davvero bellissima.”- Anna sorrise al capitano, davvero impressionata dalla bellezza del regno su cui governava la sorella della madre.

 

Qualche minuto dopo la nave approdò al molo e venne issata la passerella per far scendere i passeggeri. Anna si precipitò giù, sulla banchina, seguita da un silenzioso Kristoff: “Non è magnifico? Sono in un posto che non è Arendelle!”- la principessa saltellava dalla felicità.

-“Magnifico.”- sentenziò il ragazzo mettendo piede sulla terraferma.

-“Vostra Altezza.”- un uomo alla loro sinistra attirò la loro attenzione, avvicinandosi e inchinandosi brevemente ad Anna: “Sono il messo reale; re Thomas e la regina Primrose le danno il benvenuto a Corona. Se vuole seguirmi sarò lieto di mostrarle il regno e i suoi alloggi.”-

-“Oh, certo. Ma i bagagli…”-

-“Non si preoccupi, i garzoni li faranno recapitare nelle vostre stanze. La carrozza è da questa parte.”-

Anna prese Kristoff per mano, per puntualizzare all’uomo, che fino a quel momento aveva degnato solo lei, che erano arrivati insieme: “Possiamo andare!”-accordò. Il messo posò per un momento lo sguardo sulle loro mani intrecciate e poi con un sorriso di cortesia si voltò e fece loro strada.

-“Grazie.”- sussurrò Kristoff, rivolto ad Anna che era concentrata su quello che aveva attorno, con gli occhi spalancati e un sorriso sognante sulla bocca.

-“Dovere…”- la principessa gli strinse di più la mano, abbassando lo sguardo.

Il breve tragitto dal porto al palazzo, lasciò Anna ancora più entusiasta: era tutta un ‘wow!’ e ‘bellissimo’, oppure ‘guarda lì’, ‘non è favoloso?’…Kristoff la lasciò fare, rallegrandosi per il buon umore della principessa.

Anna si sporgeva dalla carrozza per guardare meglio le strade affollate di Corona: la gente si affrettava in ogni direzione, sprizzando gioia da tutti i pori, come un formicaio impazzito; le casette colorate del borgo le ricordavano molto Arendelle, facendole sentire meno la mancanza di casa; e nell’aria sentiva un odorino particolare, dolciastro, che era sicura di aver già sentito…

-“Lo senti quest’odore?”- Anna si rivolse a Kristoff, mentre continuava ad inspirare.

Il ragazzo la imitò: “Credo sia qualcosa di dolce. Perché?”-

-“Oh è delizioso.”- le brontolò lo stomaco, e si voltò imbarazzatissima verso Kristoff -“Scusa. È solo che avrei un po’ fame…”- si scusò portandosi nervosamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Si sporse di nuovo dal finestrino e gli occhi le si illuminarono: “Oh mio dio, guarda lì! Guarda, cos’hanno in mano? Dev’essere squisito!”- Anna indicò dei bambini che uscivano da una bottega con dei dolcetti scuri tra le mani.

-“Milady, quelli sono i dolcetti della principessa. Sono i suoi preferiti: al cioccolato e alla vaniglia. Possiamo fermarci a prenderne qualcuno se le va…volevo dire se vi va.”-  il suo entusiasmo era stato così forte che il paggio l’aveva sentita.

-“Davvero? Kristoff ti va?”- disse eccitatissima.

-“Ma certo!”- disse alzando le spalle; in quel momento ai suoi occhi Anna sembrava davvero una bambina golosa, incapace di resistere al richiamo di una leccornia.

Il messo fermò la carrozza tra le strade affollate, scese dalla cassetta e si diresse nella bottega da cui erano usciti i bambini con i dolcetti. Qualche istante dopo ne uscì con un piccolo sacchettino che depositò tra le mani impazienti di Anna.

La principessa ne scrutò il contenuto e inspirò profondamente: “Oh adesso sono davvero felice!”- prese un dolcetto e lo porse a Kristoff, poi ne tirò fuori uno per sé e cominciò a mangiare –“Questo batte anche i cioccolatini di Elsa!”- il ragazzo la guardò senza capire.

L’arrivo a palazzo, avvenne qualche minuto dopo; la carrozza passò tra una piccola folla di inservienti, che trasportavano da un posto all’altro decine di cose: sedie, tavoli, vasi con fiori, piatti e quant’altro.

-“Oh ma ci pensi!? Un matrimonio…immagina come sarà il nostro!”- Anna era davvero su di giri e aveva cominciato a fantasticare a bocca aperta; guardò Kristoff che stava per ribattere qualcosa, ma lo anticipò: “Già, già, scusa…non volevo, mi sono fatta prendere dall’emozione.”

-“Anna non devi scusarti, vorrei solo che non ti creassi troppe aspettative; non vorrei che poi venissero deluse.”-

Anna scese dalla carrozza, aiutata dal lacchè, scontenta di quella situazione: “Vorrei che per un momento tu pensassi al futuro, senza avere mille paranoie che ti bloccano!”- sussurrò a denti stretti tra sé.

-“Milady, il re e la regina, la stanno aspettando. Se vuole seguirmi.”- il messo reale li condusse in un grande androne con un’immensa scalinata e poi lungo corridoi pieni di ritratti ed enormi finestre incorniciate da tende dorate.

Kristoff guardò Anna camminare a paso di marcia, pestando quasi i piedi in terra: “Sei furiosa! Cosa c’è che non va?”-

La principessa fece un verso: “E me lo chiedi?”-

Il ragazzo le restituì uno sguardo interrogativo, come per dire ‘e io cosa ho fatto adesso? ’.

-“Davvero!?”- Anna cominciava a spazientirsi.

-“Cosa?”- Kristoff non sapeva davvero cosa dire.

-“Davvero non sai perché sono così…”- gesticolò, indicandosi la faccia –“furiosa?”-

Il ragazzo scosse il capo, alzando le spalle: “No! Dovrei?”

Anna sospirò pesantemente: “Certo. Continui a tarpare le ali dei mie sogni!”

-“Ma…ma io dico solo che non devi correre troppo!”- cercò di  scusarsi il tagliatore di ghiaccio.

-“Ecco, lo stai facendo di nuovo. So che sei uno tutto d’un pezzo, uno saldamente ancorato al presente, vivi alla giornata e questo spiega molte cose di te…ma potresti, almeno per una volta, lasciarmi parlare, sognare, senza interrompermi?”- Anna si fermò per un momento, guardandolo con lo sguardo più serio che Kristoff avesse mai visto nei suoi occhi.

-“Non ha senso tutto questo! Perché pensare al futuro, quando il presente ti basta e avanza?”- lo stava davvero portando all’esasperazione.

-“E questo cosa dovrebbe significare? Che devo accontentarmi di questo…”- fece un gesto ad indicare loro due.

-“Perché, non ti basta? È fin troppo per una rimasta chiusa in un castello per anni, secondo il mio punto di vista!”-

-“Beh, ti stai sopravvalutando…”- Anna lo fissò con uno sguardo omicida.

Intanto il messo reale si era fermato a qualche passo di distanza, a fissarli, mentre aspettava che lo seguissero di nuovo.

Kristoff non rispose e rivolse l’attenzione sull’uomo che li stava guardando, che si schiarì la voce, cercando di non interromperli.

Anna riprese a camminare e Kristoff la seguì pochi istanti dopo, riflettendo su quello che la principessa gli aveva appena detto. Il messo reale sospirò: ultimamente aveva a che fare con troppe giovani coppiette scoppiettanti; la principessa e il suo ‘principe dei ladri’, gli avevano fatto passare i peggiori momenti della sua carriera a palazzo.

-“Siamo arrivati. Il re e la regina saranno subito qui.”- il messo li condusse nella sala delle udienze e inchinandosi alla principessa, si richiuse la porta alle spalle tirando un sospiro di sollievo, lasciandoli soli.

 

Anna rimase in silenzio, senza aggiungere altro, allontanandosi di qualche passo da lui, stringendosi le braccia al petto.

Kristoff la guardò allontanarsi, rimanendo muto, sentendo che il filo che li univa cominciava a sfilacciarsi inesorabilmente: forse aveva sbagliato…

 Il silenzio e l’aria irrequieta che li dividevano, erano quasi tangibili.

-“Com’è possibile che nel giro di qualche ora siamo arrivati a questo?”- Anna infranse quel freddo muro che li separava, dando voce ai pensieri di entrambi. Si voltò a guardarlo, cercando nei suoi occhi una risposta decente, che spiegasse per quale motivo in pochi minuti si erano ritrovati così distanti.

-“Non lo so…”-le rispose Kristoff, davvero dispiaciuto per quella situazione.

Anna si guardava attorno, senza incrociare il suo sguardo, con gli occhi lucidi: non aveva già sofferto abbastanza nella sua breve vita? Non aveva versato sufficienti lacrime, inseguendo il fantasma di Elsa? Perché doveva continuare a chiedere e supplicare per un pizzico di felicità? Cos’era che bloccava Kristoff, che lo legava tenacemente alla realtà e al presente?! Per dio, aveva sognato ad occhi aperti fino a quel momento, non avrebbe certo smesso perché a lui non andava giù!

-“Anna…”- Kristoff le si avvicinò, allungando una mano per sfiorarla, per cercare quel contatto che era svanito in pochi minuti.

-“S-sto bene!”- lei si scostò, stringendosi ancora di più su se stessa.

Il ragazzo sospirò rassegnato, pentendosi già di quello che stava per dire: “Anna, io non so nemmeno cos’è un sogno. Non credo di averne mai avuti…la mia vita è stata sempre un cercare di tirare avanti fatto di speranze. Speranze che a volte sono state duramente deluse e così ho cominciato a fare a meno di sperare, desiderare, illudermi, fantasticare su ‘come sarebbe stata la mia vita se’…!”-

Anna si voltò a guardarlo, colpita dal tono della sua voce: grave e serio.

-“Tutto questo”- fece un gesto per indicare loro due e tutto quello che stava attorno- “…è più di quanto avessi mai potuto sperare. Devi lasciarmi un po’ di tempo per abituarmici.”- le sorrise mestamente.

Un pesante sospiro abbandonò le labbra della principessa, che aveva abbassato il capo colpevole: “Hai ragione tu…come sempre d’altronde! Io sono sempre quella che sbaglia, la maldestra romantica che si ostina a correre…quella che prima o poi andrà a sbattere.”

Non lo sentì avvicinarsi, assordata dai suoi mille perché e per come, accecata dalle lacrime represse che si ostinavano a voler cadere. La strinse in uno di quegli abbracci che difficilmente si dimenticano, uno di quelli che senza parole significano tutto, quelli che ti riscaldano l’anima, che ti fanno sentire vivo ed amato.

-“Non cambierei niente di te…sei perfetta nella tua imperfezione, nella tua sbadataggine. Sei la mia personale valanga che mi travolge ogni giorno…”- la voce gli si smorzò in gola: forse aveva detto qualcosa di troppo sdolcinato e così lontano dal suo essere. Forse avrebbe fatto meglio a tenere la bocca chiusa.

Il cuore di Anna, che aveva battuto a singhiozzo fino a qualche istante prima, ora correva e saltava e faceva capriole dalla gioia.

-“Scusa non volev-…”- Kristoff non fece in tempo a scusarsi che si ritrovò la bocca tappata dalle labbra della principessa. Anna non aveva resistito: adorava il rossore che gli si formava sulle guance quando erano vicini e lo sguardo colpevole che faceva anche se non aveva fatto nulla di male; amava quelle labbra e aveva amato ogni parola che era uscita da esse. Il ragazzo rispose a quel contatto, attirandola più vicino.

Quel momento di statica estasi venne interrotto da un lieve tossire, proveniente dalle loro spalle.

Si allontanarono l’uno dall’altra, con le guance rosse per l’imbarazzo, prestando attenzione a chi li aveva fermati: un uomo non più giovane, ma nemmeno vecchio, con gli occhi chiari e luminosi e un sorriso bonario stampato sul volto, teneva per braccio una donna bellissima, con i capelli scuri raccolti in una crocchia elegante.

Re Thomas e la regina Primrose, sorridevano davanti al loro imbarazzo, venendo verso di loro.

Anna si portò una ciocca di capelli, sfuggita alle trecce, dietro l’orecchio e si lisciò la gonna dalle inesistenti stropicciature. Kristoff la osservò divertito e poi si voltò a guardare i due sovrani, ormai giunti dinanzi a loro.

I due ragazzi si inchinarono in silenzio: “Vostre Maestà.”- proferì in tono regale Anna.

La regina si staccò dal braccio del marito e come se fosse la cosa più normale del mondo, strinse la principessa in un abbraccio, lasciando Anna impreparata.

Quando si staccò da lei, le prese il viso tra le mani, con gli occhi lucidi: “Assomigli così tanto a tua madre.”- sospirò con voce flebile e dolce. Poi si schiarì la gola e con un sorriso disse -“È una gioia avervi qui. Rapunzel non vede l’ora di conoscervi! Le ho molto parlato di te e di Elsa, di mia sorella e del re di Arendelle.”

-“Ecco, a proposito di questo…Elsa non è potuta venire, per…beh impegni regali e quindi io, cioè noi”- indicò con il pollice lei e Kristoff, che era rimasto fermo immobile e muto fino a quel momento.

-“Non ti preoccupare, Elsa mi ha mandato una lettera, scusandosi per la sua assenza e anticipandomi la notizia della vostra venuta. So che questo giovanotto è il tuo accompagnatore, puoi stare tranquilla.”-

-“Oh, beh in questo caso…lui è Kristoff, il mastro consegnatore del ghiaccio di Arendelle.”- disse di corsa Anna, ripetendo quella presentazione per l’ennesima volta in poche ore.

La regina lo fissò per alcuni secondi sorridendo: “Molto lieta.”

Kristoff rispose al sorriso benevolo, abbassando il capo in segno di rispetto: “ È un onore, vostra maestà.”- disse impacciato.

-“Forse sarebbe il caso di lasciarli andare, cara. Saranno stanchi per il lungo viaggio.”- il re guardò i ragazzi e si rivolse con tono divertito alla regina.

-“Oh, ma certo. Perdonatemi. Il re ha ragione, sarete di certo stanchi per il viaggio e non vogliamo certo che arriviate assonnati alla festa…ci sarà da divertirsi fino all’alba.”- la regina pizzicò la guancia di Anna.

-“Dei servitori vi accompagneranno alle vostre stanze.”- disse il re indicando dei paggi che avevano appena varcato la soglia della sala delle udienze e si stavano proferendo in profondi inchini.

-“Grazie mille. Beh, ci vediamo più tardi allora.”- Anna sorrise riconoscente.

-“A più tardi.”- trillò la regina, mentre tornava da dove era venuta.

 

Due paggi li accompagnarono attraverso altri immensi corridoi e due enormi rampe di scale. I due ragazzi rimasero in silenzio per tutto il tragitto, scambiandosi solo rapide occhiate. All’incrocio tra due corridoi però, l’attenzione di Anna venne catturata da una risatina lieve, che proveniva dall’angolo che avevano appena superato. Trattenne Kristoff per una manica e gli fece segno di fare silenzio, lasciando che i due paggi continuassero a camminare senza rendersi conto che loro non li stavano seguendo più.

 Anna si affacciò curiosa all’angolo: una ragazza, forse della sua età, con i capelli corti e scuri, giocherellava con qualcosa di luccicante davanti agli occhi del ragazzo che aveva difronte, che sorrideva in adorazione.

La principessa li guardò per interi minuti, contemplando l’amore che sprizzavano da tutti i pori: li osservò studiarsi seri per un secondo e poi baciarsi teneramente, stretti l’una nelle braccia dell’altro, come se il mondo attorno a loro fosse scomparso.

-“Che carini…”- sospirò la principessa.

-“Si può sapere cosa stai guardano?”- si lamentò Kristoff che intanto era rimasto dietro l’angolo.

-“Shhhhh!”-Anna lo rimbottò, puntandogli un dito sulle labbra.

-“Chi c’è, là?”- una voce dura li raggiunse- “Vieni fuori!”

-“Forse ho alzato un po’ la voce.”- disse sbiancando Anna e uscendo allo scoperto, trascinando per mano Kristoff.

-“Ehm…perdonateci, non era nostra intenzione interrompervi.”-

-“Chi siete voi?”- chiese il ragazzo alzando un sopracciglio, divertito dall’espressione imbarazzata di Kristoff.

-“Oh, si. Noi siamo Anna e Kristoff.”- rispose prontamente la principessa, lasciando stare per un momento titoli e onorificenze.

-“Anna?”- chiese la ragazza coi capelli corti, sgranando gli occhioni verdi alla volta della principessa.

-“Mm, mm.”-

-“La principessa di Arendelle?”- Anna annuì.

La ragazza la prese alla sprovvista e proprio come aveva fatto la regina le si buttò al collo, trattenendo un gridolino di felicità.

-“Che bello conoscerti! Io sono Rapunzel, tua cugina…oh non è meraviglioso essere riuniti qui tutti insieme!?”- chiese rivolgendosi al ragazzo affianco a lei.

-“Già, meraviglioso.”- dissero insieme Anna e il ragazzo.

-“Oh, lui è Flynn…ehm volevo dire Eugene. Scusate, la forza dell’abitudine!”- sorrise nervosamente.

-“Incantato.”- Eugene si proferì in un baciamano ad Anna, attirandosi lo sguardo infastidito di Kristoff.

-“E immagino che tu non sia sua sorella Elsa.”- rise divertita Rapunzel, guardando il tagliatore di ghiaccio.

-“Ehm no, noi veramente…siamo, cioè io sono…”- il ragazzo non sapeva cosa dire: cos’erano realmente lui e Anna?

-“Lui è il mio accompagnatore, nonché mio fidanzato.”- lo aiutò Anna.

Kristoff la guardò a bocca aperta per un secondo, con il cuore che aveva perso un battito a quell’ultima parola. Poi si voltò verso i due difronte, annuendo sovrappensiero.

-“Oh ma che carini!- trillò Rapunzel.

-“Blondie, credo sia ora di andare. A meno che tu non voglia tardare anche al nostro matrimonio!”-

-“Oh si. Si anche noi dobbiamo andare, altrimenti arriveremo in ritardo.”- Anna prese Kristoff sottobraccio e li salutò con la mano libera-“ A più tardi.”

I due ragazzi si allontanarono e voltarono l’angolo, lasciando i due futuri sposi alle loro faccende.

Anna si voltò un'ultima volta a spiarli. Eugene si stava allontanando da Rapuzel, nella direzione opposta alla loro, con un sorriso malizioso dipinto sulle labbra: “Ricordati biondina che sarò in fondo alla navata ad aspettarti…non farmi attendere!”- poi si voltò e se ne andò, lasciando la principessa, sola nel bel mezzo del corridoio.

Anna vide le spalle di Rapunzel alzarsi ed abbassarsi, nell’atto di un sospiro adorante. Poi tornò a camminare al fianco di Kristoff, alla disperata ricerca dei due paggi che avevano abbandonato qualche minuto prima.

-“E dimmi, da quand’è che noi due saremmo fidanzati?”- le chiese il ragazzo rivolgendole uno sguardo divertito.

-“Da questo preciso momento!”- Anna si alzò sulle punte per posargli un bacio a fior di labbra e poi ridendo cominciò a correre lungo il corridoio, trascinandoselo dietro, con il cuore pronto ad esploderle per la troppa felicità.

 

 

 

 

AngoloAutrice: dopo settimane di silenzio stampa torno ad aggiornare! Siiiii non posso credere di averlo fatto! Allora non commenterò il capitolo, ma aspetterò che lo facciate voi, mie care ragazze ;) potete dirmi qualsiasi cosa volete…accetterò anche maledizioni e apostrofi di qualsivoglia natura.  

Ho una piccola richiesta per voi: siccome so per certo che tra tutte voi, cioè tra tutti quelli che leggono, seguono e preferiscono la storia, ci sono recensori master e veterani, sarebbe troppo chiedervi di lasciare un commentino? Mi fareste la persona più felice del mondo ed inoltre ne sarei onoratissima ;) e poi mi invogliereste a scrivere più velocemente! Okay, quindi vi ringrazio per l’attenzione e ci si legge al prossimo capitolo!

   
 
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