NDA:
questo capitolo è dedicato ad Anna, alias Feisty Pants,
la mia sorellina di efp che mi incoraggia e mi consiglia sempre! Un
bacio enorme
cara, spero ti piaccia ;)
Buona Lettura!
CAPITOLO
8: CORONA
Dopo
le cinque del pomeriggio, proprio mentre il sole
cominciava la sua discesa, il mare cominciò ad ingrossarsi e
le onde a sbattere
contro i fianchi della nave, sbattendola a destra e a manca, proprio
come aveva
annunciato il capitano.
-“Ma
non è possibile! Fino a qualche minuto fa non
c’era
nessuna nuvola in cielo!”- Anna si manteneva a uno dei pali
della nave, mentre
con gli occhi impauriti guardava i grossi nuvoloni grigi, portatori di
tempesta, approntarsi all’orizzonte.
-“Vostra
Altezza, il clima in mare segue regole diverse che
sulla terraferma! Comunque il ponte non è posto per lei in
questo momento…scenda
in coperta e si porti dietro il suo amico, prima che cada in
mare!”- il
capitano indicò con il capo un punto dietro di lei; Anna
seguì la direzione che
l’uomo le indicava e scorse Kristoff affacciato al parapetto
dell’imbarcazione…
si corresse: non affacciato, ma aggrappato!
Si
avvicinò al ragazzo, mentre sulla sua testa, i marinai
volteggiavano tra le sartie della nave, per mettere in salvo le vele
dal vento
che si stava alzando.
-“Kristoff”-
gli disse poggiandogli una mano su una
spalla-“il capitano dice di scendere in coperta,
perché tra un po’ il ponte non
sarà più agibile per noi due!”-
Kristoff
si voltò verso di lei con la faccia pallida e
tirata: “Moriremo, vero?”
-“Non
dire sciocchezze…e poi tu sai nuotare, no?”- Anna
cercò di tranquillizzarlo, ma le sue parole sembrarono
sortire l’effetto
contrario.
Il
ragazzo scosse la testa: “Ti sembro il tipo che sa
nuotare?”
-“Ehm…d’accordo,
allora andiamo di sotto. Scommetto che ti
sentirai meglio.”- Anna lo prese per mano e per quanto
potesse permetterle la
sua statura, gli mise un braccio sulle spalle.
Una
volta sotto coperta lo portò davanti alla porta della
sua cabina, ma Kristoff la fermò: “Non credo che
stare steso in questo momento
mi faccia bene. Che ne dici del salotto?”-
Anna
annuì sovrappensiero e lo fece accomodare su uno dei
divanetti. Il ragazzo era davvero ridotto ad uno straccio e la
principessa se
ne diede la colpa: “Scusa è colpa mia, non avrei
dovuto costringerti ad
accompagnarmi.”- disse mentre si torturava le mani.
-“Non
dire idiozie, ho scelto io di venire. Tu non mi hai
costretto affatto. È solo che sono abituato ad avere la
terraferma sotto i
piedi e trovarmi qui, in mezzo al mare, su una nave che dondola, mi
manda lo
stomaco sottosopra. Ma, sai che ti dico…mi sento
già meglio!”- cercò di
rassicurarla.
Anna
gli si accomodò vicino e gli sorrise, prima di
stampargli un bacio sulla guancia bianca, che a quel contatto si
imporporò
lievemente.
-“Allora…abbiamo
tanto tempo da far passare, ti andrebbe di
parlarmi un po’ di te?”- la principessa glielo
chiese di sfuggita, guardando
altrove, troppo imbarazzata da quella situazione.
-“Certo,
ma non saprei da dove cominciare. Facciamo così, tu
chiedi, io rispondo.”- Kristoff sapeva che sarebbe arrivato
quel momento, in
effetti era stato proprio lui ad insistere perché si
conoscessero meglio: non
gli piaceva parlare del suo passato, perché agli occhi degli
altri era sempre
apparso come il povero orfano per cui provare pietà, che
aveva dovuto cavarsela
da sé fin da piccolo e che era cresciuto con una renna; ma
era sicuro che Anna
non avrebbe avuto nulla da ridire.
-“Che
ne dici di cominciare dall’inizio?”- lo
incitò Anna.
Così
Kristoff le raccontò tutto quello che ricordava: le
parlò dei suoi genitori, che provenivano da un villaggio
oltre le montagne del
sud, di come erano morti sul valico che portava ad Arendelle, a causa
di una
valanga, e di come lui era stato miracolosamente salvato da una renna e
dal suo
cucciolo. Le raccontò della prima volta che aveva provato a
raccogliere del
ghiaccio; di come aveva trovato i troll e della sua vita tra di loro;
della
fatica che aveva fatto per essere accettato dagli altri tagliatori di
ghiaccio
e le rivelò che la prima volta che l’aveva vista,
su alla Querciola vagabonda,
aveva pensato che doveva essere proprio una svitata.
Anna
lo ascoltò in silenzio, senza interromperlo, sapendo
perfettamente come doveva sentirsi ad aprire la scatola dei suoi
ricordi
davanti ad una perfetta sconosciuta: solo in quel momento la
principessa si
rese conto che le parole che Kristoff le aveva rivolto qualche giorno
prima,
erano vere; non si conoscevano affatto, ma quella chiacchierata a prima
vista
di poco valore, li stava avvicinando sempre di più. Molte
cose nella vita del
ragazzo erano speculari alle sue esperienze.
Quando
alla fine le disse quello che aveva pensato la prima
volta che si erano visti, Anna scoppiò a ridere, per niente
offesa da quella
rivelazione: “Beh in effetti non dovevo essere un bello
spettacolo, mezza
congelata e pienamente stravolta da quello che era capitato a
palazzo!”-
-“Già…”-
Kristoff ridacchiò a quel ricordo.
Poi
fu la volta di Anna: raccontò a Kristoff della sua
infanzia apparentemente felice e degli anni di isolamento nel castello;
dei
suoi tentativi di far uscire Elsa dalla sua camera, delle sue
chiacchierate con
i dipinti nella sala dei quadri; di come, dopo la morte dei suoi
genitori,
s’era sentita più che mai sola al mondo,
nonostante la sorella dormisse nella
stanza accanto alla sua. E poi, con un po’ di vergogna,
ammise l’ingenuità e
l’avventatezza dei suoi sentimenti nei confronti del principe
Hans.
Parlarono
fino a notte fonda,
mentre fuori la tempesta si placava: si addormentarono così,
con il cuore più
leggero, cullati dalle onde del mare.
Quando
il mattino successivo il capitano scese in coperta
per avvisarli dell’imminente arrivo a Corona, li
trovò che dormivano alla
grande, appoggiati l’uno all’altra.
Un
sorriso gli sfuggì dalle labbra: se per lui e i suoi
uomini era stata una notte movimentata, immaginava solo, cosa doveva
aver
significato per quei due stare in mezzo ad una tempesta per la prima
volta.
Li
lasciò dormire ancora un po’, chiudendo la porta
del
salottino dietro di sé. Una volta sul ponte
ordinò a uno dei suoi uomini di
svegliarli non appena Corona fosse stata avvistata.
E
così fu. L’uomo incaricato scese in coperta e
bussò più di
una volta alla porta.
-“Sci!”-
la voce assonnata della principessa gli giunse
lieve.
-“Vostra
Altezza, stiamo per giungere a destinazione.”-
-“Mmm,si,si…e
precisamente dove?”-
-“A
Corona, Vostra Altezza.”- il marinaio era divertito.
Ci
fu un momento di silenzio, in cui l’uomo credette che la
principessa fosse tornata a dormire, e poi un urletto strozzato:
“Kristoff!
Svegliati siamo arrivati…hai visto che ti dicevo, non siamo
morti!”
L’uomo
lasciò la coppietta al suo risveglio.
Il
ragazzo intanto si svegliò al suono della vocetta
squillante di Anna, chiedendosi cosa ci facesse lì, insieme
a lui, al suo
risveglio… si alzò a sedere di scatto:
“Dove siamo?”- chiese preoccupato,
guardandosi attorno.
-“Ma
come? Siamo su una nave, che sta per attraccare al
porto di Corona. Ti ricordi? Matrimonio, cugina,
accompagnatore…ti dicono
niente queste parole?”- Anna era già in piena
attività.
Kristoff
la guardò bene e scoppiò a ridere:
“Dovresti vedere
le condizioni dei tuoi capelli!”
Anna
alzò un sopracciglio e si avvicinò a un piccolo
specchio appeso alla parete: “Oh ma dai! Non è
possibile! Non credo di essermi
mossa molto questa notte.”- disse scocciata alla sua immagine
riflessa nello
specchio. Poi si voltò verso Kristoff che si stava
stropicciando gli occhi: “E
comunque la tua faccia non è da meno!”- e lo
lasciò lì, mezzo addormentato e
con un gran mal di testa, dirigendosi verso la sua cabina e chiudendosi
la
porta alle spalle.
Mezz’ora
dopo, ne uscì con un nuovo abito e i capelli
acconciati nelle solite trecce rosse. Non trovò Kristoff
né nel salottino né
nella sua cabina e così decise di salire sul ponte.
Una
volta all’aria aperta, lasciò che i raggi caldi
del Sole
le accarezzassero il viso e respirò l’odore
penetrante della salsedine. Si
voltò alla ricerca del suo accompagnatore, ma qualcosa
catturò la sua
attenzione: decine di navi sfilavano lisce sull’acqua calma,
con la prua
rivolta verso il porto di quella che immaginò doveva essere
Corona. La città si
inerpicava tutt’attorno ai versanti di una collina
verdeggiante al cui culmine
svettava maestoso un castello immenso, certamente due volte
più grande di
quello di Arendelle.
-“Wow!”-
esclamò inconsapevolmente.
-“Bella,
vero?”- il capitano le si avvicinò, seguito da
Kristoff- “Corona deve molto a re Thomas. È merito
suo se oggi appare così
ricca e splendente.”-
-“Ne
sono certa. È davvero
bellissima.”- Anna sorrise al capitano, davvero impressionata
dalla bellezza del
regno su cui governava la sorella della madre.
Qualche
minuto dopo la nave approdò al molo e venne issata
la passerella per far scendere i passeggeri. Anna si
precipitò giù, sulla
banchina, seguita da un silenzioso Kristoff: “Non
è magnifico? Sono in un posto
che non è Arendelle!”- la principessa saltellava
dalla felicità.
-“Magnifico.”-
sentenziò il ragazzo mettendo piede sulla
terraferma.
-“Vostra
Altezza.”- un uomo alla loro sinistra attirò la
loro
attenzione, avvicinandosi e inchinandosi brevemente ad Anna:
“Sono il messo
reale; re Thomas e la regina Primrose le danno il benvenuto a Corona.
Se vuole
seguirmi sarò lieto di mostrarle il regno e i suoi
alloggi.”-
-“Oh,
certo. Ma i bagagli…”-
-“Non
si preoccupi, i garzoni li faranno recapitare nelle
vostre stanze. La carrozza è da questa parte.”-
Anna
prese Kristoff per mano, per puntualizzare all’uomo,
che fino a quel momento aveva degnato solo lei, che erano arrivati
insieme:
“Possiamo andare!”-accordò. Il messo
posò per un momento lo sguardo sulle loro
mani intrecciate e poi con un sorriso di cortesia si voltò e
fece loro strada.
-“Grazie.”-
sussurrò Kristoff, rivolto ad Anna che era
concentrata su quello che aveva attorno, con gli occhi spalancati e un
sorriso
sognante sulla bocca.
-“Dovere…”-
la principessa gli strinse di più la mano,
abbassando lo sguardo.
Il
breve tragitto dal porto al palazzo, lasciò Anna ancora
più entusiasta: era tutta un ‘wow!’ e
‘bellissimo’, oppure ‘guarda
lì’, ‘non è
favoloso?’…Kristoff la lasciò fare,
rallegrandosi per il buon umore della
principessa.
Anna
si sporgeva dalla carrozza per guardare meglio le
strade affollate di Corona: la gente si affrettava in ogni direzione,
sprizzando gioia da tutti i pori, come un formicaio impazzito; le
casette
colorate del borgo le ricordavano molto Arendelle, facendole sentire
meno la
mancanza di casa; e nell’aria sentiva un odorino particolare,
dolciastro, che
era sicura di aver già sentito…
-“Lo
senti quest’odore?”- Anna si rivolse a Kristoff,
mentre
continuava ad inspirare.
Il
ragazzo la imitò: “Credo sia qualcosa di dolce.
Perché?”-
-“Oh
è delizioso.”- le brontolò lo stomaco,
e si voltò
imbarazzatissima verso Kristoff -“Scusa. È solo
che avrei un po’ fame…”- si
scusò portandosi nervosamente una ciocca di capelli dietro
l’orecchio.
Si
sporse di nuovo dal finestrino e gli occhi le si
illuminarono: “Oh mio dio, guarda lì! Guarda,
cos’hanno in mano? Dev’essere squisito!”-
Anna indicò dei bambini che uscivano da una bottega con dei
dolcetti scuri tra
le mani.
-“Milady,
quelli sono i dolcetti della principessa. Sono i
suoi preferiti: al cioccolato e alla vaniglia. Possiamo fermarci a
prenderne
qualcuno se le va…volevo dire se vi va.”- il suo entusiasmo era stato
così forte che il
paggio l’aveva sentita.
-“Davvero?
Kristoff ti va?”- disse eccitatissima.
-“Ma
certo!”- disse alzando le spalle; in quel momento ai
suoi occhi Anna sembrava davvero una bambina golosa, incapace di
resistere al
richiamo di una leccornia.
Il
messo fermò la carrozza tra le strade affollate, scese
dalla cassetta e si diresse nella bottega da cui erano usciti i bambini
con i
dolcetti. Qualche istante dopo ne uscì con un piccolo
sacchettino che depositò
tra le mani impazienti di Anna.
La
principessa ne scrutò il contenuto e inspirò
profondamente: “Oh adesso sono davvero felice!”-
prese un dolcetto e lo porse a
Kristoff, poi ne tirò fuori uno per sé e
cominciò a mangiare –“Questo batte anche
i cioccolatini di Elsa!”- il ragazzo la guardò
senza capire.
L’arrivo
a palazzo, avvenne qualche minuto dopo; la carrozza
passò tra una piccola folla di inservienti, che
trasportavano da un posto
all’altro decine di cose: sedie, tavoli, vasi con fiori,
piatti e quant’altro.
-“Oh
ma ci pensi!? Un matrimonio…immagina come sarà il
nostro!”- Anna era davvero su di giri e aveva cominciato a
fantasticare a bocca
aperta; guardò Kristoff che stava per ribattere qualcosa, ma
lo anticipò: “Già,
già, scusa…non volevo, mi sono fatta prendere
dall’emozione.”
-“Anna
non devi scusarti, vorrei solo che non ti creassi
troppe aspettative; non vorrei che poi venissero deluse.”-
Anna
scese dalla carrozza, aiutata dal lacchè, scontenta di
quella situazione: “Vorrei che per un momento tu pensassi al
futuro, senza
avere mille paranoie che ti bloccano!”- sussurrò a
denti stretti tra sé.
-“Milady,
il re e la regina, la stanno aspettando. Se vuole
seguirmi.”- il messo reale li condusse in un grande androne
con un’immensa
scalinata e poi lungo corridoi pieni di ritratti ed enormi finestre
incorniciate da tende dorate.
Kristoff
guardò Anna camminare a paso di marcia, pestando
quasi i piedi in terra: “Sei furiosa! Cosa
c’è che non va?”-
La
principessa fece un verso: “E me lo chiedi?”-
Il
ragazzo le restituì uno sguardo interrogativo, come per
dire ‘e io cosa ho fatto adesso? ’.
-“Davvero!?”-
Anna cominciava a spazientirsi.
-“Cosa?”-
Kristoff non sapeva davvero cosa dire.
-“Davvero
non sai perché sono così…”-
gesticolò, indicandosi
la faccia –“furiosa?”-
Il
ragazzo scosse il capo, alzando le spalle: “No!
Dovrei?”
Anna
sospirò pesantemente: “Certo. Continui a tarpare
le ali
dei mie sogni!”
-“Ma…ma
io dico solo che non devi correre troppo!”- cercò
di scusarsi il
tagliatore di ghiaccio.
-“Ecco,
lo stai facendo di nuovo. So che sei uno tutto d’un
pezzo, uno saldamente ancorato al presente, vivi alla giornata e questo
spiega
molte cose di te…ma potresti, almeno per una volta,
lasciarmi parlare, sognare,
senza interrompermi?”- Anna si fermò per un
momento, guardandolo con lo sguardo
più serio che Kristoff avesse mai visto nei suoi occhi.
-“Non
ha senso tutto questo! Perché pensare al futuro,
quando il presente ti basta e avanza?”- lo stava davvero
portando
all’esasperazione.
-“E
questo cosa dovrebbe significare? Che devo accontentarmi
di questo…”- fece un gesto ad indicare loro due.
-“Perché,
non ti basta? È fin troppo per una rimasta chiusa
in un castello per anni, secondo il mio punto di vista!”-
-“Beh,
ti stai sopravvalutando…”- Anna lo
fissò con uno
sguardo omicida.
Intanto
il messo reale si era fermato a qualche passo di
distanza, a fissarli, mentre aspettava che lo seguissero di nuovo.
Kristoff
non rispose e rivolse l’attenzione sull’uomo che li
stava guardando, che si schiarì la voce, cercando di non
interromperli.
Anna
riprese a camminare e Kristoff la seguì pochi istanti
dopo, riflettendo su quello che la principessa gli aveva appena detto.
Il messo
reale sospirò: ultimamente aveva a che fare con troppe
giovani coppiette
scoppiettanti; la principessa e il suo ‘principe dei
ladri’, gli avevano fatto
passare i peggiori momenti della sua carriera a palazzo.
-“Siamo
arrivati. Il re e la regina saranno subito qui.”- il
messo li condusse nella sala delle udienze e inchinandosi alla
principessa, si
richiuse la porta alle spalle tirando un sospiro di sollievo,
lasciandoli soli.
Anna
rimase in silenzio, senza aggiungere altro,
allontanandosi di qualche passo da lui, stringendosi le braccia al
petto.
Kristoff
la guardò allontanarsi, rimanendo muto, sentendo
che il filo che li univa cominciava a sfilacciarsi inesorabilmente:
forse aveva
sbagliato…
Il silenzio e
l’aria
irrequieta che li dividevano, erano quasi tangibili.
-“Com’è
possibile che nel giro di qualche ora siamo arrivati
a questo?”- Anna infranse quel freddo muro che li separava,
dando voce ai
pensieri di entrambi. Si voltò a guardarlo, cercando nei
suoi occhi una
risposta decente, che spiegasse per quale motivo in pochi minuti si
erano
ritrovati così distanti.
-“Non
lo so…”-le rispose Kristoff, davvero dispiaciuto
per
quella situazione.
Anna
si guardava attorno, senza incrociare il suo sguardo,
con gli occhi lucidi: non aveva già sofferto abbastanza
nella sua breve vita?
Non aveva versato sufficienti lacrime, inseguendo il fantasma di Elsa?
Perché
doveva continuare a chiedere e supplicare per un pizzico di
felicità? Cos’era
che bloccava Kristoff, che lo legava tenacemente alla realtà
e al presente?!
Per dio, aveva sognato ad occhi aperti fino a quel momento, non avrebbe
certo
smesso perché a lui non andava giù!
-“Anna…”-
Kristoff le si avvicinò, allungando una mano per
sfiorarla, per cercare quel contatto che era svanito in pochi minuti.
-“S-sto
bene!”- lei si scostò, stringendosi ancora di
più su
se stessa.
Il
ragazzo sospirò rassegnato, pentendosi già di
quello che
stava per dire: “Anna, io non so nemmeno
cos’è un sogno. Non credo di averne
mai avuti…la mia vita è stata sempre un cercare
di tirare avanti fatto di
speranze. Speranze che a volte sono state duramente deluse e
così ho cominciato
a fare a meno di sperare, desiderare, illudermi, fantasticare su
‘come sarebbe
stata la mia vita se’…!”-
Anna
si voltò a guardarlo, colpita dal tono della sua voce:
grave e serio.
-“Tutto
questo”- fece un gesto per indicare loro due e tutto
quello che stava attorno- “…è
più di quanto avessi mai potuto sperare. Devi
lasciarmi un po’ di tempo per abituarmici.”- le
sorrise mestamente.
Un
pesante sospiro abbandonò le labbra della principessa,
che aveva abbassato il capo colpevole: “Hai ragione
tu…come sempre d’altronde!
Io sono sempre quella che sbaglia, la maldestra romantica che si ostina
a
correre…quella che prima o poi andrà a
sbattere.”
Non
lo sentì avvicinarsi, assordata dai suoi mille
perché e
per come, accecata dalle lacrime represse che si ostinavano a voler
cadere. La
strinse in uno di quegli abbracci che difficilmente si dimenticano, uno
di
quelli che senza parole significano tutto, quelli che ti riscaldano
l’anima,
che ti fanno sentire vivo ed amato.
-“Non
cambierei niente di te…sei perfetta nella tua imperfezione,
nella tua sbadataggine. Sei la mia personale valanga che mi travolge
ogni
giorno…”- la voce gli si smorzò in
gola: forse aveva detto qualcosa di troppo
sdolcinato e così lontano dal suo essere. Forse avrebbe
fatto meglio a tenere
la bocca chiusa.
Il
cuore di Anna, che aveva battuto a singhiozzo fino a
qualche istante prima, ora correva e saltava e faceva capriole dalla
gioia.
-“Scusa
non volev-…”- Kristoff non fece in tempo a
scusarsi
che si ritrovò la bocca tappata dalle labbra della
principessa. Anna non aveva
resistito: adorava il rossore che gli si formava sulle guance quando
erano
vicini e lo sguardo colpevole che faceva anche se non aveva fatto nulla
di
male; amava quelle labbra e aveva amato ogni parola che era uscita da
esse. Il
ragazzo rispose a quel contatto, attirandola più vicino.
Quel
momento di statica estasi venne interrotto da un lieve
tossire, proveniente dalle loro spalle.
Si
allontanarono l’uno dall’altra, con le guance rosse
per
l’imbarazzo, prestando attenzione a chi li aveva fermati: un
uomo non più
giovane, ma nemmeno vecchio, con gli occhi chiari e luminosi e un
sorriso
bonario stampato sul volto, teneva per braccio una donna bellissima,
con i
capelli scuri raccolti in una crocchia elegante.
Re
Thomas e la regina Primrose, sorridevano davanti al loro
imbarazzo, venendo verso di loro.
Anna
si portò una ciocca di capelli, sfuggita alle trecce,
dietro l’orecchio e si lisciò la gonna dalle
inesistenti stropicciature.
Kristoff la osservò divertito e poi si voltò a
guardare i due sovrani, ormai
giunti dinanzi a loro.
I
due ragazzi si inchinarono in silenzio: “Vostre
Maestà.”-
proferì in tono regale Anna.
La
regina si staccò dal braccio del marito e come se fosse
la cosa più normale del mondo, strinse la principessa in un
abbraccio,
lasciando Anna impreparata.
Quando
si staccò da lei, le prese il viso tra le mani, con
gli occhi lucidi: “Assomigli così tanto a tua
madre.”- sospirò con voce flebile
e dolce. Poi si schiarì la gola e con un sorriso disse
-“È una gioia avervi
qui. Rapunzel non vede l’ora di conoscervi! Le ho molto
parlato di te e di
Elsa, di mia sorella e del re di Arendelle.”
-“Ecco,
a proposito di questo…Elsa non è potuta venire,
per…beh impegni regali e quindi io, cioè
noi”- indicò con il pollice lei e
Kristoff, che era rimasto fermo immobile e muto fino a quel momento.
-“Non
ti preoccupare, Elsa mi ha mandato una lettera,
scusandosi per la sua assenza e anticipandomi la notizia della vostra
venuta.
So che questo giovanotto è il tuo accompagnatore, puoi stare
tranquilla.”-
-“Oh,
beh in questo caso…lui è Kristoff, il mastro
consegnatore del ghiaccio di Arendelle.”- disse di corsa
Anna, ripetendo quella
presentazione per l’ennesima volta in poche ore.
La
regina lo fissò per alcuni secondi sorridendo:
“Molto
lieta.”
Kristoff
rispose al sorriso benevolo, abbassando il capo in
segno di rispetto: “ È un onore, vostra
maestà.”- disse impacciato.
-“Forse
sarebbe il caso di lasciarli andare, cara. Saranno
stanchi per il lungo viaggio.”- il re guardò i
ragazzi e si rivolse con tono
divertito alla regina.
-“Oh,
ma certo. Perdonatemi. Il re ha ragione, sarete di
certo stanchi per il viaggio e non vogliamo certo che arriviate
assonnati alla
festa…ci sarà da divertirsi fino
all’alba.”- la regina pizzicò la guancia
di
Anna.
-“Dei
servitori vi accompagneranno alle vostre stanze.”-
disse il re indicando dei paggi che avevano appena varcato la soglia
della sala
delle udienze e si stavano proferendo in profondi inchini.
-“Grazie
mille. Beh, ci vediamo più tardi allora.”- Anna
sorrise riconoscente.
-“A
più tardi.”- trillò la regina, mentre
tornava da dove
era venuta.
Due
paggi li accompagnarono attraverso altri immensi
corridoi e due enormi rampe di scale. I due ragazzi rimasero in
silenzio per
tutto il tragitto, scambiandosi solo rapide occhiate.
All’incrocio tra due
corridoi però, l’attenzione di Anna venne
catturata da una risatina lieve, che
proveniva dall’angolo che avevano appena superato. Trattenne
Kristoff per una
manica e gli fece segno di fare silenzio, lasciando che i due paggi
continuassero
a camminare senza rendersi conto che loro non li stavano seguendo
più.
Anna si affacciò
curiosa all’angolo: una ragazza, forse della sua
età, con i capelli corti e
scuri, giocherellava con qualcosa di luccicante davanti agli occhi del
ragazzo
che aveva difronte, che sorrideva in adorazione.
La
principessa li guardò per interi minuti, contemplando
l’amore che sprizzavano da tutti i pori: li
osservò studiarsi seri per un
secondo e poi baciarsi teneramente, stretti l’una nelle
braccia dell’altro, come
se il mondo attorno a loro fosse scomparso.
-“Che
carini…”- sospirò la principessa.
-“Si
può sapere cosa stai guardano?”- si
lamentò Kristoff
che intanto era rimasto dietro l’angolo.
-“Shhhhh!”-Anna
lo rimbottò, puntandogli un dito sulle
labbra.
-“Chi
c’è, là?”- una voce dura li
raggiunse- “Vieni fuori!”
-“Forse
ho alzato un po’ la voce.”- disse sbiancando Anna e
uscendo allo scoperto, trascinando per mano Kristoff.
-“Ehm…perdonateci,
non era nostra intenzione
interrompervi.”-
-“Chi
siete voi?”- chiese il ragazzo alzando un
sopracciglio, divertito dall’espressione imbarazzata di
Kristoff.
-“Oh,
si. Noi siamo Anna e Kristoff.”- rispose prontamente
la principessa, lasciando stare per un momento titoli e onorificenze.
-“Anna?”-
chiese la ragazza coi capelli corti, sgranando gli
occhioni verdi alla volta della principessa.
-“Mm,
mm.”-
-“La
principessa di Arendelle?”- Anna annuì.
La
ragazza la prese alla sprovvista e proprio come aveva
fatto la regina le si buttò al collo, trattenendo un
gridolino di felicità.
-“Che
bello conoscerti! Io sono Rapunzel, tua cugina…oh non
è meraviglioso essere riuniti qui tutti
insieme!?”- chiese rivolgendosi al
ragazzo affianco a lei.
-“Già,
meraviglioso.”- dissero insieme Anna e il ragazzo.
-“Oh,
lui è Flynn…ehm volevo dire Eugene. Scusate, la
forza
dell’abitudine!”- sorrise nervosamente.
-“Incantato.”-
Eugene si proferì in un baciamano ad Anna,
attirandosi lo sguardo infastidito di Kristoff.
-“E
immagino che tu non sia sua sorella Elsa.”- rise
divertita Rapunzel, guardando il tagliatore di ghiaccio.
-“Ehm
no, noi veramente…siamo, cioè io
sono…”- il ragazzo
non sapeva cosa dire: cos’erano realmente lui e Anna?
-“Lui
è il mio accompagnatore, nonché mio
fidanzato.”- lo
aiutò Anna.
Kristoff
la guardò a bocca aperta per un secondo, con il
cuore che aveva perso un battito a quell’ultima parola. Poi
si voltò verso i
due difronte, annuendo sovrappensiero.
-“Oh
ma che carini!- trillò Rapunzel.
-“Blondie,
credo sia ora di andare. A meno che tu non voglia
tardare anche al nostro matrimonio!”-
-“Oh
si. Si anche noi dobbiamo andare, altrimenti arriveremo
in ritardo.”- Anna prese Kristoff sottobraccio e li
salutò con la mano libera-“
A più tardi.”
I
due ragazzi si allontanarono e voltarono l’angolo,
lasciando i due futuri sposi alle loro faccende.
Anna
si voltò un'ultima volta a spiarli. Eugene si stava
allontanando da Rapuzel, nella direzione opposta alla loro, con un
sorriso
malizioso dipinto sulle labbra: “Ricordati biondina che
sarò in fondo alla
navata ad aspettarti…non farmi attendere!”- poi si
voltò e se ne andò,
lasciando la principessa, sola nel bel mezzo del corridoio.
Anna
vide le spalle di Rapunzel alzarsi ed abbassarsi,
nell’atto di un sospiro adorante. Poi tornò a
camminare al fianco di Kristoff,
alla disperata ricerca dei due paggi che avevano abbandonato qualche
minuto
prima.
-“E
dimmi, da quand’è che noi due saremmo
fidanzati?”- le
chiese il ragazzo rivolgendole uno sguardo divertito.
-“Da
questo preciso momento!”- Anna si alzò sulle punte
per
posargli un bacio a fior di labbra e poi ridendo cominciò a
correre lungo il corridoio,
trascinandoselo dietro, con il cuore pronto ad esploderle per la troppa
felicità.
AngoloAutrice:
dopo settimane di silenzio stampa torno ad
aggiornare! Siiiii non posso credere di averlo fatto! Allora non
commenterò il
capitolo, ma aspetterò che lo facciate voi, mie care ragazze
;) potete dirmi
qualsiasi cosa volete…accetterò anche maledizioni
e apostrofi di qualsivoglia
natura.
Ho una piccola
richiesta per voi: siccome so per certo che
tra tutte voi, cioè tra tutti quelli che leggono, seguono e
preferiscono la
storia, ci sono recensori master e veterani, sarebbe troppo chiedervi
di
lasciare un commentino? Mi fareste la persona più felice del
mondo ed inoltre
ne sarei onoratissima ;) e poi mi invogliereste a scrivere
più velocemente!
Okay, quindi vi ringrazio per l’attenzione e ci si legge al
prossimo capitolo!