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Autore: Sophie_moore    29/01/2014    9 recensioni
[...]Io, che ero una piccoletta, che ero la mascotte della gilda perché tutti mi trovavano carina e coccolosa, ormai ero abituata a farmi considerare fondamentalmente una bambina[...]
[...]Stavo pensando. Era questo il mio problema, avevo iniziato a pensare e non riuscivo più a smettere. Tutta colpa di quella marmocchia coi capelli blu, ne ero sicuro[...]

La mia prima GaLe, spero vi piaccia!
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gajeel/Levy, Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Mi spieghi come diavolo fa a piacerti... quello? >> Lucy mi guardò con degli occhi sconvolti, come se le avessi detto che mi piaceva mangiare i ragni o che facevo il bagno nella pipì. Insomma, non era difficile da capire, era solo un po' strano, ecco. Io la vedevo così.

<< Non lo so Lu-chan... non saprei proprio cosa dirti! >> cominciai a far dondolare le gambe: ero seduta su un tavolo in Gilda, mentre Lucy era seduta sulla panca e mi guardava dal basso. Che strana sensazione era poter stare più in alto di qualcuno! Io, che ero una piccoletta, che ero la mascotte della gilda perché tutti mi trovavano carina e coccolosa, ormai ero abituata a farmi considerare fondamentalmente una bambina.

Ma non lui. Lui, proprio lui, quel ragazzo che stava distruggendo per l'ennesima volta la gilda insieme a Natsu e a Gray, il Dragon Slayer di ferro. Per quanto non l'avessi ancora del tutto perdonato per avermi appesa ad un albero dopo avermi picchiata, gli ero riconoscente per un fatto: mi aveva considerata un avversario. Non una bambina, non una ragazzina inesperta, ma un avversario. E per questo avevo iniziato ad essere interessata a lui, per poi scoprire un giorno che mi piaceva.

<< Mah, secondo me, quello è buono solo a combattere. >> mormorò Lucy, appoggiandomi una mano sulla gamba.

<< Tu sei mia amica, vero? >> le chiesi, dall'improvviso.

<< Certo! Che domande mi fai? >>

<< Allora fidati di me. Gajeel è una persona meravigliosa. >> affermai, sorridendo. A dire il vero, non era solo lei che cercavo di convincere, ma anche me stessa. Ero contenta, sì, la mia cotta non era diventata ancora una fonte di terribile sofferenza, quindi ero serena, potevo procedere tranquillamente con la mia vita ancora per un po'.

Lucy mi fece un sorriso adorabile, uno di quelli che mi ricordava ogni volta perché le volessi tanto bene. << Se lo dici tu, sarà vero. >> bene! Perfetto! Ero riuscita a convincere almeno una delle due!

<< Ottimo. Adesso devo solo farlo capire anche a lui... >> sussurrai, sospirando.

Lucy scoppiò a ridere allegramente, una di quelle risate che avrebbero fatto ridere anche i morti. << È questo il tuo intento? >> disse, tra una risata ed un'altra. Aveva addirittura le lacrime agli occhi!

<< Sì, certo... >>

<< Beh... sinceramente... io credo sia praticamente impossibile... >> prese dei profondi respiri per calmarsi e si asciugò per bene gli occhi con il dorso delle mani. << Però, se c'è davvero qualcuno in questo mondo che può farlo, quella sei tu. >> mi sorrise e mi prese le mani. << Sul serio, Levy-chan, ne sono convinta al cento per cento. >> adoravo quel lato di Lucy, quello che trovava le parole adatte a qualsiasi occasione. Per un attimo avevo avuto paura che avesse ragione, che fosse davvero impossibile far capire a Gajeel di essere una persona buona, ma poi, mi resi conto che non lo era. Che, come aveva detto Lucy, solo io potevo fare una cosa del genere, perché in qualche modo eravamo legati fin dall'attacco di Phantom Lord.

 

<< SEI DISRTATTO! >> mi urlò Natsu, appena prima di colpirmi in faccia. << AHAHAHA, SONO IO IL MIGLIORE!! >> rise, rise così forte che mi fece quasi venire mal di testa.

<< NON DIRE STRONZATE! >> ringhiò Gray che, con una rincorsa esagerata, saltò e gli ficcò un calcio a piedi uniti sullo stomaco. Dopo di che, iniziarono una guerra tra di loro, dove io non trovavo più il mio posto. Mi spostai dalla zuffa, per andare a sedermi in un punto buio e nascosto in fondo alla sala. Non capivo cosa mi stesse succedendo. Mi stavo rammollendo? Non mi rendeva più felice come prima combattere contro degli avversari forti, non mi dava più quella sensazione di libertà e virilità che mi dava solo qualche tempo fa.

Stavo pensando. Era questo il mio problema, avevo iniziato a pensare e non riuscivo più a smettere. Tutta colpa di quella marmocchia coi capelli blu, ne ero sicuro. Solo lei mi aveva messo in testa l'idea che anche io potevo essere in grado di pensare a qualcosa di costruttivo per il mio futuro. Il vecchio me gliel'avrebbe fatta vedere, le avrebbe fatto pentire di essere nata, ma il me di quel momento era convinto che fosse assurdo.

<< Ciao. >> eccola. Si sedette di fianco a me, rannicchiata su se stessa come un gatto che dorme.

<< Ciao. >> ricambiai io con un ringhio. Non era che volessi davvero ringhiare, ma non capivo come fare a cambiare voce e atteggiamento con lei.

<< Dovrei chiederti un favore... >> mormorò. Aveva la voce talmente bassa che feci fatica a sentire quello che mi aveva detto.

<< Mhm.. >>

<< Mi puoi accompagnare in una missione? >>

<< Non hai quei due cosi che ti vengono dietro? >> la guardai di sottecchi, giusto per vedere la sua reazione.

<< Non sono cosi, sono Jet e Droy. >>

<< Quello che vuoi. >> mi appoggiai al tavolo dietro di me e tirai indietro la testa. Chissà perché ce l'avevo tanto con loro due, alla fine non potevo neanche considerarli dei miei avversari. << Comunque, non ci sono? >>

<< No, sono malati. >> mi rispose, sbuffando.

<< Che cosa devi fare? >>

<< Fare la guardia ad un libro molto antico e di valore da Gallowstone a Magnolia. >>

<< Vai con la coniglietta e con quell'altro, no? >>

Lei neanche mi rispose, si alzò in piedi e mi guardò con uno sguardo talmente carico di sentimenti che per un nanosecondo fui pervaso da brividi in tutto il corpo. << Andrò sola. Arrivederci. >> la sua voce era diversa da prima, era gelida e monotono, completamente all'opposto di quando si era seduta qui di fianco a me. Avevo fatto qualcosa di male? Io? Stringendo il suo enorme libro tra le braccia, fece un lievissimo inchino e se ne andò dalla Gilda, senza neanche salutare Lucy. Era per colpa mia che era così scocciata? Non capivo, non riuscivo a capire.

<< Sei un grandissimo emerito idiota! >> Lucy mi si parò davanti, le mani appoggiate ai fianchi e le gambe leggermente divaricate, gli occhi che lanciavano fuoco.

<< Che vuoi tu? >> mi misi di nuovo con la schiena dritta, guardandola dal basso.

<< Perchè fai andare Levy da sola? >>

<< Perchè non ci vai tu con lei? >>

<< Perchè non me l'ha chiesto, imbecille di un Dragon Slayer. Era con te che ci voleva andare! Idiota! >>

Un momento, cosa? Lucy era rossa di rabbia, sembrava lei il Dragon Slayer di fuoco ed era pronta a prendermi a pugni se fossi rimasto lì immobile. << Con me? Pensavo di essere l'ultimo nella lista! >>

<< Senti, drago senza cervello, adesso non è più così, ma all'inizio avevamo tutti paura di te, chissà che avresti potuto fare! Tutti, tranne Levy. Lei si è fidata di te ciecamente, dal momento in cui Mira ti ha fatto il tatuaggio di Fairy Tail, ha smesso di considerarti un nemico. È stata la prima, se non l'unica, in quel periodo. >> disse, puntandomi l'indice al petto. << Perciò, se pensi di essere l'ultimo nella sua lista, beh, non hai capito un cazzo! >> in quel momento capii perché Natsu e tutta la gilda la adorava: aveva il fuoco dentro, era una donna ed un'amica speciale. E mi resi anche conto del fatto che, se non fosse stato per Levy che veniva sempre a parlarmi, gli altri non mi avrebbero accettato così velocemente come invece era successo.

<< Cosa dovrei fare adesso? >>

<< Corri da lei e dille che l'accompagnerai. >> Lucy fa una specie di sorriso e abbassa la mano, appoggiandola sul fianco. << Levy è una ragazza adorabile, è stata la prima a vedere del buono in te, non farle pentire di essere così buona. >>

<< Funzionerà? >> mi sorpresi nel farle questa domanda. Forse era la prima ed unica persona a cui mi dimostrai indeciso. E lei non scappò, non cambiò idea nei miei confronti, ma alzò la mano aspettando un mio cinque. Mi alzai.

<< Dipende da te. >> mi rispose, non appena le battei la mano.

Ghignai, scotendo la testa e mi avviai verso l'entrata della gilda, le mani nelle tasche dei pantaloni. << Ah, te la farò pagare per avermi insultato più volte. >> le dissi, senza voltarmi.

<< Ah, ne riparleremo quando tornerai! >>

 

Stavo vagando per Magnolia alla ricerca delle cose necessarie per poter partire in pace. Quell'idiota di Gajeel, uno provava ad essere gentile con lui e guarda come ringraziava! Per fortuna che ero uscita in tempo dalla gilda, o avrei fatto un casino terribile.

<< Scusi, ha per caso i libri di Starlight? >> chiesi al commesso della libreria, che mi indicò uno scaffale in fondo alla stanza. Mi avvicinai piano, vedendolo diventare sempre più alto. Ah, ottimo, non sarei mai arrivata all'ultimo ripiano senza una scala. Andai a recuperarla in un angolo e la posizionai lì sotto: era traballante, ed io non avevo per niente senso dell'equilibrio. Speravo solo di trovare il libro che cercavo in fretta o sarei caduta di sicuro. Presi un profondo respiro e salii sulla scala. Era anche peggio di quanto mi aspettassi, dondolavo da una parte all'altra come in un'altalena. Era terribile, mi stava quasi venendo la nausea, perciò non riuscivo neanche a concentrarmi per trovare il libro.

<< Ti serve una mano, gamberetto? >>

Gajeel?

<< Io... no... eccolo! >> in un lampo vidi il libro che stavo cercando e mi allungai il più possibile. Riuscivo a sfiorarlo a mala pena, così decisi di andare all'angolino più esterno del gradino e, finalmente, riuscii ad afferrarlo. Per poi, ovviamente, cadere: chiusi gli occhi, preparandomi all'impatto col pavimento. Che non avvenne.

<< Ti ho presa. >> spalancai gli occhi e affondai in quelli rossi di Gajeel, visto che ero in braccio a lui. Arrossii violentemente, sbarrando gli occhi. Uno: che ci faceva in una libreria un tipo come Gajeel? Due: perché ero ancora in braccio a lui?

<< Ehm... puoi... puoi... >> provai, sentendomi enormemente piccola tra le sue braccia. Non che ci stessi male, maledizione, ma era davvero troppo imbarazzante.

<< Oh sì. >> lui mi mise giù delicatamente. Delicatamente? Gajeel? C'era decisamente qualcosa che non andava.

<< Grazie... >> sussurrai. Mi diressi a pagare velocemente, ancora imbarazzata, e poi mi voltai indietro, vedendo che lui non mi seguiva. << Che fai, stai lì? >> gli chiesi. Okay, avrei dovuto darmi una calmata. Il fatto che un'oretta fa mi avesse fatta arrabbiare non doveva condizionarmi: mi ero ripromessa che lo avrei “cambiato”, che gli avrei fatto capire quanto fosse buono, perciò dovevo fare tesoro di ogni istante passato con lui ed essere il meno scorbutica possibile. Ce l'avrei fatta. Ce l'avrei fatta di sicuro se lui non fosse stato il solito. Mi raggiunse in un attimo ed uscimmo insieme dalla libreria, immettendoci nella via principale di Magnolia. Mi sentivo leggermente strana a passeggiare con lui, ma non era necessario che lo sapesse, perciò rimasi in silenzio finchè non trovai le parole giuste per iniziare un discorso. << Che ci facevi lì dentro? >>

<< Cercavo te. >>

<< Ah... e come mai? >>

Non mi rispose subito, mi guardò dall'alto del suo metro e novanta e sospirò. << Sicura che riesci a portare tutti e due i libri? Sembrano enormi. >> commentò, sviando l'argomento.

<< Certo che ce la faccio. >> oh beh, insomma, non era proprio tutta la verità, però andava bene così. Era strano, piuttosto, che lui mi avesse chiesto una cosa del genere!

<< Se lo dici tu, sembra che non vedi neanche dove metti i piedi! >>

<< Vedo benissimo, grazie. >> dissi, appena prima di inciamparmi e venire, di nuovo, afferrata da Gajeel. << L'avevo visto. >> mormorai, schiarendomi la gola imbarazzata.

<< Certo, è ovvio. >> fece un ghigno strano, come se si fosse divertito, e mi afferrò i libri di mano, tenendoli lui.

<< Grazie... per prima, insomma. >> mi spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio e gli feci un sorriso. Ero davvero allegra, non mi stavo sforzando, e speravo che trasparisse, che gli arrivasse.

<< È okay. >>

<< Comunque, come mai mi cercavi? >> gli domandai, di nuovo.

<< Vengo con te. >>

<< Dove? >>

<< In missione, dove vuoi che venga... >>

Spalancai gli occhi. Tutto mi aspettavo, davvero, tutto fuorchè lui cambiasse idea. Era completamente fuori discussione! Sul serio, mi prese completamente alla sprovvista e rimasi un attimo in silenzio, confusa. << Ah... >>

<< Che c'è? >>

<< Niente, non me l'aspettavo proprio. >> gli risposi, ridacchiando. << Però sono contenta tu abbia cambiato idea! >>

<< Davvero? >> non sembrava molto convinto di quello che gli avevo detto, come se pensasse che nessuno sarebbe stato contento di passare del tempo con lui. Avrei dovuto fargli cambiare idea anche su quello.

<< Certo! >>

<< Allora aveva ragione la donna bionda. >>

La donna bionda? Lucy? Oh... adesso era tutto più chiaro! Non aveva cambiato idea di sua spontanea volontà, era stata lei a costringerlo a venire con me. Quindi, sì, in pratica non aveva cambiato idea. << Ti ha detto Lucy di venire da me? >> mormorai a bassa voce, prendendo dei respiri. Avevo un lavoro lungo da fare, dovevo fargli cambiare idea su se stesso, ma di certo non ero una santa, e non avevo voglia di perderci la testa. Almeno un minimo, lui doveva collaborare, altrimenti sarebbe stato un casino a sbattere la testa contro un muro che non si sarebbe mai rotto.

<< Sì, perché? >> mi guarda confuso. Eh no, non capiva proprio.

Sospirai, sbuffando. << Così non va, Gajeel. Non va proprio. >>

 

<< Cosa? >> non capivo, sembrava andare tutto così bene, e adesso lei diceva che non andava. Ma perché?

<< Perchè? Tu saresti venuto a cercarmi se Lucy non ti avesse detto di farlo? >> mi guardò con degli occhi… rabbrividisco ancora se ci penso. Occhi fuoco ed occhi di ghiaccio, mi fecero quasi tremare le gambe. Un esserino così piccolo poteva avere uno sguardo del genere? Mi fece infuriare, non con lei, ma con me stesso che mi ero addirittura spaventato per una cosa del genere.

<< No. >> risposi, assottigliando gli occhi.

<< Lo sapevo. Dammi i libri, grazie. >> mi porse entrambe le mani, aspettando che ci mettessi sopra i due enormi volumi. Perché non strillava? Perché non urlava, non si dimenava? Non sapevo come reagire con una persona così calma, anche se si vedeva benissimo che avrebbe voluto sciogliermi nell'acido se avesse potuto.

<< No. >>

<< Gajeel, non c'è bisogno che tu continui a far finta di essere gentile con me. Non voglio che tu ti senta obbligato. >>

Perchè non mi ero mai reso conto di quanto fosse forte ed autoritario quello scricciolo? Improvvisamente sentii il bisogno di averlo tutto per me, di possederlo materialmente. << Ho detto che vengo e verrò, punto. >> ringhiai con un suono gutturale che mi fece vibrare la gola.

Ci fissammo per qualche secondo e lei non abbassò gli occhi neanche un attimo, quasi non la vidi battere le ciglia. Non sapevo se dentro di lei aveva paura di me, ma di sicuro da fuori sembrava la persona più sicura dell'universo. Più la guardavo, più volevo, no, pretendevo che mi appartenesse. Non capivo come facesse a farmi provare certe sensazioni. << I libri, Gajeel. Non ho voglia di giocare. >>

Giocare? Ottimo. Senza dirle niente, l'afferrai per la vita e la tirai su da terra: appena arrivati a casa mia mi avrebbe dovuto spiegare un sacco di cose.

 

<< Mollami. Gajeel, mollami. Che cosa diavolo vuoi farmi?? >> ma perché mi ero ficcata in quel casino? Il Dragon Slayer apre la porta di quella che penso sia casa sua con un calcio e mi porta dentro, lanciandomi sul letto. << Piantala per favore, devo partire tra poco! >>

<< Tu non vai da nessuna parte finchè non mi spieghi che succede. >> lanciò i libri su una poltrona e mi si sedette di fronte, gli occhi spalancati.

<< Te l'ho detto. Non voglio che tu venga con me in modo forzato. >> spiegai, ancora. Era duro di comprendonio il ragazzo!

<< No, cosa succede a me. >>

<< E che ne so io cosa succede a te! >>

<< Tu sei la donna, tu sai queste cose dei sentimenti e idiozie simili. >>

<< Idiozie?? I sentimenti sono le pulsioni che ci fanno fare le cose anche quando tutti i pronostici sono contrari! I sentimenti mandano avanti il mondo, Gajeel, e dubito fortemente che tu possa capirne il significato. >> ecco, avevo perso la pazienza. Cavolo. Mi ero messa in un casino terribile, se solo lui si fosse incazzato mi avrebbe potuta spezzare in due e mangiare per colazione, io non avevo il minimo potere di batterlo con il mio Solid Script. Va beh, in qualche modo avrei fatto, il mio istinto di sopravvivenza funzionava piuttosto bene.

<< Hai ragione, per questo ti sto chiedendo per favore di spiegarmelo. >>

Un momento, per favore? In un attimo tornai subito calma, anzi, incuriosita e confusa per la precisione. << Vuoi il mio aiuto? >>

<< Se potessi farne a meno, lo farei. >> mi rispose lui, la voce bassa e le braccia incrociate. Mi sentii felicissima. Non ne sapevo il motivo, ma sprizzavo felicità da tutti i pori, non riuscivo a smettere di sorridere.

<< Cosa vuoi sapere? >> chiesi, inclinando leggermente la testa di lato.

<< Come funzionano. >>

<< Tutti? O ce n'è uno in particolare che ti incuriosisce? >> sembrava un bambino, era adorabile. Mi venne voglia di allungarmi ed abbracciarlo, sedermi sulle sue gambe ed addormentarmi sul suo petto sentendo il battito del suo cuore. Arrossii leggermente, sospirando.

<< Ecco, quello. >>

<< Quello cosa? >>

<< Perchè sei diventata rossa! È un sentimento, no? >> mi venne da ridere.

<< Non è un sentimento vero e proprio, è un modo di dimostrarlo... amore, affetto, cose così. >>

<< E come si riconoscono? >> se solo Lucy mi avesse vista! Ero sicura che se gliel'avessi raccontato lei non mi avrebbe mai creduto.

<< Beh, principalmente, ti importa di una certa persona. Per l'affetto, l'amicizia insomma, vorresti passare del tempo con lei a ridere e scherzare, fare cose insieme, e vorresti aiutarla nei momenti difficili. >>

<< E... l'altro? >>

<< L'altro? >> ah no, avrebbe dovuto dirlo lui.

<< Tu parli di quella cosa, non io. >>

<< Nominarla non ti farà cadere il pisello. >> era così imbarazzato! Poverino, un po' mi faceva pena.

<< Non lo dico! >>

<< Allora me ne vado. >> mi alzai in piedi sul letto, ed anche lui mi imitò. Eravamo alti uguali così, potevo guardarlo negli occhi senza dovermi mettere sulle punte o prendere una scaletta.

<< Non ti muovere. >> mi minacciò. Chissà perché, non mi faceva paura.

<< Se no? Cosa mi fai? >> mi avvicinai ancora di più a lui. Lo sentivo fremere di rabbia, eppure ero sicura al cento per cento che non mi avrebbe fatto nulla di male.

Mi guardava negli occhi con un'espressione disperata, esasperata, confusa... era tutto, il rosso delle sue iridi brillava come sangue ed era così, così ammaliante, così ipnotico, non riuscivo a staccare lo sguardo. Non ci riuscivo proprio, era come incatenato. << Vuoi sapere cos'è l'amore? È quando guardi negli occhi una persona e l'unica cosa che riesci a pensare è che deve essere tua per sempre, che farai tutto il necessario per farla stare bene e che la proteggerai, qualsiasi cosa possa accadere. È quando il cuore batte all'impazzata – gli misi una mano sul petto, all'altezza del cuore – solo al pensiero di vederla, quando ti arrabbi senza motivo solo per poter far pace poi dopo. È quando pensi di odiare i suoi difetti e invece scopri che senza di essi, non sarebbe così quella persona. In poche parole, è questo. >> conclusi il mio discorso che avevo il fiatone, come se avessi appena finito una cosa.

<< E cos'è quando uno scricciolo ti fa la ramanzina e non te ne frega niente perché il suono della sua voce è musica? >> Arrossii violentemente. Aveva davvero detto una cosa del genere? << Io non ci capisco nulla. Non so se sia... quello o no. >>

 

Dovevo staccarmi da lei. Per un secondo almeno, dovevo riprendere aria. Stavo per dire cose di cui probabilmente mi sarei pentito, era meglio andare con calma, molta calma. Mi allontanai da lei, anche se qualcosa nella mia testa o da qualche altra parte del corpo mi urlava che era assolutamente sbagliato.

<< Gajeel...? >> lei rimase in piedi sul mio letto, mi guardava particolarmente confusa. Credeva forse che io lo fossi meno di lei? Io non ero così, non ero da sbaciucchi, carezze e abbracci, io dovevo combattere, combattere e distruggere tutto quello che mi circondava, era questo quello che faceva un Dragon Slayer come me. Quindi no, c'erano troppi elementi che mi portavano a pensare a cose assurde.

<< È tutta colpa tua, donna. >>

<< Colpa mia? >> lei inarcò un sopracciglio blu, leggermente divertita.

<< Sì! È colpa tua! Sei tu che mi fai fare e dire cose strane! >>

<< E come farei? >>

<< NON LO SO, OKAY? NON LO SO! >> gridai.

Lei sospirò un paio di volte, poi tornò seduta sul letto a gambe incrociate, come se non avessi fatto nulla. Mi sorprendeva il fatto che non tremasse e non avesse la minima paura nei miei confronti. << Puoi calmarti? >> mi chiese, con la voce più tranquilla del mondo.

<< Perchè non hai paura di me? >>

<< No, la vera domanda è: perché dovrei? >>
<< Perchè io sono un Dragon Slayer e tu un'inutile maga. >>

Serrò violentemente gli occhi, quasi ringhiando tra sé e sé. << Continua pure ad insultarmi, io sono sicura di non avere alcun motivo per avere paura di te. >> spalanco gli occhi e mi fissò, decisa. Di nuovo, di nuovo quel maledetto sguardo.

<< Smettila. >> dissi, avvicinandomi a lei e abbassandomi alla sua altezza, fino ad avere quasi le fronti che si toccano.

In un attimo lei mi mise le mani sulle guance e mi diede un leggero bacio sulle labbra. << Non avere paura di me, Gajeel. Sono solo un'inutile maga, no? >> mi sussurrò, appoggiandosi alla fronte. Io rimasi sconvolto. Sconvolto da tutta la forza che sprigionava la piccoletta. Sì, ma non era solo forza, era qualcos'altro, era un qualcosa di talmente potente davanti al quale anche io mi sarei dovuto arrendere. << Mi piaci, testa di ferro. Sei un completo imbecille, un bruto, un arrogante, antipatico, scorbutico ed insopportabile. Per questo mi piaci. >> si staccò da me, mi fece un debole sorriso e si alzò dal letto, avviandosi a recuperare i libri e ad uscire dalla camera.

<< Perchè? >> le chiesi, con gli occhi sgranati.

<< Non si sceglie di chi ci si innamora. Ma si sceglie se vivere quell'amore o no. Io ti ho aperto il mio cuore, in modo che tu possa fare altrettanto con lo scricciolo che ti piace. >> mi fece un saluto e se ne andò. Ero rimasto perfettamente in balia di quell'esserino dai capelli blu, di quella piccola marmocchia topo di biblioteca. Come diavolo era potuto succedere? E soprattutto, cosa diavolo avrei dovuto fare in quel momento? Avrei dovuto correrle dietro? O aspettare che tornasse dalla missione per parlarle ancora? E se non fosse mai tornata? Quell'ultimo pensiero mi mise in un'ansia tale che mi venne la tachicardia. No, quella mocciosa doveva tornare dalla missione, altrimenti cosa sarebbe stato di me? Sarei dovuto andare avanti senza di lei, senza la sua vocetta petulante che veniva a darmi il buon giorno appena entrato in gilda, senza il suo peso piuma che si sedeva di fianco a me anche solo per stare in silenzio e leggere un libro, senza la sua preoccupazione costante che io mi facessi male da qualche parte o in combattimento, e senza le sue fasciature ogni volta che, per l'appunto, mi facevo male sul serio. Semplicemente, senza di lei. E allora capii di volerla proteggere, ma non tanto per lei, quanto per me, per la paura di dover stare senza di lei.

Sì, era mero egoismo il mio, non c'era niente di puro e di dolce nella mia voglia di averla per me e basta. Per quello, decisi che dovevo andare in missione con lei. Magari ci saremmo urlati addosso, magari avremmo litigato tutto il tempo, ma sarebbe stato di certo meglio che aspettare in gilda senza aver neanche voglia di combattere!

Corsi fuori di casa a perdifiato, corsi per le strade di Magnolia fino ad arrivare alla stazione. Presi dei profondi respiri, sentendo già la nausea bussare alla porta dello stomaco prepotentemente, e mi infilai nell'unico treno per Gallowstone. Lo percorsi tutto, dall'inizio alla fine, per poi arrivare al binario dove stava l'affarino blu. Mi sedetti di fronte a lei, cercando di attirare la sua attenzione, visto che stava già leggendo.

<< Sei venuto lo stesso. >> mormorò, senza distogliere lo sguardo dal libro. << Nonostante non sopporti i treni. >> dall'enorme copertina sbucarono i suoi bellissimi occhi marroni.

<< Ho pensato che fosse meglio così. >>

Lei chiuse delicatamente il tomo, lo appoggiò sul sedile di fianco a lei e si alzò molto piano. Trovavo che fosse una bellissima fata. Mi si avvicinò e si sedette di fianco a me, appoggiando la testa alla mia spalla. << Sono così felice che tu sia qui... >> sospirò piano.

<< Non montarti la testa. La coniglietta mi avrebbe sicuramente ucciso se fossi tornato in Gilda prima di te. >> brontolai, incrociando le braccia.

Lei chiuse gli occhi e ridacchiò. << Certo, certo. Lucy fa davvero paura a volte. >>

Andava bene così. Sì, l'avrei posseduta di sicuro. Non volevo solo il suo corpicino minuto, ma anche il suo cuore, la sua testa, le sue viscere. Tutto di lei, anche i capelli, doveva essere mio, di mia esclusiva proprietà. E ci sarei riuscito, sicuramente... ma per il momento, mi potevo anche accontentare di guardarla dormire e cercare di proteggerla dagli incubi: anche i suoi sogni sarebbero stati miei.

  
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