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Autore: Goran the Ancient    01/02/2014    2 recensioni
Ombre del recente passato tormentano una fata, che si troverà a compiere una scelta impossibile per il bene suo e di un suo caro... il punto è: riuscirà a mantenere se stessa o perderà il controllo del proprio fato? Il segreto è saper mantenere l'equilibrio.
Seguito di 'Shock Termico'
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tecna, Timmy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ascensione'
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Capitolo 7 – Riunione e Separazione

 
“-na… e-‘na… T’-na… Tecna!”
Sentendo chiamare il proprio nome, con indolenza e riluttanza, riprende i sensi.
“Cosa… cosa sta… Musa?”
“Va tutto bene, Tecna, mantieni la calma, ok?”
Se la fata della musica avesse voluto impegnarsi a trovare parole più sbagliate, non ci sarebbe riuscita.
“P-perché mi dici questo? Dov’è Timmy? Sta bene?”
“Si, è fuori pericolo; si sta riposando e-“
“E allora cosa?”
Poi capisce: nota che ancora vede il mondo con gli occhi del caos, e ciò le dice tutto.
“Sono io… è successo qualcosa a me, vero?” lo sguardo della fata di Melody è più eloquente di qualsivoglia opera di fine oratoria.
Sospira e solleva una mano e, benchè abbia ancora la flessibilità e la sensibilità di un arto in carne e ossa, ciò che vede è un braccio metallico, simile a quello di un avanzatissimo aneroide.
“Non è una protesi, vero?”
Musa scuote il capo.
“No.”
Inspira profondamente e fa cenno all’amica di farle posto, così da potersi rialzare senza problemi; mentirebbe a se stessa se dicesse di non temere ciò che la attende.
Il lieve clangore dei suoi piedi che toccano terra le fa abbassare lo sguardo e trovare un paio di zampe caprine; al pari delle braccia, il suo intero corpo è coperto da una pelle metallica nera, solo dal seno in su e i palmi delle mani il derma è bianco… nota un movimento, alle sue spalle, e scopre che, dal suo coccige, si protrude una lunga e liscia coda sinuosa, simile a un cavo, terminante in una spina elettrica.
“Ok, manteniamo la calma… ho la coda, ho gli zoccoli e, a quanto pare, sono coperta da pelle di metallo organico… altre bizzarrie? Hai uno specchio?”
“Tecna, forse-“
“Musa, ti prego, non ricadiamo nei cliché, voglio solo…” nota la telecamera di sicurezza all’angolo della stanza in cui, dopo il suo mancamento, è stata alloggiata “Lascia perdere, faccio da sola!”
Dalla sua schiena, sotto ad una delle scapole, fuoriesce un cavo sottilissimo che, adattando la sua estremità, si connette al dispositivo video e si osserva, non sa come sapesse di poterlo fare, le è semplicemente venuto naturale!
Si osserva con attenzione: su spalle e anche vi sono ‘pannelli dermici’ che emettono una debole luminescenza verde, sulla schiena, dove, in forma di fata, emergerebbero le ali, fuoriescono due lucidi coni di tanto in tanto attraversati da brevi scariche energetiche, il suo viso è completamente latteo e, dal lato destro della sua fronte, proprio in corrispondenza della sua caratteristica frangia fa capolino un affilato corno rivolto verso l’alto; la definizione dell’immagine è abbastanza alta da vedere il forte contrasto fra le iridi verde acqua e le sclere nere.
Tace…
È molto da assimilare: non è un ragno, e questo è già qualcosa ma… ciò non rende la situazione meno complessa.
“Sono un demone… sono un demone cyber-organico…”
La calma le viene stranamente naturale: non è la calma fredda e analitica che, un tempo, la caratterizzava, ma una calma nata dalla tranquillità e dall’accettazione… sa che dovrebbe essere shockata, eppure non la è!
Osserva con interesse il proprio nuovo corpo, analizza ogni dettaglio e, sorprendentemente, si scopre già a conoscenza di ogni sua capacità: è conscia della esatta resistenza ed elasticità del suo insolito derma, sa dei piccoli tentacoli retrattili sul suo dorso, uno dei quali sta usando per collegarsi alla telecamera, sa quanto i suoi artigli siano affilati e come usarli per non ferire… è come se, fin falla nascita, il suo corpo si stesse preparando a tutto ciò… questo è il suo corpo!
Questa è la vera Tecna!
“T-Tecna… tutto bene?” domanda, cauta, la fata della musica, mentre l’interpellata si disconnette.
“Oh, si! Devo dire che sto alla grande!”
Si muove per tentativi, ansiosa di sperimentare ciò che questo suo nuovo stato d’essere può trasmetterle.
“Mi sento incredibilmente su di giri: sento di riuscire a liberare la mente e a smettere di dare peso a ciò che ha senso e a ciò che non ne ha… è fantastico! È questo che provate, quando vi rilassate? Avrei dovuto provare prima! Se questi sono gli effetti del caos, allora sono veramente lieta di aver perso il controllo e-“
“Ferma un attimo; caos? A cosa ti stai riferendo?”
“Al caos primordiale, che altro? Di certo non al disordine nella stanza di un bambino! Sono tornata su Silansha e-“
“Cosa?” la interrompe, urlando, Musa “Ma sei impazzita? L’ultima volta non sei uscita di testa per miracolo!”
“Musa, era per la salvezza di Timmy e-“ Tecna cerca di spiegarsi, prima di venire nuovamente intercettata.
“E ora sei diventata una specie di robot-demone! Prima Bloom, poi Flora e Roxy… e adesso tu? Io… io… Tecna… è solo una mia impressione, o stiamo cadendo una dopo l’altra?”
“Non so cosa risponderti… ammetto che sia inverosimile pensare  che siano solo coincidenze ma, in tutta onestà, le mie priorità, per ora sono altre: dov’è Timmy?”
A Musa non piace che i suoi timori e le sue preoccupazioni vengano ignorati, ma può ben comprendere il motivo che spinge l’amica a farlo.
“È nella stanza accanto: ti abbiamo messa in questa perché, come avrai notato, sono tutte singole…”
Tecna annuisce e, prima d’oltrepassare l’amica, le posa una mano sulla spalla.
“Non ho snobbato ciò che mi hai detto: semplicemente, ora, tutto ciò che voglio è tornare ad abbracciare l’uomo per cui ho fatto tutto questo… almeno un’ultima volta…”
Musa la lascia passare e, solo una volta che la demone varca la soglia, pare realizzare quanto le sia appena stato detto.
“’Almeno un’ultima volta’? Aspetta un attimo… Tecna!”
  
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