Harry & Lottie
And that is how I knew you were the one
-Leanrt to love again by Lawson-
Charlotte Tomlinson, chiamata
semplicemente Lottie, percorse la strada che divideva la scuola e casa sua con
passi veloci e un andamento irremovibile. Aveva vissuto in assoluto una delle
peggiori giornate della sua vita e ancora non poteva crederci.
-Lottie, amore, aspettami!- esclamò una voce
affannata per via della corsa fatta. La ragazza continuò imperterrita a
camminare.
-Ehi, piccola, mi senti?-
Lottie lo ignorò e strinse le mani a pugno.
Avrebbe tanto voluto piangere.
“Ma non lo farò. Non in mezzo
alla strada. Aspetterò di arrivare a casa”
Alla terza volta che sentì la voce del
ragazzo aumentò il ritmo e riuscì a raggiungere la via dove abitava.
“Ancora un centinaio di metri e
potrò lasciarmi andare” pensò,
trovando questa cosa stranamente rassicurante.
-Lottie!- la richiamò con estrema durezza. Lei
si girò soltanto in quel momento. -Ti sto correndo dietro da quando siamo
usciti da scuola-
Martin, il suo ragazzo storico, la stava
osservando con un'espressione a metà tra il confuso per il suo comportamento e
l'irritato essere stato ignorato.
-Lasciami stare, Martin. Devo andare a casa-
disse con voce debole, sperando di non scoppiare davanti a lui.
-Ma... cos'è successo?- domandò il ragazzo,
alzando un sopracciglio.
Lottie scosse la testa, senza parole, e
riprese a camminare. Sentì i passi di lui cercare di andarle dietro, ma se ne
fregò. Arrivò proprio nel vialetto di casa e tirò fuori le chiavi,
avvicinandosi alla porta.
-Ti vuoi fermare?- chiese,
prendendole il braccio e farla girare verso di se.
Lottie a quel gesto lo
bruciò con lo sguardo.
-Te ne vuoi andare!- affermò con
tono duro e fermo.
-Ti prego, non dirmi che sei ancora
arrabbiata per quello che ti ha detto tua sorella- esclamò Martin, mettendosi
al suo fianco. -Perché io non ho fatto niente di niente con Sam, capito? Non
siamo nemmeno amici. E sei tu l'unica ragazza che voglio-
Dalla bocca di Lottie uscì una risata amara.
-Niente di niente, eh?- ripeté, rivivendo la
scena di qualche ora prima. Una lacrima le rigò il viso. E ne seguirono la
seconda, la terza, la quarta... Così tante che ne perse il conto. Cercò di
schiarirsi la voce, che era tremante. -Baciarla tu lo chiami niente?-
Il viso di Martin diventò di un colorito
pallido. La sua espressione diventò dispiaciuta. Ma la sua voce lo tradì, poiché
parlò con quella punta di paura che non giovò per niente. La paura di essere
stato scoperto.
-Avevi detto che non credevi a Fizzy e alle
cose che ti ha raccontato su di me-
Lottie si morse l'interno della guancia per
non urlare e si voltò per aprire la porta.
-Quindi... che cosa provi per lei?- sussurrò,
senza guardarlo.
-Lottie, per favore, non farmi domande
simili. Lo sai benissimo che non sono nemmeno amico di Sam. Non posso
ripetertelo ogni volta- rispose lui, facendo l'indifferente. -È stato solo un
bacio, è vero. Un errore. Nient'altro. Non fare la paranoica-
La ragazza entrò in casa, scossa. Il suo viso
era completamente bagnato per via delle lacrime e, anche se si impose di non
farlo con lui davanti, non poté fare a meno di scoppiare in un pianto doloroso.
-Paranoica? Dopo tutte le scenate di gelosia
che mi hai fatto te sarei io quella paranoica?- sbottò, tra un singhiozzo e
l'altro.
-Con tutti i ragazzi che ti vengono dietro
non puoi darmi torto, Lottie- si giustificò Martin con una smorfia.
-Ah, quindi ora è colpa mia?-
-No, dico soltanto che stai esagerando. Sam
non significa niente per me-
-Dovresti proprio rivedere il significato
della parola "niente"- mormorò la bionda, allibita. -E, cavolo, si
chiama Samantha. Visto che ti ostini tanto a dire che non siete neanche amici,
potresti non prenderti tutte queste confidenze con lei?-
-Lo sapevo che eri solo gelosa!- replicò lui,
sorridendo. -Ma dovresti ricordarti che amo solo te-
Provò ad abbracciarla ma Lottie si scansò, incredula.
-Ti ho visto mentre la baciavi, mentre le
dicevi che vi sareste divertiti stasera alla festa, senza me intorno- disse,
dura. -Sembra proprio che sia tu a dovertelo ricordare-
Un altro singhiozzo che riuscì a placare.
Altre lacrime che non riuscì a fermare.
-Lottie, non è come credi-
-E com'è, allora?- lo incitò lei, distrutta.
-Non provo niente per Sam... antha-
-Rincuorante- mormorò la bionda, ironica.
Sbatté le palpebre ripetutamente e lo guardò negli occhi. -Dimmi la verità, per
una volta. Ci sei anche andato a letto?-
La verità, però, era che non voleva saperlo.
Forse perché la risposta la conosceva e non voleva sentirla.
-Amore... non...- esitò lui, incerto.
-Dimmelo- gridò, distrutta ed esausta dalle
continue parole a vanvera dell’ex. Passarono
alcuni secondi e Lottie si chiese perché mai ci fosse quel silenzio tombale in
casa. Le sue sorelle le aveva viste tornare prima di lei e i genitori erano a
lavoro. E il fratello, beh, lui non c’era mai. Quindi era l’ultimo dei suoi
problemi.
-Sì... è successo. Ma ti assicuro che non è
significato niente per me. Non...-
Lottie lo interruppe, piangendo più
rumorosamente. -Vattene!-
-Fammi spiegare, piccola. Ti prego-
-Non chiamarmi così. Vai via... Non farti più
rivedere qui, Martin- urlò, in preda alla disperazione e alla tristezza.
-Lottie, ti prego..-
-Te ne vuoi andare!-
-Lasciami spiegare..-
-Ha detto che devi andartene- intervenne una
voce profonda.
Lottie si voltò verso il salotto, che
dall'ingresso non si poteva vedere. Le chiavi di casa le scivolarono di mano e
caddero per terra, producendo un tonfo ed un tintinnio fastidioso. Harry Styles
era lì, con le braccia incrociate al petto e uno sguardo tremendamente serio. Louis, il fratello della ragazza, lo
affiancò, guardandola con dispiacere. E Lottie fece l'unica cosa che riuscì a
salvarla da quella situazione: scappare in camera sua e infilarsi sotto le
coperte per piangere senza essere sentita. Era stata umiliata da Martin e tutti
nella scuola lo avevano saputo subito. Il guaio peggiore era proprio che lei lo
amava, anche se molte persone, i suoi genitori in primis, continuavano a
sostenere che a diciassette anni non poteva essere una cosa seria.
-Cazzate...- mormorò, con la voce rotta.
Ma nonostante il suo sentimento per Martin
fosse così forte, non poté fare a meno di sentirsi sollevata: non ne poteva più
di venire presa in giro.
“E chissà da quanto andava avanti..”
Un colpo alla porta le fece alzare la testa.
-Non... non voglio vederti Martin. Va' via-
Ma la porta si aprì comunque, in barba alla
sua risposta, e così Lottie afferrò il cellulare e lo lanciò addosso al
ragazzo, senza nemmeno voltarsi a osservarlo. Non aveva pensato che potesse
essere qualcun altro.
-Lottie... non sono Martin. Sono Harry-
In quell'istante la bionda si girò. Il ragazzo si era chinato in tempo per schivare il
telefonino e questo era andato contro la parete del corridoio, ammaccandosi e
aprendosi in due.
-Scusa... Io non volevo colpire te- si scusò
timidamente.
Harry avanzò fino a raggiungere il letto e si
sedette sul bordo.
-Non importa. Non mi hai preso- minimizzò,
scrollando le spalle. -Ascolta... sono venuto qui per vedere come stavi.
Quindi, se posso fare qualcosa per te, dimmelo-
Lottie scosse la testa, affondando subito
dopo il viso nei cuscini.
-Non puoi fare niente, Harry-
-Invece sì- ribatté lui, serio. -Posso farti
stare meglio. Come quando eravamo migliori amici-
La ragazza tirò su col naso, ripensando alla
loro amicizia. Avevano stretto un legame profondo appena si erano conosciuti,
ovviamente grazie a Louis. Era partito tutto da X-Factor.
-Non lo siamo più... perché tu hai preferito
che andasse così- osservò lei, alludendo al momento in cui Harry l'aveva
salutata, prima di andare in tour, dicendo che probabilmente non si sarebbero
più rivisti.
-E non te ne faccio una colpa- continuò,
asciugandosi le lacrime con la manica della felpa. -Lo so benissimo che eri
troppo impegnato e tutto il resto. E di sicuro non sono la scelta migliore,
visto che frequenti persone famose come te-
Harry allungò il braccio per appoggiarlo
sulla spalla di lei.
-Non ho mai voluto allontanarti da me-
rivelò, parlando lentamente. -E non penso che la fama c'entri molto-
-Allora perché tutti preferite sempre
abbandonarmi? Sono così una brutta compagnia?-
Il riccio sospirò. -Non devi pensare a quel
coglione di Martin. Non ti merita neanche un po'-
Aveva raggirato la sua domanda così
velocemente che Lottie non se n'era accorta.
-Stavamo insieme da due anni-
-Lo so-
-E lo amavo-
-So anche questo-
“Purtroppo” avrebbe voluto aggiungere
il riccio.
-Come posso dimenticarlo così facilmente dopo
tutto ciò?-
-Devi andare avanti. Devi fargli vedere che
non ti importa. Così sarà lui a soffrirne-
Harry, senza preavviso, si sdraiò sotto le
coperte con lei, proprio come facevano quando erano amici. Lottie, anche se un
po' incerta, appoggiò la testa sul suo petto e si lasciò accarezzare i capelli.
Rimasero così per alcuni minuti, senza proferire parola. Poi il riccio le posò
un bacio sulla fronte.
-Te ne andrai anche questa volta?- domandò la
ragazza, alzando il viso per guardarlo meglio negli occhi. Si ricordò subito di
quanto si era innamorata di quegli occhi smeraldini quando l'aveva conosciuto.
Ma si era imposta di non dirglielo, di rimanergli soltanto amica. E dopo tutti
i suoi sforzi, Harry l'aveva abbandonata.
-No, resterò. Resterò per farti stare meglio-
rispose Harry, accarezzandole delicatamente una guancia. -E domani vengo a
prenderti a scuola, così usciamo e passiamo del tempo assieme-
-Davvero ti va?-
Harry annuì. Era il momento che aspettava da
quando l'aveva incontrata.
Il giorno seguente, Lottie uscì da scuola e
salutò le sue amiche.
Aveva accuratamente evitato Martin, che
sembrava meno dispiaciuto che mai. Lui e Samantha avevano aspettato di non avere
ostacoli per mettersi ufficialmente insieme.
“Si è consolato proprio in
fretta”, pensò
la bionda, vedendoli uscire all'aria aperta e avviarsi al parcheggio.
Harry non era ancora arrivato. E la ragazza
non poté fare a meno di pensare che probabilmente avrebbe atteso invano. Per un
motivo o per l'altro non credeva che lui si sarebbe ricordato. Era un cantante
famoso, ora, proprio come Louis. E
Lottie non riuscì a fare a meno di pensare quanto poco avesse visto suo
fratello negli ultimi tempi. Era molto
contenta per la sua popolarità e per la sua carriera ma desiderava tanto poter
passare delle giornate a ridere e scherzare con lui, come quando erano più
piccoli.
-Ehi, Lottie. Scusami per il ritardo-
Appena sentì la voce di Harry, Lottie si
voltò con un sorriso leggero sul volto. Si era seduta sul muretto fuori da
scuola per aspettarlo e il tempo era passato quasi senza che se ne accorgesse.
Erano le tre e trenta.
-Ben trenta minuti- gli fece notare,
issandosi giù dalla sua postazione per avvicinarsi a lui.
-Eh, lo so- replicò Harry, mordendosi il
labbro inferiore. -Ma è per una buona ragione. Che ora non ti posso dire-
-Oh... ok, non importa. Non sono arrabbiata-
Un po' si sentiva dispiaciuta perché lui non
voleva dirle il motivo del ritardo. E non sopportava proprio tutto quel disagio
nel parlare.
-E... senti, Harry, siamo stati molto amici.
Non c'è bisogno di nascondere cose simili. Si capisce che c'entra una ragazza-
Il riccio, sorpreso, alzò un sopracciglio.
Poi, si limitò ad annuire.
-Hai ragione. Scusami-
-Perché continui a scusarti? Non ti riconosco
quasi più- chiese lei, facendosi scappare una risatina.
-Mah... credo sia perché devo darti ragione
per forza-
-E per quale motivo?-
-Per colpa di quel coglione. Non voglio
contraddirti. Rischierei di farti star male-
“Beh, gentile da parte sua.”
I due camminarono in silenzio per
qualche minuto, pensando. E poco dopo Harry annunciò di volerla portare al Luna
Park. Lottie non ci avrebbe mai
creduto se glielo avessero detto ma in quelle ore aveva completamente
dimenticato tutta la faccenda di Martin. E tutto ciò grazie soltanto a Harry.
-Allora, che ne dici se ci sediamo lì?-
domandò proprio il riccio, una volta usciti dal Luna Park. -Così parliamo un
po'-
-Certo- accettò la ragazza, seguendolo fino
ad una panchina all'ombra di un albero secolare. Si accomodarono, lasciando
stranamente un grande spazio in mezzo. -Ah, Harry, prima di tutto volevo
ringraziarti. Mi sento molto meglio-
-Non ringraziarmi, davvero, non me lo merito-
Lottie era stupita nel sentirlo parlare così
seriamente. Era sempre stato un ragazzo un po' scapestrato.
-Quindi... ti sei divertita con me?- le
chiese, guardandola dritto negli occhi.
Lottie annuì con enfasi,
sorridendo. -E' stata una giornata bellissima. E spero che sia stato così anche
per te, visto che al momento non sono molto di compagnia...-
Harry scosse la testa, facendole pensare al
peggio. Però, poi, sorrise e gli spuntarono quelle fossette che la ragazza
adorava.
-Sono stato benissimo anche io- assicurò.
-Posso chiederti una cosa?- fece la bionda,
curiosa. Harry annuì. -Perché mi hai invitato fuori, oggi?-
Il riccio si passò la lingua sul labbro,
riflettendo.
-Perché volevo farti distrarre, come prima
cosa. E...-
-E, cosa?-
-Volevo un tuo consiglio-
-Spara- esclamò Lottie, incoraggiandolo con
un sorrisone. Non sapeva quanto lo facesse impazzire, sorridendo in quel modo.
-Si tratta del motivo per cui ho ritardato a
venire- iniziò lui, cercando le parole.
-Ah, per quella ragazza! Ho capito, dimmi
tutto-
Lottie faceva finta di non aver provato
nessun dispiacere a tornare sull'argomento. In fondo, Harry poteva esserle solo
amico. E lei si sentiva ancora tremendamente male per Martin.
-Lei non sa di piacermi- continuò Harry,
sospirando. -Le ho chiesto di uscire e le ho pure preso un regalo-
Tirò fuori una scatolina rossa dalla giacca e
la passò a Lottie per fargliela vedere.
-Posso vederlo?- domandò la bionda.
-Certo. Ho bisogno del tuo parere-
Lottie aprì la scatolina e ci trovò dentro
una collana d'oro dal ciondolo a forma di cuore con iscritte sopra due
iniziali: H e C.
-Wow... Le piacerà molto- ammise, sperando
che un giorno o l'altro anche lei potesse essere la destinataria di un regalo
così, fatto col cuore. Harry emise una risata e abbassò lo sguardo
sulle sue scarpe eleganti, desiderando che fosse davvero tutto così semplice.
-Davvero lo credi?- domandò, non riuscendo a
nascondere una punta di insicurezza.
-Certo. Ne sono sicura- confermò Lottie,
annuendo. Evitò lo sguardo di lui senza accorgersene. Quindi, aggrottò le
sopracciglia. -Non capisco, però, come mai ti stai facendo tutti questi
problemi. Perché non glielo hai ancora dato?-
Un altro sorriso, a metà tra il divertito e
l'amareggiato, spuntò sul volto di Harry.
-Non è facile. Perché vorrei tanto dirle delle
cose che finora mi sono sempre tenuto dentro- rispose. -E non so come
reagirebbe-
-E cosa vorresti dirle, se posso chiedere?-
indagò la bionda, accantonando i pensieri che continuavano a frullarle per la
testa.
-Vorrei dirle che mi piace da impazzire, che
la penso in ogni momento. Che non desidererei altro che farla stare bene-
Lottie esitò prima di rispondere. Quelle
parole erano davvero dolorose. Dolorose poiché fino a qualche tempo prima
avrebbe voluto essere lei a riceverle.
-Come si chiama?- chiese soltanto.
-Charlotte-
La ragazza provò a sorridere di nuovo. Ma non
fu un sorriso sincero. Si sentiva talmente egoista, poi. -Caspita, abbiamo lo
stesso nome. Solo che lei è molto più fortunata, visto che piace ad un ragazzo
che non la farebbe mai soffrire-
-Non credo che sia stata fortunata a
piacermi. Penso, invece, che potrebbe essere doloroso per lei, trattandosi di
me. Ma non posso fare a meno di pensare a quanto sia dolce, bella e simpatica.
A quanto mi piaccia-
La situazione per Lottie si stava facendo
complicata. Da una parte non voleva sapere altro, perché un pochino gelosa;
dall'altra voleva solamente essere felice per l'amico e sperare che un ragazzo
come lui le facesse dimenticare la recente rottura.
-Perché adesso non vai da lei e le dici tutto
quello che mi hai appena detto? Così le dai anche la collana. Sono sicura che
apprezzerà ogni singola cosa- disse la bionda, desiderosa di poter troncare il
discorso
Harry si lasciò sfuggire un'altra risatina.
-E' anche per questo che ti adoro-
-Cosa? Perché?-
-Perché sei così. Perché preferisci ricevere
delle parole dette col cuore piuttosto che un regalo. Sei fantastica, Lottie-
Lei scosse la testa. -Non è vero-
-E' vero- replicò Harry, convinto. -E sei
anche la ragazza più dolce e divertente che abbia mai incontrato-
-Però non piaccio a nessuno- mormorò Lottie,
rattristandosi.
Harry appoggiò una mano sotto il mento di lei
e attirò il suo viso.
-Non è vero neanche questo. Tu non sai quanto
vali. Ti sottovaluti sempre- la riprese dolcemente, portandole indietro una
ciocca di capelli. Lottie si scostò
istintivamente, allontanandosi da lui.
-Ti conviene andare da quella ragazza e dirle
la verità- disse, iniziando ad avviarsi verso casa. Non voleva più sentire
delle frasi del genere dalla sua bocca. Non da lui. Non dal ragazzo per cui
aveva segretamente provato qualcosa due anni prima. Non se lui era presa da
un'altra e stava cercando soltanto di consolarla per la rottura con Martin.
“Sapevo di fargli pena ma non fino a
questo punto” pensò, triste.
Harry l'affiancò e le prese la mano,
facendola fermare. Dopo, si parò davanti a lei e le porse la scatolina.
-Che fai?-
-Sei tu la Charlotte di cui parlavo. Sei tu
la ragazza che mi ha rubato il cuore. E questo- Harry indicò il regalo con un
sorriso ampio. -è per te-
-No... tu stai scherzando- sussurrò Lottie,
quasi scioccata. S'era aspettata di tutto ma non quello. Non una rivelazione
simile. Non in quel momento, anche se i suoi pensieri erano stati concentrati
su di lui per tutto il tempo.
-No, sono serissimo. Mi sono innamorato di
te, ormai-
La bionda deglutì, gli occhi spalancati per
la sorpresa. Ma non poteva davvero lasciarsi andare. Stava soffrendo ancora
troppo per Martin.
-Non posso. Scusa... io... devo andarmene-
Districò la mano da quella di Harry e corse
via. Non sapeva neanche perché aveva
ricominciato a piangere. Sapeva soltanto che provava ancora qualcosa di molto
forte per il riccio e questa cosa le faceva così paura da preferir fingere che
fosse solo a causa di Martin che non poteva dirgli di sì. Rimase fuori fino alle otto di sera per riflettere. Aveva anche paura di far la scelta sbagliata.
Era terrorizzata dal pensiero di poter soffrire. Ma di una cosa era sicura: il
suo cuore gridava il nome di Harry da troppo tempo. Lei non l'aveva mai
dimenticato del tutto ma la relazione con Martin le aveva fatto accantonare
quel sentimento. Se lo era quasi
imposta. E ora che quella relazione era terminata, che senso aveva rifiutare
Harry? Dopo tutto quello che aveva
avuto il coraggio di dirle e dopo il regalo, perché voleva farlo soffrire
ancora? Con più determinazione di
quanta pensasse di averne, Lottie tornò a casa, speranzosa.
Trovò Louis sul divano. Harry non c'era.
-Lou, sei da solo?- domandò.
“Ti prego, fa' che non sia
così”
-Mh no. Le gemelle sono di sopra. Fizzy è in
cucina. E mamma e papà sono ancora a lavoro-
-Harry? Harry dov'è?-
L'espressione di Louis si fece immediatamente
sorpresa. -E' partito poco fa. Ha detto che non poteva rimanere a Doncaster-
-No... non ancora- mormorò la bionda. Non
poteva essersene andato di nuovo. Non poteva averla lasciata.
“E questa volta per colpa
mia” si ricordò.
-Come mai lo stai cercando?-
Lottie alzò lo sguardo sul fratello. -Dovevo
ringraziarlo-
-Per cosa?-
-Mi ha fatto capire molte cose. La più
importante è che... sono sicura di amarlo-
-COSA?!- esclamò il castano. Si alzò dal
divano e la raggiunse.
-Ok, ok, calmati. So che sei mio fratello e
lui è il tuo migliore amico. Ma ormai non credo ci sia niente da fare. Non devi
preoccuparti- lo anticipò lei, trattenendo a stento le lacrime per non averlo
capito prima.
-Oh... cazzo. Mi ha detto che una ragazza
l'ha rifiutato ma non credevo parlasse di te- fece il fratello, sconvolto. -E'
per questo che se n'è andato?-
Lottie annuì. -Colpa mia-
-Sì, effettivamente è colpa tua- confermò una
voce profonda, facendoli sobbalzare. Harry, il diretto interessato stava
entrando in salotto. -Ma non ce l'ho fatta a lasciar perdere. Non dopo tutte le
cose che ti ho detto, Lottie. Non dopo due anni che ci sono riuscito-
Lottie, presa da una gioia incontenibile, non
pensò al fatto che suo fratello era in quella stanza e nemmeno al fatto che si
era lasciata con Martin solo il giorno precedente. Corse da Harry e lo baciò, facendolo finire contro
la porta per la sorpresa. E, quando
Louis si schiarì la voce per segnalare la sua presenza, si staccò da lui e
disse ciò che avrebbe voluto dirgli quel pomeriggio
-Anche io sono innamorata di te, Harry-
Fu così che i due si misero insieme.
Come state?
Allora questa bellissima OS, scritta da Book Lover Girl, è tratta dalla mia FF: Remember When (questo è il link della ff: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2301655&i=1) in cui c'è questa bellissima coppia.
Questa scrittrice bravissima si è offerta di scrivere due OS, che riguardassero le altre coppie della storia, infatti nella FF originale si parlerà solo di Louis e Brooke, i due protagonisti.
Detto questo, come vi è sembrata? Ma soprattutto vi è piaciuta?
Io e Book Lover Girl ci teniamo tantissimo a questa ff quindi, per favore, FATECI SAPERE. (è anche un modo per migliorare il nostro modo di scrivere. E poi credo che dopo tutto l'impegno che ci abbia messo per scriverla, è anche giusto che si meriti qualche recensione u.u)
Quindi, FATECI SAPERE TUTTE LE VOSTRE OPINIONI. ACCETTIAMO DI TUTTO :3 (soprattutto voi, Lettrici silenziose. Non abbiate il timore di dire cosa ne pensate perché solo grazie alle vostre opinioni possiamo migliorare come autrici u.u)
Infine vi lascio con la foto dei due personaggi principali e con i link delle nostre storie:
Mia: Remember When (il link è sopra :) Commentate per favore. Accetto di tutto :)
Storie di Book Lover Girl:
-http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2304920&i=1 (una fantastica crossover tra Demi Lovato e The Script)
-http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2389050&i=1 (una fantastica OS su Zayn Malik e Ariana Grande)
Vi giuriamo, sia per le sue che per la mia, CHE NON VI DELUDERANNO :D
Per chi non avesse letto l'altra os dedicata alle coppie di Remember When, questo è il link per leggerla (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2391755&i=1). Anche qui, per favore recensite con tutte le vostre opinioni: Accettiamo di tutto. Fateci arrivare almeno ad una/due recensione in entrambe le OS.
A presto.
_browns eyes_ e Book Lover Girl
(Lottie :D)
(Hazzaa *^*)