I - Le mitiche Cinque
Dafne: diciassette anni, bionda naturale, occhi colore del mare, fisico slanciato, il sogno proibito di tutti gli uomini della sua città. Viveva con la sorella, donna in carriera inquadrata e pungente, ogni tanto scappava dalla madre, una quarantenne con poco più che la passione per lo shopping e spendere i soldi del nuovo marito. Il padre era morto quando aveva appena quattro anni.
Elettra: sedici anni, la ragazza più aggressiva che si potesse incontrare. Era sempre davanti un giudice per aver rubato qualcosa, graffiato la macchina di un insegnante, sporcato i muri della città. Era l’ombra della comunità, precisamente di sua madre: donna raffinata con buon gusto; ma Elettra era la figlia del peccato. Una notte di follia, un amico di famiglia ed ecco la nascita dell’ombra. Capelli neri come la pece, occhi vispi e vivi colore del ghiaccio, forse troppo alta.
Mirella: quasi diciassette anni, perennemente innamorata dei ragazzi sbagliati, si è lasciata rubare il cuore e poi l’ha visto mentre lo mettevano all’asta. Ogni tanto la chiamano Ella. Capelli corti rossi, occhi scuri, pelle troppo bianca. Qualcosa da ammirare.
Fiore: sedici anni, organi spacciati. Si droga da quando aveva quattordici anni, scappa dinnanzi le difficoltà, le amiche la chiamano Escape Flower. Bella sotto la luce, temibile al buio, nessuno riesce a vederla quando si accuccia negli angoli di strada in attesa che qualcuno la salvi da stessa, ma sa bene che l’unica che può farlo è lei, e nessun altro. Minuta, capelli castani perennemente legati in una coda malriuscita, occhi velati verde scuro.
Viola: diciassette anni e problemi a casa dallo stesso tempo. La sua natura estroversa la porta spesso a scontri diretti con i genitori, causandole problemi indesiderati. Il suo sogno è quello di dimostrare che l’amore esiste, che non è fuori moda, che dentro di noi c’è ancora amore, ma fa finta di non sapere niente riguardo questo sentimento, si nasconde dietro se stessa continuamente. Capelli castani, occhi verdi, simile ad una perla incrostata di sabbia, ma ugualmente bella e rara.
Ed eccole qui, le mitiche cinque. Raccontare le loro storie intrecciate l’una dentro l’altra, unite nel bene e nel male, è patetico forse, ma necessario. Perché dentro ognuno di noi c’è un pezzo di Dafne, uno di Elettra, un altro di Mirella, c’è la paura di Fiore, la ribellione di Viola. Questi sentimenti sono dentro ognuno di noi, in un modo o nell’altro. E non possiamo fare a meno di vederle queste cose, osservarle e sperare che ci sia sempre qualcuno disposto a dirci come fare, come agire se la situazione ci si presenta. La vita non è un manuale di educazione, ripete Dafne alle sue amiche. La vita non è pagare i conti di altri, asserisce Elettra. La vita non è mettersi all’asta, ribadisce Mirella. La vita non è restare fermi, è movimento, suggerisce Fiore. La vita non è fare finta che qualcosa esiste mentre non c’è, conclude Viola.
Erano cinque e ognuna aveva la propria storia, bella o brutta, triste o felice. Erano cinque e avrebbero dominato il mondo se avessero potuto.
Noi siamo loro: le piccole stelle senza cielo.