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Autore: Sophie_moore    02/02/2014    0 recensioni
Vedi un guizzo fuori dalla finestra, così salti sul letto e vai a chiudere la porta a chiave, in modo che la mamma non ti veda parlare con lui. La mamma non capisce niente, lo sai, crede che Jin abbia una brutta influenza su di te. Ogni tanto glielo fai notare che non lo vede come lo vedi tu, e allora lei ti dà uno schiaffo. Però le vuoi bene, anche se lei non ne vuole a Jin.
Pazzia scritta sui banchi dell'università... spero vi piaccia!
Genere: Azione, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Mamma, mamma! Voglio diventare come Jin!!! >>

<< Myriel, combattere non fa per le belle signorine come te… >> la mamma non ti crede, tesoro. Non potrai mai pensare di diventare come Jin, perchè lui ha qualcosa che tu non hai.

Lo vedi che non ti crede, perciò fai il broncio e scappi in camera tua. Non avete tanti anni di differenza tu e Jin, non è vero? Circa tre o quattro, eppure lui ti supera in altezza di venti parti. È grande e bello Jin, sembra un colosso ai tuoi occhi, tu, che sei piccola e magrolina. Ma per Jin sei bellissima, ti tocca sempre i capelli e dice che sono del colore dell’oro, e dice anche che hai gli occhi più grandi e profondi del mondo conosciuto. Lui ti adora e tu adori lui, viene a trovarti ogni giorno e vorrebbe scappare con te.

Vedi un guizzo fuori dalla finestra, così salti sul letto e vai a chiudere la porta a chiave, in modo che la mamma non ti veda parlare con lui. La mamma non capisce niente, lo sai, crede che Jin abbia una brutta influenza su di te. Ogni tanto glielo fai notare che non lo vede come lo vedi tu, e allora lei ti dà uno schiaffo. Però le vuoi bene, anche se lei non ne vuole a Jin.

<< Buongiorno raggio di sole. >> entra dalla finestra e ti lancia sul letto, appiattendosi su di te subito dopo. Pesa trenta carte su di te, ma non ti dà fastidio stare sotto di lui, anzi! Se fosse possibile non lo lasceresti mai andare. Lo abbracci forte e ti rannicchi.

<< Come stai, meraviglia? >> ti chiede, guardandoti negli occhi. Lui è veramente bellissimo, gli occhi sono del colore del prato della scuola, verdi come la più preziosa delle pietre, ed i capelli erano così scuri da sembrare blu come l’oceano.

<< Bene ora che ci sei tu… >> mormori, con la voce piccola piccola.

<< Stella mia, anche tu mi fai stare bene… >> lo stringi di più. Vorresti che restasse così per sempre, ma sai che lui deve andare, deve tornare a combattere i cattivi. Sei così orgogliosa quando parli di lui, sembra quasi che diventi più grande e più forte. Quando pensi a lui senti una forza gigantesca, grande da farti venire voglia di spaccare il mondo. Vorresti diventare come lui per poter difendere i bambini senza famiglia, per difendere i deboli e gli sfortunati. Lo sai, lui ti salverebbe in qualsiasi caso, modo, momento. Ti ama e tu ami lui…

<< Voglio diventare una combattente. >> dici. La voce è sempre piccola piccola, ma questa volta ha un’energia nuova. La senti scorrere nelle vene al posto del sangue.

<< Non puoi. >>

<< Perché no?? Voglio diventare come te! >> biascichi, coi lacrimoni che ti gonfiano gli occhi.

<< È troppo pericoloso, non voglio che rischi la vita. >> il suo tono di voce è leggermente diverso, non glielo avevi mai sentito. Ma non ti fai piegare, tu vuoi raggiungerlo e non c’è niente che possa impedirtelo.

<< Se ci sei tu non ho paura di nulla. >>

Sospira pesantemente e ti sposta la frangetta da davanti agli occhi. Il suo alito profuma di menta fresca, di erbe aromatiche e fiori. << Myriel, non posso permettermi di perderti. Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata e senza di te io non valgo niente. Vinco gli scontri perché so che sarò qui il giorno dopo a vederti. Ho troppo da perdere perché tu scenda in campo. >>

<< Ma io… io voglio starti sempre vicino… >> sussurri. Questa volta le lacrime scendono liberamente, senza che tu ponga loro un freno. Vuoi diventare forte, ma perché lui non te lo permette? A scuola tutti ti conoscono, sanno che sei forte e sanno che vuoi diventare una combattente. La mamma non vuole, pensa che tu sia troppo debole ma lei non lo sa. Jin non lo sa.

<< Ma lo sei! Ti porto sempre nel cuore! >> ti sorride e ti dà un bacio sulla fronte. Si alza in piedi, nella sua piena statura, e tu lo imiti. << Quando avrai vent’anni, come me, potrai decidere cosa fare. >>

<< No, voglio decidere adesso. >> ti asciughi le guance e lo guardi con determinazione.

<< Allora prova a rubarmi questa collana entro due ore. Se ci riuscirai, potrò parlare di te al Soggiorno. >> ti fa vedere una collana d’oro, che brilla tantissimo con una pietra verde al centro del ciondolo.

<< Lo farò, mi impegnerò a fondo. >> dici. Ti metti in posizione e corri verso di lui, ma scappa dalla finestra. Lo rincorri più forte che puoi, ma è troppo veloce. Sai che dovrai vincere contro di lui, a qualsiasi costo, però ora le gambe ti fanno male e comincia a mancarti il respiro. Non puoi arrenderti, non puoi: lui ti ha insegnato che la resa non deve neanche passarti per la testa.

Invece di fermarti, corri ancora più veloce, senti le gambe pesanti, stanno per cedere, ma tu acceleri ancora e ancora, lo vedi, è lì davanti a te.

Jin neanche si gira, sa che gli stai dietro e quindi prova a scattare.

Ti sembra di volare, i piedi sono più per aria che per terra. È una sensazione bellissima, ti viene da sorridere con l’aria che ti sferza le guance arrossate. La mamma sarebbe fiera di vederti sfrecciare così per la città. Riesci a malapena a vedere le persone che ti sono vicine mentre corri, e per qualche strano motivo non ne investi neanche una. Pazzesco, pensi. Vorresti non doverti fermare mai.

Ma succede. Di punto in bianco le tue gambe si bloccano e tu fai fatica a tenerti in piedi.

Jin si gira, ti guarda. “Perché ti sei fermata?” ti chiedono i suoi occhi. Non sai rispondere e lo implori di spiegarti. Per un nanosecondo lui sembra aver capito tutto… e corre verso di te.

Troppo tardi.

Una luce blu ti investe e ti ricopre completamente. Hai paura, vorresti urlare, ma non ti esce la voce dalla bocca.

Jin ti fissa impotente. È sconvolto, sa che lo stai aspettando ma non può fare nulla, è immobile, paralizzato dallo shock.

La luce da blu diventa verde. Ti senti… strana, forte. Una scarica elettrica ti fa rizzare i peli sulla schiena. Poi tutto il quartiere intorno a te diventa buio. La luce scompare, eppure tu sei l’unica cosa che brilla in zona.

Jin cade in ginocchio e si compre la faccia con le mani. << No… >> lo senti mormorare. << No… >>

Tu ti guardi. Alzi una mano e vedi delle piccole scariche elettriche che partono dalle dita. << Wow. >> e poi cadi a terra.

 

 

È lì, davanti a te. È il lavoro più importante della tua carriera, per questo sei un po’ sotto pressione. Lui è l’unico che sia mai stato in grado di battere Jin, oltre a te. E questo non puoi sopportarlo.

Ha sei braccia, tre occhi, alto quanto la torre più alta della città e largo… beh, quattro persone avrebbero potuto essere un suo piede.

È enorme. Lo guardi, sorridi.

Prendi un respiro e tiri fuori dalla tasca dei pantaloni un pugnale.

“Un combattente ha sempre la sua arma.” Diceva Jin durante l’allenamento.

<< Fatti sotto. >> mormori, e salti più in alto che puoi.

  
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