Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Evilcassy    03/02/2014    8 recensioni
E' passato un anno e mezzo dagli eventi di TS:W, e di Loki, improvvisamente, si perdono le tracce.
Nessuno sa che, su Nifleheim, vive proteggendo la Creatura il cui dominio, secondo una profezia delle Norne, sarà superiore a quello di Odino.
Ma le nubi non possono celare per sempre il Regno delle Nebbie dallo sguardo dell'Universo, né la Terra può sperare di scampare alla vendetta di Titano.
I destini di Loki, e dei Sette Vendicatori dovranno incrociarsi di nuovo.
Complicandosi ulteriormente, come se non lo fossero abbastanza...
[Sequel di The Seventh e The Seventh: Winter]
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The Seventh:

The Seventh:

Hellraiser

 

 

 

Part 8: Dawning

 

Chapt 2: Clash and Burn

 

 

Non c'è fuoco né gelo tale da sfidare ciò che un uomo può accumulare nel proprio cuore.

[Il Grande Gatsby, Francis Scott Fitzgerald]

 

 

 

Si assicura la bambina sulla schiena e poi la copre con il mantello. È riuscito a farla mangiare a sazietà e già la testolina ciondola dalla sonno: riuscirà a spostarsi più velocemente se dorme tranquilla. Si raccomanda a Fenrir di non lasciare mai il loro fianco neppure per un leprotto succulento finché non gli darà il suo benestare. Raccoglie la lancia ed una sacca con poco altro, getta un ultimo sguardo a quella che è stata una confortevole e sicura tana ed esce.

Cammina sino al crepuscolo, ormai sono lontani quando Hela si sveglia ed inizia a piagnucolare che vuole scendere. Loki per un po’ le parla per farla desistere, le racconta qualche storiella che ricorda dalla sua infanzia, ma la bambina ha ereditato la cocciutaggine di entrambi i genitori ed inizia a scalciare e a piagnucolare più forte: "Su, smettila." Tra gli alberi scende la sera e nel silenzio l'eco del piagnisteo è chiaro.

"Ti ho detto di SMETTERLA!" È costretto a fermarsi e a farla scendere: "Ti ho detto di smetterla di piangere!" La sgrida spazientito mollandola a terra su un mucchio di foglie. Il labbro inferiore di Hela inizia a tremare e gli occhi le si riempiono di lacrime. "No. No. Niente capricci. Non accetto che t-" Hela si copre gli occhi con le manine. Non piange: Sta ferma con gli occhi chiusi ed il broncio. I suoi non sono capricci: è spaventata, lontana da casa, non comprende perché suo padre improvvisamente sia così irato e probabilmente le è anche tornata la fame. Loki si china ad arrivare al suo livello e la raccoglie tra le sue braccia, sedendosi a gambe incrociate con lei in grembo. La culla per tranquillizzarla e quando lei scioglie appena il broncio batte la manina sulla sua.

Loki sorride, aprendo la mano: sul palmo steso si formano due piccole sfere di luce azzurra, che danzano l'una accanto all'altra formando due piccole spirali che si  intrecciano. Hela le guarda per qualche minuto, un piccolo sorriso, prima di abbandonarsi contro il petto di suo padre e addormentarsi.

 

 

 

“Sai cos’è che mi infastidisce di più?” Raggomitolata tra il cornicione ed il muro, una ventosa a tenermi appesa a centosette piani da terra, mi sto prendendo in pieno l’anticipo monsonico che sferza Giacarta da ormai sei giorni.

Resosi invisibile con la tuta mimetica scura OcchioDiFalco sogghigna sul tetto del grattacielo di fronte e non stacca il visore notturno dalla finestra sotto cui sono accovacciata. “Il sacco nero in cui sei avvolta a testa in giù? Sembri la figlia un pipistrello.”

“Sei un amore, come tuo solito. Immagino che Natasha adori questo tipo di carinerie.”

“Mi spezzerebbe l’osso del collo se facessi questo paragone. Attenta!” Mi appiattisco contro il muro ed inizio a togliermi dal bozzolo, il tutto sperando che la ventosa regga.  “La riunione è finita. Si stanno salutando. GreyRaven, pronta a muoverti tra dieci secondi.”

“Che quando finiremo qui e torneremo a casa avrò ancora i miei scatoloni da disfare.” Borbotto. “Ecco cosa mi dà più fastidio.”

“Fuori tra tre… due… “inizio a dondolarmi avanti ed indietro per prendere slancio. “Uno… VAI!”

Mi isso sul cornicione velocemente. Estraggo due grossi spilli dalla tasca della tuta e li infilo negli angoli del vetro. Un piccolo brusio e il campo elettromagnetico che protegge la finestra si disattiva. “Ricordami di portare un dolcetto a Fitz: se lo merita.” Faccio scorrere la finestra verso l’alto ed entro, richiudendola subito dopo.

“Il posto a destra dello schermo al plasma.” Indica Clint all’auricolare. Agguanto il bicchiere usato e lo passo nel mio portacipria scanner, poi lo rimetto a posto e sono costretta a nascondermi sotto al tavolo per evitare l’assistente entrata improvvisamente a rassettare tutto.

Invio i dati: nell’arco di dieci secondi saranno elaborati e processati alla base, finendo stampati sul guanto di lattice che uno dei miei colleghi indosserà per avere accesso al Caveau della società che teniamo sotto controllo.

Ottimo.

“Fase Uno completata. Lascio la mia postazione e scendo.”

Bene.

Appena accenno a muovermi da sotto il tavolo, mi trovo davanti la canna di una pistola.

Fase Due iniziata.

Un cazzotto sull’orecchio e parte anche il silenzio radio.

 

 

Hanno passato la notte piovosa tra le radici secche di un grosso albero, ma Loki non ha chiuso occhio neppure un attimo, con Hela addormentata in grembo e Fenrir che si è concesso una piccola battuta di caccia andata a segno.

Alle prime luci dell’alba si è riassicurato di nuovo la bambina sulla schiena – che ha protestato mugolando nel dormiveglia – e si sono rimessi in cammino.

Le montagne non sono poi così lontane. Loki inizia a sentirsi stanco e logorato dalla preoccupazione – quando si fermano deve usare molta magia per gli incantesimi protettivi e per cancellare le tracce -  il cibo in quella zona scarseggia e non possono permettersi di accendere un fuoco né di impegnarsi nella caccia, ma si sforza di proseguire aggrappandosi alla lancia per farsi più forza.

Si nutre di radici amare e quando vede quella che sembra una grossa capra selvatica tra i cespugli riesce ad fermarla, ipnotizzandola il tempo necessario per arrivare a mungerla per dare ad Hela un po' del latte.

Mentre Fenrir la tiene occupata giocando con lei, si arrampica di nuovo su un albero per controllare: le montagne a nord si stanno avvicinando, ma i fuochi a sud si sono moltiplicati. E un filo di fumo ora si alza anche da est.

Non c’è tempo da perdere.

Torna a terra e recupera la bambina non curandosi della sua lagna. Vorrebbe camminare anche dopo il crepuscolo, poi si rende conto che il rischio di imbattersi in un qualche predatore notturno è troppo alto, perché non riesce a proseguire alla cieca – ha notato che Hela schiva tutti gli ostacoli al buio, probabilmente ha ereditato il potere di sua madre -  e deve comunque riposarsi, che in caso di attacco deve essere in grado di difendersi.

Guarda Hela mordicchiare una delle radici accompagnandole da smorfie di disgusto: la fame sembra aver preso il sopravvento, perché continua a masticare comunque senza lamentarsi ulteriormente. Che fosse una bambina sveglia già lo sapeva, ma la considerazione che abbia già capito in che razza di situazione siano lo colpisce come uno schiaffo.

Le accarezza la testina per coccolarla e si sforza di vezzeggiarla con qualche complimento: "Avremo una nuova casa, più bella e sicura. Manca poco."

Ma si rende conto che sta solo cercando di convincere sé stesso.

 

 

Gli appartamenti della Regina non sono mai stati toccati dalla morte di Frigga. Suppellettili, arredi, tendaggi son sempre gli stessi, e se Sif osasse aprire bauli e armadi ne è certa che troverebbe le sete e i broccati dei suoi vestiti. A volte, quando la brezza serale entra dalla loggia aperta facendo alzare le tende a Sif sembra quasi di intravedere la sua sagoma ritta e fiera vicina alla balaustra. Sono i suoi appartamenti da che il fidanzamento con Thor è stato annunciato, Odino glieli ha concessi per ambientarsi al Palazzo e ai suoi agi: Sif preferirebbe piuttosto vivere nelle stalle e dormire su un pagliericcio, piuttosto che sola in quell’alcova. La differenza tra l’essere amica di Thor e sua futura sposa sono solo un pugno di baci tiepidi; l’affetto, la confidenza e la complicità gli stessi dei compagni d’arme.

A volte Sif pensa che il titolo di ‘Principessa’ con cui qualcuno già la fregia sia quasi di scherno, e ringrazia mentalmente l’esilio di Loki che gli impedisce di sbeffeggiarla ulteriormente con battute taglienti.

Jane Foster non era stata particolarmente amata dal popolo, ma lo era stata abbondantemente – e, Sif ne è certa, deve esserlo tutt'ora – da Thor, che faceva tutto fuorché mitigare quel sentimento e quella relazione: non lasciava il suo fianco nelle situazioni ufficiali né in quelle quotidiane, pieni di sorrisi radiosi e di gesti premurosi. Il cuore di Sif aveva subito un duro colpo quando li aveva visti percorrere insieme i corridoi che portavano alle camere di Thor. Mai quanto, però, non venire mai accompagnata da lui negli appartamenti reali.

“Che cosa hai fatto Sif?” La devozione a Thor le aveva ottenebrato la mente già una volta, inducendola alla disobbedienza e al tradimento come la più plagiabile delle fanciulle. Non ne aveva provato rimorso allora, quando era scesa su Midgard a cercare il compagno che amava più di un amico e che era stato bandito, non ne prova rimorso ora che ha aiutato il suo futuro sposo in un’impresa che faticava a giudicare giusta. Eppure non riesce a riconciliarsi con il suo orgoglio ferito: se Thor ha chiesto il suo aiuto è solo perché certo che il suo amore avrebbe fatto di tutto pur di essere ricambiato, pur di spodestare dal suo cuore il fantasma di quella minuta midgardiana. Si è lasciata vincere dal sentimento, da quella fragilità che ha sempre detestato nelle altre donne.

Con un moto di stizza, Sif rifila un calcio al piede del mobile più vicino: la brocca sul ripiano cade e l’acqua scivola lungo il legno scuro sino ad inondare un cofanetto di madreperla che non si è mai azzardata ad aprire. Lo solleva per salvarlo dall’acqua, ma il piccolo scrigno le sfugge dalle dita e si apre rovesciando a terra la cascata di perle bianche appartenute a Frigga. Quando cerca di raccoglierle scivolano tra le sue dita, seguitando a rotolare sul pavimento di marmo. Si blocca quando si accorge che non sembrano rimbalzare impazzite ma si muovono tutte quante, ordinatamente, in una direzione: la parete dietro l’alcova.

Le perle si accostano lungo l’orlo dell’arazzo che la ricopre, come a formare una lunga collana stesa in terra. Cauta, Sif si avvicina e quando si china a sfiorarle si blocca nuovamente: c’è un alito di vento, uno spiffero che proviene dall’arazzo e solleva appena le frange del bordo. Invece di raccogliere le perle Sif alza l'arazzo, e scopre il passaggio che si apre sotto.

Prima di muovere un passo Sif getta uno sguardo alle sue spalle, verso la loggia aperta: tra le tende sottili vede chiaramente un'ombra; l'elegante sagoma di Frigga che contempla l’orizzonte dalla balaustra.

 

 

Alla fine del terzo giorno di marcia si è reso conto di non aver spiaccicato parola. Non ha parlato ad Hela come è solito fare e l’ha addirittura zittita seccamente un paio di volte quando la sentiva piagnucolare o scalciare. Fenrir lo fissa in attesa di istruzioni, di una carezza o di un grazie. Gli strofina il muso distrattamente e lui infine crolla al suo fianco.

Loki si rende conto che non mangia da più di un giorno e che il paesaggio sta diventando brullo e spoglio: prima di arrivare alle montagne dovranno attraversare un’ampia radura.

Saranno scoperti.

Dovranno essere veloci e preparati al peggio.

 

Dopo qualche ora di riposo e qualche parca pietanza recuperata fortuitamente, Loki riesce a riprendere energie sufficienti per utilizzare la magia. Scinde il suo corpo in molteplici copie che iniziano a percorrere velocemente la radura circondandolo. Ha il cuore in gola e fa attenzione ad ogni piccolo rumore.

Fenrir è più lontano e segue una sua illusione. Ha le orecchie tese e sembra molto nervoso, fiutando l'aria più volte.

Quando ormai il bosco è prossimo un sibilo veloce attraversa l'aria ed una palla di fuoco colpisce il limitare degli alberi.

Gli è passata vicinissimo, ha falciato alcune sue proiezioni e lo spavento gli ha fatto perdere il controllo delle altre, che si sciolgono.

Richiama Fenrir ed inizia a correre il più velocemente possibile.

Altre palle infuocate seguono la prima, per schivarle Loki è costretto a correre a zigzag tra i sassi della radura faticando per non inciampare e cadere, ma deve girarsi più volte per controllare i suoi assalitori: Figli di Muspel, giganti di fuoco. Re Surtur è stato il più celere nel mandare le sue milizie a cercarli.

Raggiunge il limitare degli gli alberi, i sibili e gli schiocchi delle palle infuocate non smettono di sfiorarlo. Salta radici e schiva i primi alberi in fiamme, cercando disperatamente con lo sguardo una via di fuga riparata.

Quando è certo di essere riuscito a mettere un po' di distanza tra sé ed i suoi inseguitori si volta: la foresta sta prendendo fuoco velocemente e si sta trasformando in una trappola mortale di fumo e fiamme.

Non può fuggire, deve affrontarli.

Non ha altra scelta, per spegnere le fiamme velocemente dovrà usare quel potere.

Fa scendere Hela dalla schiena e le calca bene il cappuccio in testa.

Non vuole che lo veda trasformarsi in un mostro.

 

È qualcosa dentro di sé. Un freddo ancestrale e radicato, un pezzo di ghiaccio tra il cuore e lo sterno. Le mani di Loki si striano sfumando nel blu quando lo richiama.

Poi allarga le braccia e lo fa uscire tutto d'un colpo: Il vortice gelato riempie l'aria ed inonda i tronchi di sempreverdi, soffocando le fiamme e costruendo un muro di ghiaccio.

Ha poco tempo, dovrà farne buon uso.

Afferra la bambina, scende nel greto di un torrente e cerca un riparo tra i sassi. Hela è sin troppo spaventata per piangere e trema come una foglia. Loki vorrebbe avere il tempo per tranquillizzarla, ma non può far altro che infilarla dentro ad un piccolo buco tra i sassi dell'argine. "Torno a prenderti" Le spiega accarezzandole il visetto pallido e sporco. Sente l'angoscia riempirgli i polmoni, quanto il fumo della foresta in fiamme. "Devi aspettarmi." Poi si rivolge a Fenrir: "Devi starle accanto, qualsiasi cosa accada. Te l'affido, devi proteggerla, capito?" Il lupo guaisce e tocca con il tartufo il suo viso. Loki non si è mai sentito più spaventato e allo stesso tempo determinato di così: "Grazie" Gli sussurra rialzandosi. Quando la riprende in mano la lancia diventa una cuspide ghiacciata.

 

Sono enormi.

Sono una dozzina.

Sono troppi.

Per Loki è difficile riuscire a gestirli tutti insieme - Deve continuamente scindere il suo corpo in più parti per ingannarli, e continuamente fare ricorso al suo potere da Jotun per contrastare le fiamme che lanciano.

Riesce ad atterrarne uno e a staccargli la testa con una lastra di ghiaccio: L'immenso corpo di pietra bollente smette di agitarsi e si spegne.

Schiva il colpo di un altro e la presa di un terzo: Richiama le sue proiezioni per disturbarli, ma ormai hanno capito che sono solo innocue copie e non gli danno più corda.

Loki cerca di attirarli dalla parte opposta del bosco, c'è un lago lì vicino dove vuole riuscire a buttarceli dentro: con quei corpi pesanti e fiammeggianti non potranno sopravvivere.

Riesce a creare un vortice di ghiaccio che ne distrugge uno e mutila un altro.

Sono dieci. Molto furiosi.

Son sempre troppi, ma meglio di niente.

Sarà un lavoro lungo e logorante, ma Loki non ha alternative che sconfiggerli.

Finché uno di loro non riesce ad agguantargli una caviglia con una lingua di fuoco schiantandolo a terra.

Stringe i denti resistendo al dolore lanciando l' incantesimo che trasforma la frusta di fuoco in un serpente che si rivolta contro la mano che l'ha lanciata, ma ormai gli altri giganti sono riusciti a scagliarsi su di lui e ad arpionarlo a terra. Loki si dimena, fa appello a tutte le sue forze e al ghiaccio nelle sue vene. Riesce a scappare una, due volte, ma alla terza l'arpione di un Gigante di Fuoco lo inchioda al terreno.

La spalla brucia ed è un dolore atroce. Loki non riesce a non urlare, restare lucido è quasi impossibile.

Uno dei giganti gli grugnisce in faccia la richiesta della creatura, Loki gli sputa in un occhio e si ritrova il pugno del gigante ad ustionargli il viso: "Se non ce la consegnerai viva, la prenderemo noi da morta."

Il Gigante si rivolge agli altri, ordinando di radere al suolo la foresta.

La fine. È la fine.

È la nostra fine.

Un cono di luce scrosciante colpisce il suolo.

A malapena se ne accorge: tutta la sua attenzione è per le palle di fuoco che solcano il cielo. Quando cadono nella foresta e la incendiano sente il suo cuore esplodere.

 

 

Thor non da neppure tempo alla polvere di posarsi: mena il Mjolnir ed abbatte il gigante più vicino, ne fa esplodere due con lo stesso fulmine. Uno riesce a sfuggirli e a corre tra gli alberi.

Togliersi l'arpione dalla spalla è una tortura a cui Loki appena resiste: vince l'attimo di debolezza e di dolore e si getta all'inseguimento del gigante nella foresta.

Le fiamme sono ovunque, per Loki è difficile seguire il gigante e tentare di colpirlo con la vista offuscata ed i polmoni che bruciano dal fumo caldo.

Riesce a scagliare un incantesimo, a farlo cadere a terra, ma non si ferma a finirlo: il fuoco sta divorando ogni cosa, deve accorrere da Hela prima che sia troppo tardi. Il greto del torrente è risparmiato dalle fiamme ma non dal fumo: Loki è costretto a proseguire carponi per poter vedere qualcosa, con la spalla destra ustionata e ferita praticamente inutilizzabile.

Riesce ad arrivare al nascondiglio, a scavare tra i sassi, a chiamarla.

Hela non c'è e neppure Fenrir.

Urla nuovamente il suo nome, più e più volte, con il panico che prende il soppravvento.

Gli risponde un ululato dall'altra sponda.

 

L'ultimo gigante di fuoco ha la testa fracassata e Thor ci ha rimesso mantello e parte della pelle sulla schiena. Punta gli occhi verso il bosco in fiamme e si sente raggelare nonostante le ustioni.

Ruota il Mjolnir e lo alza verso il cielo. La pioggia scrosciante segue il lampo.

 

Fenrir non demorde dall'attacco del gigante neppure quando viene sbattuto ripetutamente a terra. Allenta un attimo la presa all'avambraccio, carica ringhiando e lo attacca di nuovo, mentre Hela si è infilata tra le radici di un albero e si è rannicchiata su sé stessa, completamente terrorizzata.

Fenrir cede al quinto colpo e rimane a terra con un guaito strozzato.

La pioggia che sferza il bosco spegne l'incendio e le fiamme del Gigante di Fuoco. Il suo ringhio di rabbia si trasforma in urlo di dolore quando le gocce d'acqua che lo copliscono diventano spilli di ghiaccio che penetrano la sua pietra e lo fanno esplodere in milioni di piccoli ciottoli.

Le gambe di Loki cedono e cade in ginocchio. Incrocia lo sguardo vitreo di Fenrir, il suo respiro che diminuisce, i rivoli di sangue che escono dal tartufo e dalle orecchie. Gli domanda perdono, gli sfiora la pelliccia sporca di sangue con le dita. Poi cerca con lo sguardo la bambina: lei lo ha visto, sta uscendo carponi dal suo nascondiglio e lo chiama piangendo.

La pioggia bagna il viso di Loki.

Perde i sensi con il pianto di sua figlia nelle orecchie e la voce di Thor che lo chiama.

 

 

 

==============================================

 

Spero di poter compensare la brevità di questo capitolo con una certa densità.

Sono estamente soddisfatta del seguito che questa storia sta avendo, non so come ringraziarvi per tutte le manifestazione di affetto che ricevo!

Grazie, Grazie e Grazie.

I giganti di fuoco, del regno di Muspelheim, non li avevo ancora 'usati'. Sono sempre dei simpaticoni amici-ci con Asgard e l'hobby della rosticceria.

Per ogni richiesta, vi rimando al mio ask.

Giuro che il prossimo capitolo sarà un po' più lunghetto. (E che avremo una visuale più ampia delle reazioni ad Hela. ;)

Grazie ancora. Alla prossima (Se vorrete)

EC

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Evilcassy