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Autore: valeriaspanu    03/02/2014    4 recensioni
"Si, questa è la mia vita… Non è perfetta e in parte è sempre incompleta ma, contando tutto ciò che ci è accaduto, devo ringraziare il cielo per avere Peeta e le sue braccia che mi stringono per farmi sentire il suo amore. Può essere questa la felicità dopo tutto ciò che abbiamo passato?"
La FIC si svolge 5 anni dopo la rivolta. Peeta e Katniss stanno insieme e cercano di lottare contro i propri incubi, ma una nuova minaccia creata da Capitol City incombe su di loro: riusciranno a superare le nuove prove?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Johanna Mason, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Bussano alla porta e io mi sveglio di soprassalto. Mi passo una mano nei miei capelli scompigliatissimi e biascico un “chi è” poco convinto.

-Sono io, dolcezza. Sorgi e vieni a goderti il bagno di sangue insieme a tutti noi! Pensa un po’, i tuoi tributi sono ancora vivi!-

Haymitch che mi sveglia la mattina non è proprio uno dei miei sogni che voglio avverare. Cerco Peeta per svegliarlo ma mi rendo conto che la parte del letto accanto a me è vuota: è vero, dall’ultimo episodio dormiremo in stanze separate, almeno sino a quando saremo a Capitol City. Però non ho avuto incubi: dev’essere rimasto sino a che non mi sono addormentata e al mio subconscio dev’essere bastato.

-Arrivo Haymitch, datti una calmata.- borbotto a voce abbastanza alta da far sì che il mio mentore mi possa sentire.

-Ok, io e gli altri ti aspettiamo alla sala grande.-

Dovrei passare a vedere se Peeta sta bene, dopo la prima notte in cui siamo stati separati. E lo vedrò pochissimo anche durante il resto della giornata: l’idea non mi piace per niente ma devo sopportare tutto ciò almeno per lui, per farlo stare bene. Mi infilo un paio di jeans e un top aderente e lascio i capelli sciolti: non ho il tempo per fare la mia solita treccia. Corro verso la camera di Peeta e busso prima di entrare.

-Sì?-

-Peeta sono io, Katniss.-

Subito la porta si apre e il mio cuore non può fare a meno di perdere alcuni battiti quando vedo il mio ragazzo del pane che mi sorride dolcemente, gli occhi ancora un po’ gonfi per il sonno. Si deve essere appena svegliato. Mi tuffo tra le sue braccia e inspiro il suo profumo.

-Incubi?- mi chiede, premuroso.

-Nessuno, ero convinta che alla fine non mi avresti abbandonata davvero, traditore.- dico, prendendolo in giro.

-Perdonami, mammina.-

Lo guardo allarmata per poi tranquillizzarmi quando vedo che siamo soli nel corridoio. Gli metto una mano sulla mano, facendolo zittire.

-Sei matto? Vuoi davvero che Haymitch e Johanna lo vengano a sapere proprio qui? Sarebbe una tortura, doverli sopportare per questa settimana con le loro battutine!-

-Mmmm… sono troppo felice per tenerlo per me.- mi dice lui, continuando a sorridere come un ebete. Avrei dovuto immaginarlo che si sarebbe totalmente rincoglionito.

- Beh, dovrai farlo. Non voglio che Capitol City sappia del bambino: ti immagini sopportare 7 mesi di telecamere appostate al distretto 12? Per non parlare delle interviste e del fatto che non ci potremo sposare in tranquillità, come volevamo. Nessuno deve sapere niente. Lo diremo solo alle persone che non hanno niente a che vedere con tutta questa storia, me lo prometti?-

-Ti giuro che se vedrò mai una sola telecamera avvicinarsi a te e a nostro figlio, la distruggerò a suon di pugni. Potrei anche imparare a usare l’arco, così saremmo più al sicuro.-

-Non ti ci vedo molto bene.-

Peeta ride e mi da un bacio tra i capelli- Comunque, se non vuoi fare sapere a nessuno che sei incinta, evita di metterti queste magliette aderenti.-

Lo guardo con uno sguardo interrogativo e mi fisso il ventre, leggermente rigonfio. Solo un occhio attento potrebbe notare il lievissimo rigonfiamento presente.

-Posso ancora passare per grassa.- dico io, non avendo voglia di cambiarmi. –Ora vado dagli altri, o si chiederanno che fine abbia fatto.-

-Se hai bisogno di me, sai dove trovarmi…-

Annuisco per poi dargli un lieve bacio sulla bocca, vorrei dirgli ti amo ma qui ho sempre paura che ci stiano osservando.

-Vai, ragazza di fuoco. Ti amo anche io.-

Gli sorrido, piena di gratitudine e mi dirigo velocemente alla sala grande dove prendo posto accanto a Johanna e Haymitch.

-Teniamo le dita incrociate, forse posso tornarmene a casa già da oggi!- dice Johanna, sprezzante.

-Suvvia, ti vuoi perdere tutto il divertimento?- chiede Haymitch, bevendosi la sua vodka del mattino, l’odore mi colpisce e mi fa venire la nausea. Resisti Katniss. Non devono sospettare niente.

-Ah guarda, dolcezza, la tua coppia.-

Poso i miei occhi grigi sullo schermo e vedo Matt che sta cercando di svegliare Kate, dopo una nottata tranquilla. Sono rimasti solo in 14 e con Caleb e Rachel in movimento, non mi sento affatto tranquilla. Guardando più attentamente l’arena mi rendo conto che è quasi identica a quella dove si è tenuta la prima edizione degli Hunger Games a cui ho partecipato. Per fortuna non hanno tratto ispirazione dall’orologio altrimenti sarebbero morti praticamente in 4 giorni.

I miei due tributi si mangiano una stecca di carne secca a testa e bevono un po’ di acqua dalle loro borracce.

-Dovremmo iniziare a incamminarci, a cercare gli altri.- dice Jane.

-Non potremmo semplicemente aspettare che si ammazzino tra di loro e poi eliminare Rachel e Caleb?- le risponde Matt, incerto.

-Voglio tornare a casa il più presto possibile. Muoviamoci.-

Quindi Jane vuole attaccare: non che mi stupisca questa sua decisione ma la sua impulsività le potrebbe costare cara. O forse, semplicemente, la farebbe vincere più in fretta. Non ha paura di uccidere o, meglio, non sa ancora che cosa si prova quando si toglie la vita ad un essere umano. Subito la telecamera si sposta e inquadra Caleb e Rachel che sono pronti ad attaccare uno dei tributi mediamente forti che sono ancora rimasti in gioco: l’hanno individuato grazie al fuoco che il ragazzino ha acceso per riscaldarsi la notte e che fuma ancora. E’ addormentato in posizione fetale per proteggersi dal freddo. Rachel gli taglia la gola senza tanti complimenti; rivolge il suo sorriso che mi mette i brividi a Caleb. Colpo di cannone. 13 rimasti. L’hovercraft raccoglie il corpo del quattordicenne per portarlo alla sua famiglia di fedeli al vecchio regime a Capitol City. In me nasce la speranza che i genitori abbiano altri figli che possano consolarli per quella perdita.

-Potevi svegliarlo, sarebbe stato più divertente sentire le sue urla.- si lamenta, Caleb.

-Su, coraggio, ne mancano ancora 13 da uccidere, il prossimo lo lascio a te così ti puoi divertire.-

-Diciamo che il pivello di Enarc è mio e Snow è tutta per te.-

-Ci sto, sembra quasi una vacanza qui, non trovi?-

Una vacanza.

-Oh Haymitch, quanto spero che li facciano a pezzi…- mormoro, furiosa.

-Non sei la sola dolcezza. Ma anche la tua Jane non scherza in questo istinto omicida.-

-Almeno lei non si sta divertendo come se fosse in luna di miele come quei due.- replico, infastidita.

Snow non è così male: certo, penso che sia totalmente irritante e un idiota per la maggior parte del tempo ma, per lo meno, ha fegato. E, come ho sempre pensato io, ad un certo punto devi smettere di fuggire e affrontare chi ti vuole morto. Sia nella vita che nell’arena. E lei ci è arrivata molto prima di me: vuole solo tornare a casa, non vuole dimostrare niente. Se non di essere diversa dal nonno e da tutto ciò che ha fatto.

Almeno credo.

Un altro colpo di cannone si sente in lontananza. Chi sarà stato? Chi ha ucciso? Ma non c’è stato nessun massacro: il tributo femmina di Johanna è caduto dall’albero su cui si stava arrampicando per cercare un po’ di riposo. Si è rotta l’osso del collo. Johanna alza gli occhi al cielo.

-Due intelligentoni mi sono capitati. Beh, almeno potrò andare a casa e controllare Annie e quella peste di bambino.-

Sono irritata per la loro indifferenza, per come riescono a estraniarsi da tutta questa situazione. Sbotto alzandomi.

-Dio, avevano solo quattordici anni. Non mostri un minimo di pietà?-

-I loro genitori l’hanno dimostrata a tutti quelli morti durante gli anni, Katniss? Non mi pare. Perché io la dovrei dimostrare ai loro figli?-

Perché sono dei bambini, maledizione. E perché Prim è morta a 14 anni e sapere che aveva tutta la vita davanti, mi spezza il cuore. Ma loro non sono Prim, Katniss. Lei è morta, se n’è andata per sempre.

-Sei stata anche tu a volere questa edizione. Non lamentarti e non dare la colpa solo a noi.-

Mi siedo, senza sapere cosa dire e rimango tutto il giorno davanti a quello schermo sola, senza Peeta. I giochi corrono molto in fretta, alla fine della giornata sono rimasti in 9.  Caleb e Rachel stanno facendo una strage, mentre Jane e Matt preparano delle trappole per provare a prendere qualcuno e imbrogliarlo, ponendo fine alla sua vita. Rimango sola nella stanza, proprio quando nell’arena cala il sole.

-Kat…-

Mi volto e vedo il volto preoccupato di Peeta che mi riporta alla realtà. Si siede accanto a me e appoggio la mia testa sulla sua spalla.

-Come stai?-

-Ho visto corpi di ragazzini a pezzi e venire prelevati dagli hovercraft. Direi che sono stata meglio…-

Restiamo un attimo in silenzio e Peeta, controllando prima di non essere visto da nessuno, mi appoggia una mano sul ventre e mi bacia la fronte, premuroso.

-Hai mangiato? Le nausee come vanno?-

-Ho seriamente pensato che avrei vomitato addosso a Haymitch da un secondo all’altro. Per fortuna mi sono trattenuta ma non sono riuscita a mandar giù un solo boccone. –

-Katniss. – mi dice lui, quasi sgridandomi.

-Sta tranquillo. Ora mi puoi portare in camera e farmi ingozzare di tutto ciò che vuoi.-

-Sarà un piacere, davvero ti devi rendere conto che ora non sei sola. Quindi vedi di mangiare e…-

Smetto di ascoltarlo e non posso fare a meno di sorridere mentre mi trascina verso la mia camera. Lo vedo gesticolare e non posso fare a meno di pensare a quanto io lo ami e penso di accorgermi solo ora di avere sempre amato lui. Dal nostro primo bacio nella grotta… era per quello che volevo salvarlo, durante la seconda edizione. Non era perché era gentile, perché mi era entrato  nel cuore. Era perché lo amavo, perché avevamo condiviso quell’esperienza così terrificante che era ovvio che saremo finiti insieme. Non c’era mai stata partita tra lui e Gale. Era lui da sempre. Dovevo capirlo.  Era sempre stato lui. Ed ora anche se sono terrorizzata dall’idea di avere un figlio, sono felice che il padre sia Peeta Mellark. E non potrò mai essere abbastanza riconoscente per avere la fortuna di averlo accanto a me.

-Kat? Katniss, stai male?- mi chiede lui, evidentemente preoccupato.

-Eh? Oh no, scusa stavo pensando. Cosa c’è?-

-Cosa vuoi da mangiare?-

-Ho voglia di una pizza.-

Lui mi sorride e ordina due pizze che compaiono molto velocemente: “grazie per la tua tecnologia, Capitol”. Mangiamo le nostre pizze in silenzio e ogni tanto ci guardiamo negli occhi, sorridendo. Vedo che i suoi riccioli biondi sono sporchi di colore e immagino che abbia passato  la giornata a dipingere.

-Beh, mio caro artista, cosa hai combinato oggi?-

-Mmm, un piccolo dipinto per Matt e Jane, per quando torneranno a casa.-

-Posso vederlo?- chiedo, curiosa.

Lui sorride e mi porta nella sua stanza e prende la tela. Il dipinto è bellissimo: ha dipinto la scena in cui Matthew ha salvato Jane. Ma non l’omicidio del sedicenne che stava per uccidere la ragazza: ha dipinto lo sguardo d’intesa e le mani dei nostri due giovani tributi. Lo sguardo di Jane è pieno di gratitudine mentre quello di Matt di feroce disperazione. Le loro mani sono tese per la paura di non ritrovarsi più e di morire lì, in pochi minuti. Ma io so che loro torneranno a casa, che ce la possono fare.

-E’ bellissimo.- mormoro.

-Grazie. Dici che gli piacerà?-

-Matt lo adorerà. Sai com’è fatta Jane. Ti insulterà probabilmente, per poi strappartelo dalle mani e portarselo a casa sua.- dico, ridacchiando.

Peeta mi sorride per poi prendermi in braccio e farmi cadere sul letto.

-Direi che ora hai bisogno di una dormita, che ne dici?-

-Questa è camera tua…-

-Hai voglia di trascinarti sino alla tua stanza.-

-Ovviamente no.-

-Dormi tranquilla, ragazza di fuoco. Ti porterò io più tardi.-

E con queste ultime parole e le mani di Peeta che mi accarezzano dolcemente i capelli, mi addormento.

 

-Katniss! Katniss svegliati! Subito.-

Sobbalzo dal mio letto: sono appena le 7 del mattino. Il viso di Peeta è vicinissimo al mio e il mio cuore batte a mille per il brusco risveglio.

-Cosa c’è? Che succede?- dico, confusa.

-Li hanno attaccati. Sono in pericolo.- dice lui, velocemente.

-Chi? Chi li ha attaccati, di cosa parli?-

-Matt e Jane. Sono stati attaccati da Caleb e Rachel.-

In pochi secondi sono giù dal letto e mi precipito nella sala grande con Peeta al seguito.

Questo non può succedere.

Loro devono vivere.



Beh, so che mi odiate e tutto però oggi il mio commento vuole anche ricordare il grandissimo Philip Hoffman, alias Plutarch. Una grandissima perdita umana e anche per il cinema americano. Non voglio di sicuro commentare come è morto, mi concentro solamente  sul fatto che dei figli ed una moglie hanno perso il loro punto di riferimento. Quindi, respect and rest in peace, Hoffman.
Un saluto a tutti ragazzi.

  
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