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Autore: Layla    03/02/2014    1 recensioni
“Il re di Bonda ha una cosa che mi interessa molto.”
“Uno shushu, immagino.”
“Sì, uno shushu molto potente, un anello.”
“Lascia perdere Ombrosa, Smiss finirai per essere il suo schiavo.”
“Oh, e così la conosci.”
“Me ne ha parlato mia sorella, assorbe le anime e trasforma gli uomini in ghoul, ma vuole anche liberarsi e ottenere un nuovo corpo. Una volta ha provato anche a prendersi il corpo di Eva.”
“Interessante. Beh, la eliminerà dalla lista e prenderò l’altro shushu, una spada infuocata, ma ho bisogno di una mano. Qualcuno che distragga il re e le guardie con la sua bellezza.”
Io lo guardo sorpresa.
“Tu vuoi che io faccia da puttana?”
“No, solo da esca. Potresti essere una principessa che viene da lontano e vuole sposare il principe, tutti dedicherebbero la loro attenzione a te e io potrei prendere ciò che voglio indisturbato.”
“Io non sono una ladra!”
“Ma rivuoi la tua mappa e questo è l’unico modo che hai per riottenerla."

{CleoxGoultard
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goultard, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2)Io, tu e la casa nel deserto.

 

Ci sono situazioni in cui sei sul filo del rasoio.
Un passo sbagliato ed è la fine, non ci sarà perdono per te, io sono in una di queste situazioni grazie a quel ladruncolo di Remington che si è preso la mia mappa, che altro non è che uno shushu minore rompiscatole e bugiardo.
Non ho idea di cosa se ne faccia, ma deve esserci sotto un vecchio litigio tra lui e mia sorella con ogni probabilità e per quella stupida mappa io sono qui a rischiare il carcere.
Il re ascolta attentamente la mia storia, ignorando che non è altro che un parto della mia fantasia, finito sorrido e il silenzio cala sulla tavolata.
Il re annuisce e dà ordine che sia servito il primo: zuppa di cipolle con tanto di uovo.
Domani avrò un alito terribile, mi dico, mi scoveranno grazie all’alito.
Non mi lamento, anzi dono un altro dei miei sorrisi ai miei commensali e aspetto che il re dia la prima cucchiaiata alla minestra per poi imitarlo.
Non è male, è buonissima!
Riesco a trattenermi a stento dal mangiarla con una serie di rapide cucchiaiate che probabilmente sarebbero poco regali.
Finita la minestra viene servito un arrosto buonissimo e delle lumache, come diavolo le mangio?
Senza dare nell’occhio spio come le mangiano gli altri e li imito.
“Ottima cena! Conversiamo ancora un po’ e poi sarà servito il dolce.”
Io riprendo a parlare di quello che mi piace, fingo di essere brava a cantare e di essere un’ammiratrice della confraternita del Tofu e del pappaball.
“Siete brava a cantare, vi prego cantateci qualcosa, mio figlio vi accompagnerà al pianoforte.”
Oh.Merda!
Remington se l’è filata e io devo cantare per loro. Non sono stonata, ma non sono nemmeno bravissima, per di più conosco solo canzoni militari essendo cresciuta prima in una famiglia di soldati e poi in una caserma.
Il figlio del re di Bonda mi guarda ammiccante, io lascio a lui la scelta pregando silenziosamente che scelga qualcosa che io conosco.
Dopo averci pensato per un po’ opta per una vecchia canzone che mia madre mi cantava sempre da piccola, sia ringraziato Sadida!
Lui inizia a suonare e io a cantare, non è un gran pianista quindi la mia voce non eccelsa non sembra così brutta. Direi che ce la siamo cavata egregiamente, entrambi sorridiamo di sollievo quando la canzone finisce e il re ci richiama a tavola.
Io torno a tavola e noto che Remy è tornato a tavola, manca solo Grany che probabilmente ha lo shushu.
Io non so cosa se ne faccia di tutti quei demoni, soprattutto da quando è stato prigioniero nel regno degli shushu, io ne avrei piene le scatole di averli tra i piedi e non rischierei la testa per averne altri.
Finalmente viene servito il dolce e il caffè e la nostra cena finisce, il re e il principe mi sembrano innaturalmente stanchi, sono certa che Remington abbia messo qualcosa nel loro caffè.
Appena fuori dalla stanza del trono mi trascina nella mia camera e mi ordina di prendere tutte le mie cose e mettermi comoda a livello di scarpe.
Io eseguo, tolgo le scarpe con il tacco e metto i miei stivali e poi lo seguo correndo fuori dal castello, che mi sembra molto sguarnito questa notte.
Forse hanno messo del sonnifero anche nell’acqua delle guardie, ma in fondo chi se ne frega, l’importante è uscire viva da qui e non passare il resto della mia vita in cella per colpa sua!
Arriviamo davanti alla nostra locanda quando una figura ci sbarra la strada: un uomo dai rasta arancioni.
Goultard!
Il mio cuore sospira di sollievo e per un attimo penso di essere fuori dai guai, ma se non mi credesse e mi consegnasse al re?
“Cosa diavolo vuoi, yop?”
Lo apostrofa duramente lo scemo, ignorando chi sia veramente.
“Quello che hai appena rubato al re:”
Smiss ride.
“Provaci, pivello!”
Iniziano a combattere, in pochi minuti il ladro è a tappeto, incosciente e Goultard si riprende lo shushu.
“Cosa ci fa la sorellina di Eva con questo ladro?”
“Ha preso una cosa che mi è stata affidata e la condizione per riaverla era aiutarlo in questa impresa.”
Lo yop lo lega e  poi mi porge la mappa.
“Immagino sia questa, Pan Pan me ne ha parlato.”
“Sì, grazie!”
“Adesso vai a cambiarti e liberati di questi vestiti, rimettendoti i tuoi.
Hai preso una pozione cambia colore?”
Io annuisco.
“Bene, allora domani mattina verrò da te.”
Io annuisco ed entro nella locanda silenziosamente e scivolo in camera mia, mi tolgo il vestito e lo metto in un angolo insieme alle scarpe, poi mi rimetto i miei vecchi vestiti e prendo quelli nuovi.
Esco dalla finestra e li butto nel fiume che corre poco lontano dalla città stando bene attenta a non farmi vedere, poi torno in camera e mi metto la mia camicia da notte.
Mi butto sul letto sorridendo senza un motivo preciso, sono salva e ho la mappa, che stringo convulsamente tra le mani, come se temessi che qualcuno me la potesse rubare durante il sonno.
La mattina dopo mi sveglio presto, mi faccio un bagno e poi indosso i miei cari vecchi vestiti e tolgo l’orecchino che avevo messo nell’altro orecchio, rifaccio la treccia e la coda e mi sento di nuovo me stessa, anche i miei occhi sono tornati verdi.
Un leggero bussare mi riscuote dai miei pensieri, vado ad aprire e mi trovo davanti a Goultard che regge sulle spalle un Remington Smiss legato come un salame insieme a Grany.
“Ah, vedo che il karma esiste, Remy.”
Lui mi lancia un’occhiata di fuoco.
“Tu sapevi chi era!”
“Avresti dovuto saperlo anche tu, visto che c’eri alla grande battaglia. Lui  è Goultard, dio degli Yop, colui che ha rispedito Rushu a casa sua e che poi è rimasto nella dimensione degli Shushu.
A proposito, come ne sei uscito?”
“Qualcuno ha aperto un portale per me.”
“Saranno stati Yugo e Adamai.”
Lui sbuffa.
“Non importa, dobbiamo consegnare questa canaglia al re, tu parla come se avessi un profondo mal di gola.”
“Sì!”
Usciamo dalla locanda e ci rechiamo al castello, la gente ci guarda in modo strano, io li ignoro.
Sono salva e solo questo conta e poi ora posso giocare le mie carte con Goultard e vedere se riuscirò a farlo innamorare di me.
Le guardie si affrettano a farlo passare non appena lo vedono e il ciambellano lo scorta nella stanza del re, senza dire una parola.
Io gli sto dietro a malapena, pur trascinando Remington ha un passo formidabile.
“Goultard, aspettami.”
Rantolo.
Lui diminuisce il passo e io finalmente mi porto alla sua destra, ormai siamo davanti al grande portone della sala del trono.
Il ciambellano la apre, il re è a pochi metri da noi, preoccupato.
“Oh, Goultard, come sono felice di vederla.
Hanno rubato lo shushu che era sotto la mia custodia.”
“Lo so, maestà, ma può stare tranquillo.”
Porge la spada infuocata al re, che sospira di sollievo.
“La ringrazio.”
Chiama una delle guardie e gli ordina di rimetterla al suo posto, aumentando le protezioni.
“Deduco che quest’uomo legato insieme a un gatto siano i responsabili.”
"Esatto, maestà.
Remington Smiss e suo fratello Grany.”
“Ah, il famoso Remington!
Le  mie celle saranno onorate di ospitarlo!
Guardie!”
Un gruppo di uomini entra nella stanza e porta via Remington che urla che ritornerà e che non rimarrà in cella.
Io, il re e Goultard lo guardiamo con un misto di pena e tristezza, quell’uomo è irrecuperabile!
“Bene, bene.
Ecco il tuo compenso, Goultard.”
L’uomo gli tende un sacchetto di kama.
“Posso sapere chi è questa ragazza incantevole?”
“Si chiama Cleo, è una mia amica. Mi ha aiutato a recuperare il suo shushu.”
“Non parla?”
“Purtroppo ho un terribile mal di gola.”
Sussurro con una voce che non sembra nemmeno la mia, il re annuisce.
“Mi dispiace, mia cara. Spero che tu ti rimetta presto.”
Io annuisco e mi inginocchio, seguita poco dopo dallo yop.
“Visto che il mio lavoro qui è concluso, la lascio sola, sua maestà.”
“Va bene, Goultard. Vieni quando vuoi, la tua presenza è sempre benaccetta, mi dispiace che tu non abbia tempo per fermarti a chiacchierare.”
“Dispiace anche a me, maestà, ma devo andare.”
Salutiamo di nuovo il re e usciamo dal palazzo.
Camminiamo per le strade della città fino ad arrivare alla locanda, io salgo a recuperare le mie cose e poi scendo nella sala principale.
“Beh, Cleo. Ci possiamo salutare qui.”
“No.”
“Che significa? Tu devi tornare nella città dei Cra!”
Io scuoto la testa.
“Ho disertato dall’esercito, sono ricercata, quindi non tornerò nella mia città, penso che verrò con te.”
“Sarà pericoloso.”
“Mi piace il pericolo.”
Lui scuote la testa e sbuffa, ma alla fine decide di tenermi con sé.
Avventura, arrivo.

 

La prima avventura è arrivare a casa di Goultard: abita nel bel mezzo del deserto.
Io arranco pesantemente verso di lui, sentendo tutte le goccioline di sudore che scendono lungo le mie braccia e sul volto, non so come faccia a rimanere impassibile in un ambiente come questo.
Alla fine sento il mio corpo cedere, vedo solo buio intorno a me e mi lascio avvolgere dalla tenebra.
Mi risveglio dopo non so quanto con una pezza fredda sulla fronte in quella che sembra una specie di grotta.
“Ben svegliata!”
Mi dice una voce ironica, io mi tolgo la pezza e provo ad alzarmi, ma ricado sul letto.
“Goultard, sei tu?”
“Certo che sono io! Sei troppo debole per alzarti, adesso ti porto qualcosa e ti fai un bagno.”
Io annuisco, lui mi porta del gelato che mangio piuttosto avidamente, le mie energie stanno tornando.
Mi alzo in piedi sorridendo.
“Bene, adesso seguimi.”
Lo seguo lungo un corridoio della caverna.
“Questo è il tuo bagno, dentro ci sono gli asciugamani puliti e l’occorrente per lavarti.
Io adesso me ne vado.”
“Vado a prendermi un cambio di vestito e mi lavo.”
Torno nella stanza dove ero prima e comincio a cercare freneticamente nella borsa, finché non lo trovo: un abitino verde, con una cintura in  cuoio marrone e un’unica spallina fatta di corda.
Me l’ha regalato mia sorella secoli fa, è come il suo tranne per il colore, penso sia adatto a un clima come questo.
 Torno in bagno, mi chiudo dentro e mi concedo un lungo bagno, anche perché ho bisogno di riflettere. Finalmente ho rivisto Goultard, ora devo riuscire a farmi amare da lui e non so quante possibilità abbia.
Certo, ho un bel corpo, ma sono piccola in confronto a lui.
Devo riuscire a convincerlo che la storia dell’età è solo una cazzata, che posso essere matura come lui. Non parto bene, mi ha trovato mentre ero  con Remy e il bastardo aveva il coltello dalla parte del manico: ho fatto la figura della pivella.
“Non è esattamente il massimo per iniziare a corteggiare un dio.
Accidenti, Remington! Ti odio anche quando non ci sei!”
Impreco a bassa voce.
Finito il bagno, mi asciugo, metto il  mio vestito nuovo e mi pettino i capelli prima di asciugarli: sono lunghi e biondi.
Esco un attimo nel deserto e torno dentro, sono perfettamente asciutti, così posso farmi la coda e la treccina.
Dopo essermi sistemata, gironzolo scalza per casa giusto per ambientarmi. A quanto pare vive in un complicato labirinto di caverne sotto il deserto, roba da poterci perdere.
-Ma io non mi perderò, userò il mio senso dell’orientamento e gli dimostrerò che non sono una sprovveduta! In fondo ero tra i migliori dell’esercito cra.
Chissà come sta mia sorella?
Da quando lei è tornata a Sadida non ho più avuto sue notizie.-
Continuo a camminare, fino a ritrovarmi in una grande sala piena di trofei, c’è un po’ di tutto: teste di animali, rappresentazioni di shushu, trofei di pappaball e di tornei di lotta vinti.
“E così sei finita subito nella mia sala delle vanità, bel vestito!”
“Grazie!”
Arrossisco come una scema.
“Tutta questa roba l’hai vinta tu? Complimenti!”
“Grazie, una volta ero un avventuriero, poi sono diventato guardiano di shushu.”
“E i trofei di pappaball?”
“Una passione giovanile. Anche tua sorella è nella leggenda del pappaball, lo sai, vero?”
“So qualcosa. Quando hanno dovuto cercare una barca per andare all’isola di Oma hanno vinto la finale di un girone di pappaball e così hanno trovato i soldi.”
Lui sorride.
“Esattamente. È stata una bella impresa, dato che loro erano principianti, eccetto il vecchio Ruel,  e i loro avversari erano capitanati da un bel tipo.”
Io rimango un attimo perplessa, il vecchio Ruel giocava a pappaball?
Ma non era un vecchio anutrof?
“Vuoi farmi credere che Ruel Stroud giocava a pappaball?”
“Certo, era diventato piuttosto famoso una decina di anni fa con la sua squadra, il Real Pappit, poi sparì dalla circolazione e tornò a fare il cacciatore di taglie con il padre di Yugo.
Prima di essere stato giocatore di pappaball è stato anche un cantante, ma ha litigato con il suo partner.
Ne ha fatte di cose il vecchio Ruel.”
“Si potrebbe dire lo stesso di te.”
Lui sorride.
“Sì, ma non adesso. Tra poco la nostra cena sarà pronta, vieni.”
Lo seguo lungo il corridoio e mi ritrovo in una stanza grande, in un angolo sta cuocendo un maiale.
"Mentre tu ti facevi un bagno, io ho pensato alla cena.”
“Grazie mille, Goultard!”
“Di niente, sei mia ospite, no?”
Mi risponde con un ghigno, amo quel ghigno e prima o poi sarà mio.
Toglie il maiale dal fuoco e divide le porzioni: una gigantesca per lui e una normale per me. Probabilmente essere il dio degli yop aumenta l’appetito.
Io mangio e bevo senza fare troppi complimenti e gli racconto come ho incontrato la compagnia del tofu e le avventure che abbiamo vissuto insieme, lui ride.
Anche lui mi racconta qualcosa delle sue avventure, facendomi divertire molto, è un gran  narratore quando vuole e questo lato di lui mi piace molto. Pensandoci bene non c’è nessun lato di lui che non mi piaccia, è persino più sexy di Tristepan e deve essere mio!
Dopo cena lavo i piatti e poi lo cerco, è seduto  su una colonna a meditare, devo disturbarlo o no?
“Puoi disturbarmi.”
“Ehm, niente. Volevo dirti che ho lavato i piatti e sistemato la cucina, se vuoi possiamo parlare un altro po’, sennò vado a letto.”
“Ho bisogno di meditare, Cleo.”
“Capisco.”
“Buonanotte, domani mi farai vedere quanto sei brava con la balestra che porti al polso.”
“Sì, Goultard. Buonanotte anche a te.”
Mi avvio verso la mia camera e mi cambio, mettendomi la mia solita camicia da notte, poi mi butto a letto.
Ho sonno, oggi è stata una giornata un po’ pesante e poi voglio essere in forma per domani, voglio che capisca che sono davvero brava.
La mattina dopo mi sveglio molto presto, faccio un bagno e metto il mio vestito verde, poi vado in cucina, lui è già là con una tazza di caffè in mano.
“Buongiorno!”
“Buongiorno, Cleo.
Ti stanno bene i capelli sciolti.”
“Oh, grazie, ma sono poco pratici per combattere!”
“Giusta osservazione.”
Io bevo il mio caffelatte con i biscotti in silenzio, lui ha un’espressione sorniona.
“Come mai quella faccia?”
“Perché tra poco ti vedrò all’opera, Cleo e la cosa mi intriga.”
Io sorrido.
“Non rimarrai deluso.”
“Ne sono certo, i Cra non deludono mai, siete gli arcieri per eccellenza.”
“Esatto, l’arco o la balestra è la cosa più preziosa che abbiamo.”
“Lo so.”
Finito di fare colazione, mi metto un paio di stivali alti, altro regalo di Eva, e mi raccolgo i capelli nella solita coda e treccina e mi metto al polso la balestra: sono pronta.
Esco dalla mia stanza e torno in cucina, lui non si è mosso.
“Bene, pronta?”
“Pronta.”
Mi fa cenno di seguirlo e insieme percorriamo un altro corridoio di questo immenso appartamento sotterraneo, si ferma davanti a una porta e la apre.
Entriamo, su un lato ci sono dei bersagli.
“Bene. Voglio vedere quanti ne centri mentre stai correndo e senza sprecare troppe frecce.”
Io annuisco, vado a un’estremità della stanza e mi metto in posizione, poi scatto e comincio a correre e a lanciare frecce fino a quando arrivo dall’altra parte.
“Ottimo! Hai preso il centro di otto bersagli su dieci, gli altri due erano nella cerchia subito dopo il centro e hai usato una dozzina di frecce.
Sei molto brava.”
“Oh, sì. Ero tra le migliori nell’esercito.”
Esclamo con una vena di vanità nella voce.
“E allora perché hai mollato?”
“Non mi piace avere dei capi e delle costrizioni, mi piace combattere da sola, senza nessun capo che mi dica cosa fare.”
“Siamo molto simili io e te.”
Io esulto interiormente, un punto per me!
“Ottimo!
Perché non ho intenzione di andarmene.”
Lui ride.
“L’avevo intuito.”
Io rido a mia volta, un po’ nervosa.
Non so se gli faccia piacere o meno, ma credo abbia capito che non ho intenzione di mollarlo e che prima o poi sarà mio.
O almeno lo spero.
Sono all’altezza di un tale uomo?
Rimango un attimo interdetta, non mi sono mai posta una domanda del genere in vita mia, ho sempre pensato che quello che volevo l’avrei ottenuto.
Perché questa volta dovrebbe essere diverso?

Angolo di Layla

Ringrazio christian98 per le recensioni.

   
 
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