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Autore: metaldolphin    04/02/2014    7 recensioni
Rufy scopre che può essere difficile seguire gli esempi e mantenere le promesse, ma la sua Ciurma non perderà la fiducia in lui.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il suo sguardo feroce portava un messaggio chiaro, impossibile da fraintendere: “Chi la tocca può considerarsi un uomo morto”.
La reggeva tra le braccia come si porta una sposa, ma lei non indossava un abito bianco e nemmeno sorrideva guardandolo con occhi innamorati: Nami aveva appoggiato il capo sul solido petto di Zoro e respirava piano, sfinita dopo tutto quello che era accaduto.

Strinsi i denti, sentendomi in colpa per quella promessa fatta a Genzo, ancora una volta non mantenuta.

Li guardai passarmi vicino, mentre ci dirigevamo alla nave; stava iniziando a piovere e Zoro affettò il passo per far sì che lei non si bagnasse troppo.

Io rimasi indietro, camminando più lentamente, e guardai le gocce d’acqua pendere dalla tesa del mio amato cappello, prima che abbandonassero la loro titubanza e trovare il coraggio di lasciarsi andare giù.
Un coraggio che credevo di possedere anche io, fino ad oggi, ma non ero più tanto sicuro.
Cominciavo a pensare che forse il mio non si poteva definire coraggio, forse era solo incoscienza, una folle, idiota e maledetta incoscienza.
Il vero coraggio era quello di Shanks, quando mi salvò, o quello di Robin, che gridava, nonostante tutto, la sua voglia di vivere. O quello della stessa Nami, che fronteggiava una banda di terribili uomini-pesce già in tenera età, pur di riscattare il suo villaggio. Sicuramente coraggiosa lo era sua madre, morta pur di affermare il suo amore per le figlie adottive.

Ma io?

Forse qualche volta lo sono stato, momentaneamente, quando mi è capitato di salvare la vita a qualcuno... ma sapevo bene che, in me, la linea tra coraggio ed incoscienza era sottile.

Riguardo alla giornata appena passata non avevo dubbi: ero stato incosciente.
Affrontare quei tipacci in compagnia di Nami, non era stata una grande idea… potevo evitare lo scontro, come mi aveva suggerito, ma non l'avevo ascoltata: se avessi seguito l’esempio di Shanks, avrei lasciato correre, ma non l’avevo fatto.

E mi ritrovai, così, a camminare sotto la pioggia, a sentirmi il Capitano indegno di una Ciurma che, nonostante tutto, continuava a fidarsi di me.
Quasi tutti, almeno: Zoro non mi aveva rivolto la parola, mentre me la toglieva dalle braccia, ma sapevo che era arrabbiato con me; con ragione, dopotutto… avevo rischiato la vita della nostra compagna come lui non avrebbe mai permesso che accadesse.

Perché, nonostante discutessero spesso, sapevo bene che Zoro teneva a Nami, più di quanto dimostrasse, perché un ex cacciatore di pirati con la sua terribile fama, non si sarebbe maifatto picchiare da quella che definiva una ragazzina.
Sarebbe incredibile il solo pensiero!

Giunsi anche io alla nave, ma prima di trovare la forza per salire a bordo, mi fermai.
Ero bagnato fradicio, ma non mi importava... sapevo di dover affrontare lo sguardo severo dei miei Compagni: non avevo fatto la scelta giusta e stavo per mandare a monte i sogni di tutti.

Presi un sospiro e saltai direttamente sul ponte, ovviamente deserto per il maltempo.

Mi avviai verso la zona comune al coperto ed incontrai Sanji non appena aprii la porta.
Aveva una pila di asciugamani, diligentemente piegati, tra le braccia e, aspirando dalla sigaretta sulle labbra, me ne tirò uno.
-Asciugati- mi disse, serio, ma non scorsi rimprovero nei suoi occhi.
Forse era ancora all’oscuro di quanto accaduto.

Il telo era fresco di lavaggio, morbido e profumato ed asciugò perfettamente la pioggia che mi portavo appresso, ma il brivido che mi accompagnava non accennava a svanire.

Cercai Nami, per accertarmi delle sue condizioni e la trovai seduta a fianco di Zoro; sorseggiava qualcosa di caldo al tavolo della cucina e mi chiese come stessi.
-Tu, piuttosto…- accennai io, con lo sguardo che tendeva a posarsi sul suo braccio bendato, aiutandomi a non scordare i miei sensi di colpa.
La vidi annuire, mentre mormorava : -Bene.
Aggiunsi, piano: -Scusami, non avrei dovuto dare spago a quei pirati, oggi.
-No.- sottolineò, freddo e lapidario, lo Spadaccino, senza nemmeno guardarmi.
Per evitare la nascita di eventuali discussioni, Nami cambiò discorso: -Il log-pose è magnetizzato, possiamo anche partire. Il turno di stasera è di Usopp, già in coffa, e Sanji ha già pronta la cena.

Era già tutto organizzato.
Bene.
Un motivo in più per non sentirmi il vero capitano della Ciurma.
Feci cenno di aver compreso e andai a sdraiarmi nell’amaca, avevo bisogno di riflettere.
Nella penombra della cabina, guardai il cappello tra le mani.
Stavo crescendo… mi rendevo conto dei miei errori e dovevo cercare di migliorarmi.
Avevo promesso a Shanks che sarei diventato il Re dei Pirati, un uomo migliore.
La strada era lunga, ma ci stavo lavorando, percorrendola in modo che il Rosso, un giorno, potesse essere fiero di me.
Ci sarei riuscito.
Con l'aiuto dei miei compagni.
   
 
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