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Autore: RossoCannella    04/02/2014    2 recensioni
“Santana, io e tuo padre abbiamo parlato da lunedì comincerai a prendere ripetizioni.”
Lo sguardo di Santana era un misto di rabbia e stupore.
“Neanche per sogno! Non sono una cretina, non prenderò ripetizioni da nessuno!”
Ma la signora Lopez, in concordanza con suo marito, aveva già preso una decisione e non c’era nulla che la loro figlia potesse fare per cambiare le cose.
“Mi dispiace Santana, il caso è chiuso. Lunedì conoscerai Quinn, è il nome della ragazza che ti aiuterà. I suoi genitori sono dei miei carissimi amici di infanzia”
La signora Lopez chiuse la porta del suo studio, lasciando sua figlia imprecare all’esterno.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Mercedes Jones, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana, Rachel/Santana
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11

MERCEDES: Allora San, com’è andata? 
SANTANA: Uno schifo, avrei fatto meglio a starmene zitta!
MERCEDES: Ti ha rifiutato? Non ci posso credere! Sembrava così presa da te! 
SANTANA: A quanto pare non lo era abbastanza.
MERCEDES: Dimmi tutto, cosa le hai detto, cosa ti ha detto?
SANTANA: Le ho chiesto di uscire, mi ha detto di no. Fine della storia.
MERCEDES: Santana!
SANTANA: Mercedes!
MERCEDES: Non prendermi in giro e racconta in maniera adeguata.
SANTANA: Eravamo di sopra, ho provato a dirglielo la prima volta, ma non ci sono riuscita. Alla fine ho preso coraggio e semplicemente gliel’ho chiesto. Devo dirti che mi sono sentita subito sollevata, ma quando lei mi ha detto che non poteva, mi sono sentita uno schifo. Mi sembrava di aver rovinato tutto, così le ho detto di esser stata una stupida a chiederglielo e mi sono alzata in fretta. Lei mi ha confessato che non è colpa mia e che sono la più bella ragazza che lei abbia mai visto, che poi è chiaramente una bugia, insomma le basta guardarsi allo specchio al mattino per vedere una persona più bella di me, ma va bene, ha aggiunto che è fidanzata e ama Brittany perciò tra noi non succederà nulla. Fine della storia.
MERCEDES: Ti ha detto che sei la ragazza più bella che lei abbia mai visto?
SANTANA: Hai capito solo quello in tutto ciò che ti ho raccontato?
MERCEDES: Si :) Santana è la cosa più dolce che io abbia mai sentito. Lei ritiene addirittura che tu sia più bella della sua fidanzata attuale. È come un: ti sto respingendo, ma in realtà voglio che continui a provarci
SANTANA: Cedes, tu sei pazza. Non succederà mai. Non continuerò ad umiliarmi
MERCEDES: Ne riparleremo… Come stai, comunque?
SANTANA: Bene, all’inizio un po’ delusa, ma adesso bene. Un po’ me lo aspettavo. Ho deciso però di non prendermela e andare avanti come se nulla fosse mai successo. Quando mi diplomerò e la vedrò per l’ultima volta, la saluterò e ritornerò alla mia vecchia vita prima di lei. Ma adesso cambiamo argomento. Che fai stamattina?
MERCEDES: Beh dato che non c’è scuola pensavo di andare a fare shopping
SANTANA: Perché non vieni da me? Chiamo Puck e organizziamo qualcosa con lui
MERCEDES: Va bene, tra mezz’ora sono lì 
SANTANA: Ti aspetto 
MERCEDES: Ti invio un messaggio appena arrivo :)
SANTANA: Ok.

Santana ripose il cellulare sul comodino e scese le scale per andare in cucina. Si sedette e guardò Teresa che cucinava e canticchiava una canzoncina in spagnolo. 
“Ehi già sveglia?” domandò.
La ragazza alzò semplicemente le spalle e le sorrise. 
“Com’è andata ieri sera?” chiese la donna dandole un bacio in fronte. 
“Uno schifo, ma non mi interessa. Terry stanno arrivano Cedes e Puck, potresti preparare qualcosa anche per loro” 
La donna sorrise e l’abbracciò. 
“Va bene, quando vorrai parlarne io sarò qui” 
Si girò e tornò ai fornelli, mentre i fratelli di Santana come dei forsennati arrivarono in cucina cominciando a inseguirsi e a lanciarsi cose. 
Arrivò anche la signora Lopez che prima di uscire con la sua ventiquattrore, diede un bacio alla figlia maggiore e rimproverò gli altri due. Salutò Teresa e chiamò suo marito. 
Dopo qualche istante ecco arrivare anche il signor Lopez, in giacca e cravatta, anche lui armato di ventiquattrore e chiavi dell’auto. Salutò tutti, baciò sua moglie ed entrambi si avviarono di fretta alla porta. 
Quei due non si fermavano mai. Nonostante si comportasse male con loro e nonostante il suo atteggiamento scontroso e anche un po’ cattivo, Santana li ammirava moltissimo. Si chiedeva come facessero a mantenere quello stile di vita e allo stesso tempo a fare tutto. Lei non ci sarebbe mai riuscita. Se non fosse stata la copia di sua madre da ragazza, sicuramente avrebbe pensato di essere stata adottata. 
Il suono del campanello la fece distrarre dai suoi pensieri. Andò ad aprire e vide Puck e Mercedes bisticciare riguardo qualcosa. 
“Buongiorno raggio di sole!” esclamò il ragazzo dandole un bacio sulle labbra.
“Si, raggio di sole…” commentò la mora sorridendogli.
“Hey San!” la salutò Mercedes dandole un bacio sulla guancia. 
Una volta in soggiorno, Noah si gettò sul divano e accese la televisione, cominciando a guardare il wrestling, mentre Teresa gli intimava, minacciandolo con una spatola da cucina, di togliere i piedi dal bracciolo del divano. 
Mentre ancora la donna si lamentava con il ragazzo, i fratelli di Santana si gettarono su di lui, volendo imitare gli atleti in tv. 
Rassegnata, Teresa tornò in cucina, sperando che la colazione non si fosse bruciata. 
Le due ragazze la seguirono e si sedettero a tavola cominciando a chiacchierare. 
“Allora San, ne vuoi parlare?” domandò Mercedes.
“No, non mi va di farmi tanti problemi. Voglio solo passare un po’ di tempo con i miei migliori amici e poi andare in giro, non so al parco o qualcosa del genere” 
“Al parco eh? Si, ci potremmo andare – commentò l’altra, capendo che non era il momento giusto per parlare di Quinn – ovviamente se Puck deciderà di alzare le chiappe da quel divano e venire qui” esclamò alzando la voce per farsi sentire. 
“Dove andiamo?” domandò Noah entrando in cucina e prendendo un po’ di pancetta appena cotta dal piatto in cui l’aveva sistemata Teresa, prima di metterla a tavola. Ma prima che potesse portarsela alla bocca e mangiarla, la donna gliel’aveva tolta di mano e lo guardava malissimo scuotendo quella strisciolina di pancetta davanti alla sua faccia. 
I piccoli Lopez cominciarono a ridere e a prendere in giro Puck, il quale prima rise e d’improvviso diventò serio e cominciò a rincorrere i bambini per tutta la casa. 
Teresa scosse la testa e si avvicinò alle due ragazze. 
“Io non so chi è il più bambino tra loro” affermò servendo la colazione. 
“Uova e pancetta, Terry ti amo” affermò Mercedes. 
“Ragazzi, è pronto. Se non venite qui immediatamente Santana e Mercedes finiranno tutto e non cucinerò nient’altro” urlò la donna. 
Nell' arco di un nano secondo, i tre ragazzi erano seduti in cucina e mangiavano la loro colazione assieme alle altre. 
“Noah, stavamo pensando di andare al parco oggi pomeriggio” affermò Cedes.
“Oh, ok sarà divertente. Posso portare un pallone?” 
“Per farci cosa?” domandò la latina.
“Per giocare a calcio mentre voi parlerete sicuramente di quanto sia dura e triste la vita sentimentale e di come la puntata di The Carrie Diary vi abbia sconvolte” 
La ragazza corpulenta diede uno spintone al ragazzo ridendo. 
“Possiamo venire con voi?” chiesero insieme i gemelli.
“No!” rispose immediatamente la sorella maggiore.
“Teresa!” esclamarono loro indicando poi la ragazza.
“Vostra sorella è grande e ha bisogno di stare con i suoi amici, dovete lasciarle il suo spazio e voglio inoltre ricordarvi che oggi pomeriggio dovete andare a lezione di pianoforte” 
“Ragazzi, restate a pranzo qui?” domandò Santana.
“Per me va bene” esclamò Noah.
“Va bene anche per me” affermò Mercedes. 

Dopo pranzo, guardarono un film in camera di Santana e verso le quattro del pomeriggio decisero di uscire e andare al parco. 
Una volta arrivati lì, si posizionarono all’ombra di un albero e cominciarono a parlare. La latina adorava quei momenti, erano i momenti in cui si sentiva davvero vicina ai suoi migliori amici. Tra una risata e uno scherzo, si raccontavano tante verità. Le sarebbe piaciuto vivere solo di quei momenti. Lasciare che tutto continuasse ad andare avanti attorno a loro, e rimanere lì. Voleva poter vivere quei momenti per sempre. Fare in modo che il tempo passasse per tutti, ma non per loro. Catturare quei momenti e poterli ripetere costantemente. Ma la sua idea era così dolce quanto utopica. 
Passarono un bel po’ di tempo sotto l’ombra di quella grande quercia, finché Puck si alzò e le incitò a giocare a pallavolo con lui. 
Ad un certo punto però, Santana non si rese conto di aver tirato la palla troppo forte, Mercedes non riuscì a prenderla e questa colpì un ragazzo che se ne stava seduto con i propri amici un po’ distante da loro. 
“Adesso la vai a prendere e fai tu la brutta figura” affermò Cedes incrociando le braccia sotto il seno e mettendo il broncio come una bambina. 
“Si, tranquilla, vado io. Chi la lancia, la riprende” sbuffò la latina avvicinandosi al ragazzo che adesso aveva la palla tra le mani e la guardava aspettando che andasse a riprendersela. 
“Hai davvero un bel tiro” commentò lui. 
“Grazie, mi dispiace per averti colpito” Santana dovette ammettere che era davvero un bel ragazzo. Alto, braccia abbastanza muscolose, capelli biondi, occhi verdi. Aveva solo delle labbra un po’ strane. Erano… grandi. Indossava una maglia a maniche corte bianca e dei blue jeans. 
“A me non è dispiaciuto, anzi, ti ha portato qui” sorrise ovviamente cercando di flirtare con lei. 
La latina ripensò per un breve istante a Quinn e a ciò che aveva scritto per messaggio a Mercedes quella mattina. Non voleva pensarci troppo. Come recitava quel detto comune? Ah sì: “Chiodo schiaccia chiodo”. Il ragazzo era bello, sembrava anche dolce perciò cosa la tratteneva? 
“Santana” disse porgendogli la mano.
“Sam” rispose stringendogliela.
“È stato un piacere conoscerti, ma adesso devo tornare dai miei amici”
“Attenta a dove lanci la palla” 
La mora sorrise. Il suo piano stava funzionando, adesso non doveva fare altro che girarsi e cominciare a camminare verso i suoi amici. Entro due secondi, il ragazzo l’avrebbe seguita. E così fece. 
Si voltò e cominciò a camminare verso Puck e Mercedes che parlottavano tra di loro. Ripresero a giocare e qualche minuto dopo, furono interrotti. 
“Ehi, Santana, mi chiedevo, ti andrebbe di venire a prendere un gelato con me?” domandò Sam indicando una gelateria di fronte al parco. 
“Non lo so, non credo sia carino lasciare i miei amici qui e poi non ti conosco nemmeno, come faccio a sapere che non sei un pervertito o un serial killer?” domandò lei continuando a flirtare con lui. 
“Beh possono venire con noi ‘sta volta” rispose il biondino.
“Cosa ti fa credere che ce ne sarà un’altra?” domandò la ragazza.
“E cosa ti fa suppore che invece non ce ne sarà?” contrattaccò il ragazzo.
Dopo quella risposta, Santana alzò un sopracciglio e sorrise divertita. Annuì e si voltò a guardare i suoi amici.
“Touché! Ragazzi, che ne dite?” domandò. 
“Per me va bene, effettivamente stavo tenendo d’occhio quel posto da quando siamo arrivati” commentò Puck.
“Allora direi che possiamo andare” concluse Sam. 
I quattro lasciarono la palla e il resto delle cose che avevano portato al parco nella macchina di Noah e si recarono in gelateria. 
Si accomodarono e cominciarono a chiacchierare in attesa che il cameriere arrivasse a prendere le loro ordinazioni. 
Sam durate tutta la conversazione non si era sentito un attimo a disagio e aveva partecipato attivamente. 
Da quanto emergeva da questa chiacchierata pre-gelato Sam era al primo anno di college, studiava economia e commercio ed era un atleta. Giocava nella squadra di football della scuola così come aveva precedentemente fatto al liceo. Adorava i fumetti e giocare ad un videogioco che portava il nome di “Assassin’s Creed” e a quanto pare Puck conosceva bene quel gioco perché cominciarono a parlare di cose strane e Mercedes e Santana li guardavano senza capire. 
Arrivò il cameriere e prese le loro ordinazioni che quasi immediatamente arrivarono al tavolo. I ragazzi continuarono a parlare a lungo. 
Sam aveva due fratelli minori, un maschio e una femmina. Suo padre era il proprietario della società multinazionale Evans & co. Questo significava che era veramente ricco. Adorava i film e il suo cibo preferito era la pizza. 
Quel ragazzo era davvero interessate. Era simpatico, sapeva fare delle imitazioni esilaranti. 
Era ormai passata un’ora e mezza da quando erano arrivati in quella gelateria. 
Sembrava andare tutto bene, quando fecero il loro ingresso nel locale Quinn Fabray e la sua ragazza, Brittany. 
Santana non si era accorta della loro presenza, l’unica ad aver notato le due bionde era Mercedes, ma per evitare di rovinare all’amica quella bella giornata, decise di rimanere in silenzio. Ma questo non bastò. Brittany notò Santana ed esclamò:
“Quinn, guarda, c’è Santana!” 
Sentendo pronunciare quel nome, la mora si irrigidì totalmente. Girò lentamente lo sguardo verso la persona che stava parlando e i suoi occhi incontrarono quelli azzurri della ragazza di Quinn. 
“Ciao” la salutò. 
“Ciao Brittany” 
Quinn si avvicinò a loro lentamente e cercò lo sguardo della mora, non trovandolo. 
“Hey” disse, sperando di attirare l’attenzione della latina
“Ciao Q” rispose lei.
“Siete amiche di Santana, no? Volete unirvi a noi?” domandò Sam non conoscendo la situazione e commettendo forse l’errore più grave che potesse fare. 
“Con piacere!” esclamò Brittany prendendo posto accanto a loro. 
Quinn imbarazzatissima fece lo stesso e cercò per l’ennesima volta lo sguardo di Santana. 
La latina dal canto suo, non riusciva proprio a reggere quella situazione. Sentiva il peso dello sguardo della sua tutor su di lei e non poteva fare nulla per impedire che questi la guardasse. 
“Santana, posso parlarti in privato?” domandò la Fabray. 
“Certo – rispose lei alzandosi e seguendo l’altra fuori dal locale – Allora, di che mi volevi parlare?”
“Mi dispiace per ieri, ma potresti non evitare il mio sguardo? Mi fai sentire in colpa” 
“Non posso”
“Perché no? Dovrai guardami per forza quando verrò ad aiutarti per prepararti al diploma” esclamò ferita.
“Non posso perché ogni volta che ti guardo negli occhi, in quei dannatissimi occhi, mi sento persa, persa nella profondità di quelle iridi screziate di verde e non voglio sentirmi così. Non è una bella sensazione, non lo è soprattutto quando provi dei forti sentimenti per qualcuno e quando glieli confessi ti rendi conto che non li ricambia” 
Quinn era immobile davanti a lei. Non diceva niente, continuava a guardare Santana che parlava con il volto basso e a mordersi il labbro inferiore. Aveva gli occhi lucidi. Nessuno le aveva mai detto una cosa del genere. 
“Santana io, io non credevo che…” cominciò a dire.
“Non credevi cosa? Che i miei sentimenti per te fossero così forti. Sarebbe stato meglio se fossi stata una racchia, brutta e con i baffetti o i brufoli. Ma tu sei, sei la reincarnazione di Grace Kelly” sbottò Santana.
Ci fu un momento di silenzio in cui nessuna delle due disse una parola. 
“Potresti farmi un favore?” domandò la mora
“Certo” 
“Vattene di qui – Quinn la guardò confusa – oggi ho incontrato quel ragazzo, Sam. Lui sembra davvero dolce ed è simpatico. Potrebbe essere la persona giusta che riuscirebbe a fare in modo che tu esca dalla mia testa. Perciò, potresti andartene?”
   
 
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