Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Judith Kylem Sparrow    05/02/2014    6 recensioni
Era stanca di tutto, Elsa. Stanca della sua solitudine, del suo isolamento, della sua maledizione e, sì, era stanca anche della vita...
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 - L'altra dimensione.
 
 
Quando Jack Frost entrò nel laboratorio di Babbo Natale, uno strano silenzio regnava sovrano. Nell'immensa casa di North, là dove la magia cominciava per una notte all'anno, sembrava non esserci nessuno, neanche Phil, lo yeti che l'aveva sempre abilmente placcato quando tentava furtivamente di visitare la fabbrica dei giocattoli.
 
-Heilà, c'è nessuno?- domandò ad alta voce, portando una mano a coppa attorno alla bocca per amplificare il suono. -Ragazzi?- tentò di nuovo, lasciandosi poi andare ad un lungo sbuffo quando non ricevette risposta.
Passandosi svogliatamente una mano fra i capelli chiari, Jack avanzò di qualche passo, inarcando un sopracciglio e con l'ausilio dei suoi poteri arrivò a creare alcune palle di neve che lasciò sospese a mezz'aria.
-North, amico mio! Se non ti decidi ad uscire, potrei valutare l'idea di giocare al tiro al bersaglio con quella fila di soldatini verdi laggiù!- esclamò, pronto a scagliare la prima palla.
 
Tuttavia neanche in quel frangente ricevette risposta e scrollando le spalle colpì in pieno ogni soldatino abilmente messo in fila su uno scaffale poco distante da lui.
-Visto cosa mi hai costretto a fare?- continuò il ragazzo ad alta voce, avviandosi verso quello che era lo studio privato di Babbo Natale. -Suvvia, North, non dirmi che l'Uomo della Luna ha contagiato te, gli yeti e gli elfi col suo perenne silenzio! Non ora che sono un Guardiano, per la miseria!-
 
Continuando a salire verso lo studio, Jack infilò la mano che non reggeva il bastone nella tasca della sua felpa, sfiorando con le dita l'invito che North stesso gli aveva fatto recapitare: certo, Babbo Natale aveva volutamente evitato di scrivergli il motivo della sua convocazione, ma il giorno e l'ora erano stati più volte sottolineati con una stilografica, come a voler ribadire mille volte l'importanza di quell'incontro.
 
E quell'omone tanto grosso quanto simpatico cosa pensava bene di fare? Giocare a nascondino assieme ai suoi fedelissimi!
 
Emettendo un verso quasi di stizza, lo spirito dell'inverno arrivò di fronte alla porta, non risparmiandosi tuttavia di congelare i gradini e il corrimano. Stessa cosa fece poi con il pavimento. Se North voleva farlo innervosire, allora c'era riuscito benissimo. Jack Frost aveva passato fin troppo tempo da solo, senza essere visto da nessuno e la desolazione che l'aveva accolto al covo di Babbo Natale lo aveva profondamente ferito.
 
-Hey North, io ora entro e vi catturo tutti, pronti o no.- disse nervosamente, spalancando la porta con un gesto secco e ricevendo ancora una volta il silenzio.
Tuttavia, se nella fabbrica non c'era nessuno, stessa cosa non poteva dirsi per lo studio: infatti come immaginato da Jack, North era lì, seduto su una poltrona e con una faccia che difficilmente il ragazzo avrebbe dimenticato.
Di fronte alla preoccupazione malcelata dell'amico, la rabbia di prima sparì a poco a poco e richiudendo la porta alle sue spalle andò a posizionarsi di fronte a lui, poggiandogli una mano sulla spalla e scuotendolo di poco.
 
-North?- provò, a bassa voce, quasi come se avesse paura a distoglierlo da chissà quale pensiero. -North.- continuò, accovacciandosi sui talloni solo quando lo vide riprendersi e guardandolo con fare spaesato.
 
-Jack... Sei tu?- domandò in un sussurro l'uomo. -Per il grande Šostakovič, sei già qui?-
-Certo, nella lettera sei stato molto chiaro: martedì 23 gennaio al laboratorio.- sorrise di sbieco Jack, muovendo di poco il suo bastone. -Non dovrò mica creare una piccola tormenta di neve per farti riprendere, vero?- aggiunse scherzosamente, vedendogli abbozzare un sorriso fra la folta barba bianca.
-No, no. Piuttosto, siediti.- rispose pacatamente Babbo Natale, indicandogli la poltrona di fronte alla sua.
 
Annuendo e assecondando la richiesta dell'amico, Jack sprofondò in una comoda seduta,incrociando le gambe e poggiando il bastone contro lo schienale.
-Dimmi tutto, North. Cosa è successo di così urgente? E soprattutto, dove sono gli yeti e gli elfi?-
 
Passandosi stancamente una mano sul volto, North strizzò con forza gli occhi, sospirando. -Sono spariti.- sussurrò quasi impercettibilmente. -Brutte cose stanno per accadere, Jack Frost.- concluse, tornando a guardarlo.
 
-Come... che spariti? Ma cosa...- balbetto il ragazzo, stupefatto, sgranando le palpebre. -North, se è uno scherzo allora...-
-Niente scherzi.- lo interruppe l'altro, cacciando dalla tasca dei pantaloni quello che rappresentava il suo centro: un piccolo pupazzetto di legno con enormi e dolci occhioni blu. -Dimmi, Jack, tu sai chi io ero, prima di diventare... questo?- domandò col solito e marcato accento russo, indicandosi con un dito. -Sai da dove provengono Dentolina, Carmoniglio e Sandy?-
 
Scuotendo la testa e aggiustandosi meglio sulla poltrona, Jack poggiò entrambe le mani sulle ginocchia, facendosi particolarmente attento. Era un Guardiano da più di un anno, era vero, ma in tutto quel periodo non si era mai chiesto chi fossero i suoi amici prima di rivestire il suo stesso ruolo. Non si era mai chiesto, forse per pigrizia che per altro, se anche loro, esattamente come lui, avevano avuto un nome, una famiglia o comunque qualcuno che li amasse prima di essere scelti dall'Uomo della Luna.
 
-Devi sapere, Jack, che prima di essere scelto come Babbo Natale, io ero un umile allevatore di renne in Siberia.- disse North, stringendo con forza il suo centro. -Adoravo mio lavoro. Avevo bella moglie e figli piccoli che insegnavano ogni giorno a me e a mia sposa la gioia del meravigliarsi anche per la più piccola delle sciocchezze. Poi, un giorno, tutto finì.-
 
Corrucciandosi e cominciando a chiedersi come la storia di North potesse c'entrare qualcosa con la sparizione degli yeti e degli elfi, Jack aprì automaticamente la bocca per parlare, ma l'amico lo precedette, come se nulla fosse.
 
-E tu sai bene che Siberia è qui su Terra! Così come casa tua, posto in cui sei nato. Ma ovviamente stessa cosa non vale per Carmoniglio, Dentolina e Sandman. Loro vengono da altre dimensioni, Jack. Loro si trovano qui su Terra solo perchè Manny ha deciso così,-
 
Restando letteralmente a bocca aperta -e a dirla tutta non l'aveva mai chiusa da quando aveva provato ad interrompere North- Jack sbattè le palpebre un paio di volte, sperando di aver capito male.
-Come... cosa... che vuol dire... quindi loro non sono...- balbettò ancora, cercando di formulare una frase di senso compiuto, senza riuscirci. -Ah.- si decise alla fine a dire, aspettando che l'amico potesse dargli qualche delucidazione in più.
 
-Oh, Jack. Davvero credi che coniglio gigante, metà donna e metà colibrì e uomo di sogni appartenessero a questo mondo? No, no, amico mio! Ci sono altre dimensioni, popolate da individui diversi e speciali. I miei yeti e i miei elfi, Jack, provengono da una dimensione che ha come centro principale Arendelle. Loro sono stati creati lì secoli fa, ma cuore di ghiaccio, Jack, sta soffrendo. E se cuore di ghiaccio soffre, allora le creature di Arendelle che si trovano in altre dimensioni spariscono.-
 
-Cuore... di ghiaccio?- domandò, avvertendo una strana stretta allo stomaco, soprattutto dopo un lampo di vergogna che aveva attraversato gli occhi di North. A quanto ne sapesse era l’unico a possedere un cuore del genere, da dove scaturivano i suoi poteri, così come era sicuro di essere un terrestre! Quindi se il cuore di ghiaccio di Arendelle non era lui…
 
-Sì, amico mio. Ne nasce uno ogni tre secoli, ma ad Arendelle qualcosa è andato storto, il cuore di ghiaccio non arrivava e per mantenere miei aiutati in vita, Manny...-
-Ha ripiegato su di me.- sussurrò Jack, sospirando e capendo. Bene, perfetto, ottimo, grazie Uomo della Luna, pensò acidamente, ma decidendo comunque di tenere quella frase per sé.
 
-Esatto. Non importa dove sia cuore, ma che esista e che creature possano sopravvivere grazie a lui e tu l'hai reso possibile. Diciotto anni fa, però, Arendelle ha avuto suo cuore dopo trecento anni di assenza. Era inevitabile che prima o poi arrivasse. E mie creature da tuo cuore hanno legato loro esistenza a quello della loro dimensione. Ma adesso, Jack, cuore di ghiaccio sta soffrendo. Ha sempre provato dolore, ma questa volta deve essere cambiato qualcosa e io, ragazzo, voglio che tu vada ad Arendelle a risolvere questo problema e a riportare yeti ed elfi qui. Del resto, solo ghiaccio può capire altro ghiaccio.-

Continua...
 

Judith Kylem Sparrow's Space


Salve a tutti! Come potete ben vedere sono riuscita ad aggiornare! :D 

Lo so, sono crudele (???) e psicopatica (?), ma che volete farci! Jack ed Elsa devono pur incrontrarsi per un motivo, no? u_ù E quindi ho approfittato delle creature di North. 
Ho immaginato il nostro Santa distrutto dalla perdita di quelli che per tanto tempo gli hanno fatto da famiglia e bon, ne è uscito questo capitolo!

Prima di lasciarvi desidero ringraziare di cuore le quattro splendide, pazienti, meravigliose, e chi più ne ha e più ne metta, ragazze che hanno lasciato un commentino-ino-ino:

Grazie, grazie, grazie, grazie! Siete state meravigliose, davvero! E tutte gentili <3 :D 

Bene, ora vi lascio! Come al solito l'aggiornamento lo farò appena possibile, ovvero quando mia madre mi mollerà il suo pc per cinque minutini u.u! 

Alla prossima ragazzi :D
 
 

Judith Kylem Sparrow
   
 
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