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Autore: ladymisteria    06/02/2014    2 recensioni
Siria ha sempre voluto "scendere in campo" al fianco dei genitori, e quando Jack Harkness chiama il Dottore per proporre a lui e a River una spedizione su Dubhe sembra finalmente che il momento tanto atteso sia giunto.
Ma basterà la sua testardaggine a convincere il Dottore che la bambina è davvero pronta?
Versione riveduta e corretta.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 11, Jack Harkness, Nuovo personaggio, River Song
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Baby Time for Doctor and River'
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L’aria gelida di Dubhe li investì non appena il Dottore aprì le porte del TARDIS.

River si strinse nella giacca, lanciando un’occhiata divertita alla figlia, al suo fianco.

Siria era letteralmente fuori di sé dalla gioia.

«Nessuna traccia di Jack. Eppure la data e le coordinate sono giuste…» borbottò il Dottore, raggiungendole.

L’uomo fece spallucce, rivolgendo la sua attenzione alla bambina.

«Allora, Siria. Prima di cominciare, è bene che tu sappia alcune cose. Prima di tutto: non sempre possiamo intervenire. E non possiamo modificare i Punti Fissi nel tempo, per quanto lo vorremmo» le disse.

River simulò un colpo di tosse.

Il Dottore preferì ignorarla.

«Inoltre, non ce ne andiamo finché tutto non è come dovrebbe essere. Se è possibile» precisò.

Siria annuì.

«E se non lo è?» chiese.

«Corriamo. Più veloce e più lontano possibile» replicò l'uomo.

Il Gallifreyano controllò di avere il fidato cacciavite sonico e la carta psichica con sé.

«Non preoccuparti. Se dovessero esserci altre cose che devi sapere, te le dirò io» la rassicurò River, scompigliando affettuosamente i capelli della figlia.

La bambina sorrise raggiante.

Il Dottore uscì nuovamente in cerca di Jack, permettendo così a River di iniziare immediatamente la sua personale "lista di istruzioni” per Siria.

«Tieni sempre gli occhi ben aperti, tesoro. E se vedi qualcosa che non ti convince, non esitare a farmelo notare» disse.

La bambina sembrò delusa.

«Non potrei “occuparmene” di persona?» chiese, speranzosa.

River le lanciò un’occhiata complice.

«Va bene. Puoi usare la pistola stordente che ti ho regalato lo scorso compleanno. Ma solo se sei assolutamente certa che vi sia una minaccia» acconsentì.

«Ohi! Non metterle in testa strane idee! Nessuno userà una pistola in mia presenza, chiaro?» esclamò il Dottore, di ritorno nel TARDIS con Jack Harkness.

«Certamente, Dolcezza. Ti prometto che nessuno userà una pistola in tua presenza» replicò River, in tono innocente.

Poi, non vista, ammiccò in direzione della figlia.

«Ricorda: mira e spara» le sussurrò.

*

«Professoressa Song, che immenso piacere incontrarti di nuovo. Sempre più intrigante e così superiore allo scorrere del tempo…» disse Jack Harkness, esibendosi in un galantissimo baciamano.

River rise.

«Sempre il solito, Capitano. E’ bello anche per me rivederti».

«Il Dottore mi ha detto che questa volta ci divideremo. Posso sperare di poter contare sulla tua presenza nella mia squadra?» chiese Jack, in tono suadente.

River scosse il capo, posando le mani sulle spalle di Siria.

«Mi spiace, ma noi ragazze abbiamo deciso di voler reclamare la nostra indipendenza da voi uomini».

Jack fece scherzosamente un inchino davanti a Siria.

«Un vecchio scontro “ragazze contro ragazzi” su un pianeta ghiacciato pieno zeppo di Sontaran, in compagnia dei migliori esploratori dell’universo e di una vecchia cariatide come il Dottore. Non male per una prima avventura ufficiale, baby Dottoressa» le disse, ammirato.

Siria annuì impaziente, cogliendo a malapena l’aggettivo con cui Jack si era riferito a suo padre, e le proteste di quest’ultimo.

«Già. Andiamo?» disse, sbrigativa.

Jack scoppiò a ridere, guardando il Dottore.

«Un’intraprendenza davvero esemplare. Anche se temo sia tutta da attribuire ai suoi geni umani, piuttosto che a quelli alieni. Che io ricordi, non molti Signori del Tempo sono così… attivi. Ancora mi stupisco che tu le abbia permesso di seguirci» ammise.

Il Gallifreyano scrollò le spalle.

«Non che avessi molta altra scelta, Jack» borbottò.

Jack batté le mani, spiccio.

«Bene, data l’impazienza dei presenti, direi di cominciare» esclamò allegramente.

«Come ho già accennato al Dottore, pare che un gruppo di Sontaran abbia deciso di combattere contro i nativi - probabilmente per ottenere il controllo del pianeta. Fortunatamente non ci sono grandi città su Dubhe, ma solo piccoli villaggi, molto distanti gli uni dagli altri. Con molta probabilità troveremo l’intero gruppo di Sontaran in uno di quelli» continuò, serio.

Siria fissò confusa i tre adulti.

«Perché mai i Sontaran dovrebbero voler controllare Dubhe?» domandò.

«I Sontaran nascono con l’unico scopo di combattere, conquistare… Per loro è normale dichiarare guerra a chiunque. Sono felici solo quando possono scendere in battaglia. Non devi stupirti, quindi, del loro comportamento» le disse Jack.

Siria scosse il capo riccioluto, sbuffando.

«Conosco Strax, quindi so come ragionano i Sontaran. Trovo solo strano che vogliano ottenere il controllo di questo pianeta. Non è ricco, e tanto meno si tratta di un pianeta commerciale. Non è particolarmente influente, quindi, all’interno di questo sistema solare» puntualizzò.

Jack Harkness sgranò gli occhi, lanciando un’occhiata al Dottore e a River, entrambi visibilmente orgogliosi di come la figlia l’avesse “messo a tacere”.

«Forse, Siria. Ma non dimenticare che Dubhe è il primo pianeta che i viaggiatori incontrano, percorrendo questa parte di universo. Se i Sontaran riuscissero ad occuparlo…» le spiegò il Dottore.

La bambina rimase a bocca aperta per un po’, poi iniziò a darsi della stupida a mezza voce per non esserci arrivata da sola, scribacchiando velocemente alcuni appunti su un diarietto blu.

Ne aveva visto uno simile durante una delle sue “passeggiate” nel TARDIS, diverso tempo prima.

Una volta scoperto che era stato un regalo del padre a sua madre, Siria ne aveva voluto immediatamente uno identico.

Un diario dove tenere annotazioni e ricordi.

River guardò Jack e il Dottore.

«Come procediamo?» chiese.

«In modo più discreto e tranquillo possibile. L’idea è quella di tramortire in qualche modo i Sontaran che incontreremo, per poi consegnarli direttamente a chi di dovere. Così facendo voi avrete aiutato gli abitanti di Dubhe, e io avrò la gratitudine e l’ammirazione di un certo agente della polizia intergalattica…» spiegò Jack, ammiccando.

River annuì.

«Direi di cominciare, allora».
 

 

 


 
 
Grazie mille a September_tha per aver recensito il precedente capitolo ^w^

   
 
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